Le sette di mattina.
La stanza d’aspetto del
Seirin contava poche persone che fissavano la porta della sala operatoria.
La
luce rossa indicava che dentro stavano ancora operando.
Hisashi Mitsui
appoggiò il capo all’indietro, contro il muro.
Seduto in poltrona, quasi non
sentiva più le sue membra dopo avervi passato sopra la notte più lunga della sua
vita.
Il sole stava sorgendo su Kanagawa ma alcune nubi che non sembravano
minacciose, diventavano sempre più scure.
Si passò le mani fra i capelli,
guardando l’orologio.
Dio.
Gli altri erano andati a casa ore prima,
seguendo i precisi ordini della moglie di Anzai ma lui non si era mosso.
Non
gl’importava. Quell’ordine avrebbe anche potuto venire dal mister in persona ma
lui non si sarebbe scollato da lì. Non prima che qualcuno fosse venuto a dirgli
qualcosa.
Un pace-maker.
Anzai aveva avuto un altro attacco di cuore,
stavolta più forte dell’ultimo che aveva subito due anni prima e i medici non
avevano trovato altra soluzione che quella d’impiantargli un pace-maker.
Era
un’agonia stare lì senza fare niente.
Quell’attesa lo stremava ma non
riusciva ad andarsene.
Non poteva neanche pensare di andare a giocare una
partita fra poche ore.
Si piegò sulle ginocchia, serrando gli occhi.
Se Anzai…fosse
morto…se avesse ceduto…
Scosse il capo con forza, come per auto
convincersi. Doveva smetterla di pensare a quelle cose.
Anzai ce l’avrebbe
fatta. Non gl’importava che li avesse visti o meno giocare ma doveva
vivere!
Non poteva lasciarli!
Sentì una mano sulla testa e sollevò il
viso.
- Come sta?-
Hisashi scosse il capo mentre Kay si sedeva al suo
fianco.
- Stanno ancora operando. Potrebbero volerci delle ore.-
- Cos’è
successo?-
- Stava dormendo e all’improvviso si è sentito male. Sua moglie ha
chiamato l’ambulanza e poi hanno chiamato noi. I ragazzi sono andati via da
qualche ora ma non credo riusciranno a dormire.-
- Tu però dovresti
provarci.- gli disse suo fratello, passandogli un braccio sulle spalle – Dai,
prova a chiudere gli occhi. Se succede qualcosa ti sveglio, te lo giuro.-
La
guardia lo fissò a lungo con la disperazione negli occhi ma alla fine
accettò.
Si addormentò sulla sua spalla pochi minuti dopo, cadendo in un
sonno pesante e senza sogni.
Si risvegliò quattro ore dopo, nella stessa
posizione in cui si era addormentato e fu Kay a scuoterlo. Era tornata la moglie
di Anzai e i medici erano con lei.
- Allora?- Hisashi balzò in piedi,
spettinato e con le occhiaie – Come sta?-
- Oh santo cielo!- la moglie del
coach lo guardò preoccupata – Avresti dovuto andare a casa, fra poco avrete la
partita! Lui non vorrebbe che ti stancassi così!-
- Sto bene, mi dica come
sta il coach!- sbottò terrorizzato.
- L’intervento è riuscito.- l’informò il
medico – Ci sono state delle complicazioni ma è andato tutto bene. Il pace-maker
lo aiuterà nei prossimi anni. Dovrà naturalmente controllare meglio la sua
dieta, vivere una vita tranquilla e non dovrà fare sforzi eccessivi. Ne avrà per
due settimane, poi starà bene.-
Mitsui tirò un sospiro, sentendo ora le gambe
molli.
Dio, Anzai stava bene…
La moglie del Buddha gli sorrise, posandogli
una mano gracile sulla spalla.
- Forza ragazzo. Ora vai a casa e avvisa i
tuoi amici. Lui starà bene e voi avete una partita da vincere.-
- Si, ha
ragione.- annuì la guardia.
Tornò a guardare l’orologio. Le undici.
Faceva
in tempo ad andare a casa e cercare di rimettersi in sesto.
Ringraziò ancora
i medici, stranamente si fece abbracciare dalla moglie di Anzai e poi salì in
pullman con suo fratello, correndo veloce verso casa visto che c’era lo sciopero
ecologico del mese. Arrivato lì fece appena in tempo a farsi una doccia e a
chiamare tutti quanti, per avvisarli della buona notizia.
Per la strada si
fermò a comprare un pacchetto di mentine e cominciò a mandarle giù.
Un
quarto a mezzogiorno era davanti al palazzetto.
Tutti gli altri erano già
arrivati, forse più nervosi di lui ma quando lo videro si sentirono
meglio.
Si strinsero in un abbraccio collettivo, consci che con la mancata
presenza di Anzai sarebbe stata dura per loro ma già una volta avevano battuto
il Ryonan in quelle stesse condizioni.
Dovevano solo ricordarsi di tutte le
parole del mister.
Loro erano forti. I migliori.
E dovevano difendere il
loro titolo.
- Pronti?- chiese Akagi, prima di entrare.
- Pronti.-
scandirono tutti in sincrono, le facce più agguerrite che mai.
- Bene.- disse
Ayako – Allora andiamo, forza.-
- Si!-
Come due giorni prima, il
palazzetto dello sport di Kanagawa era di nuovo al limite della sua capacità di
contenimento.
I tifosi si erano divisi le curve, ovunque capeggiavano
striscioni e cori da stadio mentre dal campo i giornalisti attendevano col flash
caldo di poter fotografare gli "eroi" del giorno.
L’atmosfera era tesa, piena
di aspettative.
Le squadre battute sapevano che quell’incontro sarebbe stato
sensazionale.
Il liceo Shohoku si era accaparrato l’intera parte sinistra
della palestra e lì, fra quelle poltrone, Haruko, Mito, l’Armata, Aota e
compari, la squadra di pallavolo e Junko aspettavano di vederli entrare in
campo.
Il Fuggitivo era sul palco d’onore con le famiglie dei giudici, gli
arbitri pronti al sorteggio.
Tutto trasudava attesa ed eccitazione.
- Come
credete che finirà?- sussurrò Nanaka, quasi tesa come se avesse dovuto giocare
lei.
- Non so, davvero.- rispose Haruko – Il Ryonan ha una difesa
eccezionale, l’hanno consolidata in tanti anni e anche in attacco il triangolo
Sendoh, Uozumi e Fukuda funziona molto bene. L’anno scorso li abbiamo presi di
sorpresa con le schiacciate di Hanamichi e il gioco di mio fratello ma ora…non
so, Taoka è eccezionale nel scovare i punti deboli dell’avversario e noi, oggi,
senza il coach Anzai…-
- Hai paura che si facciano prendere dal panico,
vero?- le disse Mito.
- Si, ti confesso che ho davvero paura che possano fare
fatica come due anni fa. È già successo, ti ricordi?-
- Si ma hanno anche
vinto.- le sorrise Noma – Non fasciamoci la testa prime del tempo.-
- Già,
forse hai ragione. Ma…sono preoccupata comunque.-
- Il vecchietto però sta
bene, vero?- s’intromise Takamiya, già attaccato alle patatine.
- Vi hanno
detto qualcosa?- chiese anche Okuso.
- Mitsui è rimasto in ospedale. Ha
chiamato verso le undici, l’intervento per fortuna è riuscito.-
- Ferma. Vuoi
dire che quasi non hanno dormito?- saltò su Junko, allibita.
- Bhè…- la
Piattola annuì – Temo proprio che abbiano sul collo solo poche ore di
sonno.-
- Ma bene. Suicidiamoci, facciamo prima.- borbottò la Kanzaki –
Dannazione!-
Anche negli spogliatoi si vedeva bene che in molti non avevano
chiuso occhi ma non per questo i loro sguardi erano meno carichi di quelli che
ci si aspettavano per una finale.
Terminato il rito di preparazione, Akagi si
mise a fianco di Raim e Ayako.
Oh, Anzai…come avrebbe voluto averlo a
fianco.
Invece avrebbero affrontato la finale da soli.
- Ragazzi.- iniziò
– So cosa pensate. Manca il coach.-
I giocatori tacquero, restando o seduti
o in piedi, a fissarlo intensamente.
- La sua presenza rassicurante ci ha
sempre aiutato, sia in campo che fuori. Lo so che lo vorreste qui, perché lo
vorrei anche io. Ma lui non ci sarà, quindi vediamo di tornare in ospedale
stasera e dirgli che…abbiamo vinto. Siate d’accordo?-
- Si!- urlarono
tutti.
