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Autore: roby_lia    08/08/2012    4 recensioni
Soltanto un incubo riusciva a spaventare Loki.
Sempre lo stesso, ma Thor non è mai riuscito a farselo raccontare.
Ma ora che le cose sono cambiate tra di loro, è cambiato anche questo?
Appartiene alla serie "Semplici storie di un amore complesso"
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Semplici storie di un amore complesso'
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Nightmare
 
Sangue. C’è sangue dappertutto: per terra, sui tuoi vestiti, sul tuo volto, sulle tue mani
Alla fine gli hai uccisi, con quelle stesse mani.
Gli hai uccisi tutti.
I tuoi genitori che in verità non erano i tuoi genitori.
I tuoi amici umani, i rinomati Vendicatori.
-Direi che ora la nostra amicizia è finita… o per meglio dire, defunta- pensi divertito.
Ti resta solo lui. L’hai lasciato per ultimo perché, dopotutto, è solo colpa sua.
L’hai torturato, come hai fatto anche con gli altri.
Beh, a parte Banner. Con lui era troppo pericoloso scherzare. Ti sei limitato ad assalirlo alle spalle, tagliandogli la gola. Era morto prima ancora che Hulk si accorgesse del pericolo.
Gli altri hai potuto torturarli psicologicamente, oltre che fisicamente.
Hai attuato le loro più grandi paure.
È stato così facile, far tingere i loro occhi della disperazione più cupa.
È bastato mostrare che anima marcia si nascondesse dietro il bel faccino del dio degli Inganni.
Con Thor poi, le cose si fanno ancora più facili.
“Allora come ha dormito il mio fratellone?” domandi con finta premura.
“ Tu non sei mio fratello- sibila, imprigionato- tu s… sei un mostro”. Devi trattenerti dal ghignare.
“Ma come?- ti fingi stupito- Non dicevi che mi avresti amato sempre, qualunque cosa avessi fatto? Non dicevi che sarei sempre restato il tuo amato fratellino?” domandi beffardo.
È così facile mettere in crisi Thor.
Ed è così soddisfacente vedere la delusione tingere i suoi occhi.
È deluso da sé stesso.
È deluso dal fatto che alla fine ha perso, ti ha perso.  
È deluso perché non ha potuto mantenere fede alla sua promessa. Perché ora non riesce più ad amarti ma solo ad odiarti, dopo quello che hai fatto.
E se ne rende conto. Ma non può farci niente.
Lo uccidi, facendo penetrare delicatamente una lama nel suo diaframma, per poi andare ad infilzarla tra le costole, più e più volte. Ma non arrivi fino al cuore.
No, sarebbe troppo facile.
A Thor gli regali una morte dolorosa. E lenta.
Trovi esaltante vederlo soffocare nel suo stesso sangue.

Mi risveglio di soprassalto, sentendo la voce angosciata di Thor che mi chiama
“Loki! È stato solo un incubo, va tutto bene” dice, cercando di abbracciarmi.
Ma non va affatto bene.
Perché ho sognato di ucciderlo. Di nuovo.
“Lasciami!” ordino, allontanando le sue braccia.
“Loki ma cosa…?” Non lo ascolto, continuando a dimenarmi.
Non lo voglio vicino. Non voglio fargli del male. Perché sarei in grado di ferirlo. Eccome se lo sarei!
“Loki! Stai calmo, era solo un incubo!” Con rabbia mista a disperazione riesco a liberarmi i polsi dalla sua ferrea stretta.
“Non toccarmi!” gli urlo contro, e a quelle parole Thor finalmente si immobilizza, sconvolto e confuso.
Velocemente recupero i miei pantaloni, prima di precipitarmi verso la porta.
Devo uscire da lì. Dalle nostre stanze.
Le mani mi tremano mentre cerco di sbloccare la serratura, e il fatto che Thor mi si sia nuovamente avvicinato non mi tranquillizza per niente!
“Calmati! Non è successo niente” mormora dolcemente, come se fossi io quello spaventato.
Idiota! Davvero non capisce che sarebbe lui quello che dovrebbe aver paura?
“Stammi lontano!” urlo nuovamente, sottolineando il mio ordine con un’ondata di energia che lo scaglia dall’altra parte della camera.
Finalmente riesco ad aprire la porta e scappo via.
 
