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Autore: sailormoon81    24/02/2007    16 recensioni
"Un giorno qualunque diventa importante se mi sei accanto, se ridi e poi scherzi insieme a me." M. di Cataldo
Una giornata come tante per l'eroe mascherato più conosciuto del Giappone =P
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto affrontando una crisi scrittoria che non so quanto durerà.

Nel frattempo, per non dimenticare come si scrive in  italiano, ho messo giù questa one-shot. Non è nulla di speciale: come dice il titolo stesso, è descritta una giornata come tante per Mamoru e la sua Odango.

Il titolo, neanche a dirlo, è una canzone di Massimo di Cataldo.

Buona lettura a chiunque vorrà leggere!

Bax, Kla

 

 

Un giorno qualunque

 

Guardo l’ora. Circa venti minuti fa avevamo un appuntamento, e questo vuol dire che tra poco più di mezz’ora sarai arrivata.

Sospiro rassegnato, accomodandomi meglio sulla panchina.

Osservo distratto i bambini che giocano poco distanti, le coppiette che mi passano accanto, qualche signora anziana che ritorna a casa dopo aver fatto la spesa.

Se penso che per poco non cadevo dalle scale, per essere puntuale…

 

Puntuale con il tuo ritardo, arrivi trafelata.

“Scusami, ma sono stata in punizione anche oggi.”

“Usako! Ma come puoi essere tutti i giorni in punizione?” Sorrido, anche se dovrei fare la faccia seria. In fondo, ti sto rimproverando!

“Mamo-chan, per favore: non farmi anche tu la predica! Mi bastano Rei ed Ami!”

Come faccio a non ridere, osservando la tua aria corrucciata?

“Dai, Mamo-chan. Andiamo? Ho voglia di un mega gelato con fragole e cioccolato, panna montata e ciliegina!”

A volte mi domando dove metti tutte le calorie che ingurgiti ogni giorno.

 

Usciamo dal Crown, e con occhi che farebbero invidia a un cucciolo bisognoso di coccole mi chiedi se possiamo andare a far compere.

Posso dirti di no?

Giriamo per negozi, e ti osservo divertito mentre con aria estasiata contempli le nuove uscite dei manga che tanto adori.

“Non li compri?”

Sembri riflettere qualche secondo, poi li rimetti al loro posto.

“No. Sicuramente, li avrà già acquistati Mina-chan. Chiederò a lei di prestarmeli, qualche volta!”

Sei soddisfatta della tua decisione, e come un tornado mi trascini letteralmente in strada, a osservare le vetrine.

Finché qualcosa attira la tua attenzione.

Entriamo in un negozio di abiti tradizionali, e inizi a guardarti intorno come farebbe una bambina in un negozio di giocattoli.

Non invidio affatto la commessa del negozio!

Credo che dopo la nostra visita, inizi a pensare alla pensione.

Hai provato tutto il provabile.

E per poco non morivo nel vederti indossare un kimono dell’epoca imperiale, di stoffa bianco e ricami in oro.

Ho dovuto richiamare tutto il mio autocontrollo per evitare di fare pessime figure, e sconvolgere di più la giovane commessa.

 

“Mamo-chan, credo di avere un po’ di appetito…” confessi, dopo aver ringraziato la signorina ed essere tornati in strada.

“Ancora?!”

Non posso credere che tu stia dicendo sul serio!

Neanche due ore prima siamo usciti dal locale di Motoki, che per poco non mandavi in fallimento!

Ma so che non servirebbe a nulla replicare.

Indico un chiosco di crêpes poco distante da noi. “Ti andrebbe una crêpe?”

Annuisci entusiasta della mia proposta, e in pochi minuti una crêpe dolce ti viene preparata e consegnata.

Dai il primo morso, e gusti a occhi chiusi il suo sapore al cioccolato.

Lo squillo del tuo sailorofono ti distoglie dall’estasi in cui sembri immersa.

 Seppur a malincuore, rispondi alla chiamata.

“Usagi, c’è bisogno di te. Siamo al negozio di articoli magici, vicino la scuola elementare.”

“Uh, Mako-chan! Proprio adesso?” ti lamenti, conoscendo già l’esito della protesta.

“Testa di rapa! Non farci perdere tempo e raggiungici il prima possibile!”

La voce di Rei si sente ben distinta, e posso immaginare la sua espressione.

La comunicazione si chiude, e consapevole di non avere altra scelta getti la tua crêpe.

“Mamo-chan, credo che il nostro appuntamento debba aspettare” provi a scusarti, come se fosse colpa tua.

“Non preoccuparti, Odango: prima il dovere.”

 

Corriamo fianco a fianco al negozio, dove le ragazze stanno tentando di contrastare un ennesimo tentativo di attacco agli abitanti del quartiere.

