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Autore: Ashbear    13/08/2012    3 recensioni
Aveva costruito il suo castello di carte. Era bellissimo e grottesco. Era insieme intricato e semplice. Era costruito con il sangue e le paure degli altri; nessuno avrebbe davvero apprezzato la bellezza della sua ascesa.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota dell'autrice: uno sguardo oscuro e amaro sui personaggi di Final Fantasy VIII attraverso gli occhi di un pazzo. Attenzione: temi oscuri, violenza e linguaggio esplicito.

HOUSE OF CARDS
scritta da Ashbear, tradotta da Alessia Heartilly

Dopo diciassette anni di sofferenza, è finalmente arrivata la mia possibilità!
(Un giorno questo Garden sarà mio!)
-- Nida, Final Fantasy VIII (Disco uno)

(Cadono tutti)

Il giorno che diventò SeeD, se si fosse chiesto alla maggioranza del Garden che arma usava Nida, la maggior parte non ne avrebbe avuto la più pallida idea. In molti non avrebbero nemmeno potuto associare un viso al nome.

Nida chi? È un nome o un cognome? Si è appena trasferito (o trasferita) qui?

Debole. Patetico. Troppo impaziente di compiacere; troppo impaziente di spiccare. Ecco cosa avrebbe detto Nida di tutto il Garden. Tutti loro. Anche quelli che si comportavano come se non volessero essere notati, in realtà lo volevano. Lui lo sapeva. Poteva stare tra le ombre e osservare: forze e debolezze, ciò che piaceva e non piaceva, ma soprattutto... le loro paure. Quelle poteva percepirle meglio di qualunque altra cosa.

Era una spirale pazza nel rispettabile, il suo stesso inferno da cui non sarebbe scappato. (Nida chi?) Lo avrebbero saputo, lo avrebbero saputo tutti con il tempo. Controllava le carte del suo stesso fato; non doveva fare altro che prendere il mazzo.

Fante - Onore

La prima a cadere sarebbe stata Shu. Di gran lunga non era l'obiettivo più semplice, ma la sua abilità di tenere insieme il Garden poteva essere un ostacolo. Durante il conflitto tra Norg e il Preside non aveva mai vacillato. Portava la sua lealtà sul petto come una medaglia. Caparbia. Orgogliosa. Non aveva ambizioni sue; viveva nel successo adombrato degli altri. Miserabile. Sciocca.

Era il loro pupazzo, ora sarebbe stata il suo, senza saperlo.

(La debolezza di Shu: l'onore)

Era una missione semplice. Le erano stati dati gli ordini (ovviamente, per mano di Nida). Una dozzina di matricole giovani ai margini della foresta Roshfall di Timber. Entrare da ovest; la zona est è pesantemente abitata da un nido di Ochu. Evitare quell'area a tutti i costi. I bambini non avrebbero alcuna possibilità contro i nemici più forti. Avevano solo bisogno di un Grendel di livello basso per una squama di drago. Shu lesse gli ordini. Rilesse gli ordini. Era efficiente. Quindi entrò da ovest.

Ci vollero solo alcuni minuti per sentire il primo grido. Poi un secondo. Poi... troppi.

Erano entrati nel nido. Svariati studenti furono attaccati, troppo inesperti per contrattaccare. Danni collaterali. Superflui. Sei già morti. Tre mortalmente feriti. Una SeeD nel mezzo della carneficina. Non poteva salvarli tutti. Shu e due studenti arrivarono al veicolo, il resto venne torto e mutilato nei tentacoli degli Ochu. (I mostri forti. Gli umani deboli.)

Shu riuscì a malapena a trascinarsi al Garden, rivivendo l'incubo nella testa. Fece rapporto al Comandante Leonhart. La sua espressione era un misto di disgusto (per lei) e orrore (per la sua incompetenza). Le aveva dato precise istruzioni di non entrare da ovest.

Lui si sbagliava; doveva essere così. Il Comandante aveva scritto male l'ordine; lei lo aveva letto - due volte. Tornò alla sua scrivania e rilesse l'ordine - di nuovo.

Entrare da est; la zona ovest è pesantemente abitata da un nido di Ochu. Evitare quell'area a tutti i costi.

Aveva letto male. (Aveva letto bene). Non lo avrebbe mai saputo. Bellissimo. Poetico. Non sapevano ancora come si chiamava. Nida chi?

Era colpa sua, era tutta colpa sua.

