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il
banner: Lady Eloise
Pacchetto: Giallo
Titolo: L'apparenza
inganna
Personaggi
principali: Dean Winchester, Jo Harvelle
Genere:
Romantico, Introspettivo
Avvertimenti:
One-shot, Missing moment
Rating: Verde
Introduzione: La
vita per i fratelli Winchester, dopo la morte di Jo, è
ripresa come al solito.
Qualcosa dentro Dean però è cambiato, non
è più la stessa
persona da quel giorno.
In una notte tutt'altro che normale, Dean fa un viaggio
all'interno di se stesso in compagnia di una persona speciale.
Nda: La storia è
ambientata nella 5° stagione, in un punto imprecisato dopo la
morte di Jo.
Non avrebbe mai osato ammetterlo ad alta voce ma quella vita
lo aveva reso cinico e probabilmente lo aveva anche stancato.
Come diceva sempre suo padre, se nasci cacciatore non puoi
fare altro che esserlo, perché un cacciatore non
può essere nient'altro.
Si, ma lui voleva ancora esserlo?
Sinceramente non riusciva a rispondere alla domanda, amava
essere un cacciatore, la libertà era la cosa migliore,
però nella sua breve
vita esserlo gli aveva portato via troppo spesso le persone che
amava; era una scelta difficile e probabilmente non era ancora pronto a
farla.
Quando finalmente Dean raggiunse la porta contrassegnata con
il numero 17, lo stesso numero che svettava inciso sul portachiavi del
motel, afferrò
svogliatamente la maniglia e fece scattare la serratura con un gesto
deciso..
Immediatamente l'olezzo di fumo e la puzza di stantio lo
investirono stordendolo e lasciandolo per qualche secondo inebetito
sulla
soglia.
La stanza era tutt'altro che accogliente, la moquette era di
un terribile color senape e faceva bella mostra di alcune macchie di
provenienza non del tutto precisata, la carta da parati era beige e
negli
angoli c'erano dei piccoli agglomerati di muffa grigia e per finire i
letti
erano coperti da un orrendo copriletto verde militare tutt'altro che
pulito.
Nonostante Dean cercasse di non farci caso la puzza era
davvero insopportabile e gli ci volle una buona dose di pelo sullo
stomaco per
trovare il coraggio di entrare e appoggiare il borsone sul letto il
quale produsse
un sinistro cigolio.
Come ogni volta che si trovava in una stanza di motel
sceglieva sempre il letto accanto alla finestra, in modo da poter
sempre tenere
sotto controllo l'esterno, dato che la sensazione di avere sempre alle
calcagna
i mastini infernali lo aveva reso paranoico all'inverosimile.
Quando finalmente Dean riuscì a rilassarsi un po' prese la
sua fedele birra e si sdraiò sul letto.
Era più che sicuro ormai di essere quel tipo di persone che
bevono per dimenticare.
Il problema era capire che cosa doveva dimenticare.
Forse che era un bastardo che si era fatto salvare il culo
da una ragazzina o forse che la ragazzina che gli aveva salvato il culo
si era
fatta ammazzare.
Senza dubbio non lo sapeva neppure lui, l'unica cosa di cui
aveva la certezza era che se non ci fosse stata la caccia a concedergli
la
possibilità di sfogare la sua rabbia repressa forse sarebbe
andato fuori di
testa già da parecchio tempo.
Il cambiamento di Dean era stato talmente evidente dopo la
morte di Jo che perfino Sam gli aveva chiesto un'infinità di
volte di parlare
di quello che era successo, ma non era da lui parlare ed esternare i
suoi
sentimenti, preferiva di gran lunga dimenticare tra le tette di qualche
bella
barista in cerca di compagnia.
Dean non aveva mai avuto problemi a trovare una donna con cui passare
la notte,
dopotutto poteva considerarsi un bel ragazzo, ultimamente
però era diventata
quasi un'ossessione, pur di non restare da solo con i
suoi pensieri ogni notte la passava con una sconosciuta
diversa.
Era notevolmente più facile spegnere ogni emozione con
persone
alle quali non interessavano e poi il sesso non era così
male come modo per
impegnare il tempo.
