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Autore: Tittili    05/08/2012    3 recensioni
Provo a cimentarmi in un racconto un pò più lungo.Speriamo non sia un disastro!! Attendo vostri commenti con ansia.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il viaggio sembrò un’autentica tortura per entrambi.
Kate cercava di evitare qualsiasi sobbalzo o frenata brusca ma non era certo facile e ogni volta che non ci riusciva inevitabilmente a Castle sfuggiva un lamento.
Maledizione! Non avrei dovuto promettergli di portarlo a casa mia! Sta troppo male! E se ha qualche lesione interna?
Mentre pensava questo si girò verso lo scrittore e vide che stranamente lui sorrideva.
Certo, si vedeva che soffriva, ma aveva gli occhi, quegli splendidi occhi, che brillavano.
Mi ha dato un bacio..certo non del tipo che sogno ogni notte…ma l’ha fatto spontaneamente, non perché era sotto copertura o per farmi gli auguri…sento ancora il calore delle sue labbra sul viso..
Arrivarono finalmente sotto l’appartamento della detective e la donna parcheggiò il più vicino possibile al portoncino d’entrata.
Scese dall’auto e girandogli attorno andò ad aprire lo sportello del passeggero.
Castle era molto pallido e sofferente.
Si piegò su di lui e praticamente lo abbracciò per aiutarlo ad alzarsi.
Lentamente l’uomo riuscì ad alzarsi cercando di non far sentire alla sua musa i lamenti che gli sfuggivano inevitabilmente.
Con un ultimo sforzo riuscirono a mettersi in piedi completamente ma si trovavano in una situazione piuttosto imbarazzante.
Kate aveva le braccia che passavano sotto quelle di Castle e con il viso praticamente appoggiato guancia a guancia con lo scrittore; e siccome per sostenerlo meglio lo aveva fatto appoggiare contro l’auto era rimasta praticamente bloccata con le mani dietro la schiena dell’uomo.
Sentiva il respiro dello scrittore che le sfiorava il collo e il suo profumo che la inebriava.
Percepiva il calore del corpo dell’uomo e il suo cuore che batteva forte.
Le mancava il fiato per l’emozione e aveva quasi paura a muoversi, ma doveva fare qualcosa assolutamente.
Non potevano mica rimanere così per sempre.
Castle intanto non riusciva a credere a ciò che gli stava succedendo.
Era così vicina, chiuse gli occhi per un attimo e inspirò lentamente il profumo della donna sentendo distintamente che il cuore di lei batteva quando il suo.
Nonostante il dolore lancinante al costato non si era mai sentito così bene in vita sua.
Il volto della donna era praticamente appoggiato al suo e avrebbe voluto che il tempo non passasse mai.
Lentamente la donna scostò il viso e il loro occhi si incontrarono di nuovo perdendosi l’uno nell’altro.
Nessuno dei due riusciva a respirare.
D’un tratto Castle si avvicinò ancora e ancora…e posò le labbra delicatamente come un soffio di vento su quelle della donna scostandosi immediatamente per sospirare:
C.”..è per ringraziarti di non avermi portato in ospedale…”
Un brivido percorse la schiena di Kate ma riuscì a mantenere il controllo ancora una volta.
B:”…andiamo….vediamo di medicarti al più presto…”
Castle non sapeva se essere felice o deluso.
Era felice perché nonostante il bacio rubato era ancora vivo ma deluso per la mancanza di qualsiasi reazione della donna.
Se avesse potuto sentire cosa provava Kate i suoi dubbi sarebbero svaniti.
Mentre aiutava l’uomo ad entrare nello stabile quasi non riusciva a pensare.
Sentiva solo le labbra morbide di Castle sulle sue, voleva solo sentirle di nuovo e ancora e ancora.
Desiderava ardentemente di rispondere ai suo baci con tutta sé stessa. Ma non poteva, non ora, non adesso.
Arrivati nell’androne Castle cominciò a lamentarsi.
