The Red Thread of Destiny
Capitolo
1
<< MA
CHE COS’E’ ‘STA ROBAAAAAAAAAAAA?!?!?!?!?!?! >>
Fu così che
tutto il Quartier Generale dell’Ordine Oscuro si svegliò quella mattina.
<< Il
filo rosso del destino è una credenza molto diffusa in Giappone, che si rifà a
un’antica leggenda cinese. La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un
invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci
lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, la
nostra anima gemella… >> Iniziò a spiegare Komui, ma venne subito
interrotto da un infuriatissimo Yu.
<<
Basta con le ciance! Vedi di togliermi questo coso entro stamattina o giuro che
ti affetto con Mugen!! >>.
Quella
mattina, appena svegliato, Kanda si era ritrovato un filo rosso, sottile,
legato al mignolo della mano sinistra.
<< Mi
dispiace, ma è impossibile. >>
<<
COSA?! >>
<<
Questa è una riproduzione del Filo Rosso del Destino creata dalla sezione
scientifica, e mi serviva una cavia. Sono entrato nella tua camera di nascosto
e te l’ho legato al dito. >> Spiegò Komui.
<< E
hai ben deciso di usare ME come cavia?!?! Come al solito, invece di lavorare,
voi della sezione scientifica giocate e basta!! >> S’infuriò Kanda.
<< E poi perché non si può togliere?!?! >>.
<<
Semplicemente perché è stato programmato in modo da non togliersi. E’ in grado
di trovare l’anima gemella della persona che lo lega al proprio mignolo. E’
geniale! >> Esultò il supervisore.
<<
Geniale un corno! E a chi sarebbe legata l’altra estremità, giusto per avere
un’idea? >> Disse Kanda, che, con tutta la sua stupidità (-Ehi! N.D.
Kanda), aveva capito che avrebbe dovuto rimanere legato a una persona finchè
Komui non avesse trovato il modo di liberarlo.
<<
Beh, te ne accorgerai appena ti si avvicinerà. Purtroppo questa è solo una
riproduzione, e, anche se non può spezzarsi o togliersi, non può allungarsi a
dismisura. Per questo ho fatto portare un secondo letto nella tua stanza.
>> Rispose Komui.
<<
Maledetto…! >> Il povero Yu si trattenne a forza dall’intento omicida
verso il supervisore, altrimenti avrebbe dovuto tenersi quel coso al dito per
sempre, o, nel peggiore dei casi, una persona vicino per sempre. E questo
proprio non lo avrebbe accettato.
O avrebbe
ucciso la persona, o si sarebbe ucciso da solo.
Si avviò
controvoglia in mensa, evitando di avvicinarsi a chiunque per non finire legato
a qualcuno, e prese la sua soba a cinquanta chilometri da Jerry.
Si sedette
con umore più funesto del solito e iniziò a mangiare.
<< Oh,
ecco BaKanda con il suo stuzzicadenti! >> Disse Allen, facendolo
sussultare.
L’albino si
era avvicinato di nascosto con l’intento di provocare il “caro” BaKanda, che,
in altre circostanze, lo avrebbe cacciato a suon di Mugen.
“Beh, se
quello che ha detto Komui è vero – cosa non verificabile, bisogna solo sperare
– con la mammoletta non dovrei avere problemi…” Ragionò il samurai.
<< Oh!
Cos’è questo? >> Chiese Allen, scovando il filo rosso legato al mignolo
di Kanda e prendendolo in mano.
<< Se
non sbaglio è una credenza giapponese, che parla di romanticismo e destino… Non
pensavo ti piacessero cose simil- AAAAHHHH!! MI INSEGUE!!! >> Gridò
l’inglese, quando il filo prese a muoversi da solo, attorcigliandosi al suo
mignolo.
<<
EEEEEEEEEEEEEHHHHHH??!?!?!?!?! IL MOYASHIII?!?!?! >> Urlò Yu.
<< Uhuh,
bravo Kanda-kun, vedo che hai trovato la persona a cui sarai legato! >>
Esultò Komui battendo le mani, quando Kanda era corso nel suo studio
trascinandosi dietro Allen.