Era passata più di un'ora dall'arrivo di Dean in camera ma
di Sam ancora nessuna traccia, così un po' preoccupato Dean
uscì a cercare il
fratello.
Appena il ragazzo uscì dalla stanza, le luci tremolanti e un
po' tetre del pianerottolo gli diedero il benvenuto.
Lentamente Dean cominciò a camminare per i corridoi alla
ricerca del fratello di cui ovviamente non c'era traccia da nessuna
parte.
Improvvisamente l'attenzione del ragazzo venne catturata da
un rumore di passi alle sue spalle; Dean si voltò con la
rapidità che lo
contraddistingueva ma non vide nessuno, così convinto di
essere stato tratto in
inganno dal suo subconscio si mise nuovamente alla ricerca del fratello.
Come poco prima la sua attenzione fu catturata dalla stesso
rumore di passi ma questa volta decise di non voltarsi, ormai conscio
di essere
sull'orlo della follia.
Finalmente dopo una camminata che a Dean sembrò
interminabile, alla fine dell'ennesimo pulcioso corridoio identico a
tutti gli
altri, notò un distributore di bibite e una ragazza di
spalle che stava
prendendo qualcosa da bere.
Il primo pensiero da "cacciatore" di Dean fu
quello di aver trovato una preda per non passare la notte da solo in
camera o
peggio alla ricerca del fratello.
Ogni passo che faceva verso la ragazza lo faceva sentire
sempre più strano, come se una sensazione di deja vu lo
opprimesse, come se la
figura esile della ragazza gli ricordasse qualcuno che non riusciva a
mettere a
fuoco.
Quando Dean fu abbastanza vicino si preparò per abbordare la
ragazza, ma non appena quella si voltò il cuore del ragazzo
prima sobbalzò e
sembrò volersi fermare, poi incominciò una folle
corsa senza controllo.
- Al diavolo! Dean questo maledetto distributore non
funziona! - il ragazzo osservava come ipnotizzato la figura bionda
davanti a
lui, incapace di qualsiasi pensiero di senso compiuto.
- Cosa ci fai qui Jo ? - disse Dean con voce atona, convinto
di essere di fronte ad uno degli strani scherzi che gli giocava
ultimamente la
sua mente.
L'espressione interrogativa sul volto della ragazza, lasciò
intendere a Dean che la domanda doveva apparirle assurda,
così il ragazzo
decise di spiegarsi meglio.
- Tu sei morta, ti ho vista morire -
La bionda scoppiò a ridere fragorosamente e si tenne la
pancia con entrambe le mani, quasi strozzandosi con le sue stesse risa.
- Cosa diavolo stai dicendo? Sei per caso ubriaco o mi stai
prendendo in giro? - rispose Jo indispettita.
Dean non riusciva a capire cosa stesse succedendo, dopotutto
aveva visto l'esplosione, Jo era morta, lo aveva visto con i suoi occhi
e si
era torturato per mesi per quello che era successo.
Jo si sistemò delicatamente una ciocca di capelli biondi
dietro l'orecchio destro, mentre con la mano rimasta libera porgeva a
Dean una
lattina di aranciata, nel tentativo di porre fino a quel momento
imbarazzante.
- Vieni facciamo due passi, credo che tu abbia bisogno di
prendere un po' d'aria fresca -
Jo afferrò la mano di Dean senza nessuna vergogna e lo
trascinò giù per alcune rampe di scale fino al
parcheggio.
Il ragazzo rimase immobile ad osservare Jo mentre si sedeva
sul cofano dell'Impala, come ipnotizzato dal meraviglioso sorriso
illuminato
dalla luce della luna che faceva capolino sulle labbra di lei.
Nonostante Jo fosse stata molto chiara, a Dean sembrava
tutto così strano e di certo non avrebbe smesso di fare
domande per capire cosa
stava accendo.
- Com'è possibile che tu sia qui? Ho visto l'esplosione, tu
sei morta!- gridò Dean tra lo spazientito e l'esasperato.
