Odio et Amor

Nel preciso istante in cui il suo pugno si scontrò contro la mia guancia pensavo che sarebbe tutto finito con me che mi svegliavo nel mio letto, invece ero ancora lì, in quel vicolo buio, davanti a me il cadavere di Maria Ross e poco più avanti, avvolto nel suo cappotto nero, Roy, mi guardava dall’alto al basso, sistemandosi la divisa.
-Ricordati il grado, non alzare mai più le mani su di me- mi ringhia e io, accecato dalla rabbia, gli corro in contro.
Come la rabbia copre la serenità, L’odio copre l’amore che provavo per lui.
Mio fratello mi ferma mentre io continuo a scalciare, a ordinargli di lasciarmi andare.
Era tutto terrificante, tremendo, il viale buio, il colonnello che parlava con un altro militare che non riuscivo a distinguere, mi fissò, i suoi occhi neri scontrati con i miei color oro, pieni di odio e paura, ero seduto a terra, tra mio fratello e una cassa di legno, mi prese per un braccio e mi trascinò via, camminava veloce per le strade di Central oramai deserte.
mi destai dal mio torpore e strattonai la presa di Roy liberandomi e per non farmi scappare mi strinse a un muro e iniziò a baciarmi.
non erano baci dolci come quelli che ci scambiavamo nascosti negli angoli bui della casera, non quelli scambiati la mattina, erano baci violenti e paurosi.
ero disgustato e sempre disgustato la allontanai con un spintone.
-non mi tocchi- ringhiai spingendolo ancora, le braccia distese e le mani poggiate tremanti sulla sua divisa.
-mi odi?- mi chiese, gli occhi severi avevano lasciato il posto a occhi dispiaciuti.
Esitai a rispondere, lo fissai per un istante congelato nel tempo.
-si…- bisbigliai e lui si allontanò, con le mani in tasca si avviò verso la scena del crimine, lasciandomi lì, confuso.
Mi portai le dita in carne sulle labbra e le sfiorai, si…l’odiavo per quello che aveva fatto, Ross era innocente però….si può odiare la persona che ti fa sentire completo? Si può rinnegare quello che si prova?
Feci scorrere la mia schiena sul muro del palazzo e mi accasciai a terra come un sacco vuoto, confuso…indeciso…impaurito.
-Cosa devo fare?- mi chiesi guardando le prime gocce di una notte piovosa scontrarsi contro il lampione, poi sulle mie guance, mischiandosi alle lacrime calde.
Quella notte non riuscii a dormire, di solito passavo la notte a casa di Roy, ma quella notte, non mi sembrava proprio il caso.
La porta della mia camera si aprì cigolando e il volto gentile di Winry brillava della luce lunare che filtrava dalla finestra che oramai da due ore fissavo incessante.
-Ed….stai dormendo?- bisbigliò, piano.
-no- mugolo io fissandola attraverso il riflesso della finestra, si sedette accanto a me, mi accarezzò i capelli e in quel momento mi sembrava di avvertire le mani grandi e calde di Roy che mi separavano i filamenti biondi dai nodi.
-NO!-
Mi volsi di scatto scacciando al sua mano.
mi fissava sorpresa e spaesata e io mi risistemai sotto le coperte nascondendo la testa sotto di esse.
-Stai bene Ed?- chiese.
Nessuna risposta.
-Ed senti, io non credo che Roy Abbia davvero ucciso Ross, e se l’ha fatto, deve per forza avere una giusta motivazione, parlaci, vedrai che tutto ti sembrerà più chiaro-
La fissai scostando di qualche centimetro le coperte dal mio viso.
-E se l’ha fatto solo per vendetta? E se ha ucciso un’innocente accecato dalla rabbia?
-Parlaci- insistette Winry porgendomi il mio cappotto, mi alzai e lo presi, avviandomi verso l’uscita, mi bloccai lì, mano sulla maniglia, giacca appoggiata al braccio.
-Winry-mi volsi- io devo dir-
-non importa, l’ho capito da un bel po’ sai? Non sono ottusa come pensi tu, va da lui, di sicuro avrà le risposte per le tue domande- sorrise un po’ delusa e mi fece cenno di andare.
Gli sorrisi di rimando e corsi via, tra le strade di Central, con il cappuccio oramai appiccicato alla testa dalla pioggia, arrivai davanti all’appartamento del colonnello ma rimasi lì, immobile, con il pugno pronto a bussare, invece…
…invece no, diedi un sonoro calcio alla porta, un calcio che lui avrebbe riconosciuto.
La porta cigolò e gli occhi stanchi di Roy si scontrarono contro i miei.
Mi stava aspettando.
-Entra- disse atono, spalancando la porta e io, con passo incerto e timido, entrai nella casa come se mai ci fossi entrato prima.
-vuoi parlare o prendermi a pugni?- chiese Roy, senza lasciar trapelare nemmeno un’emozione.
-vorrei prenderti a pugni, ma penso che opterò per la violenza verbale-
Un sorriso mesto si dipinse sul volto di Roy.
-Prego, sono tutto orecchi-
-perché hai ucciso Ross?- chiesi senza troppi giri di parole
-ti fidi di me?- mi domandò lui
-NON RISPONDERE CON UNA DOMANDA!- Sbottai non accorgendomi che si stava avvicinando a me.
-Rispondimi: ti fidi di me?-
Rimasi a fissarlo, la pelle chiama in netto contrasto con i capelli e le iridi nere, era sempre stato un’uomo affascinante e magnetico e io non potevo fare a meno di lui.
Eravamo come il sole e la luna, lui un po’ cupo, misterioso e io Solare, attivo.
Ingoiai l’orgoglio e abbassai lo sguardo –si- sussurrai come avevo sussurrato quel si alla domanda se l’ odiavo…mentivo, mentivo spudoratamente, ma in quel momento, in quella situazione, forse l’ odiavo davvero.
-allora ti basta sapere che ho un piano- sussurrò sulle mie labbra prima di catturarle in un bacio dolce, un bacio che voleva essere uno  “scusami” ma che non poteva essere altro che una conferma ai miei dubbi.
Lui mi ama?
Si, lui mi ama, e avrebbe fatto di tutto per aiutarmi.