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Autore: LaMicheCoria    06/08/2012    1 recensioni
Qual è il tuo nome?
Sybaris, la bella. Is dei Trezenii per i mortali. Figlio dell’Acaia, colui che mai la Madre strinse al seno.
Sono Sybaris, non dimenticarlo Crotone, figlio di cagna, fratello maledetto. La mia voce ora annega tra la spuma del Crati che tu, inviso a Dei e uomini, hai osato deviare dal suo corso: ne hai imbrigliato le onde, su acqua sellata mi hai divelto il respiro, con melma e fango mi hai coperto le membra.
Credi forse di avermi sconfitto? Sciocco, sciocco Crotone! Non durerà la tua vittoria sui confini che m’appartengono!

[OC!Sibari-Thurii, OC!Crotone, OC!Poseidonia, OC!Madre Grecia, Pericle]
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ndr

Disclaimer: I personaggio di Hetalia Axis Powers non mi---
Un momento. Ma qui sono tutti OC D:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.: Nome di Rovina :.

 

 

Qual è il tuo nome?

 
Sybaris(1), la bella. Is dei Trezenii per i mortali. Figlio dell’Acaia, colui che mai la Madre strinse al seno.
Sono Sybaris, non dimenticarlo Crotone(2), figlio di cagna, fratello maledetto. La mia voce ora annega tra la spuma del Crati(3) che tu, inviso a Dei e uomini, hai osato deviare dal suo corso: ne hai imbrigliato le onde, su acqua sellata mi hai divelto il respiro, con melma e fango mi hai coperto le membra.
Credi forse di avermi sconfitto? Sciocco, sciocco Crotone! Non durerà la tua vittoria sui confini che m’appartengono! Il letto del fiume non è talamo adatto per me, meglio mi si confanno le fertili pianure dell’entroterra. Sono il toro retrospiciente dei quattro popoli e delle venticinque città. Mia è la terra, miei i figli che sbocciano al cospetto degli Dei, lucidi del sangue dei popoli della costa.
Sybaris è il nome che ti spezzerà le membra!
Sybaris è il nome che ti costringerà alla resa!
Sybaris è il nome che ti porterà alla rovina!
Attendi il mio arrivo, Crotone, poiché le catene del Crati non potranno trattenermi a lungo. Settanta giorni è durato il mio assedio, ma tempo che il sole tramonti e l’alba già scintillerà sulla punta di lancia.

 

 

Qual è il tuo nome?

 

Ti prendi forse gioco di me, Crotone?
Guarda, guarda come mi hai ridotto, come hai costretto i miei figli. Macilenti e dagli occhi slavati, non cittadini della grande Sybaris, ma schiavi essi sembrano! Membra grigie di pioggia, cuori pesanti come pietra, sguardo che più non vede se non distruzione e futuro rovinoso.
Ancora, il mio nome è fonte di follia per la tua mente, oh fratello mio caro? Turba le tue notti, infrange la tua quiete?
Sybaris, Sybaris, Sybaris! Perchè dovrei tacere, tacerlo, tacermi? Ripeterò il mio nome fino a quando avrò vita.
Non mi importa della tua spada al petto. Del ferro nel cuore. Non del tuo calzare sul mio petto.
Sybaris. Sybaris. Sybaris.
Non ti darò requie.
Distruggimi.
Uccidimi.
Tornerò.
Sybaris.

 

Qual è il tuo nome?

 

Tessalo, Tessalo, vano è il tuo aiuto.
Avevi portato nuove forze alle mie stanche file, speranza al mio cuore esausto. Ho creduto, ho sperato, ho levato inni e preghiere agli dei, riempiti stipi di bronzo e oro, ninnoli d’argento ad Era del Pavone, arpe  di crini per l’Arciere Delfico.
Mi sembrava d’essere tornato all’antico splendore, m’illudevo d’avere ancora il vigore d’un tempo. Come rombava la mia voce tra gli scudi dei soldati! Sybaris! Sybaris! Sybaris! Ecco cosa urlavano, battendo tra loro gli scudi.
I denti sgrossati modulavano il mio nome come fosse il più Sacro, ancora più alto dell’aquila di Zeus.
Poseidonia(4), mia dolce figlia degli esuli, lasciami, lasciami ora. Non lasciare che la tua schiena si pieghi sotto il mio corpo lacero, né che i tuoi capelli si imbrattino del mio sangue maledetto.
Sybaris, Sybaris, Sybaris, dolce è la tua voce..
Ah!
Cessa questa tua follia! Non chiamarmi, non nominarmi. Nella polvere abbandona il cadavere, di corvi e cani fammi pasto.
Dimenticati di me.
Lascia che sia di nuovo il Crati a portarmi via. Questa volta le sue acque saranno gentili.
Lascia che la picca di Crotone di nuovo mi trapassi il petto. Questa volta il freddo del bronzo placherà l’ardore della febbre.
Lascia che io taccia. Questa volta avrò quiete.
Che il mio nome diventi cenere e il vento lo sparga fino alla terra degli Iperborei.
Non cantante più, non gridate, non sussurrate.
Lontano è il tempo in cui Sybaris era sinonimo di grandezza, forza, fortuna.
Ora Sybaris vi spezzerà le membra.
Ora Sybaris vi costringerà alla resa.
Ora Sybaris vi porterà alla rovina.
Sybaris, Sybaris.
Sul toro retrospiciente giungerò alle dimore dell’Ade e là bagnerò le mie labbra col Lete.
Non avrò memoria.
Non sarò più.
Che sia questo il mio ultimo addio.
Sybaris.