Non so da quanto sto correndo in mezzo al bosco. Ma la corsa è sempre stato uno dei modi migliori per non pensare.
Affaticare il corpo ad un livello tale che la voce dei miei pensieri viene sostituita dai battiti frenetici del mio cuore.
Continuare a correre, quello è l’importante.
Continuare a correre, in modo da non pensare al tradimento che sto compiendo, al nuovo dolore che gli  causerò.
Continuare a correre senza una meta, lasciando che siano i muscoli a guidarmi.
E continuo a correre, finchè le gambe non mi cedettero e mi ritrovo steso per terra con il respiro difficoltoso e gli arti indolenziti dallo sforzo.
Resto semplicemente lì, con la mente ancora ottenebrata dalla stanchezza, sull’orlo del dolce oblio dell’incoscienza.
Quando recupero sufficientemente le forze per alzarmi, riconosco il luogo dove sono.
Ci venivo con Thor, durante le calde estati della nostra infanzia.
È uno slargo del torrente, proprio ai piedi della cascata, dove l’acqua è abbastanza fonda per permettere di nuotare.
Subito mi tornano in mente tutti quei pomeriggi passati lì, a giocare.
Come due fratelli qualsiasi.
Ma già allora il male albergava in me.
Già allora quei sogni mi disturbavano la notte, costringendomi a cercare un rifugio contro il petto di Thor. Non che mi dispiacesse, devo ammetterlo…
Ma questa volta non posso.
Ora ci siamo spinti troppo oltre.
Stancamente mi avvicino alla riva e immergo le mani nell’acqua fredda.
Mi sembra ancora di sentire il sangue sulle mie mani.
Le vedo ancora grondanti della linfa vitale delle persone a cui tengo di più in tutti i nove regni.
Da calmi e controllati, i miei movimenti si fanno frenetici.
Devo ripulirle da tutto quel sangue.
Quel sangue che non c’è eppure che avverto distintamente colare, macchiando la mia pelle pallida.
Alla fine mi getto completamente in acqua, come se quel freddo potesse purificare la mia anima lercia.
Invano.
Però mi viene un’idea.
Un’idea pericolosa ma che è l’unica soluzione.
Sono disposto a tutto per proteggere Thor.
Anche a togliermi la vita per proteggerlo da me stesso.
Senza esitazione, vado sotto la cascata, dove quella forza naturale, con l’andare dei secoli, aveva scavato una depressione ancora più profonda.
Quando eravamo piccoli avevamo paura di immergerci là, anche perché la luce del sole non riusciva ad illuminare quella profondità. Lo facevamo solo insieme, tenendoci per mano e serrando gli occhi, con il timore che qualcosa che abitava quel buco uscisse e ci facesse prigionieri, condannandoci a morte.
Ma questa volta mi lascio andare a fondo tranquillamente, tenendo gli occhi spalancati, senza paura.
Dopotutto, ho imparato da tempo che non c’era differenze tra me e la tenebra più oscura.
Tra me e il male più temuto.
Riderei, se l’istinto di sopravvivenza non mi facesse trattenere ogni singola molecola d’ossigeno nel corpo.
Il fondo era molto più vicino di quanto mi ero immaginato da ragazzo. A quel tempo credevo che la fossa non avesse fine, e continuasse in un reticolo di cunicoli e budelli fino alle profondità del pianeta.
Ora devo soltanto aspettare di finire l’ossigeno nei polmoni e restare lì, fino all’incoscienza.
Devo ignorare il bruciore dei polmoni, che si fa sempre più insopportabile.
Devo ignorare la voce della ragione, che mi ordina di risalire in superfice.
Devo farlo, per proteggere Thor.
Non era quello che avevo sempre fatto?
Non avevo sopportato fino al limite il mio posto alle spalle di Thor, solo per riuscire sempre a proteggerlo dai pericoli che non vedeva?
Ma questa volta non ci riesco.
Non riesco a lasciarsi morire.
Sono uno che combatte sempre, anche quando la causa sembra ormai persa.
Anche quando mi sono buttato dal Bifrost, quando avevo perso tutto, nella mia caduta avevo cercato inconsciamente qualcos’altro per cui sopravvivere.
E avevo trovato la vendetta. Una vendetta che non volevo, di cui non mi importava poi molto, ma era sempre una vendetta. Uno scopo per vivere, per fare il respiro successivo.
Ma ora cos’ho?
Un amore, che avrei dovuto seppellire, per proteggerlo.
La mia morte è l’unico modo per metterlo al sicuro da me.
È ciò che continuo a ripetermi, ma mi do lo stesso una spinta contro il fondale, risalendo in superfice.
Mi riempio i polmoni affamati di ossigeno.
Mi lascio galleggiare
Mi odio per la mia codardia.
Ma c’era qualcos’altro che posso fare.
Con poche bracciate, riacquisto la riva.
Quella opposta da cui sono partito, in modo da continuare la mia fuga.
 