- Va bene, non cambierai mai! Dean sono qui perché non
riesci a lasciarmi andare; sai bene come funzionano queste cose! -
- Hai ragione, so come funzionano queste cose ed è per
questo che ti dico che è impossibile, non ho niente di tuo
che ci possa tenere
legati. -
La mente di Dean lavorava freneticamente per trovare un
senso logico a quella situazione, ma non riusciva proprio a capire come
fosse
possibile, perciò arrivò alla conclusione che
forse era stata Jo a restare
legata a lui e alla loro situazione irrisolta. Non che lui non fosse
contento
di rivederla, ma in un certo senso si era arreso all'evidenza dei
fatti, Jo era
morta e niente l'avrebbe riportata indietro.
- Dean, anche se credi di essere andato avanti, non è
così.
Ti guardo e non vedo l'uomo che eri, vedo solo una pallida imitazione,
sempre
in cerca di qualcosa senza sosta. -
Dean rimase colpito dalle parole della ragazza, credeva di
essere stato bravo a camuffare tutto il dolore e la confusione che
provava,
evidentemente non lo era stato abbastanza se Jo gli aveva letto dentro
senza
difficoltà.
- Non credo di essere in grado di andare avanti, sono troppo
legato al passato e a quello che eravamo. Resta con me. -
Gli occhi sereni di Jo incrociarono quelli tormentati e
stanchi di Dean, la ragazza sapeva che gli avrebbe dato un altro dolore
e lo
avrebbe spinto ancora più giù nel baratro della
disperazione, ma non aveva
alternative.
- Non posso restare Dean e lo sai, sono qui solo per
aiutarti a chiudere le faccende in sospeso. -
Il ragazzo non perse tempo e afferrò con forza il braccio di
Jo, come se avesse paura che potesse scomparire davanti ai suoi occhi.
Dean allentò leggermente la presa sull'arto della ragazza
e la condusse attraverso i corridoi fino alla sua camera.
- Resta fino all'alba, voglio sapere come stai e se sei
felice - disse dolcemente il ragazzo.
Jo non rispose e si limitò a seguirlo all'interno della
stanza, per poi andarsi a sdraiare sul letto di Dean.
Il ragazzo la raggiunse e la abbracciò come non aveva mai
avuto il coraggio di fare prima.
Rimasero entrambi in silenzio, non perché non sapessero cosa
dirsi ma perché qualsiasi parola avrebbe rovinato il
meraviglioso momento di
serenità che stavano vivendo.
Il mattino seguente Dean aprì gli occhi non come aveva
sperato, Sam stava gridando dal bagno e sembrava piuttosto infuriato.
Lo sguardo di Dean corse subito al lato del letto dove la
sera prima si era sdraiata Jo, non c'era nessuna traccia del suo
passaggio,
come se non fosse mai stata li.
Quando Sam comparve in camera vestito e pronto per partire,
Dean ebbe un moto di curiosità, voleva assolutamente sapere
dove si era
cacciato la sera prima.
- Dove diavolo sei finito ieri sera, ti ho aspettato per
parecchio tempo e sono anche uscito a cercarti? -
- Ma cosa dici, sono arrivato in camera al massimo cinque
minuti dopo di te e ti ho trovato a letto a dormire, come non facevi da
mesi,
sembravi così sereno -
Dean inizialmente non riuscì a capire, l'incontro con Jo gli
era sembrato così reale, poi finalmente fece due
più due e si rese conto di aver
sognato. Jo era stata con lui, ma solo nella sua testa.
Sam di diresse verso la porta della camera e fece segno a
Dean che lo avrebbe aspettato in macchina.
Il ragazzo non perse tempo e si preparò in pochi minuti.
Quando ebbe finito si avvicinò al letto per prendere il
borsone e si diresse
verso l'uscita, si soffermò un momento sulla soglia e
guardò con tenerezza
l'interno di quella squallida stanza, fra tutti i posti in cui avrebbe
creduto
di poter trovar sollievo dalle sue pene quello non era contemplato.
Finalmente Dean si sentiva in pace e si era reso conto che ogni
notte in cui aveva cercato compagnia tra le braccia di una donna, non
aveva
fatto altro che cercare Jo.