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Autore: LadyRainbowCaos    08/08/2012    2 recensioni
Era partita come una One-shot Brittana ma poi con il mio caro cervellino fuso,al 1.03 di notte è uscita fuori una one-shot Heya. di certo non mi lamento.
E se HeMo e Naya si conoscessero prima di Glee? e se provassero qualcosa di molto di più di un amicizia. Bene basta prendere un vecchio bar, una notte gelida di dicembre e un paio di drink e mescolare il tutto. poi una bella spruzzatina di Sindrome di Asperger e il gioco è fatto. Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Heather Morris, Naya Rivera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era partita come una innocente BRITTANA, niente di che, loro due al bar a chiaccherare dopo un giorno di scuola.

Poi però qualcosa si è impossessato di me (secondo me lo spirto di quella birbante di HeMo) ed è uscita fuori questa.
Un HEYA della quale vado fierissima.
ditemi cosa ne pensate con un commentino QUASSOTTO
Bacioni
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-Ehi biondina è già il quarto drink che mandi giù, non ti sembra di esagerare?

La bionda alzò lo sguardo dal bicchiere per inquadrare l’interlocutrice. Era una donna dai folti capelli neri e dalle labbra carnose. Gli occhi erano profondi pozzi di petrolio che la scrutavano come a farle una radiografia. Indossava dei jeans chiari strappati e una maglietta bianca a collo largo


-Voglio ubriacarmi talmente tanto da dover trascinarmi a casa per poi addormentarmi davanti alla porta e risvegliarmi domani con un forte mal di testa. E tanto per la cronaca quella maglietta è orribile

La mora era basita dal comportamento di quella ragazza. Le si leggeva chiaro in faccia che era ancora lucida da poter evitare un commento così fuori luogo per giunta ad una persona che nemmeno conosceva. La ragazza in questione era alta e formosa. Portava un cappello alla Michael Jackson e due grandi orecchini a cerchio d’argento. Jeans neri le fasciavano le lunghe gambe e un corpetto nero faceva risaltare la pelle bianca come il latte

-Wooo viva la sincerità!

La bionda buttò giù un altro sorso di quel liquido ambrato di cui non ricordava il nome per poi perdersi negli occhi della mora

-Non fraintendermi. Quella maglietta sminuisce le tue forme. Hai un bel fisico e quella maglietta semplice e bianca non gli rende giustizia

- Devo prenderlo come un complimento allora?

-Se ti dico di si mi servi un altro drink?

-solo se era un vero complimento


La bionda sorrise per poi spostarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio

-Beh lo era

La mora arrossì. Era abituata a riceve complimenti dalla clientela. In fondo lei era una donna più che piacente ed era normale ricevere apprezzamenti dalla gente. Ma ricevere un complimento, sebbene in maniera abbastanza contorta, da quella ragazza le fece scattare qualcosa dentro. Le diede le spalle incominciando a prepararle il drink in fretta e furia.

-Allora come mai sei qui in solitaria?

La mora continuava a tenere gli occhi occupati sulla fetta di limone che stava tagliando mentre tendeva le orecchie verso quella strana cliente che aveva attratto la sua attenzione

-Festeggio

-E cosa festeggi?


La bionda osservava la barista mentre si destreggiava fra bottiglie e bicchieri per prepararle il drink. Le osservò le spalle esili e lisce nascoste da quella orribile maglietta bianca. Poi inevitabilmente il suo sguardo cadde sul posteriore. Si leccò le labbra conscia di cosa le stava succedendo dentro

-Il mio compleanno

La mora aveva appena finito il drink e si era girata per poggiarlo davanti alla bionda. Spalancò gli occhi e sorrise.

-Beh auguri allora.. scusa la schiettezza ma di solito non festeggi con gli amici?