“Loki”
Mi volto di scatto, trovandomi a fissare lo sguardo serio e preoccupato di Thor.
Mi ha già trovato. Non che abbia fatto molto per nascondere le mie tracce, è vero…
Se ho imparato questa volta a non farmi guidare dai muscoli non lo imparerò mai più.
“Stammi lontano!”
Come sempre non mi ascolta e attraversa il torrente grazie a dei sassi che avevamo sistemato durante i nostri giochi.
“Perché?” domanda, fermandosi a qualche passo dal me, che non trovo ancora la forza per andarmene.
“Perché ti ucciderò. Te, i tuoi genitori, i Vendicatori… vi ucciderò tutti” ammetto in un sussurro smorto.
“è questo che sognavi sempre? Sognavi di uccidermi?” domandi ancora, inginocchiandoti davanti a me, in modo da avere i nostri visi allo stesso livello.
“Tu mi odi e io ti uccido per non vedere più quel rancore che provi verso di me” continuo flebile.
È come se questa confessione mi stesse privando delle forze.
“Io non potrò mai odiarti Loki! Non ti ho mai odiato” cerca ancora di rassicurarmi, avvolgendomi con un abbraccio che non corrispondo.
“Era solo un incubo, come quelli che facevi da bambino, non vuol dire niente”
“Vuol dire tutto invece- lo riprendo, riuscendo ad allontanarmi- vi siete fidati di me! Ora conosco le vostre debolezze, le vostre paure! Se volessi potrei sconfiggervi!” Thor scuote la testa.
“Non succederà Loki. È vero, noi ci siamo fidati di te ma involontariamente, anche tu ti sei fidato di noi. E devi continuare a farlo Loki! Fidati di me”
… non è assolutamente delirante il fatto che gli altri si siano fidati di me, una fiducia di sicuro mal riposta, e io non riesca a fidarmi  di uno come Thor?
“Uccidimi…” questa mia implorazione sorprende anche me stesso.
Ma vorrei davvero che fossi tu ad uccidermi alla fine. Sarebbe rassicurante.
Ti vedo contrarre le spalle, sbalordito e terrorizzato.
“Prometti che mi ucciderai se dovessi tornare “malvagio”. Promettimi che non ti lascerai uccidere da me perché mi ami. Promettilo” continuo con voce stanca.
“No Loki, non lo farò mai!”
Così sia.
Ti regalo un ultimo sorriso sbiadito, prima di sparire nel nulla.
 
