# 9
– Venerdì notte - * Scelte *
Dopo dieci minuti che cammina
avanti e indietro davanti alla porta di Rick, Kate decide di spostarsi
verso le
scale e di sedersi su un gradino.
L’attesa la sta snervando.
Inoltre quella decina di
caffè che ha bevuto durante la giornata non aiutano affatto.
Voleva evitare di
crollare per la stanchezza e riuscire ad andare alla scuola di Alexis
perciò
non ha fatto altro che ingurgitare caffeina tutto il giorno. Lanie si
è persino
offerta di somministrargliela per endovena, prendendola in giro. Ci
teneva
davvero a essere presente alla cerimonia, ma soprattutto a vedere Rick.
Le era mancato più di
quanto
credesse possibile.
Quei momenti di vita
quotidiana le avevano riscaldato il cuore.
Ormai era pronta. Lo sentiva.
Il muro che la proteggeva
dall’essere ferita era ormai un pallido ricordo. Un cumulo di
macerie già da
qualche settimana.
L’unica remora
è il caso di
sua madre. Avrebbe voluto risolverlo e voltare pagina. Avrebbe voluto
chiudere
quella porta per aprire un meraviglioso portone sul suo futuro con Rick.
Appoggia la testa alla parete
e chiude gli occhi con questo pensiero in testa.
Una forte folata d’aria
la
coglie di sorpresa.
Le braccia le fanno
malissimo, sente che non reggono più il suo peso.
Non sa perché
è appesa al
cornicione di un palazzo. Non sa perché un uomo alto dal
volto cattivo la
guarda divertito mentre lei sta per lasciarsi andare.
“Scegli!” urla
l’uomo.
Beckett non capisce, no sa di
cosa stia parlando.
Spaventata cerca di
arrampicarsi.
“Devi
scegliere!!” ripete più
arrabbiato.
“Cosa? Che cosa devo
scegliere!?!” domanda sforzandosi di non perdere la presa.
“Devi scegliere Kate! O
tua
madre o Castle!” l’uomo sposta un piede in avanti e
preme con forza sulle dita
di una mano.
Un urlo le nasce spontaneo
“Castleeeeeeeeeeee”
Il ding dell’ascensore la
sveglia di colpo.
Si è formata una piccola
pozzanghera sul gradino su cui è seduta.
Sente dei passi e poi una
porta che si apre e subito dopo si richiude.
Rick e Martha sono tornati,
ma Kate è ancora agita per il sogno appena fatto.
Non si muove. Respira
profondamente passandosi le mani sul viso.
Ha fatto la sua scelta ormai.
Testa e cuore vanno nella
stessa direzione.
Una punta di dolore al
pensiero di non indagare più sull’assassino di sua
madre la attraversa. Sa che
non se ne andrà mai del tutto, ma ora riesce ad accettarlo.
Ora può riprendere in
mano la
sua vita ed iniziare a viverla, finalmente.
E dopo aver sperimentato
quarantottore della sua vita senza Castle, senza vederlo, ridere,
parlare e scherzare
con lui, ora ne è sicura.
Non ci sarebbero state altre
quarantottore del genere. Mai più.
E al diavolo l’orgoglio.
Al
diavolo se sprofonderà imbarazzata, se brucerà
dall’agitazione, se sarà rossa
come un pomodoro.
Al diavolo tutto. Non le
importa di nient’altro ormai.
Stai riattaccando il telefono
quando senti bussare alla porta.
Alexis ti voleva fare sapere
che è arrivata alla festa e che tornerà a casa
domani per pranzo.
Sei così orgoglioso e
fiero
che ti metteresti persino a ballare con addosso un gonnellino hawaiano.
Tua madre va ad aprire alla
porta mentre tu ti levi l’insopportabile tutore e ti avvii
verso il tuo studio.
Vuoi chiamare la tua musa e
ti serve pace e tranquillità per farlo, ma non hai ancora
digitato il suo
numero che già senti la sua voce.
“Cercavi me?”
Ti volti sorpreso.
Lei è appoggiata allo
stipite
del tuo studio, bagnata fradicia ma con un meraviglioso sorriso sul
volto.
“Kate! Sei
qui!” esclami meravigliato
“A quante pare”
risponde
divertita dal tuo stupore.
“Certo che sei qui,
intendo,
è ovvio che sei qui, ti vedo...” incespichi nel
vederla chiudere la porta e
avvicinarsi “...è solo che ti credevo
distrutta...” ti guarda fisso negli occhi
e si morde il labbro maliziosamente “...c-crollata sul letto
per la
stanchezza...” nemmeno il tuo balbettare la fa desistere
dalla sua avanzata.
Decisa ti afferra il volto e
sussurra “Ho ancora un po’ di energie” e
poi ti bacia.
