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Autore: ValeAki    07/08/2012    4 recensioni
[...] L’acqua del ruscello scorreva piano, delicata, uno specchio cristallino delimitato da argini in muratura, dove Lucy attuava la difficile impresa di stare in equilibrio senza farsi un bagno. L’autunno era arrivato anche quell'anno, aveva bussato piano e poi aveva definitivamente preso il posto dell’estate. A Lucy piaceva l’autunno, la brezza del vento leggero la estasiava, svegliandola dai suoi pensieri. Pensava molto ultimamente la bionda, pensava ad una persona, pensava ad un ragazzo. [...]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Avevo un disperato bisogno di scrivere qualcosa di fluffuoso (oltre che far passare il tempo mentre scarico un film, lol) ma a quanto pare non ci sono riuscita. Beh, ecco quindi questa One-shot (sarò io cieca, ma non ho trovato l'opzione negli avvertimenti D:)
Ah, so che il titolo non ci azzecca per nulla, ma io e i titoli abbiamo una relazione complicata _ _'' Ho litigato anche con i finali, quindi so per certo che la fine fa schifo x'D Beh, vi lascio alla lettura, che è meglio. =w=


Me. Te.


Un venticello soffiava per le vie di Magnolia, scuotendo le fronde degli alberi e dando un po’ di ristoro alla popolazione. L’estate era già finita, ma di tanto in tanto l’afa tornava a fare visita. Le foglie arancio cadevano lentamente dai rami degli alberi, oscillando nel loro percorso, quasi stessero danzando. L’acqua del ruscello scorreva piano, delicata, uno specchio cristallino delimitato da argini in muratura, dove Lucy attuava la difficile impresa di stare in equilibrio senza farsi un bagno. L’autunno era arrivato anche quell’anno, aveva bussato piano e poi aveva definitivamente preso il posto dell’estate. A Lucy piaceva l’autunno, la brezza del vento leggero la estasiava, svegliandola dai suoi pensieri. Pensava molto ultimamente la bionda, pensava ad una persona, pensava ad un ragazzo. In quella turbina di pensieri vorticavano sempre le stesse domande, gli stessi dubbi, le stesse certezze.

Glielo dico?
Non glielo dico?
Gli piaccio?
Non gli piaccio?
E se magari, lui ama lei, e non me...
Se magari, io fossi solo d’impiccio tra loro due...
Però io lo amo, questo è sicuro!
Lo amo, ma a dirglielo, proprio non ce la faccio.

Pensava sempre alle stesse cose, nel breve tragitto tra la Gilda e il suo appartamento. Entrò, sussurrando un flebile “Sono tornata” nella speranza che qualcuno le rispondesse. Quando ciò non accadde, sospirò, entrando il bagno con l’intenzione di farsi un bel bagno caldo, lasciano fuori dalla porta i suoi problemi ed immergendosi in quel tepore schiumoso. Si rilassava, nel bagno. Aveva un potere guaritore che le faceva passare tutto. Ma quel potere, svaniva troppo presto. Constatando che i polpastrelli erano già raggrinziti, decise di uscire, interrompendo quel momento magico. La solitudine, è una brutta cosa. Prima, poco prima... no, molto prima, prima dei sette anni, non era mai da sola. Erza, Gray, Natsu ed Happy, se li ritrovava sempre in casa a passeggiare come se nulla fosse. Piano piano Erza e Gray smisero, capendo che anche lei voleva la sua privacy, ma Natsu no. Lui continuava indisturbato, e non che la cosa la infastidisse, sia chiaro. Ma non poteva lasciarsi soggiogare da quel sentimento che si annidava dentro il suo cuore. Dapprima una fievole fiammella, poi una turbina di fuoco e fiamme che la travolse in pieno. No, lei non poteva, e continuava a mentire. Mentiva, mentiva spudoratamente, sul fatto che non lo volesse in casa, quando il suo unico desiderio era tutto il contrario. Sentendo il suo stomaco fare i capricci, si preparò qualcosa e, dopo che ebbe finito, si rintanò nel suo letto morbido e caldo. Scostò le coperte, rivelandone un’ombra. Natsu e Happy si erano infiltrati di nuovo. Beh, lo sperava. Lasciava sempre una finestra aperta a posta. Sorrise dolcemente, delicatamente, con gli occhi socchiusi, mentre inspirava la fragranza di Natsu, un po’ acerba e ribelle. Decise di non svegliarli, non l’avrebbe fatto quel giorno. Si procurò una coperta e si sedette nel ripiano della finestra, osservando le stelle. E lì la costellazione del Leone, quella del Toro, della Vergine e dell’Ariete. Si perse ad ammirare quella distesa di puntini bianchi su uno sfondo blu, mentre piano il sonno giunse. La mattina dopo, si ritrovò nel suo letto, mentre Natsu la osservava. Vedendola sveglia, iniziò la paternale sul fatto che sarebbe potuta cadere o si sarebbe presa un malanno. Lucy piegò le labbra in sorriso accennato e, forse per il sonno, forse per un inspiegabile atto di follia, prese il viso di Natsu tra le sue mani, avvicinandolo lentamente al suo. Quello che dapprima era un bacio lento, un po’ impacciato, presto fu un bacio passionale, a cui Natsu ricambiava. Il bisogno impellente di aria li fece scostare, con il fiato corto e le goti arrossate. Natsu, sbigottito, chiese. “Perché?” perché, quello che fino a qualche giorno prima credeva un sogno, ora era diventato realtà? Perché la sua Lu’ lo aveva baciato? Ma in quel momento le parole erano inutili, solo una breve esclamazione avrebbe potuto palesare quel gesto. “Ti amo.” Un sussurro, e poi un altro bacio. Un bacio, un apostrofo rosa tra quelle dolci parole. Le parole non servivano, era già ovvio ad entrambi quanto si amassero. Ma un certo gatto che aveva assistito sbigottito  alla scena, non potette astenersi dal dire la sua. “Si ppppppppiacciono”. E perché negarlo se, in fondo, era quella la verità?
   
 
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