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Autore: _YeongWonhi_    07/08/2012    4 recensioni
“Come un incidente può far incrociare due vite fino a farle intrecciare tra loro irrimediabilmente”
“[…] JunHyung raggirò velocemente l’auto e la vista che gli si presentò di fronte gli fece raggelare il sangue nelle vene. Il suo battito cardiaco accelerò al ritmo con il suo respiro che si faceva sempre più corto, mandandolo nel panico più totale, mentre l’angoscia saliva a più non posso.” [Cit. Prologo]
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2: “At the Hospital”


La mattina seguente, il risveglio non fu facile per nessuno di loro. Il primo ad alzarsi, anche se con parecchie difficoltà, fu JunHyung.

Quest’ultimo non aveva chiuso occhio per quasi l’intera nottata. Ogni volta che ci provava, l’immagine di una ragazza sanguinante lo riportava bruscamente alla realtà. La vicenda del giorno precedente lo aveva davvero spossato.

Si alzò dal letto, facendo leva sulle braccia per tirarsi su, si infilò le ciabatte e strascicò i piedi fino alla cucina, dove si lasciò ricadere pesantemente su una delle sedie poste intorno al tavolo.

Ancora assonnato, si prese la testa tra le mani, mentre le palpebre pesanti minacciavano di chiudersi. Allora decise di raggiungere il bagno per farsi una doccia fredda, sperando che almeno quella lo avrebbe aiutato a riprendersi un po’.

Sempre con passo strascicato raggiunse la sua destinazione, si privò velocemente dei pantaloni della tuta, della canottiera e dell’intimo, gettando il tutto a terra, ed entrò sotto il getto fresco dell’acqua.

Chiuse per un attimo gli occhi, posando entrambe le braccia contro la superficie bagnata dell’interno doccia per reggersi in piedi. Le gocce che si abbattevano sulla sua pelle, rigenerandola, gli davano quel mancato senso di tranquillità che, in quel momento, tanto bramava.

Poi, però, per ogni goccia gli tornava alla mente un ricordo, facendo riemergere un passato che voleva solo dimenticare. I volti appartenenti alle persone che lo avevano fatto soffrire sfrecciavano velocemente sotto le sue palpebre chiuse.

Strinse con forza i pugni contro il muro, poi scivolò lentamente a terra, mettendosi a sedere sul fondo della doccia. Alzò la testa verso l’alto, come se l’acqua avesse potuto cancellare il suo passato, ma, ovviamente, non ottenne l’effetto sperato.

Contemporaneamente, DongWoon usciva dalla sua stanza, ancora assonnato, per dirigersi verso il bagno. Quando si trovò di fronte alla porta sentì dei rumori provenire dall’interno, così decise di bussare.

A quel richiamo, JunHyung si riprese, alzandosi repentinamente da terra.

-“Un attimo, ora esco.” disse, ponendo fine al getto d’acqua per poi uscire definitivamente.

Si strinse un asciugamano intorno ai fianchi, afferrò i vestiti che aveva precedentemente buttato sul pavimento e andò ad aprire a DongWoon.

-“Il bagno è tutto tuo.”

Il minore era già entrato e si stava per richiudere la porta alle spalle quando si voltò ed afferrò JunHyung per un braccio.

-“Mi do una lavata veloce e poi vado in ospedale. Vieni?” domandò poi, nonostante si fossero già messi d’accordo la sera precedente.

L’interpellato annuì con un cenno del capo, tanto ci sarebbe andato comunque anche senza quella richiesta.

***

Avevano approfittato del sonno profondo di GiKwang per uscire di casa. Erano ben consapevoli che se fosse stato sveglio, avrebbe cercato in tutti i modi di convincerli a non andare, convinto che sarebbe stata una cattiva idea. O perlomeno per quanto riguardava colui che era coinvolto nell’incidente.

Fatto sta che ora si trovavano all’entrata dell’ospedale e si stavano dirigendo con passo svelto verso il banco informazioni. Una giovane donna, una volta accortasi della presenza dei due ragazzi, alzò lo sguardo dai fascicoli che stava esaminando, per posarlo sui nuovi arrivati.

-“Buongiorno.” disse cordialmente. “Posso aiutarvi in qualche modo?”

-“Vorremmo sapere dove possiamo trovare Crystal Atrei. È stata ricoverata ieri pomeriggio.” rispose DongWoon, con una nota di urgenza nella voce.

La donna consultò velocemente gli ultimi fogli della giornata precedente, in cerca del nome che le era appena stato suggerito.

-“Siete fortunati, inizia l’ora del passo. Secondo piano, prima curva a destra, stanza numero sette.”

-“Grazie.” replicò educatamente il ragazzo.