Non riusciva ad affrontare i loro genitori - se ne avevano. Non riusciva ad affrontare i loro amici - ne avevano molti. Shu non riusciva ad affrontare il suo riflesso alla specchio. Rimorso. Disgusto di sé. Fu in un giorno ordinario che se ne andò. Almeno, per Nida lo era. Gli altri sentirono la ripercussione delle sue azioni, Nida sentiva solo attesa. La sua partenza fu veloce; aveva bisogno di tempo per stare lontana. Cid glielo avrebbe concesso. Ecco che cos'era Cid - senza spina dorsale. Non avrebbe messo in discussione le sue ragioni. Accettò solo le sue dimissioni a testa china.

Lei fece la cosa nobile; se ne andò e accettò la colpa. Era il suo onore, era la sua abitudine. Era la sua fine.

Shu. (Cadono tutti...)

Regina - Insicurezza.

Poi ci sarebbe stata Quistis. Lei sarebbe stata quasi troppo facile, nemmeno una sfida sufficiente a essere anche solo considerata divertente. La sua mano si era già rivelata anni prima. Era patetica nella sua esistenza. Nemmeno degna dell'ossigeno che sprecava respirando. Nessun insegnante avrebbe dovuto essere pieno di così tanti dubbi di sé e compassione. Senza sostanza. Vana.

(La debolezza di Quistis: l'insicurezza)

Nida era entrato nel 'Balamb Garden Network' e aveva iniziato a lasciare messaggi anonimi sulla professoressa Trepe. Semplici cose all'inizio, del tipo, come 'lui come suo studente' aveva fallito un esame perché non avevano studiato il materiale corretto. Poi, come un altro studente, aveva ripreso lo stesso sentimento, dicendo che il Garden aveva avuto ragione nel revocarle la licenza. Dopo un po', abbastanza studenti si erano aggregati, e in qualche modo erano riusciti a dar la colpa di tutti i loro fallimenti educativi alla sua incompetenza. Quando aveva attirato abbastanza attenzione e animosità, si era assicurato che uno dei suoi amici scoprisse i messaggi. (Selphie, il suo prossimo inconsapevole pupazzo.) Aveva parlato (ma solo di sfuggita) della sua 'preoccupazione' per la sua ex insegnante. Voleva assicurarsi che non ascoltasse la negatività che veniva messa nel network. Fragile. Incompetente.

Proprio come sospettava (sapeva), Selphie corse da Quistis, anche se cercò di tenere la cosa per sé. La ragazzina (il suo pupazzo) si ruppe dopo solo due giorni. Lui aveva contato su questo, sapeva che Selphie alla fine avrebbe ceduto. I deboli si aggrappano l'uno all'altro.

Dopo la successiva missione di addestramento, il cerchio si chiuse. Una giovane matricola fallì un altro test e la affrontò. Era rumoroso ed aggressivo (anche lui un pupazzo nel gioco di Nida. Qualche parola qui, un colpetto là.) Nella Mensa, la rimproverò, anche se altri cercarono di fermarlo. Quistis lasciò che lo studente si sfogasse. Era la sua (una delle tante) debolezza.

Alla fine, iniziò a credere nel suo fallimento. Guardò i suoi rapporti passati e mise in discussione tutto. Senza Shu lì a darle supporto (ferma e leale), Quistis iniziò a mettere in discussione ogni decisione che aveva preso. Con la nuova emozione del corpo studentesco che surclassava chiaramente i Fan di Trepe, la (cosiddetta) professoressa cedette alla pressione.

Fu solo un mese dopo che annunciò il suo anno sabbatico dall'insegnamento - il suo anno sabbatico lontano dal Garden. Cid, di nuovo, (lo scemo) non fece domande, ma espresse il suo rimpianto e disse che 'capiva'.

Cid non capiva niente.

Quistis. (Cadono tutti...)

Il Re - Risentimento

Quistis e Shu se n'erano andate; erano sempre state il supporto del (patetico bastardo) Preside. Sembrava che Cid avesse bisogno di trovare una ragione per farsi vedere in ufficio ogni giorno. Stava avendo la meglio su di lui, l'odore costante di sangue e morte. Lo aveva fatto per troppo tempo. Nida vide l'odio che gli cresceva negli occhi. Quell'espressione (era bellissima) al di là delle parole.

Il Preside confidò a Nida un giorno, "le richieste... questi bambini, ogni anno i candidati sono sempre più giovani. Hanno anche solo la forza di tenere un'arma in mano?"