-Diciamo che non ho molti amici. Precisiamo. Non ho amici


La mora si guardò attorno. Il bar era completamente vuoto se non per loro due e una coppietta datata  che stava bevendo una birra in un tavolo in fondo alla stanza. Poteva prendersela una pausa. Poggiò le mani sul bancone con fare stanco e sorrise

-Impossibile tutti hanno amici

- non molti amano passare il tempo con una ragazza con la sindrome di Asperger


La mora la guardò confusa. La bionda alzò il bicchiere portandoselo alle labbra ingurgitando quell’alcolico che tanto le faceva bruciare la gola. Accortasi della perplessità della barista provò a spiegare in parole povere  di cosa stava parlando

-Uhm hai mai visto quel film con Jim Carrey, quello che si intitola “Bugiardo Bugiardo”?

La mora annui sorridendo. Si ricordava quel film, lo aveva visto un paio di volte alla televisione.

-Si quello in cui  un bambino il giorno del suo compleanno esprime il desiderio che il padre per un intero giorno dica solo la verità giusto?

Questa volta fu la bionda ad annuire

-Esatto. La sindrome di Asperger non è magia però. Nessuno dei miei parenti ha espresso un desiderio. Sono nata così. È una forma di autismo diciamo. Per me è impossibile dire bugie e tenere a freno i pensieri. Dico tutto quello che mi passa per la testa senza valutare se il momento e il luogo siano adatti.

-Per questo mi hai detto della maglietta?


La bionda annui di nuovo  osservando quella donna che stranamente aveva dell’interesse verso di lei. Perché era interessata.
Poteva leggerglielo negli occhi, poteva capirlo dal modo in cui si leccava le labbra o dal modo in cui il suo petto si alzava e si abbassava mentre respirava.

-E’ una gran figata!

-Non quando fai la denuncia dei redditi. Non durerei molto come evasore delle tasse
.

Entrambe scoppiarono a ridere. La mora non riusciva a staccare gli occhi di dosso da quella biondina.

-Beh ok lo ammetto deve essere una scocciatura. Ma non mi sembri autistica

-Beh dipende da che livello di autismo si parla. Io sono ancora fortunata. Parlo a sproposito, non sono una cima nelle interazioni sociali e ho un sacco di nozioni in testa che non servono a nulla.


Si indicò con un dito la tempia

-A mio fratello è andata peggio. Non parla quasi mai e quando lo fa è per urlare a ripetizioni parolacce  alle quali anche un Satanista rabbrividirebbe.

La mora provò un po’ di pena per quella ragazza che, complice l’alcool, le stava raccontando la sua vita. Il suo turno era quasi finito così si tolse il grembiulino nero, fece il girò del bancone e si sedette da parte alla bionda che sorpresa si girò a guardarla

-Beh io invece  sono una disordinata cronica e ho un attaccamento morboso per le cose. Conservo ancora i miei quaderni di scuola delle elementari. Ognuno ha i suoi difetti

-Sai , non molti il mio problema lo considerano un semplice difetto

La bionda scoppiò a ridere per poi sbiancare quando il suo sguardo cadde involontariamente nella scollatura della mora.
A quest’ultima non passò inosservato il movimento della bionda così incominciò a stuzzicarla

-Che guardi?

-La tua scollatura


La bionda si dette della scema. Lo sapeva che geneticamente non riusciva a dire bugie ma sperava a volte nel miracolo.
Soprattutto in quei frangenti. Era alquanto imbarazzante. La mora sorrise maliziosa

-E perché?
La bionda cercò di sviare il discorso. L’unica maniera per non sotterrarla ancora di più nell’imbarazzo

-Sai che ti stai approfittando di una povera malata vero?

-Si, ma rispondi alla mia domanda

La bionda deglutii a vuoto. Che la mora fosse interessata a lei quella era una conferma.  
Che non fosse scappata alla scoperta che era un fenomeno da baraccone, beh quella era una novità

-Non credo di aver ben capito la domanda. Quindi cortesemente perché non cambiamo discorso.
Mi stavo esaltando a parlare della moltitudine di problemi che mi affligge.


