Mi
giro e mi rigiro tra le morbide lenzuola di seta
che avvolgono il mio corpo pervaso da un insolito senso di spossatezza,
mi
raggomitolo su me stessa in pochi morbidi gesti, sento la testa
schiacciarsi
pesantemente sul cuscino mentre ancora con gli occhi sigillati mi
lascio
cullare beatamente dal torpore che avvolge le mie membra ancora
intorpidite e
stanche. Un lieve tepore scalda il mio viso, una leggiadra carezza
sulla mia
pelle. Sogno o realtà? Non sono ancora sicura di volerlo
scoprire. Sconnessi input
pervadono la mia mente che si sforza inutilmente di comprendere quanto
reale
sia questo calore che sento farsi sempre più vicino a me.
Devo avere
decisamente esagerato con l’alcool ieri notte e
quest’odioso stato di
stordimento in cui mi trovo ne è la diretta conseguenza.
Nuovamente quel lieve
tepore sul mio viso, a rilento sfiora le mie guance, lambisce appena le
mie
labbra per poi perdersi tra i ricci dei miei capelli. Ascolto il
silenzio
intorno a me lasciandomi inebriare dall’intenso profumo di
uomo che mi avvolge.
Lentamente schiudo gli occhi, muovo le palpebre per lasciarli abituare
gradualmente alla luce del giorno che li inonda rendendo più
nitida l’immagine
del dolce sorriso che illumina il suo viso. Ti fisso incredula, il
cuore trema
nel mio petto mentre il mio sguardo si posa rapido sui biondi capelli
che
ricadono morbidi sul tuo viso latteo, sfiora la tua rosea bocca carnosa
nascondendosi timido ai tuoi intensi occhi azzurro mare che si adagiano
dolcemente sul mio viso.
“Buongiorno
piccola…”
La
voce del roca del mattino. Un morbido bacio sulle
mie labbra. Un dolce sorriso sul mio viso. Ma cosa diavolo sta
succedendo? Non
so bene neanche io perché anche questa volta avevo accettato
il tuo invito a
seguirti nell’ennesimo tour mondiale, la mia passione per i
viaggi e la mia
costante ricerca di nuovi stimoli per le mie mostre fotografiche
avevano vinto
ancora una volta su tutte le mie titubanze; in fondo non vi era stato
tour a
cui non avevo partecipato, non vi era città in cui non ti
avevo seguito e,
nonostante questa volta non era stato facile per lui motivare la mia
presenza
alla tua nuova compagna, era stato perentorio nel ricordarmi la
promessa che ti
avevo fatto il giorno in cui con la mano tremante aveva firmato il tuo
primo
contratto discografico: ci sarò sempre io con te Nicky!
Sebbene dentro di me
sapessi che forse sarebbe stato meglio starmene a casuccia mia, ancora
una
volta mi sono trovata a urlarti felice a telefono che non avrei
rinunciato a
partire con te per nulla al mondo. Per quanto amassi farmi pregare ho
sempre
adorato seguirti in giro per il mondo: la folla urlante, gli orari
strampalati,
jet-lag a non finire da superare, le emozioni dei live; vivere di
riflesso il
suo successo riuscendo a mantenerti in poche battute con i piedi per
terra mi
ha sempre regalato sensazioni che più vivo e più
sento difficili da
abbandonare.
È
iniziato tutto così: la tua telefonata, la mia
risposta, la nostra partenza.
L’espressione
beata del tuo viso mentre i tuoi occhi
cercano quasi disperati i miei mi confonde.
Era
una bellissima giornata di sole ieri mattina, lo
spettacolo della sera precedente era stato un successo strepitoso, la
sveglia
aveva suonato relativamente presto per entrambi,
un’abbondante colazione e via:
una sana mattinata di shopping per le strade di Tokyo era quello a cui
avevamo
deciso di dedicarci noi due.
“Allora
Kristal mi aiuti a scegliere?”
Ho
risposto annoiata avvicinandomi all’ennesimo
stand che avevi deciso di spulciare alla ricerca del regalo perfetto
per la uua
dolce Marissa, mi guardavi interrogativo mostrandomi due kimoni in seta
dai
colori molto tenui.
“Allora
rosa o blu? Farfalle o fiori?”
Fissavo
indecisa i due eleganti abiti tradizionali
giapponesi cercando di trovare in tempi brevi la risposta che fremevi
di ricevere,
sebbene conoscessi decisamente molto poco i gusti della tua nuova
fidanzata
l’ansia con cui ti apprestavi a prendere uno dei due capi mi
aveva spinto a
correre in tuo soccorso.
“Questo
blu è bellissimo…molto
delicato…”
“…e
facile da far scivolare via…”
Una
lieve risatina aveva accompagnato le tue parole
alle quali mi ero ritrovata a sorridere leggermente portando gli occhi
al cielo
ormai troppo abituata alle tue sciocche battute da uomo costantemente
su di
giri, è già da un bel po’ di tempo che
ho smesso di cercare di farti notare che
non sono uno dei tuoi squallidi amici con cui condividere le tue
fantasie
sessuali, chiaramente un concetto troppo difficile da recepire per te.
