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Autore: Vampiresroads    10/08/2012    3 recensioni
Sei un uomo, e come tutti hai dei sentimenti. La vita non è un film.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il film era finalmente finito e passeggiando per le strade di Hollywood la gente era come ferro di cui ero la calamita, ognuno mi fissava per confermare se ero io o non e poi, spalancando gli occhi e addossandomi increduli, mi spalmavano in faccia fogliettini, mani, braccia, magliette, dvd e gli oggetti più assurdi che si potessero immaginare –una ragazza, non trovando nulla, mi costrinse ad autografare il suo gatto- e così scrivevo il mio nome ovunque, come se già non fossi onnipresente in città.
Era una sensazione meravigliosa, mi sentivo amato e famoso, ma soprattutto ammirato. I miei film precedenti avevano riscosso molto successo, quello prospettava di essere il film dell’anno e… indovinate chi ne era il protagonista? Io, ero proprio io!
Sembrava tutto così perfetto, mi mancava solo il mio migliore amico. Siamo cresciuti e invecchiati insieme, ma non era potuto venire a seguire le riprese per studi particolari di cui non mi aveva voluto approfondire la causa. Immaginai che mi volesse fare una sorpresa e venirmi a trovare, ma a quanto pare non si presentò.
Superai la folla e mi diressi a casa. Lanciai le chiavi sul divano lussuoso e mi appoggiai in una delle tante cucine che formavano la mia grande casa un po’ troppo sfarzosa per i miei gusti e le mie abitudini.
Il tavolo era pronto per la cena e Bleeky, la cameriera, servì il caldo piatto di carne insieme ad una busta bianca con una lettera all’interno. Nessuno sapeva il suo nome, ma la chiamavamo tutti Bleeky e a lei andava bene, quindi era superfluo. Aveva dei grandi occhi castani scuri, quasi neri, e capelli di un marrone chiaro che facevano innamorare quasi tutti i miei ospiti, mentre a me restava neutrale.
Mi fissò per qualche secondo finché non fu certa che avevo notato la bustina vicino al piatto. Quando fu totalmente sicura, iniziò a presentarmela: -Signor Johnson, una ragazzina che ha detto di chiamarsi Jamie Hudge mi ha chiesto di dargliela il prima possibile, ha detto che era importantissima e appena me l’ ha lasciata in mano è corsa via piangendo, non ho idea di cosa si tratti.-
-Dici sul serio? Jamie? La figlia di Steve?- Steven Hudge era il mio amicone di cui vi ho parlato prima, magari ha superato qualche buon concorso o ha ricevuto qualche importante nomina. Restai abbastanza sconcertato e frustrato dal pianto, poi mi convinsi che il padre sarebbe dovuto partire presto e lei non lo volesse accettare, così presi coraggio e aprii la bianca bustina con il mio nome impresso sopra.
La carta era bella e costosa, la scrittura lavorata e i disegni fatti a mano, ‘dev’ essere qualcosa di davvero importante!’ pensai. Steve non era spendaccione, anzi, era una delle persone più tirchie che conoscessi, ma stavolta non aveva badato davvero a spese, cos’era successo?
Estrassi completamente la lettera e finalmente iniziai a leggere:

Caro Limpeg,
Questa lettera fa molto film, è vero, per questo ho avuto la scontata e noiosa idea di inviartela, spero tu stia il meglio possibile, leggendo queste parole, affinché possa ricordarti che non è un film, non sto recitando e non è una trovata cinematografica.
Volevo dirti che sei una persona, oltre a un personaggio che deve diventare un qualcuno a secondo del film in cui deve recitare, quindi hai dei sentimenti e fino a prova contraria hai degli amici, come me.
Sei il mio migliore amico, siamo così cresciuti eppure così piccoli, sei l’unica persona che mi rimane, ed io la tua a meno che tu non mi abbia sostituito con qualcun altro, durante questo lungo mese di attesa.)
Ti stai chiedendo perché ti sto scrivendo tutto questo? Innanzi tutto per ricordarti che sei un essere umano, perché mi sembra che te lo sia dimenticato.
Limp, uscito dalla sala cinematografica, non sei altro che Limpeg Johnson, un semplice uomo che può essere distrutto, e ti stai distruggendo.
Non commettere il mio stesso errore, ti prego, non farlo, non ne vale la pena. Sei ancora giovane e in tempo a trovarti un’ottima moglie per costruirti una bella famiglia, sei una brava persona e questo è il miglior consiglio che io possa darti.
Mia figlia ti ha portato questa lettera e non so come ha reagito a tutto, ma forse sua madre sarà contenta di tutto questo, è dal divorzio che cerca di uccidermi, mi sento così vuoto.

