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Autore: Cucciniella    09/08/2012    0 recensioni
Può sembrare vecchia, rovinata, sbiadita, ma una scatola contiene sempre qualcosa. Ed è proprio quel qualcosa che ha cambiato la vita di una donna; una donna che è riuscita a innamorarsi di nuovo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Non sapevo che quel giorno mi avrebbe cambiato la vita. Non avevo la benché minima idea che questa conservava per me ancora una speranza di felicità, una via di fuga da quell’ordinaria vita che ormai ho lasciato tempo addietro.
E proprio in quel giorno ho realizzato che la vita mi stava sfuggendo di mano e che dovevo far qualcosa affinché il tempo si fermasse per almeno due secondi, in modo tale da dire “io esisto” oppure “sì, sono proprio io”; perché gli attimi sono importanti e non vanno trascurati.
Ti basta un sì e un no, e la tua vita prende un’altra direzione. Forse è già stato tutto programmato, forse era scritto nel destino che io dovevo trovare quella cosa, in quel preciso istante, in quel luogo.
 
                                                                                                                  * * *
 
Aspettavo Mattia, in salotto, a notte fonda. Per l’ennesima volta non era tornato all’orario prestabilito e siccome ultimamente girava con brutta compagnia, ero molto preoccupata. Mio marito dormiva al piano di sopra con la piccola Aurora, di soli nove anni.
Lei non poteva ancora capire cosa la vita le avrebbe serbato in futuro. Vicino a me c’era Fufi, il cane. Quel cane vecchio e puzzolente, che a nove anni voleva ancora giocare con la pallina blu. Nel salotto c’era troppo disordine, così, da brava mamma impazzita, mi misi a riordinare la stanza alle due di notte, in completo silenzio.
Le scarpe vanno su, il detersivo qui.. ah no! Va nelle immondizie, mentre la giacca va appesa e, Dio che schifo di casa!”pensavo.

Mi affacciai alla finestra per vedere se qualcuno era arrivato al cancello, ma niente.
Mi ero già preparata la solita romanzina con tipica punizione, e anche se non serviva a fargli venire i sensi di colpa, ormai era un’abitudine.

Portai le scarpe al piano superiore, il cane mi seguiva dappertutto, tanto che molte delle volte si inciampava sui miei piedi. Aprii la porta della cabina-armadio e notai subito uno sbrilluccichìo proveniente dal fondo della stanzetta.
Era  prodotto da uno strano oggetto, colpito dal riflesso della luna.
Emanava una luce di color verde smeraldo alternato al blu cobalto. Era così intenso quel colore che in un primo momento avevo paura e stavo per emettere un gemito; poi, mossa da qualcosa che ancora adesso mi è sconosciuta, mi avvicinai pian pianino, con prudenza quasi. Da sempre mi era rimasta la paura del buio e vedere un oggetto così brillante alle due di notte, non era troppo rassicurante.

Man mano che mi avvicinavo , la luce si affievoliva e l’oggetto diventava più chiaro e nitido. Colta dalla sorpresa, non potevo nemmeno immaginare di ritrovare un oggetto che credevo perso durante il trasloco.
Era un piccolo ciondolo a forma di cuore, legato a una catenina d’argento. E come nei film mi partii un flashback e non potei fare a meno di rivivere le stesse emozioni provate quel giorno. Rividi la folla, la gente che curiosava, i flash dei turisti.

                                                                                    

1 gennaio 2012, Venezia
“Amore, guarda!”
“Che cosa?”
“La collanina!”… “Ti prego!”
“Quanto costa?”
“Non lo so, ma che importa?!”
“MMMH, vediamo dai.”
“Vediamo cosa!? Avanti, non c’è tempo!”
Mi guardò. “Va ben”… “Scusi, signorina?”
“Salve, mi dica.”
“Quanto costa questa?”
“Tre euro, la vuole verde smeraldo?”
“Sì, grazie”

 

E rivivi quell’ultimo sguardo intenso, fugace, pieno di complicità. Ricordavo tutt’un tratto il momento in cui mi toccò il collo con le mani fredde per legarmi la collana. Era splendida.
E vederla lì, in quel momento, consumata dal tempo e dall’acqua, mi fece un colpo al cuore. Me l’aveva presa a Venezia, in una di quelle bancarelle da souvenir, eppure quel ciondolo era il più bello che avessi mai potuto vedere.
Ma per quella sera non era tutto...

 
  
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