 

 

Qual è il tuo nome?

 

L’Ateniese(5) ha la testa che sembra una cipolla, la barba arricciata sul mento prominente.

 

Qual è il tuo nome?

 

La Madre delle Rocce(6) ha le labbra serrate e gli occhi di ferro, le forme gentili sotto la corazza, il peplo ha il candore della neve che cinge la vetta dell’Olimpo.

 

Quale è il tuo nome?

 

Crotone rimane lontano, la picca stretta in pugno. Attende una risposta: l’equilibrio tra la vita e la morte è appeso al filo di un semplice nome.

 

Qual è il tuo nome?

 

Pericle delle Mille Storie mi chiamano i mortali.
Thurii.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

(1)Sybaris fu una città della Magna Grecia sul mar Ionio.
Sibari era la più antica colonia greca delle colonie cosiddette "achee"(Dall’Acaia), e uno dei più antichi insediamenti greci in Italia meridionale. Secondo alcune fonti sarebbe stata fondata verso il 720 a.C. da Is di Elice, con coloni achei e, secondo Aristotele, anche di Trezene, anche se i Trezenii furono ben presto allontanati per l'insorgere di conflitti intestini.
Sibari al culmine della sua potenza controllava, secondo Strabone (6, 1, 13), un dominio di cui facevano parte 4 popoli e 25 città ed era straordinariamente popolosa, anche perché, contrariamente a quanto accadeva nelle antiche poleis greche, la tradizione vuole che fosse particolarmente prodiga nel concedere la propria cittadinanza. (Wikipedia)

 

Fu distrutta da Crotone tre volte, per poi essere ricostruita da Pericle ed Atene come colonia panellenica col nome di Thurii. L’ultima volta i Sibariti esuli vennero guidati da Tessalo e aiutati da Poseidonia.

 

L’arrivo degli Achei nella zona di fondazione ha provocato la destrutturazione del millenario complesso indigeno; i centri della prima età del Ferro vengono distrutti e abbandonati alla fine dell’VIII secolo.

 

Simbolo della città era il toro prospiciente.

 

Il nome del personaggio, Is, si rifà all’ecista Is di Elice, dei Trezenii al secondo popolo che ha partecipato alla fondazione.

 

(2)Crotone, a sud di Sibari, fu anch’essa una colonia achea. Fondata in contemporanea con Sibari, dall’ecista Miscello di Ripa.

 

 

(3) Dal punto di vista politico Sibari era un'oligarchia che, proprio per il carattere competitivo che caratterizzava gli aristocratici al potere, entrò in crisi, sperimentando nella seconda metà del VI secolo a.C. sia la tirannide, sia la diffusione di alcune dottrine politico-filosofiche che miravano alla riforma dello Stato, come quelle di Pitagora. Furono proprio questi due fattori, e in particolare la cacciata di un gruppo di aristocratici pitagorici nella vicina città di Crotone (Kroton), sede di Pitagora e dei suoi seguaci, a causare una guerra con quest'ultima. La vittoria arrise a Crotone, nonostante il numero inferiore delle sue forze e la città di Sibari venne distrutta nel 510 a.C., mentre il fiume Crati venne deviato per coprirne le rovine.  (Wikipedia)

 

L’assedio alla città, prima delle deviazione del fiume, durò 70 giorni.

 

(4) Fondazione seguita all’espulsione dei Trezenii da Sibari.

 

(5) Pericle

 

(6) Madre Grecia.

 

Il nome umano di Thurii si rifà a Pericle, che ne ha promosso la nascita, e alla personalità di Erodoto, lo storico, che partecipò alla fondazione e ne ebbe la cittadinanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Studiare per gli esami fa molto, molto, molto male.

   
 
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