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Autore: veggie_92    08/08/2012    0 recensioni
Ciao a tutti!Questa è la mia prima fanfiction quindi siate clementi!XD
I personaggi sono molti ma i protagonisti saranno la mia coppia preferita:Vegeta e Bulma!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era un caldo pomeriggio di una domenica d’estate, e la città di Satan City era deserta. Chi poteva si rifugiava nella propria abitazione per cercare un po’ di ristoro da quel sole così asfissiante, nessuno si avventurava per le strade, i negozi e i bar erano chiusi e il parco giochi cittadino che di solito pullulava di bambini allegri, ora, ospitava solo due piccole creature che dimostravano a malapena 10 anni, le uniche così coraggiose ad avventurarsi fuori di casa in quell’afosa giornata. Una di loro era intenta a dondolarsi in un’altalena, l’altra era seduta all’ombra di un albero a leggere un piccolo libro illustrato.

“Da grande voglio diventare la più grande scienziata di tutto il mondo! Anzi no! Dell’universo!” disse la prima ridendo e saltando giù dall’altanena.
“E io voglio diventare una scrittrice!” disse la seconda alzandosi in piedi.

La prima a parlare era una bambina molto vivace e graziosa, indossava un vestitino bianco con delle decorazioni rosa e dei sandaletti bianchi, la caratteristica che però la distingueva dalle altre bambine della sua età erano i capelli del colore del mare e degli occhioni azzurri sorprendenti. Il suo nome? Bulma Brief. La figlia del più grande scienziato di Satan City.
La sua amica si avvicinò a Bulma chiudendo il libro, lei era totalmente diversa dalla sua compagna di giochi era molto più tranquilla e adorava leggere. Indossava una maglia a maniche corte arancione, dei pantaloncini e delle ballerine rosse, aveva lunghi capelli neri e occhi dello stesso colore. Sicuramente non era particolare come la bambina al suo fianco, ma  non era certamente meno carina. Lei era Chichi Del Toro, figlia del sindaco della città. Due bambine così piccole, ma così potenti! Erano sicuramente le più conosciute della città, anche perché erano inseparabili. Non andavano mai in giro da sole, erano sempre insieme.

“Promettimi che saremo amiche per sempre” disse Bulma prendendo la mano destra di Chichi.
“Te lo giuro!” Chichi tendeva il dito mignolo della mano sinistra verso Bulma, lei incrociò il suo con quello dell’amica e insieme scoppiarono a ridere divertite.
“Sai dirmi che ora è?” Chichi guardò l’orologio da polso di plastica che portava sempre con se: “Sono le 17:35” disse.
“Oh no sono in ritardo!” urlò Bulma. “Devo tornare a casa! I miei genitori questa sera terranno una noiosissima festa con gli amici di mio padre!”
“Ahahaha ti annoierai a morte con tutti quegli scienziati per casa!”
“Lo so…” disse Bulma ormai con un bel broncio in viso.
“Dai non preoccuparti! Vedrai che troverai qualcosa da fare!” Ti accompagno a casa?”
“Siiiii!!!” disse sorridente, felice di passare ancora un po’ di tempo con la sua amica del cuore.

Le due bambine si avviarono verso l’abitazione della piccola Bulma, una villa immensa dalla forma un po’ strana e tondeggiante, in alto, si poteva notare una scritta a lettere cubitali:“Capsule Corporation”.
“Eccoci qua” Bulma suonò il campanello di casa sua, e ne uscì una giovane donna bionda dai capelli vaporosi!
“Oh! Siete voi ragazze! Bulma finalmente! Ti devi preparare!” disse in uno squittio la giovane donna. “Chichi cara dì pure a tua madre di venire a prendere un thè da noi domani pomeriggio, così spettegoliamo!”

Le due donne erano amiche sin dall’infanzia e passavano molto tempo insieme, per la felicità anche delle loro due figlie. Era così che le due bambine si erano conosciute. Grazie alle loro madri.

