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Autore: Shesburning    07/08/2012    1 recensioni
Il punto è che ci sono tanti “ti amo” vuoti e privi di significato, e tanti gesti invisibili che invece contengono tutti i “ti amo” del mondo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei rimasto nella mia vita  solo perché non ne avevi un’altra dove andare. Io sono innamorata di te da quando ero una bambina. Ti aspettavo al nostro posto, che era il muretto dietro le scale, e anche se non per me tu c’eri sempre, non mancavi mai. Puntuale, tutti i giorni. Io ti aspettavo e ti vedevo scendere, ti facevo i complimenti a fior di pensiero per il tuo maglione nuovo o per il taglio di capelli, poi mi rannicchiavo nei tuoi occhi e annegavo nella dolce malinconia dell’amore inesistente. Potevo passare le pene dell’inferno in quelle cinque ore di giornata, avrebbe potuto capitarmi qualsiasi cosa; non mi sarebbe importato. Perché sapevo, sopra ogni certezza, che ti avrei trovato alla fine di quelle scale. E allora ogni dolore si sarebbe dissolto nel nulla.
Ancora non sapevo che era perché un dolore ancora più grande lo sostituiva.
Che dolore, mi chiedi?
Il morso di due occhi che mi vedono ma non mi guardano. Le tue mani che mi sfiorano ma non mi sentono. Le notti che riempiamo di baci e carezze ma che restano vuote, in realtà, e quel vuoto io lo sento nell’eco sordo che c’è in casa e dentro al tuo respiro quando dormi.
Che dolore.
Il punto è che ci sono tanti “ti amo” vuoti e privi di significato, e tanti gesti invisibili che invece contengono tutti i “ti amo” del mondo.
Il mio aspettarti all’angolo era uno dei secondi. I tuoi “ti amo” non lo sono mai stati davvero.
Tu sei rimasto nella mia vita perché avevi già perso troppo nella tua. Non volevi legarti, eppure avevi qualcosa da perdere, anche se quel qualcosa non era come avresti voluto e a volte ti faceva sospirare di tristezza, la notte, quando credevi che non ti avrei sentito.
Ma questo non è restare davvero. Accanto a me è rimasto il corpo, ma la mente è andata via da un pezzo.
Cosa sogni, Juan? Capelli biondi sciolti lungo una schiena bianca, occhi truccati che ti sorridono tra la folla, labbra morbide come le mie, ma che hanno semplicemente un altro sapore. Cosa sogni, Juan? Cos’hai sempre sognato?
Io lo so. L’ho sempre saputo, anche quando siamo arrivati insieme sull’altare. Anche dopo che tu mi hai dato il tuo si, con tutti i timori e le promesse che conteneva.
Io non ho amato nessun altro, Juan. Tutti i nodi in gola, tutte le strette allo stomaco, tutti i sorrisi migliori, li ho riservati solo per te. Perché sapevo che con lei sarebbe finita.
Come lo sapevo?
Lei è morta.
Lo so che è morta. Tu ti sei aggrappato a me come un cucciolo ferito, spoglio di ogni difesa, fragile come la neve, con il vuoto e la disperazione talmente chiari sulla tua pelle che si sarebbero potuti afferrare e spargere nel vento. Io ti ho raccolto in mezzo al tuo dolore, Juan, e l’ho fatto perché ti ho sempre amato.  Avevi bisogno di me, ed io ti ho offerto il mio aiuto.
Ti ho offerto me stessa, Juan.
Ma non sei rimasto davvero. Tu sei rimasto con lei.
E lo so che, in segreto, quando mi baci la schiena immagini che sia la sua. Chiudi gli occhi mentre mi affondi il viso tra i capelli e le tue dita cercano lei. Mi hai fatto cambiare profumo. La mia pelle adesso sa di lei.
Ma io non sono lei. E te ne sei accorto anche tu, Juan.
Lei è caduta da quella scogliera e tu sei rimasto aggrappato alle rocce. Avresti voluto cadere con lei, ma io ti ho salvato. Nei tuoi occhi lo vedevano tutti quanto tu fossi vicino al baratro. Ti bastava che nessuno facesse niente: saresti caduto da solo.
Ma io ti ho salvato, Juan.
Sai che penso in queste notti in cui nei tuoi respiri si confonde il nome di lei? E’ una pugnalata ogni volta.
Quando l’ho spinta nel mare credevo che saresti stato mio per sempre. Mi rivedevo, al nostro posto, tu con i tuoi sorrisi pieni ed io con il mio vuoto nel petto, a nascondermi dietro le scale e volerti mio. L’ho voluto così tanto.
Ma adesso, in queste stesse notti, so che tu non sarai mai del tutto mio.
Per questo devo farlo.
Tutte queste ferite, ce le stiamo facendo a vicenda. Io ti ho avuto, ma allo stesso tempo non ti avrò mai. Tu sei stato salvato. Ma non era quello che volevi.
Ma questa volta ti salverò davvero.
Cos’è questo pugnale, mi chiedi? E’ la tua ancora di salvezza. L’ultima speranza che ci rimane.
Forse ci troveranno, domani, o nei giorni a venire. Ci troveranno e vedranno quanto saremo felici, spenti nei nostri sorrisi.
Marito e moglie, insieme. Il giorno del loro anniversario.
Non sapranno mai la verità, ovviamente. Non sapranno che tu torni da lei ed io ti lascio per sempre.
Ma questa volta ci salveremo entrambi.
Te lo prometto.
 
  
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