- Bene.- Akagi si chiuse la felpa – Ricordatevelo. Li abbiamo battuti
già una volta in queste condizioni. E lo faremo anche oggi. Se ognuno di voi
darà il massimo di sé, manterremo il titolo e andremo di nuovo ai campionati
nazionali. Siete tutti pronti allora? Andiamo a vincere?-
- Si
capitano!-
- Avanti, forza!- e batté le mani mentre tutti si alzavano –
Avanti, vinciamo questa finale e prendiamo il titolo!-
Un minuto più tardi le
squadre fecero il loro ingresso in campo.
Blu per il Ryonan, bianco per lo
Shohoku.
Iniziò la mezz’ora di riscaldamento e Taoka si accorse
immediatamente della mancanza di Anzai in panchina.
Che si fosse di nuovo
sentito male?
Possibile? Sembrava diventata una tradizione quella.
Accidenti.
Ora si che sarebbe stato possibile battere i suoi
diavoli.
Tutto il Ryonan se ne accorse in vero, trovando la panchina occupata
solo dalle riserve e dalle due manager.
- Ma tu guarda.- Koshino diede il
gomito a Sendoh, mentre tirava a canestro – Cos’è, una tradizione
questa?-
Akira non rispose, limitandosi a guardare gli
avversari.
Sembravano stanchi.
Taoka gli aveva detto un giorno, anni
prima, che Anzai soffriva di cuore ma non credeva che sarebbe successo una
seconda volta e proprio durante l’ennesima loro partita.
- Sono di nuovo
senza mister.- disse anche Ikegami – Ragazzi che sfiga.-
- Se non altro
saranno giù di morale.- considerò quella serpe di Koshino ma venne
deluso.
Una pallonata sfrecciò nell’altra metà campo e quasi prese in pieno
la testa di Rukawa che però si spostò con nonchalance, fissando apaticamente il
rossino dello Shohoku che aveva minacciato di ucciderlo se lo insultava
ancora.
Hana non era una di quelle persone che si buttavano giù e sapere che
il nonnetto ero all’ospedale gli faceva solo venire voglia di vincere, per
tornare da lui col sorriso e farlo guarire prima.
Altro che piagnistei.
-
Avanti, tirate fuori le palle!- sbraitò – Che c’è, v’è morto il gatto?-
- No
ma con quella pallonata potevi ucciderci la volpe, imbecille!- ringhiò Akagi,
ficcandogli un pugno – Siamo calmi, non c’è bisogno che ti metti a farci la
ripassata!-
- Bah, sembrate avere le energie di mia nonna!-
- Pensa a
centrare i canestri.- lo zittì anche Miyagi – E lascia perdere tua nonna, povera
donna.-
- Ti sei calato qualcosa?- fece il Gorilla – Sei sovreccitato.-
-
Sono come al solito.- si gasò il tensai – Oggi posso sollevare il mondo.-
-
Però. Allora dopo i funerali che fai eh? Ti dai allo strozzinaggio?- insinuò
Ryota perfido.
- Bah, voi mezze seghe non capite niente! Il Tensai è sempre
pieno di energie e stavolta straccerò tutti, lo giuro!-
- Per ora ci stai
solo stracciando le palle, do’aho.- rincarò Kaede serafico.
- Cadaveri
viventi! Perfino Fukuda sembra più allegro di voi!-
- Coglione.- gli fece
l’avversario dall’altra parte del campo, alzandogli un dito specifico.
- Non
cominciamo eh?- sbottò Akagi, riprendendosi la sua scimmia mentre Uozumi tirava
via la sua ala grande.
- Mamma mia, che energie.- cinguettò Akira, mani in
tasca e aria curiosa.
Cosa stava facendo poi Hisashi? Masticava
caramelle?
Gli si avvicinò tranquillo, osservandolo masticare
indolentemente.
- Mal di gola?- gli chiese, apatico.
La guardia annuì,
facendo finta di massaggiarsela.
Lo guardò, di sbieco. – Il declino è alle porte.-
- Contaci.-
Sendoh gli strizzò l’occhio – Ti marco stretto.-
- Scherzi vero? Non fare
puttanate.-
- Scusa, è troppo divertente prenderti per il culo…in senso
letterale intendo.- concluse Akira, serafico – Comunque hai delle occhiaie da far
spavento. Brutta cosa la strizza ciccio.-
- Idiota. È per Anzai.-
- Si è
sentito di nuovo male?-
- Già.-
Il porcospino stavolta lo scrutò meglio.
Occhiaie, aspetto stanco…
- Sei stato in ospedale tutta la notte?- ora nella
sua voce c’era una sorta di diffidenza – Quelle allora non sono caramelle per la
gola. Sono mentine per l’alito.-
- Aki non cominciare.-
- Hai mangiato
qualcosa o no? Hisa, guardami in faccia.-
- Non seccare.- sbottò la guardia –
Pensa a giocare e lascia perdere le mie mentine!-
- Testa di cazzo.- si
sibilarono in coro, dandosi le spalle allegramente e tornandosene dagli
altri.
A un minuto dall’inizio le due squadre tornarono in panchina.
Il
riscaldamento era finito.
- Ma tu guarda…ehi gente, chi ha invitato il
parentado eh?- sorrise Ayako, osservando le tribune.
Anche i ragazzi
rimasero allibiti. A parte il cugino di Rukawa che da quella rissa ora non si
perdeva più una partita, c’erano Kay e la madre di Mitsui, la madre di Hana, i
genitori di Kogure, Akagi e Miyagi e mezza famiglia di Rei.
- Grazie a Dio il
vecchio non è venuto.- sibilò Hisashi, mandando giù l’ultima mentina.
- Che
ne sai, magari apparirà da un momento all’altro.- ghignò Ryota – Hai mal di
gola?-
- Un po’.-
- E hai dormito?-
- Tappo.- Mitsui gli puntò lo
sguardo omicida addosso – Guardami in faccia.-
- Ok, mi faccio i cazzi
miei.-
- Ecco bravo.-
- Comunque hai un aspetto schifoso.-
- Si ma solo
oggi. Tu sempre invece.-
- Quando non dormi sei intrattabile.-
- Voi due
zitelle avete finito?- li richiamò Raim – Forza, mancano venti secondi!-
I
titolari si guardarono tutti in faccia una volta ancora, poi l’intera squadra si
strinse nel mantra d’inizio partita e dopo pacche e consigli, i cinque entrarono
in campo.
Kogure rimase in piedi per un attimo, a osservare le loro
espressioni.
Non era la giornata ideale per giocare per loro, non dopo quella
nottataccia passata all’ospedale però dovevano vincere.
Dovevano farlo a
tutti i costi.
- Che Dio ce la mandi buona.- sibilò Ayako al suo fianco,
pronta col conto alla rovescia.
- Ce la faranno. A costo di ammazzarsi.-
scandì Raim, mettendosi una gomma da masticare in bocca, per trattenere il
nervoso – Hanno studiato gli schemi e si sono allenati come degli schiavi. Ce la
devono fare.-
- Si ma vorrei che Anzai fosse qui.- sospirò Rei, seduto al
loro fianco.
- Si, anche io.- ammise Kogure – Forza, forza ragazzi!-
Le
due squadre si erano ormai schierate sul parquet, si dividevano il centro campo
mentre l’arbitro di piazzava fra di loro. Il salto stavolta se lo giocavano
Uozumi e Akagi, proprio per onorare l’ennesima tradizione.
I due gorilla si
scrutarono con aria che non era pacifica neanche lontanamente e in tribuna si
videro le scintille fra gli sguardi dei due capitani.
La finale del torneo
prefetturale cominciava.
I due erano al salto, gli altri giocatori si
fissavano di striscio, alcuni neanche si erano scambiati uno sguardo.
Era
pronti.
Il fischio dell’arbitro e il lancio della sfera arancione sulle loro
teste fu l’unico momento di quel primo tempo in cui calò un silenzio veramente
tombale.
Com’era prevedibile dopo il fischio d’inizio in aria ci fu una lotta
fra colossi in cui la spuntò naturalmente Akagi ma stavolta non era stato facile
per niente. Quasi dovette spaccarsi la schiena ma alla fine riuscì a far
schizzare via la palla e la partita iniziò, seguita dal perfido e fortissimo
coro di tutto il palazzetto.
Il primo a prendere in mano la prima palla della
partita fu Miyagi e Ayako decise di prenderlo come un segno del
destino.