Lentamente
disegni con un dito il mio profilo,
restiamo sospesi nel pesante silenzio che ci avvolge. Ti sorrido
timidamente
mordicchiandomi le labbra mentre continuo a ripercorrere con la mente
tutto ciò
che ci ha portato qui.
Eri
così soddisfatto del tuo acquisto, eri stato ore
a raccontarmi di lei, di come vi eravate conosciuti, di cosa sentivi
quando
eravate vicini e del vuoto che provavi standole lontano, di quanto il
cuore
battesse nel tuo petto al solo vederla sorridere, ti sentivi finalmente
completo e, anche se la delusione era stata enorme, in fondo avevi
compreso anche
il suo rifiuto alla tua richiesta di seguirti in tour, per una modella
non era
cosa semplice partire per mesi interi e tu eri ben consapevole che lei
non
avrebbe mai rinunciato alla sua vita per accompagnarti in giro per il
mondo.
Abbiamo camminato per ore in giro per la città mentre la tua
voce riempiva
l’aria intorno a noi e il tuo braccio cingeva la mia vita.
Perché
non hai insistito per portare lei? Perché sei
stato così accondiscendete? Poggio la mia mano sul tuo petto
sperando che il
tuo cuore risponda alle mie insistenti domande.
La
giornata è trascorsa tranquillamente per noi. Mi
hai costretta ad assaggiare il sushi a pranzo, canzonandomi tra un
boccone e
l’altro per le espressioni buffe del mio viso. Da bravi
turisti abbiamo
vagabondato per le strade lasciando alla mia fedele macchina
fotografica il
compito di immortalare la bellezza, i colori, le sfumature e
l’intensità della
città. Stremati siamo tornati in hotel alle prime luci del
tramonto, i ragazzi
ci aspettavano per cena e non potevamo assolutamente tardare, ancora
ridendo
per la tua ennesima battuta di cattivo gusto ci siamo salutati con un
rapido
bacio sulle guance sparendo entrambi nelle nostre camere da letto per
un
rilassante bagno caldo.
La
tua mano si poggia morbida sulla mia, l’avvolge
completamente al tuo interno tenendola ferma sul tuo cuore.
Solita
cena per noi, solite risate, solite battutine
sciocche, qualche capriccio di troppo di Baylee forse semplicemente
troppo
stanco per essere il solito bambino solare, solita telefonata di
Marissa che ti
ha tenuto per un bel po’ di tempo lontano da noi. Solita vita
da tour. Sebbene
siano passati anni ormai, nonostante i nuovi arrivi e qualche partenza,
l’armonia del gruppo è rimasta sempre invariata
nel tempo. Penso sia proprio di
questo di cui parlavamo io e Alex al tuo ritorno tra noi,
frettolosamente ti
sei inserito nel nostro discorso, il tuo fiume di parole ha placato le
nostre
lasciandoci in silenzio ad ascoltarti, sembravi particolarmente
iperattivo e
non hai provato neanche a mimetizzare il tuo sconforto quando tutti gli
altri
lentamente si sono ritirati nelle loro stanze per il giusto riposo.
“Non
avrai sonno anche tu?”
Un
vivido luccichio ha rischiarato i tuoi occhi al
suono della mia risposta. La tua mano si è intrecciata alla
mia conducendomi
nuovamente per le strade illuminate a festa di Tokyo. Come due bambini
finiti
di colpo nel paese dei baiocchi ci siamo fatti fagocitare dalla vita
notturna
della città, naufraghi in quel mare luccicoso abbiamo
trovato rifugio in un club
dove, senza pensarci troppo, abbiamo iniziato ad assaporare un cocktail
dietro
l’altro.
“Questo
non possiamo non assaggiarlo.”
Sempre
la solita scusa. Sempre uno in più. La testa
sempre più leggera. I sensi sempre più alterati.
È forse questo che ci ha portato
qui?
