Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Riddge    05/08/2012    0 recensioni
'The price to be paid' l'ho inserita tra le fanfic di Madoka, perché ho preso molto spunto dall'anime - pur essendo una storia tutta sua -, con qualche modifica apportata, e perciò l'ho ritenuto corretto.
Buona lettura.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Undicesimo
- Evan
Grida, grida e ancora grida.
Guardai la bilancia che avevo cercato per ben sei anni, e la guardai con odio.
La bilancia dell’ordine e del caos… per quei orribili esseri.
— Intruso, intruso!
Guardai cinque grandi pietre: il rubino, lo smeraldo, lo zaffiro, il diamante e l’ametista, con in mezzo la bilancia bianca e nera.
I miei occhi bruciavano e l’anello crepitava.
Alzai una mano e la tenni aperta sulla parte del rubino.
Intorno a me gli spiriti guardiani di questo inferno mi vennero incontro, pronti a fermarmi, ma morirono, scossi dal mio potere.
Ghignai.
— È ora di fare giustizia.
E il rubino si frantumò com’era successo a Carry, colpito dal mio fulmine.
— Fermo! Così causerai la fine di tutto!
L’avevo riconosciuto, era la voce di Egg Eater, ma non era più un furetto anomalo: era di forma evanescente, luminosa.
— E fine sia! — ringhiai, rompendo anche lo smeraldo, ricordando il grido di Leslie.
— Dovete pagarla! Dovete pagarla per aver causato tutto questo ciclo di dolore! — e altri demoni morirono, scomparendo.
La bilancia vibrava, e la grotta in cui ero stava tremando.
Tremava come la terra in quel giorno.
— Fermati!
Guardai infuriato Egg Eater e un filmine calò su di esso: si dissolse in un grido acuto, per sempre, in una spira di fumo nero.
— Tu per primo.
Poi anche lo zaffiro si ruppe, e risentì l’amore fraterno di David, quello che provava per Clissi, la mia Clissi.
Guardai il diamante, il più bello tra tutti, e mi ricordai del sorriso di Clissi, della sua voce, della sua risata, del suo corpo contro il mio, il suo profumo, i suoi occhi verdi così belli…
Cominciai a piangere e puntai la mano su di esso.
— Il diamante ti stava così bene, eri proprio la dea dell’aria.
E anche il diamante si frantumò in mille pezzi, ed io ricordai il suo ultimo bacio, la sua ultima carezza… il suo ti amo impresso nel vento.
— Ti amo anche io.
Poi passai alla bilancia e, distrutta quella, ogni spirito si disintegrò di conseguenza.
Sei anni, sei anni a darvi la caccia, e finalmente la mia giustizia sarebbe prevalsa, nessun altro avrebbe sofferto come avevamo sofferto noi.
Guardai l’ametista e tirai un grosso sospiro.
— Finalmente siamo solo tu ed io.
Pensai un secondo a ciò che mi aspettava, a ciò che sarebbe accaduto. Ma alla fine decisi che sarebbe stato inutile, che non m’interessava: al di là di questa vita ad aspettarmi ci sarebbe stata Clissi, e nostro figlio.
Quel bambino corvino con i suoi occhi verdi che avevo sognato.
Volevo solo riaverli.
L’ennesima lacrima mi solcò il viso e la feci finita.
L’ametista esplose, ed io cessai d’esistere.
 
— Papà!
Mi guardai intorno e venni colto da un improvviso abbraccio.
Ai miei piedi, un bambino con i capelli neri e gli occhi verdi mi sorrideva; gli mancava un dente.
Sorrisi intenerito.
Era così meraviglioso, così bello, e mi assomigliava in modo incredibile.
Lo presi in braccio e lo baciai tra i capelli.
— Sei bellissimo.
— Perché è tuo figlio.
Da lontano una figura si avvicinava sempre di più, e poi la vidi, bella, bellissima come noi mai, con i capelli biondi così lunghi e gli occhi verdi, gli stessi di mio figlio, di nostro figlio.
— Clissi.
Lasciai nostro figlio e le corsi incontro abbracciandola, stringendola, baciandola felice, come non mai.
— Sei qui, ti ho ritrovata.
Clissi pianse, ed il suo sorriso fece sussultare il mio cuore.
Mi sembrava che i sei e lunghi anni senza di lei non fossero mai esistiti.
— Sono qui amore mio. Insieme fino alla fine, ricordi? — sorrise baciandomi ancora ed ancora.
— Ti amo, non sai quanto.
— Ti amo anche io — e tornai a baciarla.
Era lì, con me, di nuovo, e questa volta non l’avrei lasciata per nulla al mondo.
Qualcosa mi tirò i pantaloni e il mio bambino volle essere preso in braccio.
Lo accontentai con un sorriso.
Clissi lo baciò sulla guancia, provocando le sue risa.
— Insieme, tutti e tre.
— Sì, la nostra famiglia.
Presi la mano di Clissi ed insieme ci incamminando verso un nuovo futuro.
Un futuro luminoso ed eterno.
  
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