C” Dannazione… dovrò fare tre piani a piedi..qui non hai l’ascensore…sarà una tortura!”
B”..Veramente l’ascensore c’è…..”disse la detective tra l’imbarazzato e il divertito.
C” COME C’E’!!!! MA SE MI HAI SEMPRE FATTO FARE LE SCALE!!”
B”E’ qui dietro…vieni…era per il tuo bene Castle..un po’ di moto ti fa bene credimi!!”
C” ..sei una donna crudele Beckett!!..non hai pietà neanche per il tuo partner…”
B”..Sono anche piena di sorprese però caro il mio scrittore..”rispose provocandolo la donna.
Di nuovo in un ascensore, ma stavolta molto più angusto e poco invitante.
Appena dentro Kate sentì il solito disagio attanagliarle lo stomaco soprattutto perché continuava a dover sostenere Castle che sembrava sempre più sofferente.
C:”…Tranquilla Kate!..la candela è sempre pronta…niente buio!!...e io non scappo di certo!!”
Pronunciò queste parole con un sorriso smagliante sforzandosi di non far trasparire quando il dolore lo stesse martoriando.
Kate si rese conto in quel momento quanto amasse profondamente quell’uomo.
Arrivarono velocemente al piano  e finalmente entrarono nell’appartamento della detective.
La donna fece entrare lo scrittore.
Castle si stava dirigendo verso il divano ma la detective lo fermò decisa e fissandolo negli occhi disse piano arrossendo violentemente:
“Meglio in camera da letto….”
Castle deglutì rimanendo poi con la bocca semiaperta dallo stupore.
Lentamente i due entrarono nella stanza con Kate che continuava a sorreggere un Castle sempre più stupito.
Kate accese la luce delicata di un abajour e aiutò Castle a sedersi sul letto.
B” Cerca di non fare movimento bruschi, adesso vado a prendere l’occorrente per medicarti..”disse con fare materno.
C:” ..obbedisco…”rispose Castle in modo canzonatorio per stemperare un po’ la tensione che si sentiva nell’aria.
La donna si infilò velocemente nel bagno e Castle tese le orecchie ascoltando tutti i rumori che provenivano dall’altro locale; sentì  l’acqua scorrere, rumore di cassetti sbattuti, di armadietti aperti.
Lentamente e con una fatica immane riuscì a togliersi la giacca ma il dolore era veramente intenso.
Mentre cercava di riprendere fiato  ad un tratto Kate ricomparve sulla soglia.
Si era cambiata velocemente mettendosi una maglietta bianca leggera e un paio di pantaloni della tuta neri piuttosto attillati. Era scalza e Castle rimase estasiato dalla visione; pensò che non l’aveva mai vista così bella.
Teneva in mano una bacinella d’acqua fumante e una piccola valigetta del pronto soccorso.
Lo sguardo di Castle la fece arrossire violentemente e abbassando la testa per non guardarlo negli occhi si avvicinò lentamente.
Si fermò in piedi davanti all’uomo che continuava a fissarla incredulo.
Sempre evitando il suo sguardo si inginocchiò davanti a lui.
B” Dobbiamo medicarti anche il labbro…ma ci occuperemo prima  delle costole…intanto vediamo di togliere la camicia…è tutta bagnata e sporca…”
La donna cercando di mantenere un certo controllo avvicinò le mani e con delicatezza estrema cominciò a lavorare lentamente su ogni bottone.
Castle non riusciva a togliere gli  occhi di dosso dalla sua musa.
La fissava stupito e ad ogni bottone che si apriva il suo cuore perdeva un colpo per l’emozione.
Era intenerito nel vedere la donna così imbarazzata da non riuscire neanche a guadarlo. Sembrava una bambina sperduta.
La camicia ormai era tutta aperta e Kate con lentezza la fece scivolare lungo le braccia dell’uomo per poterla sfilare. Il movimento però fece sfuggire a Castle un urlo soffocato di dolore.