Beh, credo sia arrivato il momento di spiegarti effettivamente il motivo di tutto questo.

 

Avrei voluto così tanto abbracciarti ancora e dirti tutto di persona, farti capire quello che davvero dovresti sapere senza mettere tutto qui, ma purtroppo non ne ho avuto l’occasione e, in ogni caso, ti assicuro che scrivere è molto più semplice.
Un messaggio era povero e una chiamata avrebbe causato il doppio della sofferenza. Probabilmente troverai queste pagine inondate di lacrime, non so nemmeno io come reagirò a dire la verità.
Il ventuno sono andato a visitarmi perché avevo dei problemi al fegato, il dottore mi ha spedito all’ospedale d’ urgenza e… fammelo dire senza troppi giri di parole, entro il venticinque non sarò più nello stesso tuo mondo. –
qui la scrittura si fece parecchio tremolante e affrettata- Vorrei venire lì ad abbracciarti un’ultima volta e riempirti quella costosissima giacca dio lacrime inutili, ma non farei comunque in tempo a venirti a trovare. 
So che conserverai un buon ricordo di me dentro quel cuore che ancora batte, so che prenderai in considerazione i miei consigli, perché è la cosa che desidero più in questo momento.
Mi auguro tu possa raggiungermi il più tardi possibile, perché la vita è così bella e vale davvero la pena viverla per bene. Tornassi indietro cambierei tante di quelle cose… ma mai la scelta del mio migliore amico.
Probabilmente sei l’unica persona al mondo che conserverà un bel ricordo di me, ed è davvero importantissimo, se vedi la scrittura tremare è probabilmente la debolezza che mi sta portando via insieme alla malattia, o forse è solo un addio che fa davvero male, un addio che fa male quanto quello dei tuoi film, ma questo non è un fottutissimo film.
E’ la cosa più dolorosa che abbia mai scritto, ma ricorda sempre che il mondo è molto più bello di quello che sembra, ti porterò su con me, nel mio cuore e nei miei ricordi, ma promettimi di tenermi per sempre quaggiù con te, nel tuo spirito.
Grazie di aver reso questa vita degna di essere chiamata tale,
Steven.”
-Steven! Dove sei Steven? Dove sei?- Inizia ad urlare come nessun pazzo aveva mai fatto. –Steve, dove sei finito amico mio?-
Scoppiai in un pianto isterico e sputai fuori tutto il veleno che avevo in bocca, è vero, ero un uomo, nient’altro che un uomo, e il mio migliore amico mi aveva distrutto.
Cos’ero io senza di lui? ‘La vita non è bella, la vita è una merda totale’ ripetevo all’impazzata. Sarei morto presto. Ero morto. Ero totalmente morto, non avevo più nessuno a cui regalare il mio affetto.
Durante il mio sclero suonarono alla porta, non avrei aperto a nessuno, per nessun motivo.
-Signore, hanno suonato.- fece calma Bleeky, probabilmente sapeva già tutto.
-Non aprire. Sarà un’altra di quelle oche o delle fans di merda. Sbattigli la porta in faccia. Sputagli in viso.-
-No, padrone, credo che sia una visita gradita.-
Cercai di urlare un ‘Non m’interessa!’, quando Steve comparve sull’uscio della porta dandomi una pacca sulla spalla:
-Coglione! Era tutto uno scherzo! La vita è bella e io volevo solo dirti che mi risposo, il tre c’è il matrimonio, cerca di esserci!-
Non so spiegare i miei sentimenti in quel momento, la mia faccia dev’esser stata qualcosa di tremendamente ironico, perché sia Bleeky che Steve scoppiarono in una sonora risata.
Cosa si fa in questi momenti? Ero felice ed arrabbiato, troppe emozioni tutte insieme dopo un periodo di apatia troppo lungo.
Rimasi per un tempo indecifrabile a fissare gli sguardi allegri dei due, quando riuscii a tirare fuori un ‘e chi è la fortunata?'
Fissò per qualche secondo la cameriera e finalmente capii: -Tu e Bleeky vi sposate?-
Iniziarono a ridere ed accennarono di sì con la testa.
-Ovvio che ci sarò!- sorrisi e li feci accomodare, che giornata!

  
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