Nota dell’autore: Questa cosa nasce dalla mia prima partecipazione ad un contest
indetto da Maki chan che
troverete sul forum di EFP o qui -> contest
sul forum
WARNING: questa storia tratta di
amore omosessuale, se la cosa vi disturba o avete problemi nel leggere questo
tipo di genere, potete tranquillamente chiudere, nessuno ve ne farà una colpa.
VIOLATOR
Policy of Truth
Eccoti là,
Solo in mezzo a quella distesa
verde.
Gli altri sono andati via da un
pezzo, ma tu invece sei rimasto, come al solito.
Stai correndo come un pazzo da
una parte all’altra di quel campo che ti ha visto muovere i primi passi,
crescere, vincere e perdere.
Non ti importa se in questo
momento sta piovendo,
Se l’acqua invade e attraversa
il tuo bellissimo corpo,
Se rischierai di prenderti un
malanno,
No…
Sei
troppo orgoglioso e prepotente per abbassare la cresta persino
al signore del tempo.
Ed io, me ne infischio di quello
che potrebbe succedermi,
L’unica cosa che davvero mi
importa, è stare qui,
Nascosto dietro la corteccia di
questo grande albero,
A spiare ogni tuo movimento,
ogni tuo gesto.
Questo è l’unico posto dove
voglio stare.
Dannatamente affascinante…
Io so perché sei così…
Il sudore, intrecciandosi alle
gocce d’acqua, invade il tuo viso dai lineamenti perfetti.
Non un difetto su quel volto che
solo io ho potuto vedere da vicino.
Ho avuto il privilegio di
osservare cosa si cela dietro la durezza di quell’espressione.
Sono stato il primo, e
probabilmente anche l’ultimo…
Sorriso beffardo, non mi perdonerai mai.
Tu mi odi per quello…
Hai mostrato a me la tua
debolezza, e ti incolpi, vero?
Odi te
stesso più di quanto odi me.
Non si comanda al cuore… non puoi comandare quello che davvero desideri…
Quel viso così bello, che io ho
toccato, baciato, morso e leccato, adesso conserva solo la durezza.
Passi una mano tra quella
selvaggia chioma bagnata,
Sposti davanti agli occhi scuri
quelle ciocche ribelli, ti danno fastidio.
Sei arrabbiato, frastornato,
amareggiato: sembri una tigre dentro una gabbia.
Ispezioni il luogo, da cima a
fondo.
Avrai controllato ogni parte,
memorizzato ogni cosa,
Ecco,
Vedi la libertà oltre quelle
sbarre,
Cerchi di scappare, ma non ci
riesci.
Sei in trappola.
Piccole gocce volano via
trasportate dalla brezza.
Hai mai notato come ti muovi?
Ti muovi con sicurezza assurda:
sai dove stai andando, sai cosa vuoi fare…
Ma non riesci ad acciuffare davvero…
… quello che vuoi
Ho sempre invidiato questa cosa
di te, sai?
Sei forte,
determinato, intraprendente, non ti arrendi mai, ed io sono completamente
abbagliato da codesta figura.
Superbo ed imperiale, oserei
dire; c’è qualcosa che circonda la tua figura, la vedi?
Te lo dico io:
E’ una luce abbagliante, che
accerchia ogni parte di te stesso…
Bellissimo, forte, vigoroso,
maschio…
Il solo pensare a questi attributi mi fa eccitare in una maniera
pazzesca, chi l’avrebbe mai creduto…
Sai, avrei voglia di uscire da
questo nascondiglio, di correre da te, gettarti a terra, strapparti quegli
indumenti, e farti soffrire, sì, esatto, come tu fai soffrire me adesso, di una
passione lacerante…
Bramo e tremo di fronte alla
visione di un ricordo che ci ha visti partecipi di una realtà in cui siamo
stati testimoni di un momento idilliaco….
