In step with the Son.


“ Goku ce l’ha piccolo…” 



 

Era una leggiadra serata di mezz’estate, gli usignoli intonando melodiosi e soavi canti diedero la buonanotte alla giornata appena trascorsa; le stelle con i loro raggi dorati puntellavano il maestoso cielo; sul pianeta Terra, dove il terribile Majin Bu era ormai solo un lontano ricordo, regnava finalmente la pace.
 In una casetta dall’aria vagamente tondeggiante, nonché unica abitazione del Monte Paoz, due coniugi  - credendo i loro figli caduti tra le braccia di Morfeo – si affrettarono a dirigersi in camera da letto.
Goku, con tanto di espressione puramente ebete, esibì per l’ennesima volta il suo fisico statuario -  che con addosso solo dei semplici e attillati boxer bianchi - era messo molto in risalto.
«Chichina, metto il pigiama con i topini o quello con i coniglietti?», pigolò con la sua voce da eterno bambinone, grattandosi il capo e sedendosi al lato destro del letto matrimoniale, annaspando con le coperte di lino color lavanda.
 La corvina che era intenta a scrutare il marito con sguardo indecifrabile, udendo la sua armoniosa e fanciullesca voce, ritornò alla realtà; lo guardò di sbieco, salvo poi scrollare il capo, portare le mani lungo i fianchi e aggrottare la fronte.
 «Goku, io e te dobbiamo parlare di una cosa molto importante ! »,  proruppe con un tono di voce deciso, sedendosi affianco a lui e riponendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Questi, nel notare l’espressione corrucciata della moglie, ripose i buffi pigiami sulla sedia e assunse uno sguardo lievemente impaurito e preoccupato, salvo poi ridacchiare goffamente e grattarsi nuovamente il capo, nel tentativo di alleviare la situazione.
 «Hem… di cosa tesoro ? », rispose quasi con voce flebile, sistemandosi il soffice cuscino sulle gambe nerborute .
 Chichi si alzò dal letto e cominciò a camminare lungo il perimetro della camera, soffermandosi per pochi istanti a fissare un punto indefinito del soffitto, volgendo poi nuovamente lo sguardo nella sua direzione.
 «Le tue prestazioni non mi soddisfano, sai ? Ce l’hai troppo piccolo per i miei gusti! », sbottò con un tono di voce quasi offeso, incrociando le braccia, portandosele all’altezza del petto e poggiandosi con la schiena contro la parete.
 Il saiyan di tutta risposta, inarcò un sopracciglio, ritornò a grattarsi il capo e gonfiò le guance assumendo un’aria da cane bastonato.
 «Urca! Hum… ma in fin dei conti non è colpa mia se ce l’ho così piccolo! »,  si giustificò piagnucolando infantilmente, mentre le sue guance assunsero un colorito rossastro, eludendo per la vergogna lo sguardo accusatorio della consorte che di tutta  risposta sbuffò sonoramente, riprendendo a camminare per la stanza.
 «Non chiedevo un marito chissà quanto dotato, anche perché fin dalla prima volta che ti ho conosciuto ho sempre saputo che l’avevi piccolo … », ammise schietta. «Ma mai me lo sarei immaginata di quelle minuscole dimensioni ! Oh avanti sia Gohan che Goten ce l’hanno quattro volte più grande del tuo!», aggiunse con rimostranza, assumendo un’aria puramente scandalizzata, risistemandosi poi sul letto in modo da guardarlo dritto negli occhi.
 Questi, che dalla vergogna si era coperto il viso con il cuscino, deglutì a fatica e boccheggiò per svariati minuti.
 «Uffa, ma cosa posso farci io? Non credo poi di essere l’unico! E poi l’importante non è saperlo usare?», replicò con voce altisonante, sbuffando infantilmente; la mora di tutta risposta inarcò le sopracciglia e lo guardò con occhi lampeggianti intrisi di puro dissenso.
 «Ecco appunto!  Se almeno quel poco che ti ritrovi, sapessi usarlo bene a quest’ora non starei di certo a lamentarmi! », ringhiò stizzita, dandogli le spalle. « Se poi tu non lo sapessi, Vegeta e addirittura quel nano di Crilin,  l’hanno molto più grande del tuo! »,  aggiunse con tono aspro, stendendosi sul letto. «Perfino quel teppista di Junior è molto più dotato di te! », concluse annaspando con i bottoni della sua camicia da notte; il saiyan che di tutta risposta si era coperto il volto con le mani, le abbassò e guardò la consorte con sguardo accigliato.
 «E… e tu come fai a saperlo ?», domandò interdetto, scendendo dal letto, chiudendo la finestra e prendendo il pigiama con i coniglietti.
 La ragazza allora scese dal letto e lo raggiunse, piazzandosi davanti e mettendolo con le spalle contro il muro.
 «Cosa credi che guardi per prima cosa in un uomo? », gli chiese con fare teatrale, salvo poi sospirare e portarsi anche l’altra ciocca di capelli dietro l’orecchio; il ragazzo abbassò lo sguardo sbuffando offeso e assumendo un’aria infantilmente corrucciata, fece per mettersi la giacca del pigiama quando la moglie lo fermò e lo guardò con aria maliziosa.
 «Anche se hai un cervello piccolissimo, ti amo lo stesso, zuccone!», gli bisbigliò acchita con voce dolce, baciandolo sulle guance e scendendo lungo il collo, circondandogli poi la vita con le gambe. «Per fortuna, sotto quell’altro aspetto sei molto più dotato!», aggiunse infine con fare pienamente soddisfatto, mettendo da parte tutte quegli inutili pensieri per dedicarsi solo ed esclusivamente a lui... l’amore della sua vita, quel bambinone un po’ ignorante che mai avrebbe smesso di amare.




 
Angolo dell’autrice.
Hem… niente da dire… immagino che le vostre facce siano state più o meno così O.O dopo aver letto questa mia flash piena di doppi sensi xD
Mah, avete ragione !
Mentre cercavo le idee per scrivere il continuo della mia long, ecco che mi è venuta in mente questa storiella … forse tra qualche giorno ne potrei aggiungere un’altra sempre con un doppio senso… ma non so. Intanto però, spero almeno di avervi strappato un piccolo sorriso  :)