-Ti ho chiesto perché guardavi la mia scollatura mia cara

La mora non voleva arrendersi.
Quella ragazza la intrigava, sia perché era un bel pezzo di donna sia perché sentiva qualcosa che andava oltre l’attrazione fisica.

-Uff, sei sleale. Guardavo la tua scollatura perché hai un fisico mozzafiato e mi ecciti da morire

Arrossì di colpo. Certo sapeva il motivo per la quale la bionda si era soffermata sul suo corpo ma sentirselo dire così senza mezzi termini era spiazzante.
Aprii e chiuse la bocca per un paio di secondi buoni senza emettere però alcun suono

-Cerca di respirare se no mi sentirò responsabile di una bellissima ragazza morta prematuramente

La bionda cercava di sdrammatizzare. Era vero quella ragazza la eccitava da morire, ma trovava ben più interessante parlare con lei.
Anche perché quella conversazione era da record per lei. La mora si ridestò e scosse la testa ridendo

-Tranquilla, sono troppo importante per morire. E poi mi ha fatto piacere la tua sincerità

-Beh anche volendo non avrei potuto mentirti quindi..

-ti ho messo con le spalle al muro allora..

-solo perché ti ho lasciato io..


La mora rise. E guardò gli occhi azzurri della ragazza che aveva davanti

-Vuoi dire che era tutto un bluff per uscire allo scoperto e provarci con me?

La bionda si avvicinò al viso della mora scrutandola fino in fondo all’anima

-se fosse così, ti farebbe piacere?

-Può darsi. Da quello che dicevi prima sul tuo difetto non ti facevo così intraprendente

Le due ragazze erano più vicine di quanto pensavano. La mora aveva messo una mano sul bancone mentre con l’altra si massaggiò il collo.
La bionda non poté che bearsi di quella visione. Era davvero molto bella

-L’alcool aiuta gli audaci. Non  era così il detto ma fa niente

-Non mi sembri poi tanto sbronza

-non lo sono infatti. Semplicemente ho abbastanza alcool in corpo per poterti guardare e fare questo


La mora non fece in tempo a chiedere cosa la bionda avesse in mente che quest’ultima si fiondò sulle sue labbra. Il bacio era dolce.
Niente di forzato o violento. Un semplice sfiorar di labbra al quale la mora reagii con stupore prima, e ricambiando il bacio poi.
Quando si staccarono la bionda abbassò lo sguardo imbarazzata.

-Scusa un altro problema per quelli che hanno la mia stessa sindrome è che fanno qualsiasi cosa senza pensare alle conseguenze

La mora era rimasta in silenzio, una mano a toccare le labbra come a sincerarsi che fossero ancora li e non che la splendida bionda
che si trovava davanti gliele avesse rubate.

-ecco il motivo per cui sono senza amici. A dirla tutta penso che sia anche perché la sera amo guardare i cartoni della Disney e perché credo ancora a babbo natale. O forse perché sono lesbica. Un mix perfetto direi

-Sei lesbica?


La bionda fermò il suo monologo a quella domanda. Come se con quel bacio non fosse stato ovvio.
Dio quelle labbra. Aveva ancora il suo sapore in bocca. La mora dal canto suo aveva abbassato la mano e la stava guardando negli occhi

-Beh credo che il bacio sia stato abbastanza eloquente no?
O sei abituata a vedere eterosessuali che baciano altre eterosessuali per divertimento?

-Mi è capitato devo ammetterlo.

-Di baciare qualche ragazza?

-Di vedere ragazze etero che baciavano ragazze etero per puro divertimento.

-Beh il mio non era divertimento. Lo volevo.

-Perché lo volevi?

-Ti piace questo gioco eh? Lo volevo perché mi piaci


La mora sorrise felice di quella affermazione.

-E tu?

- potrei mentirti lo sai? Ti fidi?

-ho appena raccontato metà della mia vita ad una sconosciuta. Credo di potermi fidare ormai no?