Ryota non l’avevano visto neanche sfrecciare verso la sfera, se non
Sendoh che però si era ritrovato di fronte Rukawa.
Il play dello Shohoku ora
era a bordo campo, palleggiava lento e solo muovendo le pupille senza agitarsi
troppo inquadrò il campo. E il genio che in effetti aveva già messo la
quarta.
Ghignò leggermente e facendo finta di passarla alta fino a Rukawa,
deviò invece il braccio alla loro sinistra.
Hana era già in area di tiro,
tampinato da Fukuda, ma ce l’aveva troppo alle spalle ed evitando quel muro di
Uozumi che era rientrato in tempo, saltò a canestro e poggiando la palla infilò
i primi due punti della partita e venti secondi dal suo inizio.
Inutile
descrivere i cori della tribuna allibita, compresi quelli dell’Armata…
-
Incredibile.- soffiò Mitsui con un ghigno.
- Hn. Ne ha imbroccata una.- annuì
Rukawa, passandogli a fianco – Domani grandinerà.-
- Baciatemi tutti il
culo.- cinguettò infatti Hanamichi, tornando indietro con un perverso ghigno
maniacale che faceva davvero spavento – Allora Kit? Sono o non sono il
tensai?-
- Do’aho.-
- Tua sorella.-
- Sì buona notte.- li richiamò
Akagi – Forza idioti, datevi una mossa.-
Erano entrati nel vivo. Riacquistata
la palla, il Ryonan si chiuse in una corazza di granito che non era facile
penetrare, l’attacco poi era come al solito portato avanti da Sendoh, Fukuda e
Uozumi ma se i due gorilla sotto canestro scatenavano una lotta all’ultimo
sangue, anche Hana e Fukuda avevano il loro bel d’affare tanto che il porcospino
più di una volta si ritrovò contro Miyagi che, sfuggito a quell’incapace di
Koshino, gli fece perdere la cognizione del tempo e i trenta secondi andarono in
malora, facendo perdere il gioco ai giocatori in blu.
Taoka se l’era
aspettato. Koshino non riusciva a tenere buono il play dello Shohoku.
Scambiò
uno sguardo con la sua perla e anche Sendoh sembrò mordersi le labbra.
Era
necessario darsi subito una mossa. Un solo minuto di gioco e già subivano
l’incredibile carica di Miyagi.
In quel momento gli passarono la palla e
guardandosi attorno, mentre Rukawa sembrava più che deciso a farlo uscire dalla
palestra senza fiato, Akira vide Ikegami poco alla sua destra.
Fu un
passaggio rapido e veloce ma un lupo ci si mise di mezzo.
Mitsui si frappose
fra la palla e Ikegami, sgusciandogli da dietro la schiena e veloce come un
fulmine rimandò la palla in avanti, dove c’era Ryota a servire per il
Gorilla.
Otto a due.
- Grande Gori!- sbraitò Hana gasatissimo.
-
Grazie!- e si dettero un sono cinque, ridacchiando.
- Bene.- commentò Kogure
– Continuiamo così.-
Ayako annuì a sua volta ma sapeva bene che non ci
sarebbe andato molto perché Sendoh si mettesse a fare vedere quanto valeva. E
cominciò alla fine del secondo minuto di gioco, seminando Rukawa e piazzandosi
alle spalle di Mitsui mentre Ikegami si buttò sul volpino.
Scambio di
marcatura.
Hisashi imprecò fra i denti, ritraendo la palla perché non finisse
nelle grinfie del porcospino.
Ce l’aveva addosso e cominciarono a
traccheggiare, sulla linea dei tre punti.
- Cosa…cosa credi di fare?-
borbottò la guardia, dribblando e facendo finte.
- Te lo dico subito.- gli
sibilò Akira nell’orecchio – Se non vuoi svenire fila fuori dal campo!-
-
Neanche morto.- ringhiò Hisashi, ritraendosi ancora, palleggiando
velocemente.
- Ti conviene farlo.- lo avvisò Sendoh, tornando a tampinarlo
senza dargli fiato – O ti ficco la lingua in gola qua davanti a tutti e sai che
lo farei!-
La minaccia andò a segno. Mitsui s’impappinò leggermente e il
giocatore del Ryonan, con un ghigno sadico, gli arrivò addosso di faccia, quel
che bastava per spaventarlo col suo proposito e fargli perdere la
concentrazione.
Gli soffiò la palla e scattò via, facendo imprecare il
tiratore da tre.
- Ma che cazzo è successo?- urlò Hana, correndogli a
fianco.
- Lascia perdere!- rispose Mitsui infuriato. Adesso lo sistemava lui
quel bastardo di Akira! Altro che lingua in gola!
Senza fiatare gli arrivò
alle spalle e mentre tirava gli deviò la palla. Andò a toccare l’anello ma cadde
fuori e il volpino la riprese, andando col loro velocissimo contropiede.
I
due avversari ora si scrutavano stizzosi.
- Porco.- gli sibilò Mitsui.
-
Ha parlato.- sbottò Sendoh ma non riuscì a dire altro che un sonoro brontolio
fermò la loro discussione.
Hisashi ebbe almeno la decenza di arrossire,
tenendosi lo stomaco sotto lo sguardo inviperito del rivale.
- Se non esci
subito e mi svieni addosso ti avverto che faccio scoppiare un casino!- lo
minacciò di nuovo il numero 7 del Ryonan – Hai capito?-
- Pensa ai cazzi
tuoi, te l’ho già detto!-
- Insomma si può sapere che succede qua?- sbraitò
l’arbitro innervosendosi – Questo non è un bar!-
- Ma cosa vuole lei!?-
ringhiarono in coro i due esasperati e allora ci fu un doppio fischio.
Si
beccarono un fallo tecnico a ciascuno e quando i due capitani andarono a
riprenderli, era ormai chiaro che qualcosa non andava.
- Allora Mitsui?-
sbottò Akagi – Cosa succede porca miseria?-
Mitsui imprecò di nuovo. Merda.
Akira aveva ragione, lo sapeva.
Merda, merda!
La vergogna gl’invase le
vene, rovesciandogli addosso la sua stessa idiozia.
Non aveva mangiato! E
ora? La squadra aveva bisogno di lui ma se sveniva…
- Mitchy.- lo richiamò
anche Hana – Ehi, tutto a posto?-
Hisashi si morse le labbra, sapendo che
l’avrebbero maledetto.
- Devo andare a mangiare.- sussurrò.
Li vide
sgranare tutti gli occhi.
- Cosa??- alitò Miyagi, credendo di aver capito
male – Scherzi vero?-
L’altro scosse il capo e alzò il palmo verso Kogure.
Aveva la mano aperta.
Il vice capitano balzò in piedi, preoccupato. Quello
era il segnale per farlo uscire quando gli venivano le sue crisi.
Fermarono
il gioco e la guardia, senza attendere un secondo di più, alzò lo sguardo sul
tabellone.
18 minuti e 34 secondi.
Sarebbe tornato in tempo per il secondo
set. Doveva farlo.
A costo di mandare giù una scatola di
digestivi!
Schizzò fuori dal campo come un pazzo, lasciando pubblico e
giudici di gara un po’ stupiti ma ormai ci erano avvezzi a certe sue fughe, così
si limitarono a far riprendere la partita con Kogure in campo e mezzo Shohoku
sul piede di guerra.
Mitsui era morto.
Solo che ancora non lo
sapeva.
Nello stesso momento in cui i suoi compagni agognavano solo a
trucidarlo brutalmente, compreso Kaede a cui fumava il cranio e pure le
orecchie, Mitsui correva a perdi fiato nei corridoi.
- Oh ma cosa diavolo è
successo?- ringhiò Junko quando lo pescò al piano terra, davanti all’ingresso
ricolmo di fumatori e giornalisti – Hisa dove vai?-
- Jun non ho mangiato!-
sbottò disperato – Sei in macchina? Kay anche tu!- urlò quando lo raggiunse suo
fratello – Kay sei venuto in macchina??-
- No, è giornata ecologica cocco.
Macchine pari ti ricordi?- soffiò suo fratello maggiore – Certo che sei
veramente deficiente!-
- Oddio, mi serve una macchina!- esplose. Mancava poco
che si mettesse a strillare come una gallina isterica quando vide qualcuno e
s’illuminò – Calimero! EHI CALIMERO!-
Minami, capitano del Toyotama d’Osaka,
si stava scolando un caffè e si girò con sguardo minaccioso.
- Che cazzo
vuoi?- gli chiese, molto gentilmente.