<< E’
IMPOSSIBILE! Il Moyashi non lo accetto!! Il massimo della mia sopportazione era
il Coniglio!!! >> Urlò di nuovo Kanda.
<< Non
preoccuparti! Dovrete rimanere legati solo per qualche giorno, per sapere se
funziona veramente! >> Cercò di tranquillizzarlo il supervisore, ma con
scarsi risultati.
<< MI
SPIEGATE COS’E’ QUESTA STORIA?!?!?!?!? >> Gridò Allen, perdendo la
pazienza.
Allora Komui
gli disse tutto quello che aveva spiegato a Kanda poco prima, facendolo
decisamente preoccupare.
<<
DORMIRE NELLA STESSA STANZA DI BAKANDA?!?!?!!? >> Urlò alla fine della
spiegazione.
Komui annuì,
Kanda ringhiò e Allen quasi pianse.
Si
prospettavano dei giorni alquanto difficili per i nostri prodi…
---------------------------------------------
<< Non
voglio più avere a che fare con la sezione scientifica… >> Piagnucolò
Allen mentre si dirigeva nella stanza di Kanda dopo aver preso le proprie cose –
insieme a lui, ovviamente.
<< Fai
silenzio, Moyashi, o uno di questi giorni ti viviseziono. >> Rispose il
più depresso dei due, aprendo la porta.
Allen entrò
per la prima volta nella propria vita nella camera di Yu.
Era molto
semplice e spoglia, solo un armadio, un letto, e un tavolino dove c’era il
fiore di loto.
La finestra
era un po’ rotta, ma si affacciava su un piccolo balcone, dal quale si vedeva
la città.
Notando lo
sguardo del più piccolo, Kanda gli chiese lievemente scocciato << Vuoi
uscire a vedere? >>.
<<
Davvero posso? Grazie! >> Rispose Allen.
Kanda aprì
la finestra e uscirono sul balconcino. Faceva un po’ freddo, dato che era quasi
inverno, ma si poteva stare.
<<
Wow… E’ bellissimo qui! Io non ho un balcone, la mia camera è solo un
magazzino… però in compenso è vicino alla mensa. >> Disse l’albino.
<< Io
di solito vengo qui a pensare. Oppure quando non riesco a dormire la notte.
>> Disse Kanda.
<< Lo
fai da sempre? >> Chiese Allen.
<< No…
Quando ero più piccolo… a volte andavo da Alma, se non era lui a venire da me.
>> La voce di Yu aveva un leggero tremolio, e Allen se ne accorse.
Il più
piccolo abbassò lo sguardo e si dispiacque di aver fatto tornare in mente dei
ricordi dolorosi al compagno – perché “amico” ancora non si può dire.
<< Mi
dispiace… >> Si scusò.
<<
Tsk. >> Rispose Kanda.
Allen
sorrise.
Erano
entrambi appoggiati alla ringhiera, legati dal filo rosso, e per una volta non
stavano litigando.
<<
Sai… >> Disse Allen, rompendo il silenzio che era sceso su loro due
<< Io un po’ ti capisco. Abbiamo entrambi perso la persona che più
amavamo al mondo, e abbiamo provato le stesse emozioni, lo stesso dolore.
Quindi capisco come ti senti. Solo che dovresti smetterla di essere così chiuso
in te stesso… Riusciresti a farti più amici. >>.
<<
Tsk. Piantala con le belle parole, tu non capisci niente di me. >> Tagliò
corto Kanda, rientrando nella camera e costringendo Allen ad entrare, anche
perché era sera.
Spazio
autore:
Salute,
gente! Sono tornata con una nuova storia Yaoi, Yullen per la precisione!
Mi è venuta
in mente quando un giorno giravo per internet e ho trovato la leggenda del Filo
Rosso del Destino.
Uhm…
Probabilmente è molto OOC per Kanda, anche nei prossimi capitoli e soprattutto
in quelli.
Forse anche
Allen è un po’ OOC, quindi se non vi piace, potete anche non continuare a
leggere…
Di solito io
scrivo sempre storie con un OC, ma questa volta ho voluto provare a non farlo.
Chissà,
magari qualcuno la leggerà… Per favore, recensite, altrimenti mi deprimo e non
la continuo più!!!
Ciao!
-Yu