B”…mi dispiace Castle!...”
La pena che provava era immensa ma riuscì comunque a togliere l’indumento per poi buttarlo a terra.
Castle era rimasto così a torso nudo seduto sul letto con Kate inginocchiata davanti a lui senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
La donna cominciò ad immergere una morbida spugna nella bacinella e dopo averla strizzata la avvicinò con le mani tremanti al corpo dell’uomo.
Con una dolcezza e delicatezza infinita lentamente appoggiò la spugna sul torace ed iniziò a pulire tutta la superficie della pelle martoriata dai calci del delinquente.
L’ematoma era molto esteso e c’erano anche delle piccole ferite da medicare assolutamente prima di applicare le garze elastiche.
Castle continuava a seguire le mani di Kate che si posavano sul suo corpo e nonostante il dolore fortissimo era felice.
Mentre proseguiva con il suo lavoro la donna indugiò con lo sguardo sul torace dell'uomo; era piuttosto evidente che si era dedicato alla palestra e si ritrovò con le mani sui pettorali dell'uomo arrossendo violentemente.
Appena finito appoggiò la spugna nella bacinella e aprì la cassettina del pronto soccorso. Prese un piccolo barattolino e dopo aver preso con le dita un po’ dell’unguento che c’era dentro alzò finalmente gli occhi verso quelli dello scrittore.
Erano velati dalle lacrime.
B.” …Castle…devo metterti della crema cicatrizzante e disinfettante sulle ferite…altrimenti la garza elastica che applicherò dopo potrebbe creare qualche infezione…ma farà male Rick…mi disp…”
Lo sguardo dell’uomo le fece morire le parole in gola. Non aveva parlato, ma era come se l’avesse fatto.
Le dita della donna si appoggiarono con esitazione sulla ferita che Castle aveva sul fianco.
Il volto dello scrittore diventò una maschera di dolore ma non un lamento uscì dalla sua bocca.
Kate fece più velocemente possibile ma sapeva bene quando soffriva l’uomo che aveva davanti.
Questo pensiero diede forza alle lacrime che ormai scendevano silenziose sul suo volto.
Si voltò per non farsi vedere ma Castle colse con la sguardo la situazione.
C”Kate…non è colpa tua…tranquilla..va tutto bene..chi potrebbe lamentarsi di un’infermiera così premurosa!!” disse con un sorriso.
La donna rispose al sorriso e prese dalla cassetta la fascia elastica.
B” Castle…ora devi trattenere il fiato il più possibile…così potrò stringere bene la fascia attorno al torace bloccando le costole…sarà doloroso ma..non c’è altro modo…”
C”Va bene…ma se mi lamento un po’ non ti arrabbiare ok?...sai che sono un bambinone viziato e pauroso…”
La donna sorrise e con la fascia in mano si avvicinò ancora all’uomo.
Lui seduto sul bordo del letto e lei inginocchiata  con il viso praticamente davanti a quello dell’uomo. Si guardarono negli occhi per alcuni secondi e poi Kate cominciò a fasciare con forza il corpo dell’uomo.
Il dolore era impressionante e più di qualche volta si lasciò sfuggire urla soffocate.
La donna non riusciva a trattenere le lacrime e quando finalmente finì la tortura cominciò a singhiozzare.
Aveva la testa appoggiata al petto dell’uomo e aveva le braccia avvinghiate sulla vita abbracciandolo.
Castle era stremato ma con delicatezza prese il viso della donna tra le mani obbligandola ad alzare lo sguardo su di lui.
Lentamente cercò di asciugare le lacrime della detective con le dita e sussurrò:
“Ottimo lavoro dott.ssa Beckett..secondo me ha un futuro come ortopedico sa!! Credo che la consiglierò a tutti quelli che vengono picchiati…”
Kate aprì gli occhi e con un sussurro disse:
B:”….Ti amo…”
 
 
 
 
 
  
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