- Sei in macchina?-
- Si.-
-
Dammi le chiavi.-
Il tizio alzò un sopracciglio, poi ghignò, tornando a
bere.
- Fatti un giro al manicomio.-
Risposta sbagliata.
Tre minuti più
tardi Hisashi Mitsui frenò come un dannato davanti a un piccolo ristorante.
Entrò come un tornando e saltò praticamente sul bancone davanti al proprietario
che gli guardò la divisa. Neanche si era cambiato.
- Signore la prego!-
annaspò la guardia, congiungendo le mani – Devo tornare a giocare la finale al
palazzetto, mi dia qualcosa da mangiare, si sbrighi! Possibilmente solido ma non
troppo pesante. Ah si…e poi un caffè e una pastiglia di digestivo!-
Mezzo
locale era allibito, l’altra metà lo fissava come se fosse davvero uscito con la
camicia di forza ma alla fine il signore piuttosto attempato e senza un capello
in testa gli fece un piatto di spaghetti e gli fece cuocere della carne a tempo
di record. Cinque minuti. Gliene restavano dieci.
- Ehi ma tu sei Hisashi
Mitsui!- disse all’improvviso un ragazzo, sui venticinque anni, con una
telecamera in spalla.
- Chi?- chiese il proprietario.
- Uno dei giocatori
di basket che si disputano la finale! Ma che ci fai qua?-
La guardia lo
ignorò, continuando a mangiare inforcando le bacchette come badili.
- Senti
ma hai almeno i soldi per pagare?- gli chiese il vecchio, curioso. Non era da
tutti i giorni trovarsi un giocatore di basket attaccato al bancone con un tale
appetito.
- Hn. Paga lui!- borbottò Hisashi, indicando Minami che se ne stava
seduto al suo fianco con sguardo schifato.
- E già.- rognò il Calimero – Ma
tu guarda che deficiente! Altro che giocatore di basket, sei un idiota!-
Il
numero 14 non si prese neanche la briga di rispondergli, troppo preso dal
mandare giù la bevanda vitaminica che gli aveva lanciato Ayako prima che
scappasse via. Fremeva seduto a quel tavolo, imprecando contro la sua
stupidità.
Come aveva potuto scordarsi di mangiare? Come?
- Figliolo,
rischierai di strozzarti.- lo avvisò il vecchio proprietario, servendogli il
caffè – Sicuro di non volere altro?-
- No, no!- la guardia si bruciò la
lingua ma mandò giù tutto d’un fiato. Cinque minuti per digerire.
Dio, non
aveva mai mangiato così in fretta.
Ci mancava solo che vomitasse.
Mandò
giù il digestivo, poi sempre sotto lo sguardo allucinato di metà ristorante,
cominciò a camminare su e giù e a saltellare, ben sapendo che era assurdo farlo
ma ormai era arrivato al limite della tensione.
Avrebbe mandato giù anche un
sasso pur di poter giocare senza vomitare in mezzo al campo!
E chissà il
Ryonan le ghignate che si faceva…
- Senti coso…com’è che ti chiami?- borbottò
il capo del Toyotama.
- Affanculo, te lo ricordi bene visto che ho infilato
più triple di te in ogni partita, testa di cazzo.- frecciò l’altro con sarcasmo,
attaccandosi ad un’altra lattina energetica – Che cosa vuoi?-
- Ma che t’è
successo?-
- Niente, non ho dormito e non avevo mangiato.-
Lo guardava
come se non ci credesse.
- E’ vero.-
- Però. E la tipa di prima è la tua
ragazza?-
Manco a dirlo gl’indirizzò uno sguardo truce. Ma perché gli
facevano tutti quella domanda?
Aspettò ancora un minuto, poi lasciò pagare al
Calimero e risalirono in macchina. Fu una corsa folle ma rientrato al palazzetto
e investito da una folla di giornalisti riuscì a farsi largo e a tornare in
palestra per sentire il fischio della fine del primo tempo.
Guardò il
tabellone.
Cazzo, 45 a 46 per il Ryonan.
- Oh, eccoti qua!-
Non fece
in tempo ad abbassare lo sguardo sui compagni che Akagi, Hana e Ryota lo
travolsero come un treno e dopo averlo praticamente pestato a sangue gli fecero
una paternale che durò tutta la pausa.
Idiota, deficiente, stupido essere
arboricolo, rifiuto della società, bastardo, testa di cazzo, brutto infame e
altro ancora furono gl’insulti che gli arrivarono addosso come
macigni.
Grande. La simpatia e la comprensione si sprecavano.
Kaede poi
gli lanciò uno sguardo schifato e Akira, per finire in bellezza, gli fece
ciao-ciao con la mano dalla panchina del Ryonan. Dopo l’onta, anche la
beffa.
- Io mi chiedo come cazzo si faccia a scordarsi di mangiare!- ululò
Miyagi, attaccandosi alla bottiglietta – Sei un deficiente senza frontiere Hisa!
Ma che cazzo hai nella testa?! L’acqua!-
- Comunque ce la siamo cavata.-
s’intromise Kogure conciliante – L’importa è che hai mangiato e stai bene. M’è
venuto un colpo prima, credevo ti fosse venuta una crisi.-
- Ma che crisi!
Quello sta da favola!- sbottò il Gorilla.
- Se non altro è bello fresco.-
disse Raim, zittendo la cagnara.
- Già.- annuì Ayako, illuminandosi – Così si
butta su Sendoh e ce lo tiene fermo.-
- Sì, come no!- rognò Sakuragi,
finendosi la lattina e accartocciandola – Aki ha fatto il bello e il cattivo
tempo mentre non c’eri. La kitsune si è ritrovata addosso lui e Ikegami.-
-
Si ma vedo che siamo sotto solo di un punto.- rispose Mitsui – Una
bazzecola.-
- In effetti.- Miyagi fece una smorfia.
Si, era stato un
primo tempo tossico, da non perdere d’occhio la palla un attimo con quella
difesa bastarda ma comunque in attacco non erano poi dei geni se si fermava
Sendoh e Fukuda e metà area.
Il play dello Shohoku se la gestiva bene, tutto
sommato.
E Taoka, dalla panchina dei suoi, lo sapeva bene.
Miyagi aveva
ancora abbastanza fiato in corpo per sistemarli tutti per le feste e Mitsui era
fresco per giocarsi alla grande gli ultimi venti minuti. Rukawa e Sakuragi
inoltre sembravano solo un po’ accaldati.
Dannazione, dovevano essersi
sottoposti a chissà che fatiche per arrivare a quei livelli.
- Quel dannato
contropiede.- sibilò Koshino in quel momento.
- Cosa?- gli chiese Aida.
-
Non gli stiamo dietro.- annuì anche Ikegami – Miyagi è una scheggia, me lo
ritrovo sempre davanti quando cerco di passare. Sono diventati più veloci del
Kainan!-
Taoka tacque, osservando Uozumi e Sendoh.
Il capitano si asciugò
la fronte ma non espresse commenti di sorta e il numero 7 si limitava a
succhiare uno spicchio di limone, pensoso. Sendoh comunque doveva avere in mente
qualcosa perché non sembrava alterato come gli altri compagni.
Sapeva che
l’avversario era duro da battere e si era preparato a questo ma ora ci voleva un
miracolo ormai per fermare la corsa dello Shohoku.
Anche senza Anzai, pensò
Taoka, erano ormai diventati dei campioni abbastanza in grado di gestirsi da
soli.
Il Diavolo dai capelli bianchi doveva averli istruiti bene.
Erano
finalmente cresciuti come squadra, come team.
- Mantenete il risultato.-
sibilò, quando finì il minuto di ripresa – Ora che è tornato Mitsui dovrete
stringere ancora di più la difesa. Sendoh, mi raccomando stagli addosso e
continuate a scombussolare le idee a Rukawa con lo scambio di marcatura. Gli
avete già fatto fare due falli, continuare così. Fukuda, buttati su Sakuragi e
non dargli fiato, quando uno lo stringe troppo va in palla e comincia a fare
cazzate. Per il resto posso solo dirvi di tenere d’occhio Miyagi. Serrate bene
le maglie e prima o poi lo stancheremo e attenti sotto canestro. Non fatevi
intimorire da Akagi.-
- Mica facile a farsi.- borbottò Fukuda, mentre
tornavano in campo.
- Già.- rognò anche Koshino che aveva il fiato lungo
ancora prima di ricominciare.
