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Autore: S u n n y    07/08/2012    2 recensioni
Quasi due mesi fa ho preso un treno, uno a caso, che mi portasse lontano, macinando chilometri, con la valigia ricolma di sogni usati e speranze disattese.
Non sono partita per amor d'avventura o per coraggio: sono partita per codardia, nella falsa speranza d abbandonare il ricordo di te in una stazione qualsiasi, in un posacenere pieno al binario 13 in cui abbandonavo l'ennesima cicca spenta.i
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Francesco,

con il cuore sulle labbra.

Ad Alberto,

inaspettatamente amico.

A Daniele,

un uomo.

 

 

Due mesi fa

 

 

 

Non ho un incipit per questa storia, probabilmente questa storia non ce l'ha mai avuto un inizio, il suo principio si trova a metà del viaggio.

Ho lasciato l'idea di te quasi due mesi fa: non so dire se io fossi diversa, ma so per certo che tu non sei cambiato affatto; statico, sempre lo stesso, con quel sorriso spontaneo sulle labbra carnose e il portamento un po' goffo.

 

Quasi due mesi fa ho preso un treno, uno a caso, che mi portasse lontano, macinando chilometri, con la valigia ricolma di sogni usati e speranze disattese.

Non sono partita per amor d'avventura o per coraggio: sono partita per codardia, nella falsa speranza d abbandonare il ricordo di te in una stazione qualsiasi, in un posacenere pieno al binario 13 in cui abbandonavo l'ennesima cicca spenta.

 

Sono passati quasi due mesi ed adesso sono di nuovo qua, sotto il cielo di Maremma, a guardar le stelle e a scrivere di te, dopo serate insonni in cui il ricordo dei miei treni presi a caso e lasciati alle spalle sono ormai troppo lontani.

Due mesi in cui ho messo tra di noi chilometri e terre diverse, profumi e colori diversi, labbra di uomini diversi da te, da me, da noi.

 

Adesso, dopo aver ripreso un treno che mi ha riportato a casa, cullandomi nel dondolare del vagone in quella fissa esattezza che solo due rotaie sanno dare, capisco in un attimo di fredda analisi che non bastano chilometri di strada ferrata per separarmi dalla logora idea di te.

Quando ti vedo mi tremano ancora le mani ed il tuo odore gioca ancora tra i miei capelli, in una vecchia abitudine che non so far morire, in un vecchio sogno dal quale non so destarmi.

Io ti amo e lo realizzo così, alla fine di un viaggio più che mai vuoto, colmo di paure.

 

Due mesi fa ti amavo; adesso ti amo allo stesso modo, e non ci sono stati abbastanza uomini in quei chilometri che ho percorso per fingere di essermi dimenticata di te.

   
 
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