Poi si incamminarono entrambi verso le scale e, rasentando appena la corsa, raggiunsero in meno che non si dica la loro destinazione.

Fuori dalla stanza numero sette, JunHyung cominciò a volersi trovare da un’altra parte. Una goccia di sudore scivolò dalla sua fronte, segno inconfutabile del suo nervosismo. Non era affatto pronto a rivedere colei che aveva praticamente quasi investito.

Sapeva che quel momento equivaleva ad un altro cedimento da parte sua, e non poteva permetterselo. Rimaneva comunque il fatto che si sentiva in dovere di scusarsi e voleva ottenere il perdono, anche se temeva che non ci sarebbe riuscito tanto facilmente.

DongWoon, che si era accorto dell’ansia dell’amico, esitò qualche istante sulla soglia della stanza. Un po’ ce l’aveva con il maggiore per l’accaduto, perché se fosse stato più attento la sua amica non si sarebbe trovata in un letto d’ospedale; ma dall’altra parte sentiva che doveva stargli accanto.

-“Te la senti o no?” gli chiese allora, con una certa premura.

JunHyung trasse un respiro profondo, e, con qualche incertezza ancora ben visibile, fece cenno di si con la testa. Entrarono insieme, fianco a fianco, e trovarono la stanza vuota; o meglio, non c’era nessuno oltre a lei.

Crystal era sdraiata sul letto centrale e sembrava profondamente addormentata. Aveva una benda sulla fronte, e altre bende poste in vari punti delle braccia. Le gambe erano ricoperte dalle lenzuola, ma si poteva intravedere un lieve rigonfiamento che pareva ricordare la forma di un gesso che, probabilmente, le circondava la gamba destra. Per non parlare dei lividi che ricoprivano la sua pelle prima immacolata.

Al braccio sinistro, invece, nella piegatura del gomito, le era stato infilato l’ago della flebo e alle narici aveva i tubicini che si collegavano con le bombole dell’ossigeno. Non era affatto un bello spettacolo, non che pensassero sarebbe potuto essere il contrario, ma vederlo era un altro paio di maniche.

Si scambiarono un breve sguardo, come a confermare la gravità della situazione. Poi DongWoon si avvicinò al letto, prendendole dolcemente un mano e stringendola tra le sue.

JunHyung, invece, rimase immobile sul posto, non riuscendo ad avvicinarsi neanche di un millimetro. Il pensiero che era stato lui a farla ridurre in quello stato gli stava dilaniando il petto, ma si promise che non lo avrebbe dato a vedere.

-“Credo stia dormendo.” constatò il più piccolo, senza dire niente di nuovo. Nel mentre le accarezzava una guancia con affetto.

-“Ma non mi dire?!” esclamò l’altro sarcasticamente, ottenendo un’occhiataccia da parte del suo interlocutore.

Nonostante non ci riuscisse, JunHyung sentiva il bisogno di avvicinarsi. Come se il corpo della ragazza fosse stato una sorta di calamita, la quale lo attraeva a sé ma, allo stesso tempo, lo respingeva. Era una sensazione alquanto strana e frustrante.

In quel momento sentirono dei passi vicini e si voltarono contemporaneamente verso la fonte di quel suono. Una donna occidentale li stava guardando sorpresa, con in mano un caffè fumante. Doveva trattarsi sicuramente della madre della ragazza.

-“Salve signora Wiedermann.” DongWoon la salutò, accompagnando le parole con un inchino educato.

-“Ma quante volte ti avrò detto di darmi del tu, Woon! Chiamami Ingrid.” disse di rimando lei, rivolgendogli un dolce sorriso.

Il ragazzo arrossì imbarazzato, abbassando leggermente il capo verso il basso. Poi lo sguardo della donna si posò su JunHyung, cercando di capire chi fosse.

Quest’ultimo sentiva gli occhi della signora bruciargli addosso, senza mai incrociarli direttamente. Se prima aveva desiderato trovarsi altrove, ora voleva semplicemente scomparire.

-“Questo giovanotto chi sarebbe?” domandò, senza rivolgersi a qualcuno in particolare.

-“È un mio amico.” replicò il minore. “È grazie a lui se ho saputo di Crystal. Era nel luogo dell’incidente.”

A quelle parole, JunHyung cominciò a tossire, rischiando di strozzarsi con la sua stessa saliva.

-“Infatti mi stavo chiedendo come facevi a sapere che eravamo in ospedale.” osservò Ingrid, non facendo caso al comportamento strano dell’altro ragazzo. “Piacere di conoscerti.” continuò poi, rivolgendosi di nuovo a quest’ultimo.

-“Il piacere è mio.” disse Jun, fingendosi disinvolto.