- Finitela di fare i disfattisti.- li richiamò
Uozumi, ficcando un pugno in testa a tutti e due – Siamo sopra di punto e la
nostra difesa è mille volte più forte della loro. Non mettetevi a frignare come
femminucce!-
- Ma chi frigna.- sogghignò la sua ala grande – Solo che non
devi marcare tu la scimmia!-
Dall’altra parte della barricata intanto, Kaede
stava raccontando in due parole a Mitsui che casini gli avevano fatto Sendoh e
Ikegami con quel maledetto scambio di marcatura.
Quei bastardi nel primo set
avevano perfino lasciato libero Kogure pur di fermare lui ma stavolta sapeva
come fermarli e trovò Hisashi del tutto d’accordo con lui.
Il gioco di
squadra non era poi così palloso come aveva sempre creduto.
La tattica del
volpino gli piaceva.
- Hanamichi, vai tu al salto.- borbottò Akagi,
spingendolo avanti.
- Ahah! Vedi che ti fidi di me Gori?- sghignazzò il
rossino, ma non lo fece per molto visto la dolce risposta che ricevette.
-
Sbagliato. Quelli pensano che tu faccia qualche cazzata e visto che sono sicuro
che la farai e manderai la palla chissà dove, abbiamo più probabilità di
prenderla noi perché siamo più veloci. Capito fesso?-
- Già. Capito mezza
sega?- ridacchiò anche Ryota.
- Manica di miscredenti!- ringhiò fra la fauci,
andando con ari battagliera sulla linea di metà campo. Adesso gliela faceva
vedere lui a quelli! Spaventò perfino Uozumi con quella faccia da maniaco ma
fortunatamente non erano lì per una rissa. Peccato che subito all’inizio del
secondo tempo ne combinò una delle sue.
Erano appena saltati per la rimessa e
Hana, beata demenza, volendo dimostrare a tutti che era in grado di passare
decentemente la palla a un compagno cosa fece? Con la forza di un carro armato
fece schizzare la palla alla velocità della luce verso Rukawa e il povero
animale da pelliccia, grazie al cielo, fece appena in tempo ad abbassarsi perché
la sfera finisse per uccidere Ikegami, prendendolo sul grugno.
Naturalmente
scoppiò il solito macello di grida che, caso strano, non si sentiva da un bel
pezzo.
- Tu dovresti stare in una casa di recupero mentale cazzo!- sbraitò il
Gorilla, mentre Hana si prendeva tranquillo il suo secondo fallo della giornata
– Volevi ammazzare Rukawa, dì la verità!-
- Ma se per una volta volevo
passargliela!- si lamentò il tensai – La traiettoria era anche giusta!-
- Si
e Ikegami l’ha visto bene,- sibilò Uozumi – idiota di una scimmia!-
- Ha
parlato il re dei primate!-
- Ma vuoi che ti ammazzi?!-
- Insomma fa
silenzio!- rognò Miyagi, prendendo a calci il numero 10 dello Shohoku – Forza
torna al tuo posto, babbeo!-
- Do’aho.- rincarò anche Rukawa, quando venne
rispedito in fondo come l’asino della classe.
- E sta zitto kitsune!-
brontolò il rossino depresso.
- Ci basta la delicatezza nelle cose.- gli
disse Mitsui – E adesso la palla se la prendono loro, sei proprio la regina dei
falli, ha ragione il volpino!-
Bene, dopo che l’ebbero fustigato e lapidato a
sufficienza, tornarono a concentrarsi sul gioco visto che l’arbitro era di nuovo
pronto a fischiare. Palla al Ryonan, Fukuda aveva la sfera sull’ala destra del
campo e Hana, che aveva la dote della perseveranza, non lo mollava di un
millimetro.
Il tensai si accorse con un sorriso che tutti gli allenamenti
sugli one on one con la kitsune erano veramente serviti.
In fondo, a forza di
sfidare il migliore nella lotta a corpo, qualcosa s’imparava no?
Quando
riuscì anche a soffiargli la palla senza commettere fallo era così allegro che
quasi avrebbe baciato la volpe di marmo in mezzo al campo.
Si scambiarono
un’occhiata e capirono che era ora di mettere in piedi il loro
schema.
Vedendoli cominciare a fare zigzag, Miyagi esibì un perfido
ghignetto.
Era ora di cominciare a dar fastidio ai nervi di Uozumi.
Ci
furono un paio di passaggi a centro campo, poi la palla finì a Mitsui e Ikegami
non gli si staccava dalla schiena neanche se lo si pregava. Era talmente
asfissiante che più di una volta gli venne voglia di combinargli qualche finto
fallo ma alla fine vedendo Rukawa in area lasciò perdere. Vide che Sendoh era
lontano, a fianco del volpino, quindi lanciò in tutta tranquillità.
Volpe e
porcospino saltarono insieme ma ebbe la meglio il numero 11 bianco che appena
atterrato, conscio che Akira ci avrebbe messo poco in quella posizione a
fregargli la sfera, la rilanciò ad Hana, dall’altra parte dell’area.
Il rosso
registrò appena il casino immenso di mani e teste sotto l’anello.
Doveva
tirare, ora o mai più.
Uozumi se lo vide arrivare addosso che era
tardi.
Il tensai mise dentro la palla incassando due punti ma il capitano del
Ryonan gli era finito addosso, durante il salto, e l’arbitro fischiò il fallo.
Purtroppo però, durante quella colluttazione abbastanza forte, il gorilla
dei giocatori in blu non fu l’unico a sbilanciarsi.
Miyagi era lì, alle loro
spalle, e venne sospinto pesantemente indietro insieme a Koshino ma mentre
quest’ultimo cadde in ginocchio, il play dello Shohoku finì contro la base di
ferro di tabellone.
L’arbitrò fischiò di nuovo per entrambi i giocatori ma
Mitsui, dalla sua postazione, ebbe un brutto presentimento.
A terra c’era una
chiazza di sangue.
Spintonò via quelli del Ryonan che stavano attorno a
Koshino e corse da Ryota.
- Cazzo ma è pieno di sangue!- sbraitò Akagi,
inginocchiandosi – Ryota…Ryota fa vedere…-
Il play emise un gemito, levandosi
la mano dall’occhio.
- Merda…-
I ragazzi gelarono. Completamente.
Il
sopracciglio sinistro di Miyagi esibiva un lungo taglio trasversale e il sangue
gli colò sulla guancia, mentre Ayako e Raim correvano in campo,
agitatissime.
Si scatenò un casino mentre gli veniva tamponata la
ferita.
- Dai tappo…su…- Mitsui gli passò un braccio attorno alla vita,
tirandolo in piedi – Piano…ce la fai?-
Ryota non rispose, tenendosi il panno
sull’occhio.
- No, no…- ringhiò, distrutto. Dio, non vedeva niente.
-
Sostituitelo, forza.- disse l’arbitro – Dobbiamo riprendere la partita.-
Lo
Shohoku strinse i denti. Senza Miyagi…
Dannazione e ora cos’avrebbero
fatto?
- Shh…- Ayako si mise l’altro braccio del numero 7 sulla spalla,
mentre lei e la guardia lo portavano in panchina – Stai tranquillo, adesso ci
pensiamo noi. Mitsui, torna in campo.-
- Aspetta…aspetta un attimo.- ansimò
Ryota, fermandolo – Hisa…-
- Tranquillo tappo, stai tranquillo.- lo zittì il
numero 14 – Cerca di riposarti. Adesso devi farti guardare l’occhio.-
- Si
ma…- Miyagi deglutì, guardando in panchina. Erano senza play a quel punto.
Si
bloccò, guardando Nobu.
La matricola si alzò, correndo da lui.
-
Senpai…-
- Ryota.- lo richiamò Ayako – Dobbiamo andare in infermeria.-
Il
playmaker si morse la labbra. Dannazione, ma perché ora?
Perché doveva
lasciare gli altri così?
Imprecò fra i denti, socchiudendo anche l’altro
occhio.
- Nobu.-
- Dimmi senpai.-
Ryota inspirò – Ricordati tutto
quello che abbiamo provato in palestra. Ok?-
La matricola tacque.
Sapeva
di non essere in grado di eguagliarlo ma era l’unico a poterlo
sostituire.
L’unico a poter gestire bene il gioco.
- Rukawa.- chiamò di
nuovo Miyagi.
- Si.- disse l’ala piccola.
