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Autore: Momos    07/08/2012    0 recensioni
Fic sui Falling in Reverse
-se vuoi provarci fallo con qualcun'altra, non so se te ne sei accorto, nel caso contrario te lo dico apertamente. Mi stai sulle palle.- disse Guen scandendo bene le parole. Forse nessuna ragazza si era mai rivolta così a Ronnie, per questo si alzò nella stanza un -oooh- generale.
-Mi piacciono le sfide bella roscia- la provocò Ronnie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il camion che viaggiava nella corsia opposta cercò di evitarli ma ormai la loro macchina si era completamente schiacciata contro di lui. Tutti e tre i ragazzi erano rimasti intrappolati nell’abitacolo. Apparentemente privi di vita.
Ambulanze e polizia arrivarono tempestivamente. Caricarono i tre ragazzi e li portarono urgentemente in ospedale. Erano gravemente feriti. Guen sentiva tutto quello che le accadeva intorno. L’infermiera che cercava di farla svegliare, ma lei non aveva forze. Desiderava rispondere, dirle che sentiva tutto, ma le sue labbra si rifiutavano di muoversi. Si limitò, con grande fatica, ad aprire gli occhi e incrociarli con quelli dell’infermiera che avvertì subito il collega. Li richiuse, era esausta. Quel gesto equivaleva ad aver tirato su un masso di svariate tonnellate in quel momento.
Si sentì chiamare da una voce maschile e puntare negli occhi una forte luce biancastra, simile a quella del camion. Aprì di nuovo gli occhi appena in tempo per vedere una siringa infilarsi nella sua pelle e uno strano sonno impadronirsi di lei.
 
 
-Siamo qui per Guen Innistal- chiese all’entrata Isabel con voce preoccupata. Era seguita dai Falling in Reverse al completo.
-Terzo piano. Credo che non possiate ancora vederla- rispose lei.
-Grazie- risposero un attimo prima di sparire su per le scale. 
Appena arrivati incrociarono un medico che usciva proprio da quel corridoio.
-Scusi, sa dove possiamo trovare una ragazza che ha fatto un incidente qualche ora fa?- chiese subito Isabel.
-Oh si, la ragazza bionda?- chiese. I ragazzi si guardarono
-No, veramente è Rossa- si affrettò a rispondere Ronnie
-No, qui sono arrivati tre ragazzi. Una ragazza con lunghi capelli biondi, una con dei capelli biancastri, e un ragazzo, lui ha i capelli rossi- rispose il dottore sicuro di quello che stava dicendo. I ragazzi si guardarono di nuovo. Ryan puntò gli occhi sul medico
-Noi cerchiamo una ragazza di nome Guen- disse stufo di quel tira e molla
-Appunto, la ragazza con i capelli biancastri. Vi accompagno- dissi facendogli strada. Tutti lo seguivano ancora incerti sulla vera identità della ragazza. Quando arrivarono davanti ad un vetro Isabel si aggrappò al braccio di Jacky. Non poteva credere a quello che le si mostrava.
-Guen- sussurrò Ronnie appoggiando le mani sul vetro.
-Si riprenderà?- chiese subito Derek
-L’intervento è finito poco fa. Ha subito molte ferite gravi su tutto il corpo. Ma sono più che sicuro che ne uscirà- rispose il medico gentilmente.
-Come è successo?- chiese poi Ron. Il medico scosse la testa
-Le dinamiche non sono proprio precise ma abbiamo trovato un elevato tasso alcolico nel sangue di tutti e tre. Probabilmente erano ubriachi e si sono messi al volante e in qualche maniera sono andati a finire nella corsia opposta e un camion, li ha travolti- spiegò.
-Chi sono gli altri due?- chiese Isabel sperando di non sentire gli stessi nomi che sentiva una volta.
-Mi pare che il ragazzo si chiami Tom mentre l’altra Ryanne. Lei e il ragazzo sono i più feriti, era lui al volante e lei le sedeva accanto- rispose, poi abbozzo un sorriso e se ne andò.
Isabel scosse la testa.
-Aveva smesso di bere. Aveva smesso di frequentare quelle persone. Ci era riuscita- disse stringendosi al petto di Jacky.
-E ci riuscirà di nuovo, appena sarà uscita di qui- la rassicurò Jacky facendola sedere. Ronnie era rimasto a fissare quel vetro, come se potesse perforarlo con lo sguardo e arrivare da lei.
-Non ha più i capelli rossi- disse quasi in un sussurro
-Voleva diventare bionda per piacere a uno- disse ad un tratto un ragazzo. Ronnie si voltò a guardarlo con aria interrogativa. -è stata lei a dirmelo, la notte dell’incidente. Ha detto che questo tipo l’aveva tradita con una bionda e quindi lei aveva rinunciato al suo rosso fuoco per diventare bionda così magari lui l’avrebbe apprezzata di più-
-Io sono quel ragazzo- disse lui pentendosi di essere se stesso
-Piacere, io sono Ryan. Sono un barista- disse guardando oltre il vetro. Ronnie non rispose. Continuava a guardare Guen mentre Isabel continuava a darsi la colpa. Era come se i suoi incubi fossero improvvisamente diventati realtà.
Ronnie era rimasto accanto al ragazzo, entrambi di fronte al vetro.
-Come hai saputo che era qui?- chiese Ronnie
-Ho sentito dei ragazzi parlare di questa storia appena sono uscito dal pub. Hanno specificato che una delle ragazze aveva i capelli biancastri e subito mi è venuta in mente lei. Mi sono precipitato qui perché il ragazzo che era con lei non mi sembrava molto affidabile- spiegò il ragazzo.
Ronnie continuava a guardare oltre il vetro. Non solo si odiava per averla fatta scappare, ora se le fosse successo qualcosa, si sarebbe ritenuto completamente responsabile.
 
