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Autore: Maril_Swan    23/02/2007    0 recensioni
Proprio quando le cose stanno tornando alla normalità, una straniera arriva a Santa Elena e scombussola la vita di Tessa. (tradotta da Fioredivetro)
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Scena 2

Scena 2

Era mattina tardi quando il Colonnello Montoya alzò gli occhi in seguito a un colpo improvviso sulla porta del suo ufficio. Per un lungo momento, continuò a tenere lo sguardo fisso alla finestra, per rimandare il più possibile l'incontro che sapeva sarebbe avvenuto. Il secondo colpo, un po' più forte, lo costrinse ad un perentorio, "Avanti!"

Due donne e un uomo entrarono nella stanza, e il Colonnello notò che una di loro teneva tra le mani una cartella di pelle marrone. Si alzò da dietro la scrivania, i suoi lineamenti costretti in una maschera prudentemente insulsa. "Buenos dias, senorita..."

"Alvarado," finì lei con un sorriso impertinente. "C'è stato uno sviluppo interessante da ieri sera, Colonnello. Sembra che l'impostora abbia avuto un rimorso di coscienza. Ha deciso di rinunciare alla farsa di essere me, e ha restituito i documenti rubati." Tessa gli porse la cartella, sorridendo dolcemente. "Queste carte provano senza dubbio che io sono la vera Maria Teresa Alvarado."

Montoya la prese con precauzione e se la girò tra le mani un paio di volte. Lanciò uno sguardo veloce al dottor Helm, poi a Marta, che aveva accompagnato la padrona nel suo ufficio. Scosse la testa. "Prima quella donna aveva questi documenti, ora li avete voi. Temo che, come prova della vostra identità, non siano affidabili. L'hacienda Alvarado rimarrà sotto la protezione della Corona finché non riuscirete a fornire una prova inconfutabile che siete la figlia di Don Rafael Alvarado. E' stata una mia dimenticanza il non avervi chiesto prove quando arrivaste qui a Santa Elena. Non ripeterò lo stesso errore." Come se questo avesse messo fine alla discussione, Montoya tornò alla scrivania e vi appoggiò sopra la valigetta.

Il dottor Helm superò Marta e si affrettò a riprenderla, per restituirla a Tessa. "In effetti, Colonnello, abbiamo già questa 'prova inconfutabile'". Un sorriso beffardo si disegnò sul suo volto, quando vide Montoya trasalire. "Una voglia. Quando la Senorita Alvarado nacque, la levatrice notò una voglia molto particolare sulla sua schiena. Abbiamo trovato la levatrice. Ha assistito alla maggior parte delle nascite in famiglie benestanti al tempo e, a causa del significato che assume per la sua gente, ricorda la voglia. E' a forma di mezza luna. Anche se è molto vecchia adesso, ha accettato di venire a Santa Elena a verificare."

Il Colonnello osservò attentamente Tessa e sbuffò sdegnoso. "E devo credervi sulla parola che questa voglia esista davvero?"

"Se insistete, Colonnello, ve lo dimostrerò." Tessa si girò verso Marta, cercando di trattenere la risata che rischiava di esplodere come una bolla. "Marta, se mi dai una mano, mostreremo la voglia al Colonnello." e si voltò dall'altro lato quando Marta si avvicinò e le tirò fuori la camicetta dalla gonna.

Un'altra mano, non di Marta, toccò la sua pelle nuda. Tessa inspirò bruscamente, impreparata alla sensazione delle sue dita sulla schiena, che la esaminavano delicatamente.

"Ho le mani fredde?" chiese subito Helm.

"Un poco. Non fa niente." sentì che la gonna scivolava leggermente fino alla base della spina dorsale e il suo viso si tinse di rosso per l'imbarazzo. Le sue mani erano così calde e morbide, che Tessa quasi si sentiva mancare per la deliziosa sensazione che il suo tocco produceva. Le dita si mossero fino al punto in cui si trovava la voglia e lì si fermarono.

"Ecco," spiegò Helm, toccando la piccola mezzaluna cremisi. "Soddisfatto?O dobbiamo portarvi la Senora Pena, la levatrice?"

Tessa fece il possibile per trattenere ancora la risatina nervosa, al pensiero di quanto dovesse sembrare ridicola quella scena. Udì Montoya che mormorava qualcosa e poi il dottore rimise al suo posto la camicia. Tessa si girò in tempo per vedere il Colonnello che agitava la mano e cogliere la sua espressione sconfitta.

"Non sarà necessario. Essendo la legge in questo territorio, è mio dovere assicurarmi che le terre accordate dalla Corona restino nelle mani dei legittimi proprietari. Sono convinto che questa Senorita sia la vera figlia di Don Rafael Alvarado. Grazie per la vostra diligenza, dottor Helm, nel chiarire la questione."

Montoya prese la mano di Tessa e la strinse caldamente. "Nemmeno per un istante ho creduto a quella donna. Ma, naturalmente, avevo le mani legati, Senorita. Lei  aveva i documenti legali, e voi no. Che potevo fare?Spero che non ve ne sia derivato troppo disturbo..." le baciò la mano.

"In realtà, Colonnello, c'è il problema del danno causato alla mia camera da letto dai vostri uomini. Un prezioso dipinto è stato rovinato, oltre ad una bambolina di porcellana, e il tendaggio è tagliato a pezzi. Pagherete voi per questi danni?" Tessa sorrise innocentemente alla vista degli occhi del Colonnello che si facevano sempre più scuri.

  
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