Due corpi avvinghiati in mezzo
alle lenzuola bianche stropicciate…
Quelle mani, forti, grandi, che
percorrono il mio corpo, che infiammano la mia pelle…
Le voglio sentire ancora…
Quelle labbra, roventi e piene:
lascia che percorrano, ancora ed ancora, a tratti, il mio viso…
E il tuo membro, lascia che mi
inondi, che mi porti lontano, assieme a te…
Voglio essere scoperto, e
scoprirti…
Voglio sentire ancora quel
calore invadermi…
Voglio sentire te…
Accarezzami, toccami, graffiami…
Te ne prego… ne ho bisogno…
Non dirmi di no…
Un brivido caldo attraversa la
mia schiena. Quasi senza accorgermene, passo la mia lingua sulle labbra, sto
impazzendo…
Sento caldo sotto questa pioggia
fredda…
Ti sei fermato un istante, ti
sei voltato, mi nascondo: che ti sia accorto di me?
Avresti mai pensato a quello che
c’è successo?
Avresti mai detto che un giorno
la tigre del calcio si sarebbe concessa con bramosa lussuria, ad uno come me?
Perché ancora oggi, io stento a
crederci, non mi sembra reale…
Assurdo,
ma vero…
E tu sei mio… che ti piaccia
oppure no…
Sai, puoi fare finta che tra noi
non ci sia nulla,
Ma io lo vedo,
Lo sento.
Tu lo vuoi esattamente come lo
desidero io…
Non puoi fingere, non ci riesci,
Non hai potere di controllo su
questo.
E questo, mi fa ridere, perché
per la prima volta in tutta la tua vita,
Non vincerai mai questa partita…
sei debole…
Mi appartieni…
Sei nervoso, lo sento, hai
ripreso a correre, ecco, adesso hai alzato la gamba, guardi per un secondo la
porta e poi… calci il pallone con una violenza inaudita.
Cerchi di convincerti che c’è
una via d’uscita a questo, non è così?
Tutto inutile…
Non so perché adesso, ma c’è una
canzone che mi tormenta, che mi sovviene spesso in quest’ultimo periodo; quella
canzone mi lascia dentro un’angoscia pazzesca.
La prima volta che la sentii, fu quando cominciò il nostro tormento.
Me ne stavo tranquillamente a
gironzolare per le strade, riflettevo su quello che ci stava succedendo,
cercavo di rispondere ai mille quesiti che salivano nella mia testa.
Era normale tutto questo?
C’era qualcosa di razionale
dentro?
Non poteva succederci davvero,
non potevo provare qualcosa per uno come te, così come era matematicamente impossibile che
tu potessi avvicinarti ad uno come me…
Siamo troppo diversi…
Siamo l’opposto…
Improvvisamente, fui attirato da
qualcosa, mi fermai, non so dirti con esattezza quando
tempo riuscì a stare fermo in quella maniera, so solo che, da quel negozio, si
stavano propagando le note musicali di un motivetto.
Una musica molto particolare,
diversa da quella che sono abituato a sentire, eppure mi attirava.
Sai cosa diceva al momento in
cui sono arrivato?
Continuerai
per sempre a chiederti
Come sarebbe potuto essere se solo avessi mentito
È troppo tardi per cambiare i fatti
È il momento di affrontare le conseguenze
Per aver consegnato la prova
Nella politica di sincerità
Fu come se mi avessero dato un
pugno in pieno stomaco.
Quel pezzo si ripeteva
all’infinito, mi faceva male, era vero…
Mi fai male… nell’anima, perché
cerchi di auto-convincerti che è tutto sbagliato, che quello che succede tra
noi sotto le tue lenzuola, in quel letto, non è quello che credo…
Io cerco di prendermi la
responsabilità di quello che abbiamo, traendone le conseguenze,
Tu invece cerchi solo di mentire
a te stesso…
Cerchi una via di fuga, cerchi
qualcosa dove appenderti, un appiglio, perché non vuoi ammettere la verità…
Volevi mentire a te stesso,
volevi che anche io mentissi, hai cercato di impormi la tua volontà, di
spaventarmi…
Mi fai male…
Ma a te importa? Ti importa di
quello che mi fai?
Ti fa schifo tutto questo, vero?
Eppure io… voglio solo amarti…
Voglio solo quello…
Voglio vivere quello che abbiamo insieme,
Perché c’è stato concesso un dono Tigre,
Quel dono che tu rifiuti di accettare…
Passo una mano nei miei folti
capelli, immaginando di sentire la tua mano che li accarezza…
In un momento di perdizione,
quella volta, mi dicesti che erano belli, ma lo pensavi davvero?
La gente ha sempre reputato la
mia capigliatura eccessiva, fuori dal comune; non
dimenticherò mai certe risatine e sfrecciatine, ma, infondo non importa, io lo
so che sono tutti invidiosi.