Non sei abituato a vederla
così decisa, soprattutto riguardo ai sentimenti. E a voi due.
A meno che non si tratti di
respingerti. Lì l’hai sempre vista piuttosto
sicura, in passato.
Ma ora ti sta baciando con
passione. Non lascia il tuo viso, non molla un secondo le tue labbra e
continua
ad avanzare, costringendoti a camminare all’indietro.
Finalmente lo sta facendo!
Finalmente ha deciso!
Hai aspettato che fosse lei a
baciarti e a farsi avanti, le hai dato tempo e spazio ed ora ti sta
ripagando!
Quando urti il bordo della
scrivania ti sporgi in avanti e con foga inverti le posizioni.
Lei non ci pensa nemmeno a
fare resistenza, anzi, asseconda i tuoi movimenti e di slancio la fai
sedere
sulla scrivania.
Nel susseguirsi di baci
sempre meno casti un piccolo ‘clic’
ti
blocca istantaneamente.
Lo conosci bene quel suono.
Kate ride mentre sposta il
telecomando da sotto il suo sedere, ma quando ti guarda in volto
capisce che
qualcosa con va.
E poi lo vede.
Lo schermo acceso. La sua
foto. Quella di sua madre e dei suoi colleghi uccisi. Le foto di Coonan
e
Lockwood. Raglan e McCallister.
Tutte disposte in uno schema,
come se fosse la sua lavagna al distretto.
La senti irrigidirsi tra le
tue braccia, così lasci delicatamente la presa e le permetti
di scendere dalla
scrivania.
Avevi paura che
s’incazzasse
per la storia della mano?
Beh, stai pur certo che ora
avrà ben’altro per cui urlare!
“Posso
spiegare” cominci a
parlare vedendo che lei non stacca gli occhi dal televisore.
Cammina lenta verso quelle
foto “Spiega allora” risponde senza voltarsi.
“Sei quasi morta Kate. Ti
avevano
sparato. Ho pensato che risolvendo io il caso, saresti stata
salva”
“Rischiando tu al posto
mio?
Ma come ragioni!!” urla girandosi verso di te
“Spiegami tutto! Dall’inizio!”
Ubbidisci con il cuore in
gola “Prima che Montgomery entrasse in quell'hangar, ha
inviato una busta ad un
amico...Un amico di cui si fidava. Conteneva informazioni che potevano
incriminare la persona che c'è dietro a tutto questo.
Montgomery stava cercando
di proteggerti, ma la busta è arrivata solo dopo che ti
avevano sparato”
abbassi lo sguardo al ricordo “Poi l'amico di Montgomery ha
fatto un accordo
con loro. Se ti avessero lasciato in pace, la busta con le informazioni
che
conteneva non avrebbe mai visto la luce del sole, ma hanno posto una
condizione. Dovevi smettere di indagare. Ecco perché sei
ancora viva Kate.
Perché ti sei fermata." La vedi respirare affannosamente
mentre registra
tutto quello che le stai dicendo.
"E tu come lo sai?"
domanda serrando i pugni.
"Per far rispettare
l'accordo qualcuno doveva accertarsi che tu ti fermassi."
"Eri complice in questa
cosa?" lo sguardo deluso che ti lancia ti ferisce più che
mai.
"Cercavo solo di tenerti
al sicuro." Tenti inutilmente di giustificarti.
"Castle non volevo la
tua protezione, quello che volevo era una pista e tu me l'hai tenuta
nascosta
per un anno!! Chi è l'amico di Montgomery?” ti
chiede agguerrita.
"E' solo una voce al
telefono, un'ombra in un parcheggio sotterraneo."
"L'hai persino
incontrato? Chi ti dice che non ci sia lui dietro all'omicidio di mia
madre,
chi ti dice che non sia coinvolto? Perché mi hai fatto una
cosa del
genere?"
"Perché ti amo! Ma
questo già lo sai vero? Lo sai da quasi un anno." Sputi
fuori esasperato.
Kate resta stupita per
qualche secondo "Stai scherzando vero? Ne vuoi parlare proprio adesso?
Dopo che hai confessato di avermi tradita?"
"Kate ascoltami"
"Ascoltarti? Perché
dovrei ascoltarti? Dimmi, come faccio a crederti adesso? A fidarmi di
quello
che dici?"
"Come fai a... E tutto
quello che abbiamo condiviso non conta niente? Per quattro anni sono
stato al
tuo fianco. Quattro anni ad aspettare che aprissi gli occhi e vedessi
che ero
lì per te, che sono più di un partner. Ogni
mattina mi sveglio e ti porto il
caffé semplicemente per strapparti un sorriso
perché tu sei la persona più
incredibile, esasperante, intrigante e snervante che io abbia mai
conosciuto.
Ti amo Kate, volevo solo che smettessi di indagare."
