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Autore: believato    06/08/2012    5 recensioni
« let's waste time chasing cars around our heads. i need your grace
to remind me, to find my own..» allora era proprio vero: non capisci quanto una canzone ti appartenga finchè non vivi, non ti disperi, finchè non diventi così triste da cercare rifugio in quel semplice testo di quella semplice canzone che prima cantavi con leggerezza menefreghista.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Image and video hosting by TinyPic prologo:
era un torbido pomeriggio d'estate, si sentiva il vociare dei bambini che giocavano nel lungo mare, vicino alla pineta si udiva il frinire delle cicali.
Come ogni anno i telegiornali avvertivano gli anziani di restare a casa , ai genitori dicevano, invece, di far bere costantemente i loro poveri bambini e di non farli restare sotto al sole cociente perchè quelli sarebbe stati i mesi più caldi degli ultimi cinquanta o cento anni.

"io voglio la paletta."
"è la mia. la voglio io."

"allora dammi il secchiello. è mio."
"ma non possiamo giocare senza secchiello.." mugugnò jack.
"hei hei, che succede piccoli?" si rivolse Elizabhet, scostando dolcemente i capelli dalla fronte a quei due birbantelli che non smettevano un attimo di discutere.
Entrambi si girarono con stizza dall'altra parte, incrociando le braccia e mettendo il muso.
Beth prese con una mano il secchiello e lo diede alla bambina, con l'altra mano prese la picolla paletta azzura e la diede a jack e con voce dolce e pacata disse "paletta ti va di giocare con secchiello? Certo secchiello, così se giochiamo insieme è più divertente.. io da sola non riesco a fare niente. E' vero paletta, neanche non rieschio a fare niente da solo."
Ne' jack, ne la bambina dai capelli color biondo cenere, avevano intenzione di girarsi e continuare a giocare insieme.
Elizabhet alzandosi si scrollò di dosso la sabbia, poi col suo solito sorriso s'incamminò verso l'ombrellone, dove la sua amica d'infanzia la stava aspettando.
"litigano ancora eh?" chiese retorica Annabelle.
"come sempre. Quei due discutevano da quando erano nella culla."
"tale madre tale figlio." scherzò Anna.
Elizabhet e Annabelle erano migliore amiche fin da quando erano piccole, piccole quasi come gli altri due furfanti.
Una era l'opposto dell'altra: Elizabhet era dolce e premurosa, sorrideva a tutti e in ogni situazione, sua figlia era l'unica persona che lei aveva.. suo marito le aveva lasciate per andare a vivere in un paesello sconosciuto chissà dove.
Annabelle, invece, era una persona terra terra, come si suol dire, faceva la giornalista ed era sempre in cerca della cruda verità.
Viveva in un bell'attico con suo marito, Derek, e suo figlio Jackson.
Così diverse, ma così unite, come i loro figli.
"scusa paletta.... adesso devi dire scusa secchiello" esordì il bambino.
"non so se ti perdono" jack sbatte le palpebre con amore. "scusa secchiello" concluse allegra la bimba.
  
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