 
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“…ma sei proprio sicuro di non esserti alza dalla parte sbagliata del letto?”
Mi limito a fulminarlo con lo sguardo.
“Promettetelo” ripeto in un ringhio di rabbia.
“Dunque, ricapitolando ci hai svegliato nel bel mezzo della notte, dopo essere fuggito da Asgard in seguito ad un incubo in cui ci uccidi tutti, per farci promettere di ucciderti in caso ti venisse un altro colpo di matto?” domanda l’altro uomo, sistemandosi gli occhiali sul naso.
Resto impassabile e distaccato. Non sarei dovuto andare da loro ma mi serve quella promessa agghiacciante e rassicurante al contempo.
Ripensandoci la prossima volta chiedo a Natasha e a Clint.
“Promettetelo” ripeto per qualcosa come la dodicesima volta in quella… quasi mattina.
“Non ti interessano prima i pareri di due esperti?” propone il dottore
 In risposta eloquentemente un  sopracciglio.
“Il mio consiglio è quello di smetterla di star su fino a tardi a guardare le repliche di CSI e di Criminal minds. Capisco che devi trovare qualcos’altro da vedere, dato che sappiamo a memoria gli episodi di House, ma se proprio vuoi guardare un poliziesco c’è sempre Castle o NCIS che hanno battute sarcastiche e umorismo pungente adatto al nostro carattere” riprende la parola Tony.
“Già e metti da parte anche Freud e i criminologi… capisco che “nei sogni vediamo realizzati e nostri desideri più profondi”, la triade di McDonald e compagnia bella, ma sono stati studiati sulla mente umana non su quella di un dio gracile… se vuoi altro da leggere prova Lewis o Riordan che ha scritto una serie sui tuoi cugini dell’Olimpo” continua Bruce.
Il mio secondo sopracciglio raggiunge il primo.
Certo, è vero che con Ermes mi sono divertito un mondo, per non parlare di quella volta che con Ade abbiamo dato il via alla tradizione di Halloween però…
“…Mi state proponendo davvero letteratura da teenager?” Banner si limita a fissarmi.
Ammetto che un dio millenario vestito di pantaloni di tuta, Convers slacciate, una felpa recitante “qualunque cosa sia successo non sono stato io” di almeno due taglie troppo grande, i capelli tutti spettinati e umidi non si possa definire in altro modo che “adolescente”.
“Cosa ti dovremmo proporre scusa? Gli Harmony delle casalinghe in menopausa o i romanzetti rosa di ragazzine con un appetito sessuale pari a quello di un coniglio?” ribatte Tony, supportato dal dottore.
“E mi raccomando: una cena leggera e niente racconti dell’orrore prima di andare a dormire” Sospiro, esasperato dal menefreghismo dimostrato dai due cervelloni degli Avengers.
“Se ti può consolare, io mi amo troppo per farmi uccidere facilmente… e in punto di morte ti potrei sempre ricordare che, se mi uccidi, non avrai più nessuno con cui fare scherz… ehm, volevo dire scherma – si corregge lanciando un’occhiata preoccupata a Bruce, che si limita a sbuffare. Quello era ancora un argomento delicato…- Una prospettiva che terrorizzerebbe Voldemort, Sauron e Galbatorix messi assieme, sempre per restare in tema”
Scuoto la testa, ma le mie proteste nascenti furono interrotte da un potente tuono che fa ballare le luci per qualche istante.
“Qualcosa mi dice che è per te…” fa notare Tony, finendo in un sorso il suo bicchiere di salutare coca cola, visto che Steve stava cercando di fargli assumere una dieta più sana che comprendeva alcol solo dopo mezzogiorno meno un quarto. E quant’era stata dura la lotta per quel quarto d’ora…
 