“Riferirò” disse Chichi allegra.
“Bhè ora corri a prepararti Bulma tra poco avremo ospiti! Ohohoho!” Bulma odiava la risata di sua madre, sembrava ancora più un’oca!
 “A domani Chichi!!!” urlò correndo verso la porta di casa.
“A domani!” rispose la mora che cominciò a correre diretta verso la sua dimora poco distante.

Bulma entrò nella sua stanza asciugandosi i capelli, e vide sopra al letto l’abito che avrebbe dovuto indossare quella sera. Era un lungo vestitino color lavanda, con un bel nastro di un viola più scuro che formava un fiocco in fondo alla schiena. Certo che sua madre a volte aveva gusto!!! Fece un lieve sorriso, felice della scelta dell’abito e cominciò a prepararsi. Decise di pettinarsi i capelli con uno chignon molto elegante, era bellissima! Tutti l’avrebbero guardata estasiati!(è molto vanitosa). Ormai erano arrivate le 19:00 e i primi ospiti cominciarono ad entrare, scienziati, capi di importanti aziende e inventori da tutto il paese, la casa era addobbata e splendente come non mai per l’evento e i padroni dell’abitazione accoglievano gli invitati vicino alla porta d’entrata.
Bulma scese dalla grande scalinata sentendosi una principessa, non vedeva l’ora di avere tutti gli sguardi dei presenti su di lei. Ma, grande fu la delusione quando si accorse che effettivamente nessuno aveva notato la sua entrata. Tutti, tranne un bambino nascosto nell’ombra che la fissava senza staccarle gli occhi di dosso.

“Uffaaa nessuno mi ha guardata!!!” disse furiosa
“Bulma vieni!” era la voce di sua madre che la chiamava dalla parte opposta del salone, si avviò verso di lei con molta fatica data la presenza di tutte quelle persone, notò che i suoi genitori stavano discutendo divertiti con un bellissimo uomo dai capelli a punta.
“Tesoro questo è il signor Prince, sai, ha un figlio della tua età, è qui stasera potresti giocare con lui!”
“Ok!”disse in tono calmo, anche se dentro di lei era in estasi per la scoperta di qualcuno con cui passare la serata a giocare.
“Ma dov’è finito?” dissero i tre adulti guardandosi in giro. In quel momento videro camminare verso di loro un piccolo ragazzino dagli occhi e dai capelli neri come la notte. Il suo sguardo, anche se era un bambino, era truce e serio, anzi sembrava quasi arrabbiato. Bulma vedendolo rimase incantata, anche se era una bambina dovette ammettere che quel ragazzino era veramente stupendo, indossava uno smoking e all’occhiello erano appesi dei piccoli fiori blu, che Bulma riconobbe subito, erano dei “non ti scordar di me”.
“Ohohoho! Ma che bell’ometto abbiamo qui” squittì la padrona di casa. Il bambino arrossì vistosamente, tutti scoppiarono a ridere, tranne Bulma che aveva continuato a fissare il suo coetaneo incantata.

“Vegeta invita la signorina a giocare con te” disse il padre del ragazzo.
E così si chiama Vegeta, pensò Bulma, bel nome proprio come lui. Non seppe il perché ma il cuore cominciò a batterle velocemente come non aveva mai fatto.
Vegeta non si mosse e non spiccicò parola, Bulma, un po’ infastidita dal suo comportamento, ma capendo il suo disagio lo prese per mano e lo trascinò verso l’esterno della casa, dove in un enorme prato erano stati costruiti appositamente per lei giochi di qualsiasi forma. Il piccolo Vegeta la seguiva senza fare storie sotto gli occhi sbigottiti del padre.

“Com’è docile! Strano” disse l’uomo perplesso “Prima di arrivare qui scalciava in continuazione urlando di non voler venire”.
“Ohohoho! Potrebbero sposarsi da grandi” disse la donna creando una risata generale. “Io ero seria però” pensò guardando allontanarsi i due bambini, fece un lieve sorriso e ritornò a conversare con i suoi gentili ospiti.
  
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