Minako e Makoto non sembrano esser messe molto bene: la prima è in terra, avvolta da un mantello nero e legata da corde che sembrano avere vita propria; la combattente di Giove, invece, è alle prese con fastidiosissimi cilindri di metallo che le bloccano le braccia.

Reprimo una risata, per non infierire troppo sulle loro condizioni.

Ma tu non sei dello stesso avviso. “Mina-chan, sembri un salame appeso! E tu Mako-chan hai tutta l’aria di essere un robot!”

“Invece di prendere in giro, aiutaci!”

“Smettila, Odango. Non hai il diritto di parola, dato il tuo ritardo! Piuttosto, vieni a darci una mano!” commenta caustica Rei, dopo aver invocato la Mistica Pergamena e bloccato l’attacco di un coniglio gigante.

“Non lamentarti! Solo perchè tu non hai una vita sociale decente, non devi per forza criticare la mia!”

Ancora non capisco come facciate a essere talmente amiche, voi due: non passa giorno senza un vostro litigio. Eppure so che nonostante tutto siete molto legate. E che ognuna darebbe la vita pur di salvare l’altra.

Meglio se a Minako e Makoto ci penso io: fosse per voi, impegnate come siete a litigare, resterebbero bloccate fino alla fine dello scontro…

“Grazie, Mamoru-san. Almeno c’è qualcuno che si degna di aiutarmi…” commenta a voce alta Minako, così che possiate sentirla.

“Ragazze, litigherete dopo” taglia corto Ami. “Il qui presente coniglio è il proprietario del negozio, e in base ai miei calcoli, se non rompiamo l’incantesimo, la sua energia sarà totalmente risucchiata in quella carota laggiù!” conclude, indicando una carota di gomma dietro il bancone.

“Lo dico sempre che le carote fanno male!” commenti, soddisfatta che la tua teoria sulla nocività delle carote per una volta possa essere valida.

“Attenta, Usagi!” Makoto cerca di richiamare la tua attenzione sulle carte da gioco incandescenti che volano verso di te, ma non hai i riflessi pronti e stai per essere colpita.

Non ho il tempo di pensare, che mi ritrovo ad agire.

Ti allontano dalla traiettoria delle carte, che vanno a conficcarsi nella parete, e ti porto al sicuro.

“Grazie, Mamo-chan” sussurri semplicemente, prima di alzarti e correre in aiuto delle tue compagne.

Nel frattempo, la carota sembra essere aumentata di dimensioni.

Basta un’occhiata e siete pronte ad agire.

Ami crea una fitta nebbia, permettendo a Minako di bloccare il coniglio con la catena di Venere, mentre Makoto e Rei usano i loro poteri per distruggere la carota, liberando così l’energia accumulata fino quel momento.

Senza tante cerimonie, chiami a te il potere dello scettro lunare, e sconfiggi il coniglio, che ritorna ad avere sembianze umane.

“Ed anche questa è fatta!”

“Non certo grazie a te, Odango” replica Rei, togliendosi della polvere dal fuku.

Iniziate una battaglia a suon di linguacce, mentre noialtri vi trasciniamo lontano da occhi indiscreti.

 

Dopo aver salutato le ragazze, raggiungiamo il parco.

Ma tu sembri triste. Possibile che sia stato il litigio con Rei a metterti di cattivo umore?

“Usako, cosa c’è?” ti domando. Non mi va di vederti triste.

“Mamo-chan, io… insomma, la mia crêps…” balbetti, guardandomi con occhi malinconici.

Rido. E questo ti fa seccare un po’. Mi metti il broncio, ma io so come far capovolgere il tuo disappunto.

Mi allontano dalla panchina, e dopo pochi minuti sono nuovamente con te.

Vedo il tuo volto distendersi quando ti metto davanti una crêpe fumante alla cioccolata.

La finisci quasi subito, e non ti accorgi dello zucchero a velo che ti si è posato sul naso.

Armeggi con la borsetta, tirando fuori un fazzoletto, ma ti fermo.

Mi avvicino, posando le mie labbra sul tuo naso.

Un bacio.

Un semplice bacio. Che mi fa sentire il sapore dolce dello zucchero mischiato all’odore della tua pelle.

Arrossisci.

Mi piace quando diventi rossa.

Lentamente, mi avvicino di nuovo. Stavolta, le mie labbra cercano le tue, in un bacio delicato, al sapore di cioccolato.

 

Ti riaccompagno a casa, e prima di salutarci ci diamo appuntamento a domani.

 

Mentre torno al mio appartamento, ripenso alla giornata appena trascorsa.

Non è stata niente di particolare: tu in ritardo all’appuntamento, poi il gelato, il mostro da sconfiggere…

Una giornata come tante altre.

Ma aver trascorso con te il pomeriggio ha trasformato un giorno qualunque in un giorno speciale.

 

 

 

 

   
 
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