Svogliatamente, salgo sul tetto, adibito anche a pista d’atterraggio per dei asgardiani.
“Loki!- mi chiama sollevato Thor. E chi dovrei essere scusa? Il maggiordomo? Capisco che “è sempre colpa del maggiordomo, ma mi sembra un paragone eccessivo per il cervello di Thor… sempre se ne abbia uno- Non credevo che sarebbe stato così facile trovarti…” continua facendosi serio.
“Stare con te mi ha instupidito a quanto pare…” ribatto gelido.
Ci fissiamo negli occhi. Ma quanto siamo romantici, eh?
È Thor a spezzare il silenzio, avvicinandosi per tentare di abbracciarmi.
Cos’è, per magia la scritta sulla mia felpa è diventata “ti prego Thor, abbracciami come un peluche”?
“Stammi lontano Thor. Questa volta non torno ad Asgard” S immobilizza, ma continua a sorridere tranquillo.
“Ok, dove andiamo di bello?” Non mi avrebbe lasciato mai più, questo mi aveva promesso non troppo tempo fa.
“Non ti voglio vicino Thor. Me ne andrò da solo, mentre tu te ne torni nella tua nuvola com’è tuo dovere fare” gli spiego, con uno sguardo di ghiaccio.
Il dio del tuono sorride ancora.
“Mi sembra di averti già detto che sei ciò a cui tengo di più nella mia vita. E non puoi essermi portato via …nemmeno da te stesso” spiega. Quando vede che non rispondo, riprende la parola lui. “Non posso perderti di nuovo Loki… senza di te niente ha più significato”
“Lo so, anche da ragazzi ti ho sempre dovuto ripetere le lezioni per far entrare qualcosa di sensato nel tuo cervello” ricordo, probabilmente tranquillizzando Thor con quella battuta: se ho ritrovato gusto nel prenderlo in giro, c’era ancora speranza, no?
“Sai cosa intendo. L’amore non cambia solo una vita, ma due, la tua e la mia” replica serio. Fin troppo serio
Mi immobilizzò, fissandolo e mordendomi l’interno della guancia.
Cerco di trattenermi in tutti i modi possibili (vedeva benissimo la serietà di Thor) però…
“Miei Dei! Questa era terribile! Dove l’hai trovata? Sulla carta dei cioccolatini?” domando scoppiando a ridere.
Thor si imbroncia, non riuscendo a nascondere però il sollievo.
“Ahahah, se te ne devi uscire sempre con robe del genere è meglio se stai zitto, prima di mettere in fuga tutte le persone nel raggio di cinque kilometri” continuo sghignazzando.
“Soltanto se torni ad Asgard con me sennò potrei continuare per l’eternità” …cerchi di ricattarmi, eh? In fondo, infondo, qualche trucco l’hai imparato dal sottoscritto
“Davanti ad una minaccia del genere credo di dovermi arrendere…”
Ebbene sì, mi sono arreso, ma che ci posso fare, in fondo lui è l’unico che potrò tormentare da qui all’eternità, senza timore di una vendetta.
 
Come per magia… anzi, per magia vera e propria, riappariamo al torrente, e senza dirci una parola ci incamminiamo verso il palazzo.
È arrabbiato e offeso, lo so.
E so anche che cerca di nasconderlo per paura che io possa mal’ interpretare i suoi sentimenti (cosa che, detta tra noi, non è mai successo).
Ma per fortuna, so anche come farmi perdonare…  
 “Thor?” lo chiamo, mentre è in piedi su una roccia in mezzo al torrente.
Ma prima che il possente dio possa dire qualcosa, lo spingo in acqua.
“Loki! Questa me la paghi!” mi ringhia contro, e prima che io possa darmi alla fuga mi prende in braccio (si avete letto bene, mi ha preso in braccio, ma mi vendicherò, promesso) e mi getta in acqua.
Come secoli prima, iniziamo a giocare e rincorrersi finchè, esausti, non ci accasciamo sulla riva.
“Ti amo” dice, baciandomi una tempia.
“Sei ripetitivo…” ribatto dolcemente. Sì, dolcemente, ho anch’io un cuore …qualche volta.
“Io me lo posso permettere. Non ho la reputazione di una lingua d’argento da difendere…”
“Come se fosse riferito dolo a quello…” sghignazzo malizioso.
Non dovrei essere qui.
Dovrei essere mille mondi lontano, per proteggerlo. Perché lo amo… credo.
Ma sono il dio del Caos, e faccio quello che voglio.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota
 
Tipico, sono tre giorni che cerco di scrivere una roba decente e l’ispirazione mi viene all’una di mattina -_-
Una piccola specificazione: chi ha letto le altre storie di questa serie forse si ricorda dell’incubo che ho accennato un paio di volte e quindi eccolo a voi… se fosse stato per me non mi sarei mai messa a pensarci, ma oOBlackRavenOo mi ha messo la pulce nell’orecchio e così, già dal lontano 12 giugno avevo iniziato a buttare giù lo scheletro di sta roba (ripensandoci anche allora era notte fonda e non riuscivo a dormire -___-‘’) …e già che ci sono è proprio a te Raven che dedico questa storia, che letteralmente non esisterebbe senza di te (e della tua coscienza, non dimentichiamocelo ;)
XD
Ringrazio già che lascerà un commentino, anche piccino picciò va bene ( e sotto con le critiche costruttive perché è la prima volta che provo la prima persona singolare in una fiction un po’ più lunga e voglio sapere cosa ne pensate u.u)
 
Ciao ciao
roby_lia

p.s.
ormai è ufficiale, devo mettere Tony dappertuto quindi ve lo sopportate anche quà u.u''
  
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