- Dagli una mano, ok?-
- Ok.-
annuì Kaede, composto – Stai…stai tranquillo.-
Strappò un sorriso a Ryota,
che scosse la testa – Non fate cazzate mentre non ci sono.-
Quando il
playmaker uscì dal campo fu accompagnato da un coro di tutta la palestra mentre
in campo Akagi lo vedeva andar via con le spalle ricurve. Non ci voleva. Non ci
voleva proprio.
- Pronto seghetta?- chiese Mitsui a Yaoto.
- Pronto.-
annuì seccamente la matricola, fissandolo – Farò del mio meglio senpai.-
-
Bene. Forza, riprendiamo il gioco!-
Da parte loro, il Ryonan non poté fare
altro che gioire, anche se era da vigliacchi.
Senza Miyagi, forse se la
sarebbero cavata meglio, inoltre al suo posto non avevano fatto entrare Kogure
ma una matricola. Sendoh lo scrutò attentamente, vedendolo guardarsi
attorno.
Stava studiando le disposizioni.
- Con quella mezza sega sarà
facilissimo.- disse Koshino, tirando il fiato.
- Speriamo.- sussurrò Akira ma
non era ne sicuro. Anche l’altra matricola, il numero 8, Rei Manabe, col
Miuradai aveva dato parecchio filo da torcere e se avevano fatto entrare Yaoto
al posto di Kogure un motivo doveva esserci.
Forse il piccoletto non era poi
così ingenuo.
La palla era passata allo Shohoku e appena ce la ebbe in mano,
a parte un attimo di leggero sbandamento, Nobu cominciò l’attacco. Koshino fece
per sbarrargli la strada ma Kaede correva accanto al nuovo playmaker e fermare
la loro corsa era impossibile.
Si passavano la palla al limite dell’area di
tiro a una velocità pazzesca ma quando Sendoh si buttò sulla matricola, Nobu
scattò repentinamente, sbalordendolo.
Si passò la sfera sul fianco e poi alle
sue spalle.
La prese Mitsui che facendo un leggero salto indietro, passando
la linea dei tre, piazzò la sua prima tripla della partita.
Akira aveva
saltato a sua volta, appena capita la tattica, ma non era riuscito a sfiorare la
sfera.
E ora lo Shohoku vinceva per 48 a 46.
- Bravo Nobu!- Hisashi gli
strizzò l’occhio, vedendo la matricola rossa per l’eccitazione – Ottimo
passaggio.-
- Però.- sibilò Taoka in panchina – Se l’ha allenato Miyagi ha
fatto un ottimo lavoro.-
- Già, quello è uno dei suoi schemi preferiti.-
annuì Aida – Ma quella matricola ha giocato poco, non sappiamo quasi niente di
lui.-
- Bhè, Sendoh e Uozumi dovranno inquadrarlo presto.- replicò il mister
– E in fretta anche.-
Intanto in campo l’attacco era passato ai giocatori
blu.
Koshino aveva Nobu alle costole e dovette ammettere, non senza
rovinandosi l’orgoglio, che quella matricola era una scheggia, veloce e
imprevedibile ed essendo alto 1.87, non poteva neanche fiaccarla in altezza.
Difettava in esperienza, questo si e poteva giocare solo su
quello.
Grazie a qualche finta il Ryonan incassò circa sei punti e Sendoh ne
mise a segno altri quattro nel giro di due minuti ma Rukawa non stette a
guardarlo. Dovendo concentrarsi sul volpino, Akira doveva lasciare Mitsui a
Ikegami e questo favorì tutti le triple che la guardia infilò sotto i loro
nasi.
Stare appresso alla volpe di marmo stancava ma il sorriso sulle labbra
del porcospino diceva a Kaede che Sendoh non aveva giocato ancora tutte le sue
carte.
A cinque minuti dalla fine, in un’altalena di azioni di Sendoh e
Rukawa, degli schemi di Nobu che la metà delle volte andavano a segno e di Hana
che sbarellava la difesa degli avversari coi suoi casini, si arrivò a un
risultato di 75 a 77 per il Ryonan.
Difesa maledetta.
Kaede si passò il
braccio sulla fronte, asciugandosi il sudore.
E maledetto anche Sendoh.
Proprio non voleva mollare.
- Ehi Kit.-
Si girò appena, mentre Hana
tornava in difesa.
– Tira fuori le palle.-
Cosa?! Tirare fuori le
palle?
Da quando era appannaggio esclusivo del do’aho fargli la predica??
- Hn.- sibilò a denti stretti, rabbioso.
Il rossino se ne andò con un
ghigno, ben sapendo di averlo pungolato più che a sufficienza.
Infatti dopo
quella sparata Kaede passò come un fulmine in mezzo a tutta la difesa,
inchiodando in fila Koshino, Ikegami e anche Fukuda con un’occhiata, mentre
Mitsui fermava Sendoh, e con un tiro in sospensione li riportò in perfetta
parità.
In quel momento l’arbitro fischiò un time out richiesto da
Taoka.
Era il momento giusto e per un minuto i ragazzi tirarono il fiato,
proprio mentre Rei e Yasuda tornavano dagli spogliatoi.
- Allora?- saltò su
Hanamichi, levandosi l’asciugamano dalla zucca – Come sta il tappo?-
Yasuda e
Manabe assunsero un’espressione mesta.
- Servirebbero dei punti ma il senpai
non vuole andare in ospedale. Ayako sta cercando di convincerlo. Per il momento
gli hanno messo delle farfalle e un cerotto contenitivo.-
- Testa di cazzo
che non è altro.- sussurrò Akagi con un debole sorriso.
- Non vorrà giocare
ancora!- sbottò Kogure – Mancano quattro minuti, è meglio che se ne stia
fuori.-
- Con Nobu ce la caviamo bene.- disse anche Rei – Il senpai potrebbe
aggravarsi senza punti.-
In infermeria infatti, l’infermiera di turno non
sembrava soddisfatta di come Ryota aveva voluto farsi rattoppare.
Lo vide
scendere dal lettino e guardarsi attorno.
Il cerotto gli premeva sulla
palpebra ma camminando un po’ e facendo qualche scatto veloce a destra e a
sinistra col capo, si accorse che sentiva poco dolore ma ancora meglio, che
vedeva perfettamente e gestiva in un ottimo modo la profondità.
- Fossi in te
non lo farei.- disse l’infermiera per l’ennesima volta – Sarete anche senza
mister ma quella ferita non è semplice come credi. Ok, ora non ti fa male ma
servono comunque dei punti. Dovresti essere in ospedale, non pensare a
giocare.-
- Sciocchezze.-
- Sciocchezze un corno!- sbottò Ayako – Ryota
non fare l’imbecille! Così potresti aggravarti sul serio!-
- Ah si? E che può
succedermi? Che mi rimanga una cicatrice sul sopracciglio?- rispose serafico –
Questa è la finale e non intendo starmene buono qua a …- gli si smorzò la voce,
avvertendo un capogiro.
Si attaccò ad Ayako e lei lo sostenne,
spaventata.
- Accidenti…hai perso liquidi, devi bere assolutamente
qualcosa.-
- Voglio gio…voglio giocare!-
- Non prima di aver bevuto una
lattina energetica!- lo rimproverò la sua ragazza – E non voglio sentire storie
maledizione!-
Fuori in corridoio lei e Raim, che aspettava paziente, lo
fecero sedere su una panca.
Il play le chiese il risultato e la rossa gli
disse della parità, di come stavano giocando tutti quanti.
Mandava giù la
bevanda fresca esattamente come ogni parola della ragazza, ansioso di tornare in
campo.
Si malediceva per essersi fatto spingere contro la barra del
tabellone, per aver dovuto lasciare la partita.
Chissà se Nobu se la stava
cavando…
Due minuti.
Sendoh aveva il fiato corto, Mitsui non riusciva a
tirare ma se non ci riusciva lui, anche Akira aveva i suoi problemi vista
l’estrema capacità della guardia in difesa.
Come previsto la falla era la
matricola e Koshino aveva preso a bombardare Nobu in quegli ultimi minuti.
Il
numero 9 comunque rispondeva abbastanza bene. In difesa riusciva a bloccare il
play avversario e in attacco lui e Rukawa erano riusciti a mettere su dei
buonissimi punti.
Ma il tempo scorreva e a ogni punto di Hana e Kaede, ne
corrispondeva uno di Akira o di Fukuda.
Erano tutti stanchi, si vedeva e la
mancanza del tappo la sentivano parecchio ma il Ryonan capì che non avevano
intenzione di arrendersi.
- Hana.-
Il rossino prese l’occhiata della volpe
su di sé. Era ora di riprovarci.
Di giocarsi il tutto per tutto.