 
-Il medico aveva detto che si sarebbe ripresa. Perché dopo una settimana quei due sono svegli e Guen no?- sbraitava Ronnie. Isabel sembrava uno zombie, i suoi capelli sempre lisci avevano lasciato spazio a dei lunghi e scompigliati boccoli biondi e i suoi occhi erano rossi e cerchiati di un leggero viola. Non dormiva più.
-Odio dover stare qui e non poter fare niente- ripeteva ormai da giorni Ronnie. Si sentiva inutile. Avevano ottenuto il permesso di entrare, uno alla volta, nella sua stanza. Lo facevano spesso, volevano tutti starle vicini.
Ormai non riuscivano più a distinguere il giorno dalla notte. Erano sempre chiusi lì con i neon a fargli da sole e da luna. Ronnie si stropicciò gli occhi e entrò nella stanza di Guen. Ogni volta vederla era come strapparsi un pezzo di anima. Sembrava priva di vita con quegli occhi chiusi, ma sentire il suo respiro gli faceva ricordare che ancora non era finita.
Come faceva di continuo nell’ultima settimana si mise seduto su una sedia di fianco al letto di Guen e le accarezzò la mano.
-Quand’è che tornerai a urlarmi contro?- disse quasi in un sussurro Ronnie. Era stanco di parlare e non ricevere alcuna risposta. Voleva che Guen gli rispondesse, anche solo per insultarlo, come qualche tempo fa.
-Dio Guen, svegliati! Ti prego- aveva alzato il tono di voce, era quasi un urlo di disperazione. Aveva lasciato che qualche piccola gocciolina salata gli sfiorasse il viso. Non si vergognava, era umano anche lui.
I giorni passavano e tutto restava sempre uguale. I ragazzi si davano il cambio durante la notte per restare svegli in caso di cambiamenti.
-Forse dovrei andare a casa, ho bisogno di cambiarmi- disse Isabel. Jacky si alzò con lei e insieme si incamminarono mentre tutti gli altri continuavano a fissare ininterrottamente quel vetro che li separava. 

   
 
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