- Beh io non sono lesbica. Non sono nemmeno etero credo

-Bisessuale?

-Non amo le etichette. Mi innamoro a prescindere dal sesso dal colore o dal conto in banca



La bionda sorrise e mise una mano sopra quella della mora che sostava ancora sul bancone.
La mora guardò le due mani intrecciarsi con molta facilità e sospirò

-Bel ragionamento devo ammetterlo. Però non hai risposto alla mia domanda

-In che senso?

-Beh io ti ho detto che ti ho voluto baciare perché mi piacevi ma tu perché hai risposto al bacio?


La mora la guardò ridendo cercando di sembrare un po’ offesa. Le schiaffeggiò la mano che prima era intrecciata alla sua.
La bionda in tutta risposta alzò le mani in segno di resa

-Ehi ho la sindrome di Asperger abbi pietà

Scoppiarono a ridere per poi  lasciare che le loro mani si intrecciassero di nuovo

-Perdonata. Ho risposto al bacio perché mi piaci anche tu

-Ti rendi conto che ci siamo conosciute oggi e che io non so nemmeno il tuo nome?


La mora le si avvicinò maliziosamente

-beh di solito sono gli incontri misteriosi come questi che fanno nascere gli amori più grandi

-Hai appena detto una frase da film smielato. Potresti fare l’attrice sai?


La mora alzò le spalle disegnando nel frattempo cerchi immaginari con l’indice sul proprio ginocchio

-è quello che vorrei fare a dirla tutta. Recitare e cantare

-Con quella voce e quel corpo fottutissimamente sexy io sarei una delle tue fan numero uno.

-Era un altro complimento giusto?

-Decisamente. E poi anche io amo recitare anche se la mia passione è ballare a dirla tutta.


La bionda si tolse il cappello e lo poggiò sul bancone.
Notò che aveva appena appena sorseggiato l’ultimo drink e che quella sensazione di annebbiamento l’aveva abbandonata da un po’.
Allora non era tutto merito dell’alcool.
Era riuscita davvero a parlare con una persona che le piaceva senza offenderla e senza farla scappare a gambe levate.

-Con un corpo fottuttissimamente sexy come il tuo sarei una delle tue fan pure io

Scoppiarono a ridere, poi la mora guardò l’ora.
Erano passate le due così si alzò dal tavolo, prese il cappello della bionda e se lo mise in testa

-Che ne dici se la barista qui presente ti accompagna a casa?

-Non è solo un pretesto per approfittarti di me vero?


La bionda si alzò senza lasciare però la mano della mora. Presero i rispettivi cappotti e se li infilarono velocemente

-Non ho bisogno di approfittarmi di te, perché so che ti piaccio quindi.

-Modesta anche

-Si una delle mie tante qualità.

-Aspetta devo pagare i drink


La mora trascinò fuori la bionda dal locale.
Furono investite da un ondata di gelo che solo a dicembre poteva esistere

-Considera i drink sono un regalo di compleanno

La bionda sorrise e si strinse alla mora che aveva già iniziato a camminare lungo il marciapiede

-Grazie… non riesco a capire una cosa però. Come fa a piacerti una come me?
Non fraintendermi. Sono una ragazza abbastanza incasinata e di solito le persone preferiscono tenermi alla larga. Sono una complicazione.


La mora si fermò e si girò a guardare la bionda che era nettamente più alta di lei. Si alzò sulle punte e le diede un altro casto bacio sulle labbra.

-Io amo le complicazioni. E poi sono una che fa le cose senza pensare alle conseguenze. Tu sei bellissima e voglio provarci con te. Questo è quanto.

La bionda sorrise a quel gesto. Le strinse la mano e ricominciarono a camminare

-Quindi è solo attrazione fisica per te?

-Ehi per chi mi hai preso? Lo ammetto sei bellissima e tutto quanto ma il motivo per cui ho staccato prima dal lavoro non era solo per l’attrazione fisica. C’è qualcosa di te che mi attrae

- e non ti fa paura che io abbia la sindrome di Asperger?