"Hai deciso
arbitrariamente della mia vita come se fossi una bambina. La mia vita,
la mia!
Non spetta a te decidere." Le lacrime iniziano a rigarle il volto e
prima
che tu possa fare o di altro lei ti scansa e si allontana.
Sbatte la porta dello studio
e dopo poco senti anche quella dell’ingresso.
Se n’è andata!
Non ha voluto
capire che l’hai fatto solo per amore. Solo per lei.
Le sembra di correre a
perdifiato, in realtà sta a malapena deambulando verso le
scale.
Il suo cuore pulsa e si
contorce ad una velocità impressionante mentre la sua mente
è come svuotata.
Non prova nulla il suo
cervello in questo momento. Non un neurone connesso.
È solo il cuore a farle
male;
ad essere deluso e ferito.
L’unico organo che
percepisce
in quel momento è il suo cuore infranto.
Si accascia nuovamente su un
gradino, incapace di fare un altro passo.
Incredula ed esterrefatta.
Si stava donando a lui e
improvvisamente è esploso tutto!
Fissa il vuoto davanti a
sé.
Dieci minuti prima aveva
scelto Castle. Aveva messo da parte il caso di sua madre per scegliere
di
vivere.
Allora perché
prendersela
così?
Perché era scappata via?
Una mano le si posa sulla
spalla e Kate si volta a guardarla.
Ne riconosce la proprietaria dagli
anelli appariscenti e dalla pelle segnata dall’età.
“Hai sentito?”
sussurra Kate.
“Tesoro, gridavate
così
forte” risponde Martha con un piccolo sorriso.
Kate poggia i gomiti alle
ginocchia e si sostiene la testa con le mani “Stava andando
tutto così
bene...perchè l’ha fatto” lo dice ad
alta voce, ma è più una domanda rivolta a
se stessa.
“Perché
morirebbe per te,
Kate, e tu sembri poco incline ad usare il tuo istinto di sopravvivenza
quando
si tratta del caso di tua madre” Martha le avvolge le spalle
con un braccio
“L’hai spaventato a morte l’hanno scorso.
Era terrorizzato, ha avuto incubi per
mesi. Sapeva che se l’avessi scoperto ti saresti arrabbiata,
ma almeno saresti
stata ancora viva per poterti arrabbiare”
Ad entrambe scappa una
piccola risata liberatoria.
“Ho scelto lui”
Kate si volta
per guardare in volto la donna “Non voglio più
seguire l’indagine, voglio
lasciarmi tutto alle spalle e stare con Rick. Non so perché
ho reagito così...
mi sono sentita tradita da lui.. è l’unica persona
di cui mi fidi veramente”
“Ti sei risposta da sola,
tesoro” Martha risponde bonariamente “Ti puoi
fidare di lui, vuole solo il tuo
bene”
“E io voglio il suo! Per
questo non voglio che si cacci nei guai per me!” ribatti
decisa.
“Se hai veramente messo
da
parte il caso di tua madre, allora lo farà anche
Rick”
Sa che è
così. Se smette lei,
smetterà anche lui.
E lei la sua decisione
l’ha
già presa.
Basta con le ombre del
passato.
Sorride a Martha e
insieme si alzano
da quei gradini.
Solo ora nota le valigie sul
pianerottolo “Parti di nuovo?”
“Oh, si, sono tornata
solo
per Alexis, Lance mi aspetta negli Hamptons” spiega Martha
afferrandone i
manici “E poi a mio figlio ci pensi tu, giusto?”
Kate sorride alla vista di
quello sguardo malizioso che la rossa le sta lanciando e annuisce, ora
con il
cuore meno dolorante. Una lacrima di sollievo le solca la guancia.
Si volta verso la porta di
casa, ma fa dopo soli pochi passi prima di richiamarla. Le deve dire
un’ultima
cosa.
“Martha?”
La donna posa la valigia e si
volta verso Kate.
“Grazie”
sussurra
timidamente.
“Per cosa, sweetheart?”
“per essere stata
superficiale e poco attenta quarant’anni fa.”
Inizia Kate, ancora tra le
lacrime.
Martha è già
commossa e, come
il figlio, non resiste a non avere la battuta pronta in certi casi.
“Tesoro, di
pure che mi sono data da fare, non mi offendo” esclama con un
sorriso
avvicinandosi a Kate e prendendole affettuosamente la mano.
Kate però si libera
dalla
presa e con le proprie mani stringe quella della donna.
“Dico sul serio, Martha.
La tua
frivolezza di allora, ha reso possibile la mia felicità di
oggi”
E d’un tratto tutte le
opinioni e i giudizi che ha dovuto subire da ragazza,
l’ostilità della sua
famiglia e le occhiatacce di amici e parenti, vengono cancellati con un
colpo
di spugna dalla dolcezza della giovane donna che ha di fronte.
