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Autore: Kalore    06/08/2012    6 recensioni
I momenti più significativi di Faccia di Volpe nell'arena. Un omaggio alla ragazza più furba dei Settantaquattresimi Hunger Games. Cosa pensa la ragazza? Quali sono le sue sensazioni?
Dal testo:
Gli occhi aperti, colmi di paura. La bocca spalancata, un grido morto in gola che nessuno mai sentirà. La vita sta abbandonando il volto della ragazza. Un volto dove la furbizia se n’è andata con lei.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Faccia di Volpe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faccia di Volpe – La ragazza è furba, e sorride quando è lontana dal pericolo.

Quando la ragazza dai capelli rossi salta tra le mine poste intorno alla piramide dei Favoriti, pensa a casa. Al Distretto 5, al suo Distretto 5 che probabilmente non rivedrà mai. Al profumo di sua madre che tanto ha amato. Prega solo il suo equilibrio di non abbandonarla. Prega solo la sua mente di restare lucida. Prega solo il suo coraggio di non far posto alla paura. Prega solo di non morire. Non adesso, non lì. Non nel tentativo di saziare il suo corpo.
La ragazza è furba, e sorride quando è lontana dal pericolo, con la certezza di non essere stata scoperta.

***

Quando la ragazza dai capelli rossi è alla Cornucopia e corre, ha lo sguardo fisso su un unico punto. Lo zainetto col numero 5 è sempre più vicino. Pensa solo a correre. Pensa solo a vivere. Prega solo di non finire inforcata da una lancia. Prega solo di non venire ferita da una spada. Prega solo di non morire trafitta da una freccia. Prega e corre. Non prenderà altri zainetti, solo il suo. Ci tiene alla sua pelle, la ragazza. Quando la sua mano si chiude sul ruvido tessuto dello zainetto, si sente viva. Così continua a correre, ma questa volta non prega. Sa che gli altri Tributi appostati al limitare del bosco non vogliono uscire allo scoperto.
La ragazza è furba, e sorride quando è lontana dal pericolo, con ciò che tanto le serviva in suo possesso.

***

Quando la ragazza dai capelli rossi ruba una manciata di bacche che il ragazzo del Distretto 12 sta raccogliendo si sente furba. Tremendamente furba. Ha sempre saputo di esserlo: lei è furba e tutti gli altri Tributi sono stupidi. Soprattutto il ragazzo del 12 che si allontana dal suo “bottino”, che abbassa la guardia. Avrebbe potuto prendere tutte le bacche, ma a quel punto avrebbero potuto scoprirla. E lei è troppo furba per essere scoperta. Quando ne addenta una, quando la morde e il succo le invade la bocca, però sente il respiro mancarle.

Quando la ragazza dai capelli rossi si accascia a terra il suo corpo si contrae in violenti spasimi di dolore. I polmoni non riescono a prendere l’aria necessaria.
Quando la vista comincia ad annebbiarsi, quando non è più capace di distinguere l’azzurro del cielo dal verde dell’erba, i mugolii che provengono dalla sua bocca dalla melodia che le Ghiandaie Imitatrici continuano a produrre. È in quel momento che la ragazza dai capelli rossi capisce. Capisce che non rivedrà più il Distretto 5, sua madre, suo padre. Capisce che la furbizia non è tutto. E si sente codarda, perché non ha mai voluto affrontare niente e nessuno.
Ma i morsi della notte non perdonano. Non danno una seconda possibilità a chi ha osato strapparli dai rami dove in pace riposavano. In un lampo, come è cominciato, il dolore finisce. Gli occhi aperti, colmi di paura. La bocca spalancata, un grido morto in gola che nessuno mai sentirà. La vita sta abbandonando il volto della ragazza. Un volto dove la furbizia se n’è andata con lei.

La ragazza è furba, e la sua anima sorride quando è lontana dal pericolo, una volta per tutte.

  
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