Il Ryonan
l’incalzava troppo, la loro difesa li aveva uccisi, sfiancati.
Ma gettare la
spugna mai. Mai.
Nobu vide un gesto con la mano di Rukawa e capì cosa doveva
fare.
Stette fermo fino a quando Koshino non gli arrivò di nuovo addosso, per
passarlo ma con una finta che prese in contropiede tutti quanti, proprio quando
scattava l’ultimo minuto, soffiò la palla al veterano e schizzò in avanti.
-
Dannazione fermatelo!- ringhiò Fukuda.
Akira tornò velocemente indietro ma
qualcuno lo sorpassò. Mitsui.
Dov’era Rukawa? Prima era lui a marcarlo…
Lo
vide quando era in area, arrivato di soppiatto alle spalle di Uozumi.
-
Capitano attento!-
Proprio quando Nobu passò la palla alla volpe, Miyagi
rientrò in palestra come un fulmine.
A occhi sgranati, vide Hana e Kaede
saltare insieme sopra la canestro, prendendo in mezzo il capitano del
Ryonan.
Si passarono la palla sulla sua testa e non potendo fermare entrambi,
si buttò sul volpino.
Rukawa deviò la sfera con un tocco leggero e Hana,
afferrandola con una mano mentre con l’altra si attaccava all’anello, piazzò un
dunk.
Il coro di urla e grida che avvolse quella schiacciata fu talmente
forte che lasciò loro in mano la partita.
Come spesso accade con Akira
Sendoh, niente è mai definitivo fino a quando non è lui a dirlo.
79 a 77 per
lo Shohoku, 50 secondi alla fine.
Al quarantesimo, il porcospino toccò
l’anello in posizione sbilanciata e Fukuda la mise dentro con una schiacciata,
buttando a terra Hana ma non ricevendo fallo.
Erano di nuovo pari. La
tensione salì a mille.
Hisashi osservò lo sguardo di Sendoh e gli piacque
poco.
Cosa voleva fare?
Si fece un paio di calcoli e vedendolo palleggiare
lento e sinuoso come un serpente, capì.
Ci furono un paio di azioni ma
nessuna, per le due squadre, andò a buon fine.
Cos’aspettava Sendoh?, si
chiese anche Rukawa.
Cos’aveva in mente quel maledetto?
Trenta
secondi.
Eccolo.
Repentino come una stella cadente, Sendoh si scambiò con
Ikegami, incrociandosi col compagno di squadra e sbarellando sia Mitsui che
Rukawa, entrò in area.
Doveva farlo, pensava Akira. Doveva spaccare il
secondo o non sarebbe valso a niente.
Doveva giocarsela così, ormai lo aveva
capito. Erano troppo forti, anche senza Miyagi.
Il tempo. Ormai doveva
pensare solo a quello.
Aspettò il diciottesimo e poi, gelando Mitsui che capì
quello che voleva fare vedendolo buttarsi su Nobu, filò a canestro. Gli altri
della sua squadra bloccarono lo Shohoku e mentre Rukawa lo raggiungeva, Akira si
fermò si fronte a Nobu.
Quindici secondi.
Palleggiò, fece qualche finta,
innervosì la matricola. Dodici secondi.
Saltò e Nobu lo seguì. Infilò il
canestro, andando a sbattere contro Yaoto e in un attimo tutte le speranze dello
Shohoku si frantumarono.
A dieci secondi, il Ryonan vinceva per 81 a
79.
Col tiro libero, ormai i tifosi tacevano.
Il Ryonan aveva vinto,
giocando sul tempo.
Rukawa stava sotto canestro, Hana davanti a lui. Nobu
aveva le mani fra i capelli, Akagi serrava la mascella.
Era finita.
Tre
punti.
Sendoh alzò le braccia, la palla volò sulle loro teste.
Hana e
Kaede neanche la guardarono.
Allo Shohoku servivano tre punti.
Bastavano
tre punti e sarebbero andati ai supplementari.
Tre punti con soli sei
secondi. Non ce l’avrebbero neanche fatta ad arrivare a metà campo, se
ostacolati.
Ma qualcuno poteva.
Continuarono a guardarsi, mentre la palla
scivolava sull’anello, girava.
Otto secondi.
Cadde a terra, Rukawa li
lasciò esultare.
- Vai Hana!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola e il
Ryonan scattò come una molla.
Akira fu il primo a farlo. Aveva sperato di
togliere tutto il tempo necessario ma la volpe aveva capito.
Lo vide
afferrare la palla e fece per girarsi ma Nobu gli si parò davanti, esattamente
come Hana che lo bloccò di lato, per impedirgli di fermare l’unica persona che
ora poteva farli tornare in parità.
Sette secondi.
La sfera arancione,
lanciata come un missile da Rukawa, sfrecciò sulle teste dei giocatori.
Sei
secondi.
Mai gettare la spugna. Si perde solo quando non si spera più.
La
voce di Anzai era come un fischio nelle orecchie di Mitsui mentre le voci della
palestra tornavano alte, salendo come una marea. Eccola la palla. Arrivava verso
di lui.
Doveva tentare.
A tutti i costi.
Afferrò saldamente la sfera,
vide qualcuno arrivare verso di lui ma non vedeva nulla se non la linea di metà
campo. Doveva raggiungerla. Con tutto il fiato che aveva corse, corse.
Cinque
secondi.
Saltò dopo aver superato la linea di un solo passo. Avrebbe voluto
avvicinarsi di più ma non aveva più tempo.
Doveva tentare, doveva almeno
provare. Ma era così lontano…
Anzai.
Saltò. Saltò come se avesse sentito
di avere le ali ai piedi.
Con la schiena dritta e le braccia sciolte, puntò
la traiettoria per una frazione di secondo.
Akira in quel momento gli arrivò
a fianco, per fermarlo. Ma era tardi.
Lanciò al terzo secondo e poté sentire
passare un’eternità.
Un tempo lungo una vita.
La palla raggiunse il ferro.
Scivolò su di esso, vi girò sopra.
Dalla panchina dello Shohoku, più nessuno
respirava ma Ryota in quell’istante vide Mitsui chiudere gli occhi e poi anche
il pugno destro.
Due secondi.
La sfera scivolò nella rete. A un secondo
cadde a terra, sul parquet, con un tonfo.
Parità.
L’arbitro fischiò ma il
suono venne sovrastato dall’urlo di migliaia di persone che si alzarono in piedi
coi cuori in gola, che fossero venute a tifare per lo Shohoku o per il
Ryonan.
Quel giorno di giugno, Hisashi Mitsui infilò un canestro dalla linea
di metà campo, salvando una partita e mandando la sua squadra ai
supplementari.
Rimase immobile, affiancato da Akira, a fissare quel
canestro…e la sfera arancione, a terra.
Grida e tifo non gli arrivarono alle
orecchie.
Il fruscio della palla lungo la rete era l’unica cosa che
sentiva.
E il rombo del suo cuore che non
taceva.
Ce l’aveva fatta.
-
Hisa!!-
Fece appena in tempo a girarsi che Miyagi, entrato in campo senza
neanche aspettare il fischio dell’arbitro, gli si catapultò addosso. Finirono a
terra e mentre la guardia cominciava a capire cos’aveva fatto e rideva come un
bambino, Ryota gli stampò un bacio in fronte, quasi con le lacrime agli
occhi.
Non mancarono di buttarsi in braccio a loro anche Rei e
Nobu.
Indietro restarono Hana, Kaede e Akagi.
Le due ali sentirono le mani
del Gorilla sulla testa.
- Siete stati grandi.- mormorò Akagi, quasi più
sconvolto dalla commozione di Mitsui.
Il rossino sorrise, ansante. La volpe
invece tacque ma scoccò uno sguardo d’intesa al tensai.
- Bel gioco di
squadra do’aho.- gli disse.
Sakuragi stavolta ridacchiò, passandogli un
braccio attorno alle spalle e tornandosene in panchina.
Bene. Due minuti e
poi cinque di supplementari.
Ma che emozioni, cazzo.
Hisashi gli aveva
fatti morire con quel tiro.
Per tutto il tempo si tenne la mano sul torace,
proprio come gli altri che non la finivano più di abbracciarlo.
Se quello non
era un segno del destino…
Salvarsi in quel modo e in quei secondi…no,
dovevano vincere.
Akira, dalla sua panchina, osservò il numero 14 sulla
maglia bianca della guardia.
Come si poteva definire un giocatore
simile?
Hisashi era nelle sue giornate buone.