“Oh,
Kate…” è l’unica cosa
che riesce a dire. Piange con lei e la stringe forte.
Non potrebbe desiderare di
meglio per suo figlio.
Sei seduto nel tuo studio. Al
buio.
La prima cosa che hai fatto
dopo che Kate se n’è andata è stata
gettare il file di Johanna Beckett nel
cestino dello schermo touchscreen.
Basta. Hai chiuso. Non vuoi
più saperne nulla di quel maledetto caso.
A distanza di anni, continua
a mietere vittime e a rovinare vite.
E ora te ne stai lì,
solo e
depresso.
L’intera settimana
è
letteralmente andata a quel paese!
Non c’è
muraglia cinese che
tenga ora. Non ti parlerà mai più.
Senti sbattere violentemente
la porta d’ingresso, di nuovo. Dei passi che corrono e poi
anche la porta dello
studio si spalanca.
“Niente più
segreti!!” Kate
alza l’indice verso di te ansimando.
Sei così sorpreso e
felice di
vederla che non ti importa di sapere cos’è
successo, cosa le ha fatto cambiare
idea. Non ora almeno. “Niente più
segreti” ripeti concordando.
“Sicuro?”
domanda cauta
abbassando un po’ la mano.
“Sicuro!”
affermi convinto
“Affermativo!” anche se in effetti…
“Un momento..”
Kate pare allarmata. Si morde
nervosamente il labbro inferiore.
“Ci sarebbe una
cosuccia..
insignificante, giuro… una piccola omissione
direi..”
“T-tipo?” dire
che è
preoccupata è dire poco. Minimo si starà
immaginando che confesserai chissà
quali acrobazie tra te e Nathalie Rohdes o un’altra donna
qualsiasi.
Sorridi appena. La sua
gelosia è sempre più adorabile.
“Ehm.. ecco.. io in
realtà
sono ambidestro… si insomma, me la sarei potuto cavare da
solo…”.
Kate affina lo sguardo e lo
punta su dite. Sembra una lama.
“Ma volevo averti vicina
e
stare un po’ da soli così ho colto
l’occasione!” aggiungi infine sperando di
addolcirla.
Infondo non è che si sia
poi
opposta così strenuamente…anzi! Se
l’era bevuta volentieri!
Lei si avvicina con fare
sensuale e un accenno di sorrisino diabolico “Ti risulta che
mi piaccia essere
presa in giro Castle?”
“Ehm..no...no...non ti
piace...”
Kate si alza sulle punte e ti
circonda il collo con le braccia “Bravo” sussurra
strofinando i vostri nasi
assieme.
Tu sei totalmente rapito
dalle movenze di Kate, dal suo profumo e dalla sua pelle.
Non ti accorgi che Kate sposta
sinuosamente una mano dal tuo collo al tuo petto.
Scende a palmo aperto per
fermarsi sul tuo pettorale sinistro.
Ti guarda negli occhi
intensamente e quando sta per baciarti senti un dolore allucinante al
capezzolo.
“Giura che non mi
prenderai
più in giro!”
“Ahhhhh
Kate!!!” urli dal
male.
“Giura!” ti
intima tra il
serio e il divertito.
“Aaaaaaahhhhhhhh molla la
presaaaaa!!!!!”
“Non ho
sentito...!!”
“Ok ok giuro,
giuro!!!”
Kate lascia la presa
“Perfetto!” esclama con uno splendido sorrisone
“Su vieni in salotto, abbiamo
un bel po’ di questioni irrisolte da risolvere” e
ti stampa un bacio sulle
labbra prima di raggiungere il divano.
Ma chi diavolo è quella
donna?
Da quando ha riaperto quella
porta sei passato dallo stupito, all’emozionato e al
dolorante nel giro di
quanto, un minuto?
Ti ha perdonato? Non le
importa più dell’indagine?
Come ha detto Kate, avete un
po’ di questioni da risolvere, in primis cosa cavolo sia
successo in quel
quarto d’ora passato tra la litigata e la riappacificazione.
Ti massaggi il capezzolo
leso.
Beh, forse riappacificazione
non è ancora il termine giusto.
Ma ora chiarirete tutto. Lei
è la prima a volerlo.
E finalmente sarà
più dolce
con te!
“Se vieni in sala senza
il
tutore, sei uno scrittore morto!!!”
Ecco, appunto.
Angolo
dell’autrice:
Penultimo capitolo gente!
Che ve ne pare? La situazione
richiedeva un momento un po’ più serio, ma non
sono riuscita a non farmi
sfuggire un po’ di divertimento xD
Spero vi piaccia, a
martedì
prossimo con l’ultimo capitolo!!!
Smuaaaack
Ivi87