-“Sei per caso riuscito a vedere qualcosa? Da quello che hanno detto i poliziotti e mia figlia sembrerebbe che una macchina abbia tamponato la sua bicicletta e lei ha perso l’equilibrio. La denuncia è già scattata automaticamente. Menomale che non ha subito danni gravi, altrimenti non sarei riuscita a sopportarlo. Comunque hanno anche aggiunto che il guidatore l’ha soccorsa e l’ha accompagnata all’ospedale, assumendosi le giuste responsabilità. Questa è una cosa che apprezzo molto, anche se, sinceramente, sono arrabbiata. Ma, in fondo, si è trattato di un incidente, quindi…”

-“Si, infatti, io…” solo dopo si accorse di ciò che stava per dire e cercò di rimediare nel miglior modo possibile, sotto lo sguardo confuso dell’amico e della donna. “Cioè…l’avrei soccorsa subito anche io, ma ho visto che l’autista era già in suo aiuto così sono semplicemente rimasto ad aspettare l’ambulanza.”

Ingrid parve rilassarsi un attimo, ma lo sguardo rimase assottigliato. Sentiva che c’era qualcosa di strano nel suo tono di voce, da madre riusciva a percepirlo bene. Inutile nasconderlo, nutriva dei sospetti.

Mentre la donna sembrava scannerizzare il ragazzo, una voce appena udibile portò la loro attenzione altrove.

-“Dong-Woon.” sussurrò sorpresa Crystal, stringendo ripetutamente gli occhi come a liberarli dall’annebbiamento tipico del sonno.

-“Crystal! Come stai?” il ragazzo si era nuovamente avvicinato e le accarezzò dolcemente i capelli castani.

-“Bene.” rispose lei, sorridendo.

JunHyung rimase ancora una volta in disparte a guardarla. Il sorriso radioso che si era impossessato delle sue labbra lo metteva a disagio. Come riusciva a sorridere e a dire che stava bene in una situazione del genere? Doveva ammettere che la ragazza aveva carattere.

In quell’istante i loro occhi si incontrarono per la prima volta, prima circospetti, poi semplicemente curiosi. JunHyung avvertì una sorta di stretta al petto, incapace di distogliere lo sguardo. Come aveva potuto essere stato così disattento? Non se lo sarebbe mai perdonato.

Dopo pochi secondi, Crystal abbassò la testa infastidita. Aveva provato una strana sensazione nel guardarlo, come se lo avesse riconosciuto. Ma era sicura di non averlo mai visto prima. Cosa significava?

DongWoon, il quale aveva intercettato lo sguardo della ragazza, si prese la premura di presentarli.

-“Ah! Giusto! Quasi dimenticavo! Crystal, lui è un mio amico, si chiama JunHyung, era sul luogo dell’incidente.”

Il maggiore inclinò appena il capo in cenno di saluto, non riuscendo a fare di meglio. Ingrid seguì ogni suo minimo gesto e comprese che stava nascondendo qualcosa, lo si poteva capire dalla rigidità con cui si muoveva.

La ragazza riuscì a stento a non spalancare la bocca. Ora capiva come mai si era sentita così strana qualche attimo prima. Era stato lui. Lo aveva riconosciuto perché poco prima di perdere i sensi aveva visto una figura avvicinarsi a lei, e quella figura corrispondeva con quella del ragazzo che ora aveva a qualche metro di distanza.

JunHyung non si lasciò sfuggire quell’espressione sbalordita e la guardò attentamente. Che avesse capito qualcosa? Il cuore cominciò ad aumentare la velocità dei battiti, ma lui fu in grado di mascherare il timore con un sorriso strafottente. Subito dopo, però, si maledisse per quel gesto.

-“Mamma, potresti uscire un attimo. Ho bisogno di parlare con DongWoon.”

La donna rimase interdetta per qualche istante, poi acconsentì e si diresse fuori dalla stanza. JunHyung stava per seguirla all’esterno, visto che Crystal doveva parlare con il minore, ma lei glielo impedì.

-“Rimani.” disse con voce flebile.

I due ragazzi si voltarono a guardarla, stupiti e improvvisamente preoccupati, poi si scambiarono uno sguardo d’intesa, sapendo già cosa avrebbe potuto dire.

-“Sei stato tu, vero?” domandò, con gli occhi fissi sulla sagoma immobile di JunHyung.

Quest’ultimo sbiancò di colpo e le sue paure si rivelarono tremendamente fondate. Lei sapeva.

-“Anche se fosse?” sbottò, nascondendosi ancora una volta dietro una maschera di strafottenza. E, anche stavolta se ne pentì all’istante. Doveva scusarsi, non dargli un altro motivo per essere odiato.