In quelle giornate in cui
uno come lui avrebbe potuto fare di tutto.
Quel canestro dalla linea di metà
campo a dimostrarlo.
Era entrato nel Guinnes ormai.
Hisashi Mitsui.
Un
campione.
I due minuti prima dei supplementari furono i più lunghi della
loro vita.
Cercarono di riprende fiato tutti quanti ma c’era ben poco da
recuperare.
Dalle facce di ognuno di loro, anche in quelle degli avversari,
Taoka capì che sarebbe stati capaci di svenire in campo, pur di andare fino in
fondo.
Ma quel tiro…Mitsui li aveva finiti con quel tiro, senza
pietà.
Mitsui aveva vinto da solo, li aveva piegati psicologicamente.
Non
c’era modo di battere un giocatore dopo un’azione simile.
Nella panchina
delle Shohoku c’erano tanti visi stanchi…ma quanti sorrisi.
Dopo quella
tripla, un sorriso idiota e un po’ ebete aleggiava sulle facce di tutti i
giocatori, riserve comprese.
- Cazzo l’hai baciato in fronte.- ridacchiò
Hana, osservando Miyagi, l’unico fresco dopo quindici minuti in infermeria.
-
Vorrei vedere te.- sbuffò Ryota, sorridendo a mezze labbra – Me ne stavo qua a
morire quando ho visto te, la volpe e anche Nobu piazzarsi davanti a Sendoh e
passare la palla a Mitchy.-
- Ti giuro che se non l’avessi visto non ci avrei
creduto.- annuì anche Akagi.
- Cosa? Il bacio del tappo?- frecciò il
rossino.
- Ma sparati, demente.-
Risero tutti, lasciandosi andare indietro
contro lo schienale della panchina.
Nobu sospirò, asciugandosi la fronte.
Aveva fatto un casino commettendo quel fallo ma quando aveva visto il senpai
Rukawa muoversi, si era buttato addosso a Sendoh senza pensarci due volte.
-
E ci hai azzeccato alla grande.- si complimentò Miyagi – Non avrei saputo fare
di meglio!-
- Ora torni in campo senpai?- gli chiese Rei.
- Si.- annuì
Ryota, composto – E poche storie. Non saranno cinque minuti a deturparmi
l’occhio.-
- Tanto non farà molta differenza.- insinuò Mitsui, piegato sulle
ginocchia con un asciugamano in testa.
- Guarda che ti bacia di nuovo.-
soffiò Sakuragi in sottofondo.
- No grazie.- Hisashi si attaccò alla lattina,
cercando di recuperare i liquidi persi e anche il batticuore – E’ il secondo
assalto sessuale che mi subisco in partita oggi.-
- Lo sapevo che il
porcospino hentai ci provava!-
- Do’aho. Zitto!-
- Che palle kitsune,
ringrazia il grande tensai che ha capito che avevi in quella tua testa
bacata!-
- Gioco di squadra?- l’anticipò Kogure.
- Si, quella roba
lì.-
- Bhè, per una volta l’avete fatto alla grande.- si complimentò Ayako,
battendo sulle spalle della scimmia e della volpe – Mai vista un’azione così
sincronizzata! Meno male che abbiamo registrato la partita, così Anzai sarà
fiero di voi!-
- Ecco, guarda che adesso ci ammazzano…- borbottò Mitsui
saggiamente.
- Sì buona notte!- Akagi gli ficcò un pugno in testa –
Deficiente, prima preghi davanti alla foto come un dannato uccellaccio del
malaugurio e poi questa! Se perdiamo ti ammazzo, sappilo.-
- Bravo, così mi
risparmio gli esami lunedì.-
- Cosa non faresti pur di segare gli esami.-
rognò il Gorilla, poi cambiò argomento visto che ormai dovevano giocarsi gli
ultimi istanti di quella magnifica partita – Allora, come sistemiamo la
cosa?-
- Come?- Miyagi sorrise – Sono stanchi, Hisa ha segato le gambe a
tutti con quel tiro, me compreso devo ammettere…-
- E’ per questo che l’hai
baciato…-
- E che cazzo do’aho, sta zitto!-
- Porco cane Kit, se non ti
chiudi la bocca come al solito giuro che ti faccio ingoiare la lattina!-
-
Ingoiati la lingua.-
- Faccio finta di non aver sentito.-
- Possibile che
voi due non siete capaci di stare buoni un solo minuto?- sbuffò Raim, chiudendo
la bocca alla volpe con una mano prima che gli uscisse un’altra battuta al
veleno – Forza, manca un minuto. Cercate di riprendere fiato, anche se mi sa che
a stasera non arriverete sulle vostre gambe.-
- Dormirò sotto un ponte, ne
vale la pena.- ghignò Rei – Dopo una partita così!-
- Col cazzo, rivoglio il
mio letto.- scandì Ryota.
- Tu prima vai in ospedale!- gli ordinò Ayako – E
voi fareste meglio a farvi accompagnare a casa da qualcuno!-
- Si, ci
arriverò strisciando.- rognò Mitsui sarcastico – Kay è senza macchina.-
-
Tanto in tribuna c’è anche tuo padre.- se ne uscì la mora ma quando lo vide
sputare quello che stava bevendo e quasi strozzarsi, si morse la lingua.
Ops.
Hisashi si alzò in piedi, annichilito.
Oddio, era venuto davvero. Era
in tribuna con sua madre!
Ma dai, era fantascienza!
Se ne stava lì,
seduto, impettito come suo solito ma…gli fece un cenno con la mano.
Chissà da
quanto era arrivato.
- Dì quello che ti pare ma gli sarà partito un embolo
quando ha visto quella tripla!- gli disse Kogure, strizzandogli l’occhio – Ne
sono più che convinto.-
- Se, non conosci quello lì.- la guardia scosse il
capo, tornando a sedersi – Come minimo una volta a casa saprà dirmi che sono
solo capace a infilare palle nella rete.-
- Bhè, digli da parte mia che
infilare quella palla da quella distanza ti ha fatto entrare in una rosa di tre
tizi che solo all’NBA sono riusciti a fare una cosa simile.- sibilò Akagi.
-
Già.- brontolò anche Kaede, soprappensiero.
- Se poi scassa ancora mandalo da
me.- concluse Hana, idiota come sempre – E lo sistemo io Mitchy.-
- E mollala
di chiamarmi Mitchy, cretino.-
Passarono i loro ultimi sessanta secondi e
poco prima di rimettersi in piedi, lo Shohoku rientrava in campo.
Spalle
dritte, nonostante la stanchezza.
E occhi di fuoco.
I cinque minuti
successivi non furono facili per nessuno, questo fu innegabile perché nonostante
la mazzata data da Mitsui, il Ryonan non sembrava volersi arrendere, Sendoh meno
che mai.
A far vincere quella partita ai diavoli di Anzai fu finalmente il
gioco di squadra.
Per tutto il set supplementare Rukawa non si scollò da
Sendoh e tutti poterono assistere nuovamente alle loro grandi sfide e questa fu
una delle più spettacolari ma il gioco più fresco di Miyagi alla fine gli diede
in mano la partita.
Lo Shohoku vinse con quindici punti di vantaggio e quando
l’arbitrò fischiò la fine dell’incontro, i perdenti non riuscirono a sentirsi
tali.
Lo scroscio degli applausi era così forte da sopire ogni senso di
delusione.
Il Ryonan si ritrovò a battere le mani ai campioni prefetturali,
che si riconfermarono per il secondo anno di seguito mentre lo Shohoku dalla
panchina esplodeva in cori di vittoria, i più sensibili in lacrime.
I
titolari, semplicemente, socchiusero gli occhi, restando ad
ascoltare.
Avevano vinto.
Ce l’avevano fatta.
Erano i campioni di
Kanagawa.
Anzai poteva essere fiero di loro.
I titolari si strinsero,
senza fiato, senza più energie se non negli occhi. E nel cuore che batteva
all’impazzata.
Ce l’avevano fatta.
Campioni.
Erano i campioni.
I
diavoli dello Shohoku.
Fanciulli, grazie per essere stati con me fino ad ora. Manca un solo capitolo, ma io ringrazio sia chi ha commentato, che tutti coloro che hanno letto e riletto, da manga.it... la felicità per questa fic che è piaciuta anche in un sito grande come questo è veramente tanta. E in effetti si, sono triste...ma c'è ancora l'ultimo capitolo. Statemi bene, alla prossima ci salutiamo e vediamo di chiarire questa faccenda del seguito.
Un bacio a tutti.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor