“Basta, basta Goku! Non puoi uscire entrare quando vuoi!! Perché, perché mi fai questo? Gohan mi chiede sempre dove sei, e secondo te cosa dovrei risponderli? Cosa??” urlò Chichi. Ormai litigavano ogni giorno, eppure erano sposati solo da due anni. Il piccolo Gohan dormiva beato nella stanza accanto, e il suo risveglio improvviso non preoccupava i genitori, che sapevano bene di quanto fosse difficile destarlo dal sonno.
 “  Come puoi essere così egoista? Io mi alleno per la salvezza del mondo…chi te lo dice che tra qualche anno non ritorni un mostro tipo Al Satan? E a quel punto che faremo?” sbraitò Goku “lo faccio solo per te chichina, e per il nostro bambino…” aggiunse con un tono più dolce, avvicinandosi alla moglie con le braccia tese. “Se davvero ti importasse di me e di Gohan resteresti qui con me!” rispose Chichi, allontanandosi dal marito “sono solo…un giocattolo per te vero? Quando non sai dove divertirti la notte vieni da me, e per i pasti devi solo chiedere giusto?” continuò con fare ironico Chichi “non posso continuare così Goku! Io voglio essere amata, ma tu neanche te ne accorgi! Io…io ti odio!!” Chichi si tappò la bocca con le due mani, ma era troppo tardi.
 Goku spalancò gli occhi e la bocca, troppo sconcertato per dire nulla. Boccheggiò, senza riuscire a emettere suoni distinti. Dopo qualche secondo chiuse la bocca e i suoi occhi divennero vuoti. Si avvicinò al frigo, sorpassando Chichi “Goku mi…mi dispiace da…davvero io…non volevo…” sussurrò Chichi con le lacrime agli occhi. Si aggrappò al braccio del marito, che la staccò delicatamente. Goku aprì lo sportello del frigo e prese una birra, poi volò fuori dalla finestra silenzioso


“Cosa ho fatto…” sussurrò di nuovo Chichi, mentre trasparenti gocce di rugiada scendevano libere dai suoi occhi color della notte più scura. Lo stesso colore della sua anima adesso. Si sentiva sporca, cattiva. Aveva fatto soffrire il suo unico grande amore.  Si avvicinò tremante al telefono. La sua mente non rispondeva più. Gli aveva detto che l’odiava, ma non era vero…lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo…ma sapeva bene che il sentimento non era completamente corrisposto…alzò la cornetta del telefono: doveva parlare con qualcuno. Lei l’avrebbe capita. Lei c’era sempre, anche se la loro amicizia era fatta di battibecchi e occhiatacce. Chichi aveva perso i contatti con tutti i suoi amici del villaggio. Ma Lei, anche se era più grande, non l’aveva mai abbandonata. La vedeva come una specie di sorellona. Si, Lei l’avrebbe capita. Sono una stupida...perchè? Perchè??


Goku aprì la lattina, mentre atterrava lento su una collina. –Bere per dimenticare…- pensò sarcasticamente il sayan, mentre il gelido liquido ambrato scendeva nella sua secca gola.  Goku pregò che quella dolce freschezza arrivasse anche al cuore, che bruciava come mai –mi odia, mi odia, mi odia…- si ripeteva mentalmente. –Perché, perché?! Cristo, cosa ho fatto di male? Proprio lei che diceva di amarmi, proprio lei che diceva che ero importante…proprio lei che amo con tutto l’anima…- il sayan si distese a terra e chiuse gli occhi, sperando di addormentarsi per placare il grande fuoco dentro sé. Ma la situazione peggiorava solo: immagini di Chichi si sovrapponevano nella sua mente. La sua bocca si trasformò in una smorfia, una smorfia di dolore. –mi odia? Benissimo, allora anch’io la odio- pensò Goku infantilmente, aprendo di scatto gli occhi. Si alzò di scatto, spolverandosi i pantaloni della tuta. E guardando nella direzione di casa sua, si accorse di quanto fosse falso il suo ultimo pensiero. -mi odia...perchè? perchè??-