-“Ok, sei stato tu.” replicò Crystal con un tono di voce fin troppo pacato e controllato.

-“Io…” non sapeva cosa dire, ma doveva sforzarsi. “Mi dispiace. Sarei dovuto stare più attento, non ti avevo proprio visto.” cercò comunque di controllarsi, sperando di risultare, oltre che dispiaciuto, anche a suo agio.

-“Certe persone dovrebbero pensarci due volte prima di prendere la patente.”

-“Ehi! Ti ho chiesto scusa e pagherò la denuncia. Cos’altro dovrei fare?”

La discussione stava cominciando a farsi più calda e non era affatto un buon segno.

-“Ormai niente, il danno l’hai fatto lo stesso. Comunque tranquillo, non sono una ragazza che fa pesare le cose, anche se in questo caso sarei più che motivata a farlo.” gli rivolse un sorriso falso.

-“Troverò il modo di farmi perdonare.” sbottò allora JunHyung con un che di sfida, stupendosi da solo per quelle parole.

-“Dubito fortemente che ce la farai. Comunque apprezzo la tua sincerità e il fatto che tu mi abbia soccorso.” ammise arrossendo. “Fatto sta che non occorre che tu ti faccia perdonare, cosa te ne faresti del mio perdono? Per non parlare del fatto che ciò comporterebbe spesso un tuo incontro e non ci tengo particolarmente, mi è già bastato il primo.” era addirittura in grado di fare del sarcasmo!

-“Dopo queste tue parole dovrei farmi da parte, giusto? Mi dispiace ma non sono il tipo che si sottrae tanto facilmente. Ho detto che troverò il modo di farmi perdonare e così sarà.”

-“Come ti pare, sprechi solo del tempo che potresti impiegare in modo migliore. E ora dimmi, perché ti ostini tanto a volere il mio perdono?”

-“Per avere la coscienza a posto, tutto qua.” disse bruscamente.

-“Non sarà affatto piacevole, per nessuno dei due. Soprattutto quando i miei verranno a sapere chi sei.”

DongWoon stava seguendo il loro scambio di battute in silenzio, non sapendo come intromettersi per calmare le acque.

Gli altri due stettero un altro paio di minuti a misurarsi con lo sguardo, c’era un segno di sfida nel modo in cui lo facevano, ma c’era anche qualcos’altro.

“Rimpianto? Senso di colpa? Frustrazione?” si chiese il ragazzo. “No, non credo che abbia un nome ciò che sento.” pensò.

“Rabbia? Dolore? Fastidio?” si domandò invece Crystal. “Probabilmente fastidio.” accordò lei.

-“Io devo andare.” la informò JunHyung. “Ci rivediamo presto.” le sorrise con una malizia costruita.

-“Non vedo l’ora.” replicò sarcasticamente la ragazza.

Dopo un ultima occhiata, Jun uscì definitivamente, salutando anche la donna che era appostata nel corridoio principale.

-“Sai, dovresti cambiare amicizie.” sentì dire da Crystal.

-“Non è come credi. È un bravo ragazzo.” ribatté DongWoon, prima di seguire l’amico fuori.

Farsi perdonare non sarebbe stata una passeggiata. Era una sfida bella e buona. Ma lui era determinato a voler ottenere la vittoria.

 

Annyeong!!! Stavolta ci ho messo più tempo a postare *conta sulle dita* cinque giorni, giusto?? Spero non sarete arrabbiate con me, xD. Mi sa che comincerò a rallentare un pò con i tempi perchè sabato mi tocca andare ufficialmente in vacanza per due settimane con i miei, e non so se mi consentiranno di portarmi dietro il pc ç__ç *si dispera al solo pensiero* Ma come farò senza di voi??!! Povera me, devo rassegnarmi a lunghe giornate in spiaggia durante le quali muoio di caldo e mi abbrustolisco ben bene. Cambiando discorso... beh, cosa ne pensate ora che si sono finalmente incontrati? Riuscirà il nostro Joker a farsi perdonare? Domanda scontata ok, allora la cambio u.U : Quanto ci metterà a farsi perdonare??!! (Che ne dite? Questa domanda è meglio, vero?) O mamma, sclero sempre di più! Mi conviene salutarvi e augurarvi buone vacanze rimanenti (?) Faccio prima a dire: Alla prossima! (come sempre, xD) Kisses, Alice...

PS: Come ogni volta ci tengo a ringraziare in modo particolare, oltre chi legge e segue questa storia *-*, coloro che hanno avuto la pazienza di recensirmi ancora una volta! Gomawo girls!! Mi rendete davvero felice con le vostre opinioni! ^^

   
 
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