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Autore: FairySweet    10/08/2012    0 recensioni
Perché ora? Perché proprio in questo momento? Che aveva fatto di male a Dio per ritrovarsi incastrata in un mondo che non le apparteneva più?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Burke 27*                                                                                Respira










“Respira”
“Sto ... sto respirando” mormorò confusa, la schiena appiccicata al muro e gli occhi terrorizzati, pieni di sconforto e paura, costretti ad osservare sé stessa, la vera sé stessa stesa su quel tavolo gelido, coperta da un lenzuolo e poi Den accanto a lei, il volto mascherato dalle mani e lacrime violente a percorrergli il viso “Lo so che fa male Scheggia, staccarsi dal proprio corpo fa sempre male” “Sono ... sono io?” balbettò confusa “Si, quella sei tu, o almeno, la te stessa mortale”  le sfiorò il volto cercando di tranquillizzarla ma era spaventata, confusa e paralizzata dalla rabbia “Guardami” respirava a fatica, l'unica cosa che avrebbe voluto era scappare via, il più lontano possibile da quell'incubo, da quella specie di prigione in cui si era ritrovata catapultata all'improvviso  “Scheggia guardami” un fremito, gli occhi piantati nei suoi  "È passato, tutto quello che ti legava alla vita ormai fa parte del passato. Non puoi tornare indietro, non puoi lottare per riavere tutto, puoi solo dimenticare e andare via, lontano, dove non c’è più dolore e ...” “Owen?” già, una domanda più che lecita “Non credo lo sappia ancora, Daniel ha chiuso le porte e costretto tutti al silenzio. Credo voglia parlare con lui di persona” ma lo sentiva singhiozzare, piegato su quel tavolo, inchiodato a lei da un legame strano e complicato “Non posso andare via”  le lacrime a spezzarle il respiro “Non posso lasciare mio marito e ... e il mio bambino ora ha ...” “Non puoi farci niente!” esclamò afferrandola per le spalle “Non è colpa tua, non è colpa di Owen o mia! Una dissecazione aortica uccide, lo sai meglio di me! Ne hai curate tante e quanti pazienti hai salvato?” “Questo non ...” “Quanti?”  urlò deciso “Lo vedi? Non lo ricordi nemmeno tu! Ogni battito del cuore allargava la lacerazione, non è colpa tua Scheggia, è stata la gravidanza, il continuo aumento di ormoni e poi lo squilibrio ...” “No!”  esclamò liberandosi dalla sua presa “Non è colpa di mio figlio!” “Non ho detto che è colpa sua ma della gravidanza! Devo davvero ricordarti quali possono essere le cause di un trauma del genere? Perché lo sai, non ho proprio voglia di farti ripetizioni di medicina, per quello ci sono i manuali!” continuava ad urlare, sapeva di farlo ma era l’unico modo per coprire i singhiozzi di Den, per costringerla a guardarlo “Vuoi davvero prendermi in giro? Ora? Ho perso tutto! Ho perso tutto e tu lo sapevi!” “Davvero?” sbottò allibito “Tu credi davvero che vederti morire sia stato il desiderio che segretamente nascondevo da anni? Patetico Scheggia!”  la vide trasalire, allontanarsi di un passo da lui “Puoi arrabbiarti con me, puoi prendermi a schiaffi finché vuoi ma questo non cambierà le cose! Sei morta Scheggia! Sei parte del passato ormai” “Non è passato per mio figlio! Non è passato per mio marito”  urlò tra le lacrime “Non passerà mai, proverà ad andare avanti, lo farà per il vostro bambino ma il male che si porterà dentro se lo mangerà lentamente un anno dopo l’altro perché ti ama! Ti ama Scheggia e non può immaginare una vita senza di te ma nemmeno questo può cambiare la realtà”  le sfiorò il volto cercando di tranquillizzarla “Piangerà, piangerà tanto, si arrabbierà con sé stesso per non essere stato capace di proteggerti, di tenerti qui con lui ma alla fine, lentamente e con fatica, ricucirà i pezzi della sua vita ...” si fermò qualche secondo asciugandole il volto “... e sai perché lo farà? Per il vostro bambino, perché nonostante tutto, quella piccola vita è l’unica cosa che ti terrà inchiodata a lui” un tremito violento a sconvolgerle il respiro “Lo odierà Burke, lo odierà perché la gravidanza ha ... Odierà il mio bambino e non posso vederlo se ...” la voce rotta dai singhiozzi, si rifugiò tra le sue braccia nascondendo il volto, cercando un modo per riordinare i pensieri “Non accadrà, non lo farà” la strinse più forte bloccando quel tremito violento “L’ha voluto tanto Scheggia, ora, odiarlo significherebbe cancellarti dalla sua vita” “È questo mio figlio? Una merce di scambio?” “Cosa?” domandò confuso staccandola dolcemente da sé “Lo userà per mascherare il dolore ma lo odierà per aver provocato quello stesso dolore” “Perché?”  un debole sorriso a colorargli il volto “Abbi fede in lui Scheggia, sarà un bravo papà vedrai” la vide sospirare, chiudere qualche secondo gli occhi e poi quel sorriso leggero e doloroso “Sarà un bravo papà”  forse, a forza di ripeterlo le avrebbe fatto bene, forse continuare a pensarlo l'avrebbe aiutata a lasciare il suo bambino “Sei pronta?” annuì debolmente  allungando una mano verso di lui  “Possiamo aspettare ancora qualche minuto?"  Burle annuì stringendola "Possiamo aspettare tutto il tempo che vuoi Scheggia,  vedrai che andrà tutto bene"  resporare, doveva fare solo quello, era semplice no? Già, e allora perché sentiva la nausea attanagliarle lo stomaco? Non era quello il suo sogno, non era quello il loro futuro. 
  
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