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Autore: GiorgiaPnt    09/08/2012    0 recensioni
[...] io l’oceano non l’avevo mai visto; però penso che nemmeno trascorrendo un’intera vita in barca si sarebbe potuto veder più bell’oceano di come lo si vedeva nei suoi occhi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Avrei voluto dirgli che non c’era serata migliore di quella, per amare. Che mi piaceva come mi stringeva delicatamente i fianchi appoggiando dolcemente il mento sulla mia spalla; sembrava quasi facesse attenzione, quasi avesse paura di rovinarmi. 
Mi diceva –sei così fragile, una bambola di porcellana- e mi accarezzava la pelle candida; dalla spalla arrivava alla mano e intrecciava le sue dita alle mie, e io lo amavo.
Di lui c’era così tanto da amare.
Avevo iniziato dagli occhi, una sera d’estate, fuori con gli amici. Due occhi -azzurro oceano- (io l’oceano non l’avevo mai visto; però penso che nemmeno trascorrendo un’intera vita in barca si sarebbe potuto veder più bell’oceano di come lo si vedeva nei suoi occhi), e di loro mi innamorai subito. Poi la mano; la mano con cui stringeva la mia per non lasciarmi andare, anche se sapeva che sarei rimasta, io sarei rimasta sempre, niente mi avrebbe allontanata da lui. 
A volte mi spostava i capelli dal viso, lo faceva lentamente, senza fretta, come se avessimo tutta la vita davanti e se valesse la pena l’attesa prima un bacio e in quell’attesa, spostarmi i capelli dal viso, fosse la cosa giusta da fare. Penso che avesse ragione.
Quando l’attesa finiva, quando i capelli lasciavano spazio al viso, alle mie lentiggini, ai suoi occhi, alle nostre labbra, allora si avvicinava a me e mi schioccava un bacio, poi due, poi tre, poi. 
Di noi mi piaceva pensare che sarei stata diversa dalle altre donne che avrebbe poi avuto. Ero così sicura di essere diversa. Mi piaceva pensare di amarlo in un modo diverso da come si ama di solito, in un modo che, quando sarebbe stato con un’altra, gli sarebbe mancato e mi avrebbe pensata. 
Essere dimenticata era il mio incubo.
Essere dimenticata da lui, il mio incubo peggiore.
Comunque quella sera era la sera giusta per amare come non si aveva amato mai. Io appoggiata a lui, lui disteso sull’erba, il cielo disteso su di noi. Una coperta in una notte d’estate che si illuminava insieme ai fuochi artificiali. 
Li avevo visti centinaia di volte, ma mai in una sera piena d’amore. 
Con le sue braccia intorno ai miei fianchi e gli occhi azzurro oceano pronti ad invadere il cielo.
Avrei voluto dirgli che l’amore è quello che sta sotto, sotto le coperte, sotto la pioggia, sotto un tetto, sotto le stelle.
   
 
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