-temo che ti troverei interessante anche con tre occhi e i tentacoli al posto delle mani

-Beh mi sarebbe più facile ballare la Breakdance con i tentacoli. Sarei più snodata e riuscirei a fare quel dannato passo che non..

- e devo dirlo adoro quando parti con quei monologhi senza senso o meglio con un senso solo tuo


La bionda scoppiò a ridere

-Che ne dici di reputare quell’incontro al bar il nostro primo appuntamento?

La mora chiuse gli occhi e respirò l’aria gelida di dicembre. C’era aria di neve.

-Facciamo così. Io lo reputo il nostro primo appuntamento se tu vieni a un provino per il Cast di una nuova serie televisiva con me

-Ci sto. Magari ti faccio da porta fortuna

-A dirla tutta intendevo che parteciperai anche tu ai provini


La bionda si fermò perplessa. Le sarebbe piaciuto certo.
Recitare era la sua passione ma non aveva mai pensato di intraprendere una carriera d’attrice.
A dirla tutta  per tutta la sua vita si era accontentata di lavorare in una impresa di pulizie. Niente di che.

-stai scherzando?

La mora scosse la testa guardandola

-No no mia cara. È una serie televisiva nuova per giovani. Cercano persone che oltre a recitare sappiano ballare e cantare.
Se non sbaglio si chiama “Glee”


-Ma ho la sindrome di Asperger

- E io ho il ginocchio valgo. Niente scuse mia cara

- per essere il nostro primo appuntamento ci comportiamo come una vecchia coppia lo sai?


La  mora sorrise e entrambe ripresero a camminare

-Beh magari era destino chi lo sa. Comunque non tergiversare. Tu ci vieni , punto e stop

-Credo di non aver possibilità di uscita vero?

-Verissimo. A costo di portarti la di peso


Calò il silenzio. Camminavano mano nella mano evitando le pozze d acqua che si erano formate la notte precedente con un grosso temporale. D’un tratto la bionda si fermò rendendosi conto di una cosa

-Mi sono appena accorta che stiamo girando a vuoto. Tu non sai dove abito

-Non stiamo girando a vuoto. Ti sto portando a casa mia

-Ma avevi detto che non volevi approfittarti di me

-Lo so , infatti non lo farò. Sarai tu a cedere per prima

-Sei così sicura di te stessa? Credi veramente che io voglia far l’amore con te?

-Lo leggo nei tuoi occhi. E poi ammettilo tu lo vuoi quanto lo voglia io

-Quanta confidenza ahah

-Però è vero. Tu mi piaci. Tutto di te mi attrae dal fisico al cuore.

-Idem per me. Provo qualcosa di strano con te, qualcosa che non ho mai provato con nessuno

-Quindi ti andrebbe di fare l’amore con me ammettilo.


La mora si fermò davanti ad un cancelletto che portava ad una piccola villetta su due piani.
Arrivate alla porta la mora tirò fuori le chiavi

-Forse, molto probabilmente, quasi sicuramente

-Amo sapere di aver ragione


La mora aprii la porta. E fece cenno alla bionda di entrare.
Quest’ultima però non lo fece lasciando la mora perplessa sull’uscio di casa.

-inizieremo tutto questo, qualsiasi cosa sia successa stasera e che proseguirà, almeno spero, per molto tempo ad una sola condizione

-Quale?


-Una bella stretta di mano e una presentazione decente. Vorrei sapere il nome della persona di cui mi sono innamorata

La bionda le mostrò il palmo della mano sorridente mentre la mora si riprendeva a quelle parole. “innamorata”? quella ragazza si era innamorata di lei. E lei? Si era innamorata di quella ragazza. La guardò negli occhi e vi vide il mondo. Si, decisamente si. Le strinse la mano e la bionda si presentò.

-Piacere sono Heather Morris

-Io sono Naya Rivera
   
 
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