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Autore: Carla_NicoleZM    08/08/2012    2 recensioni
Perchè, vedi amore mio, l'amore è un gioco, nel quale si gioca in coppia, lo scopo è rimanere insieme nonostante tutti gli ostacoli che si incontrano e amarsi sempre nello stesso modo, ma quando uno dei due tradisce, allora è un guaio, perchè a soffrirne le pene, non sarà il traditore, ma bensì colui che amava di più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi alzai di colpo dal letto, erano ormai ore che piangevo, senza che nessuno mi avesse sentito, la strategia singhizzo con cuscino, funziona sempre purtroppo, quindi ogni santa volta, piango da sola, non c'è un motivo, mi vergogno di piangere davanti alla genta, quindi mi tengo tutto dentro e quando sono da sola, magari chiusa a chiave in camera mia, a luci spente, parte la fontata, ma ogni notte, ogni sera, non è mai abbastanza per tirar fuori tutta la rabbia e la tristezza, non è mai abbastanza un cuscino, ho bisogno del mondo, ho bisogno di un grande luogo aperto, ho bisogno di andare sù, in cima, all'ultimo piano della citta del buio, sul palazzo del silenzio, ad urlare, ulrare tutta la rabbia, a piangere come non si piange mai, piangere fino a farsi scoppiare gli occhi, perchè ogni volta, ogni sera, chiusa in quel bagno, il petto mi scoppia, l'aria che respiro mi appiattisce il petto per non far rumore, e fa male, male da morire, almeno quanto un coltello che ti trafigge la gola, almeno smetterei con tutta questa sofferenza ... La mia vita non è questa, sono stanca, sono stanca della scuola, sono stanca di mia madre, sono stanca di casa mia, è tutto così sempre uguale al giorno prima, questa non è vita, questa è solo una stupida routine che si ripete ogni santa volta che sorge il sole, è sempre un continuo di ansie, preoccupazioni, corri di là, prendi l'autobus, aspetta un'ora, la scuola, la mattina l'orario di alzarsi, vedere le persone a cui tieni di più stare male, vedere il degrado dei tuoi nonni che ti hanno sempre dato una mano, adesso devi dargliela tu .. affrontare tutto questo da sola.
No, non posso, è per questo che ho detto basta, per questo la mattina del 1 aprile 2012 ho preparato una borsa, con dentro l'occorrente, qualche soldo rubato a mia madre, e sono scappata da casa mia, ho diciotto anni, e devo costruire la mia vita come voglio io. Giorno perfetto il 1 aprile, così perfetto che i miei parenti non se ne sarebbero nemmeno accorti della mia assenza, pensavano fosse un pesce d'aprile.
Ora sono qui, ad aspettare una treno che pensavo non arrivasse mai, sono seduta su una panchina sento la musica, ma nella mia testa c'è un grande caos, sono triste il mio volto sembra quello di una vecchia vedova, le ferite del cuore si fanno sempre più profonde, l'addio ad una persona cara, il cuore spezzato dai ragazzi, tutto sopra l'altro e io scoppio. Voglio aspettare, voglio aspettare ancora, forse perchè non sono pronta a prendere quel treno, ma non importa.
Eccolo, al binario 5, treno per Roma.
Le fissai per un po', prima di mettere piede su quelle scale, poi mi sedetti sul mio posto e ricominciai a pensare. Ma da cosa sto scappando? Cosa sto cercando?
Nulla, cerca la felicità, cerco la serenità, cerco un posto nel quale stare bene tutto qui, non voglio altro, vorrei non dover più sentirmi sola, voglio trovare qualcuno che mi ascolti quando parlo, qualcuno a cui interessino le mie storie e i miei pensieri, cerco posti nei quali sentirmi a casa, cerco affetto, cerca qualcosa che non ho mai avuto, qualcosa che ho sempre invidiato alle persone felici, ecco tutto qui, vorrei trovarlo ora, adesso. Mi sento sola. E presa in giro. Sto scappando da lui? da una ferita così profonda ... Perchè mi chiedo ancora, perchè?
Il telefono squilla.
"Pronto?"
"Ambra, Ma dove sei?"
"Mamma sono a casa di Luna, torno più tardi, scusami"
Le riattaccai al volo, non volevo farli soffrire, ma non ce la facevo più, la cosa migliore era andarsene da Torino per non vedere più nessuno, forse un giorno capiranno la mia decisione.
A Roma c'era una vecchia amica, Sofy, che mi avrebbe accolto a casa sua finchè non mi sarei trovata una sistemazione definitiva.
 
  
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