Loro non hanno quello che ho io…
Ma cos’ho io?
-Hai
intenzione di nasconderti ancora, pivello?-
La tua voce profonda, forte, mi
raggiunge.
Sobbalzo.
Cosa…
Non mi ero accorto che ti fossi spostato.
Sono sorpreso, come hai fatto a
raggiungermi?
Sento un brivido percorrermi, mi
stai fissando come se volessi uccidermi.
Ma non ti temo, al contrario, ti desidero.
-Ti
dà… fastidio, forse?-
Domando senza voltarmi.
Il mio cuore manca un battito,
non rispondi, cala il silenzio.
Odio il silenzio: dice tutto
così come non dice nulla.
E’ imbarazzante…
Come ci siamo ridotti…
Mai più
un'altra volta; è quel che avevi giurato
La volta prima
Quella canzone…
Quante volte hai ancora intenzione di giurarlo? Eh? Di
mentire…
Ma poi… una risata.
Tu ridi,
perché?
Mi volto e ti fisso negli occhi.
Hai le mani incrociate, postura
elegante, mi guardi con quello sguardo duro, attraversi i miei occhi con i
tuoi, mentre ridi, continui a ridere…
-Cosa
c’è di così comico?-
-Tu!-
-E
perché?-
-Perché
mi fai ridere.-
-Ah…
si?-
-Sei
patetico… vergognosamente patetico…-
Mai più
un'altra volta; è quel che avevi giurato
La volta prima
Sgrano gli occhi, stringo le
mani in pugni, sento le unghie conficcarsi nella carne, ma non mi importa se
questo gesto mi provocherà dolore.
Sto tremando, non sento freddo,
ma solo una gran rabbia...
Perché deve essere così? Perché
devi cercare di mentire…
Parto con uno scarto, chiudo gli
occhi, non ti do nemmeno il tempo di reagire o capire, voglio solo farti
cadere, voglio essere io questa volta a
farti male… quindi, con tutta la forza che ho in corpo, cerco di spingerti
a terra.
Un tonfo, accidenti… che male…
E tu continui a ridere…
Ti piace vedermi così debole,
non è vero?
Maledizione, sono così idiota…
Avrei dovuto immaginare che
sarebbe andata a finire così…
-Complimenti…
davvero furbo da parte tua correre con gli occhi chiusi…-
Abbasso gli occhi; dopo questo, non ho il coraggio di guardarti negli occhi.
-Codardo…
abbi il buon senso di tenere lo sguardo sempre alto… qualunque cosa succeda.-
Hai ragione, io sono un codardo…
-Alzati!-
Eppure…
-Ti
ho detto di alzarti!!!-
La tua voce tuona, è minacciosa.
Hai intenzione di prendermi a calci Hyuga?
Lo faresti davvero, ti conosco
ormai.
Che c’è adesso? Non ridi più?
Come mai quell’espressione
sorpresa?
Ah, ho capito…
Adesso è il mio turno di ridere…
Dopotutto…
Tocca anche a me…
-Che
Cazzo hai da ridere… Vance!-
-Rido di te…-
-Ah sì… e
per quale oscuro motivo tu rideresti di me? Mezza
cartuccia.-
-Tu
chiami me codardo…- ci fu un attimo di silenzio, studiai a fondo il suo viso.
Era arrivato il momento di fargli capire…
Mi alzai
da terra, mi misi vicino a lui, parallelamente, il mio fianco sfiorava quello
suo, misi il mio braccio intorno al suo collo, lo sentii tremare un attimo,
avvicinai il mio volto al suo orecchio, volevo scandire bene quelle parole che
stavo per dirgli, avrei ferito il suo orgoglio.
-Ebbene…
preferisco essere un codardo ed ammettere quello che ho dentro, piuttosto che
indossare una maschera di perfezione per rifiutare, mentire a me stesso,
coprire le orecchie in modo tale da non sentire quello che il cuore tenta
disperatamente di dirmi… codardo sono io così come lo sei tu… -
-Come osi
parlarmi in questi termini…-
-Oso…
tu rifiuti di accettare quello che c’è tra noi…-
-Tra
noi non c’è nulla… tu sei… folle…-
-Ah
si?-
Non gli diedi nemmeno il tempo
di dire nulla, appoggiai le mie labbra su quelle sue, cominciando a soffiargli
sopra, a toccare il suo labbro inferiore con i miei denti…
-Pensi
ancora che tra noi non ci sia nulla?-
Sei
sorpreso, cerchi di ritrarti da quello che sto facendo, ma non ci
riesci, sei forte fisicamente, ma debole interiormente: sorrido soddisfatto.