Decisamente
entrambi su di giri abbiamo fatto
ritorno in hotel, chiamare un taxi era stata una decisione
più che sensata,
seduta sui sedili posteriori dell’auto mi sono ritrovata con
la testa poggiata
sul tuo petto mentre la tua mano si districava tra i miei ricci
ribelli. Le tue
labbra morbide si sono poggiate sul mio collo per lievi carezze. Ero
confusa,
annebbiata dall’alcool, ho chiuso lievemente gli occhi
lasciandomi trasportare
dalle crescenti emozioni che quel contatto inaspettato stava suscitando
dentro
di me. La tua mano si è intrecciata ancora una volta alla
mia per aiutarmi a
scendere dal taxi, il tuo braccio si è stretto intorno alla
mia vita mentre
insieme abbiamo varcato silenziosamente il possente ingresso della hall
per
nasconderci velocemente nel vano ascensore che ci avrebbe portato al
nostro
piano. Ancora qualche istante e ci saremmo dati la buonanotte come
sempre, ma
ieri non era la solita sera e nessun vano ascensore mi è mai
sembrato più
piccolo, la mia schiena poggiata alle pareti, il tuo corpo adagiato al
mio, il
tuo sguardo eccitato aveva letteralmente rapito i miei occhi un istante
prima
che le tue labbra facessero lo stesso con le mie. È stato
così che tutto ha
avuto inizio, la tua lingua come impazzita ha cercato la mia per una
frenetica
danza, le tue mani si sono strette intorno al mio corpo bramose di
abbandonarsi
a carezze proibite. Il suono dell’ascensore ha interrotto
l’oblio dei sensi in
cui eravamo finiti. Pochi istanti. Era ormai troppo tardi per spegnere
ciò che
ardeva di vita dentro noi. Stingendo la mia mano tra la tua hai cercato
le
chiavi della camera, senza accendere le luci mi hai lasciato entrare
chiudendo
la porta alle tue spalle, non riuscivo a vederti ma sentivo il tuo
respiro
farsi più vicino, le mie labbra schiuse in attesa delle tue
che non mi hanno
fatto attendere a lungo, le tue mani decise sul mio corpo, lungo la mia
schiena, sul mio sedere, e poi su fino a raggiungere il mio seno. La
tua bocca
affamata di me. Le mie mani desiderose di te. Spingendomi con il tuo
corpo mi
hai condotta al morbido letto su cui giaciamo adesso, mi hai fatto
stendere
coprendo il mio corpo con il tuo, lentamente hai iniziato a liberarmi
dei miei
vestiti assaporando con la lingua ogni centimetro della mia pelle
sempre più
nuda ai tuoi occhi. I tuoi vestiti veloci accanto ai miei. Con
decisione ti sei
insinuato tra le mie gambe schiudendole delicatamente, le tue mani si
sono
intrecciate alle mie, i miei occhi hanno cercato il profondo oceano dei
tuoi
mentre con una spinta sei entrato dentro di me. I tuoi movimenti
decisi, le tue
carezze delicate, il nostro piacere che si espandeva nella stanza. I
nostri
corpi non sembravano essere mai sazi l’uno
dell’altro. I nostri sospiri, le tue
mani ancora sul mio corpo, i nostri gemiti, la mia bocca su di te.
Affamati
l’uno dell’altro non ci siamo fermati fino a quando
la nostra bramosia non si è
placata, fino a quando stremati di piacere non ci siamo addormentati
ancora
stretti l’uno tra le braccia dell’altro.
Mi
sorridi con dolcezza sfiorando nuovamente le mie
labbra. È tutto così surreale. Lasciamo che il
silenzio parli per noi,
permettiamo ancora un po’ al nostro muto amico di conservare
i mille pensieri
che attanagliano le nostre menti. Le tue labbra si posano nuovamente
sulle mie.
“E’
stata la notte più bella della mia
vita…”
Mi
sussurri appena lasciandomi sorridere
imbarazzata. Sono confusa, cerco le tue labbra come risposta alle tue
parole.
La tua mano sfiora le mie forme di donna risvegliando lentamente i miei
sensi
ancora intorpiditi, il tuo corpo si fa sempre più vicino al
mio mentre la tua
lingua ha ormai preso pieno possesso della mia bocca.
Il
suono squillante del tuo cellulare ci distrae
prepotentemente dall’ascolto dei nostri desideri, mugugni
qualcosa stringendo
il mio labbro tra la bocca, allontani il tuo corpo dal mio per
allungarti ad
afferrare il piccolo oggetto poggiato sul comodino. Fissi in display
per
qualche istante, dall’espressione smarrita non faccio fatica
a capire che sia
lei. Ti alzi nervosamente schiarendoti la voce prima di accettare la
chiamata.
“Buongiorno
amore mio.”
Ti
osservo camminare nervosamente di fronte la
grande vetrata che da sulla città. Mi sento piccola e sporca
in questo immenso
letto.
“Ma
che dici? Tu non mi disturbi mai…ma no, non
stavo facendo niente di importante e poi lo sai che nulla è
più importante di
te piccola mia.”
Sgattaiolo
via dalle lenzuola che ricoprono il mio
corpo caldo. Senza fare alcun rumore mi rivesto frettolosamente senza
distogliere lo sguardo dal tuo corpo.
“Mi
manchi da morire amore mio, è tutto così triste
senza di te. Non ce la faccio più a vivere
così.” Mi avvicino furtivamente alla
porta. Un sorriso smorzato si fa largo sul mio viso osservando per
un’ultima
volta il tuo viso illuminarsi in un dolce sorriso al suono della sua
voce.
“Ti
amo anche io tesoro.”
Chiudo
la porta alle mie spalle abbandonandomi ad un
lungo sospiro.
Non
è facile lo so, ma questo è un addio. Il mio
addio.