Quando le mie labbra scendono
sulla base del tuo collo, tu ti immobilizzi.
Touché: quello
è uno dei tuoi punti deboli.
Comincio a far vagare la punta
della lingua sul collo, facendo dei piccoli cerchi. Ti piace, lo sento, stai
vibrando.
Vuoi mentire ancora?
Le mie mani percorrono il tuo
torace da sotto la maglietta, facendo dei movimenti circolari; il tuo viso è
contratto, ti piace il modo in cui muovo le mani, non è così?
E quando le mie mani arrivano
all’attaccatura dei pantaloncini, mentre con le labbra torturo il lobo del tuo
orecchio, ti sento sospirare…
Sospiro anche io, nonostante non
stia toccando ancora nulla, nonostante le mie mani siano lì, non scoprono
nulla, posso avvertire una sensazione di calore…
Avvicino di più il mio corpo a
quello tuo, cerco disperatamente di farti sentire il calore che mi invade,
perché sto bruciando…
Avvicino le mie labbra a quelle
tue, ti sussurro:
-Vuoi
ancora mentire? Riuscirai una volta soltanto ad essere sincero con me? A
guardarmi negli occhi e trasmettermi davvero quello che pensi?-
-Sei solo
un… Bastardo… tu vaneggi… io non mento…-
-Ah no?
Allora cosa c’è dentro i tuoi occhi adesso, eh? Io ci vedo desiderio… tu vuoi
che io continui, tu vuoi che io esplori il tuo corpo, tu desideri che ti
tocchi, che ti faccia sentire vivo… perché non lo dici allora?-
Non mi rispondi, sei troppo orgoglioso per rispondere, sei dannatamente
convinto che non ammettendo quello che realmente provi, tutto prima o poi finirà…
-Sei
solo un illuso…-
Ti sorrido, ho vinto, in un
certo senso…
Ho avuto il coraggio di
affrontare la conseguenza di questa nostra passione.
Ora tocca a te farlo…
Devi dirmi tu cosa vuoi…
Dipende tutto da te…
THE END
Precisazioni:
Ed ecco la terza
song fic del contest, questa volta mi sono
cimentata in una Shonen-ai (La prima) su due
personaggi di CT.
Uno è appunto Kojiro Hyuga,
l’altro è Timothy Vance,
sfido io a vedere chi di voi sa chi è sto tipo*___*
La fic volendo ha un finale
aperto, è una cosa voluta, questo perché credo che ci si potrebbe tirare su il
seguito…
Adesso che ho finiti di scriverla… Maki
se vuoi, puoi uccidermi, ma non farmi soffrire troppo*-*
Ringraziamenti:
Grazie a Melantò che mi ha coinvolto e mi ha fatto scoprire questo
contest. Questa è dedicata a lei, in modo esclusivo. Era da un bel po’ che le
avevo promesso una fic di sto
tipo con protagonista Timothy Vance
sicuramente a voi conosciuto XD
Grazie a Izumi che con pazienza e sincerità mi ha aiutato facendomi
sapere cosa ne pensava dandomi una mano a migliorare! Ti adoro**
A tutti voi che la leggerete, che mi seguite, che mi
consigliate**
Credit:
-La canzone facente parte dell’album Violator del 1989 usata per la terza song fic è Policy of Truth, traccia
settima, che appartiene ai Depeche Mode e
solo loro detengono i diritti.
I pezzi sono stati tradotti ecco quelli originali:
You will always wonder how
It could have been if you'd only lied
It's too late to change events
it's time to face the consequence
For delivering the proof
In the policy of truth
Never again is what you swore
The time before
Never again is what you swore
The time before
-I personaggi di Captain Tsubasa non mi appartengono, ma sono di
proprietà esclusiva del suo creatore, Yoichi Takahashi . La fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
ma solo per il piacere di farlo e di allietare un po’ le vostre giornate, per tanto intesa.
Solarial