Cid aveva costruito quel posto sul luogo delle tombe di altri. "Quando finirà? Potrà finire?" Cid quasi implorava la redenzione. Nida conosceva la risposta alle domande del Preside, ma non le avrebbe mai dette a voce alta, tranne che a se stesso. "Li farò tenere armi in mano e brandirle senza esitazione. Non finirà mai, il potere sta solo iniziando."

Disgraziato. Indegno. Cid Kramer era il peggiore di tutti. Tutto questo potere tenuto da un'esistenza così flebile nel mondo.

(La debolezza di Cid: il risentimento)

Questo posto gli era costato la maggior parte della sua sanità mentale. Nida vide con i propri occhi l'uomo diventare sempre più un guscio vuoto ad ogni settimana che passava. Nida divenne il confidente del (patetico stronzo) Preside. Aiutò a guidare (spingere) Cid verso la pensione. Il suo nuovo pupazzo. Di nuovo, diventò quasi troppo facile. Nida ottenne che lui gli parlasse della sua vita con Edea in passato, quando erano giovani e non corrotti dalle atrocità delle vita.

Cid Kramer odiava il Garden. Odiava i funerali, odiava le finzioni, odiava tutto ciò che era arrivato a rappresentare. Che aveva costruito. Rivoleva la sua vita, quella che aveva lasciato quasi trent'anni prima. Voleva, aveva bisogno di quella vita. La sua vita.

Nida si rallegrò in silenzio il giorno in cui Cid diede le dimissioni. Era il suo più grande successo fino a quel momento. Ingegnoso. Ineguagliabile. Nida era un Dio. (Nella sua mente.)

Dopo la partenza di Cid, Irvine e Selphie si trasferirono a Trabia. Avevano dato le loro 'ragioni', ma Nida poteva vedere attraverso lo stratagemma. Selphie aveva bisogno di tornare a qualcosa di familiare e positivo. Irvine di seguire e dare pateticamente la caccia a una ragazza, come un dannato pupazzo. Insignificante. Piccolo.

Cid. (Cadono tutti...)

Asso - Abbandono

L'ultimo ostacolo alla supremazia rimaneva Squall Leonhart. Nonostante tutto, il Comandante manteneva un'ostinata facciata. Padrone di sé e pronto, nel nome del dovere. Arrogante. Altezzoso.

Molti pensavano che la caduta del Comandante sarebbe stata con l'eliminazione di Rinoa Heartilly. Nida sapeva che era proprio il contrario. Lei era diventata la sua forza interiore; il suo porto sicuro nella tempesta. Se l'avesse rimossa, Squall all'inizio sarebbe stato devastato, ma la sua rabbia e furia sarebbero diventate sbilanciate. L'instabilità poteva essere fatale nel piano di Nida; doveva saper prevedere la mossa del suo avversario. Nida era più intelligente di tutti loro. Nida chi?

No, aveva bisogno di qualcosa di lento e metodico. Qualcosa che avrebbe fatto a pezzi la sicurezza che sentiva. Qualcosa che aveva profondamente plasmato la sua personalità. Nida conosceva la caduta del Comandante: rivivere la sua infanzia.

(La debolezza di Squall: l'abbandono)

Nida assunse un mercenario di Deling. Era una missione 'top secret', in pochissimi ne erano a conoscenza. Solo Nida lo sapeva, aveva inventato la bugia. La vita di Ellione era stata minacciata, o così diceva la versione di Nida. Era un piano di omicidio interno al Garden. Una bugia brillantemente costruita, persino Nida doveva ammirarne la genialità. Quindi disse al suo pupazzo pagato di portare Ellione a Balamb - dove la attendeva una casa sicura. Il mercenario non poteva dire una parola a nessuno.

Quindi l'uomo andò ad Esthar in segreto, e la trovò a camminare su un marciapiede. La prese da parte e le mostrò gli "ordini del Garden", firmati dal Comandante stesso. (Una superba falsificazione) Ellione credette alla bugia. Ingenua. Infantile. Ellione credeva al suo fratellino.

Quando lei e il mercenario tornarono a Balamb, Nida li incontrò in un posto isolato. Non erano nemmeno stati visti; Nida aveva assunto un professionista, il migliore. Certo, il meglio sarebbe stata la SeeD, una volta che Nida ne fosse stato a capo. In quel momento, il Garden era poco più di uno scherzo vergognoso.

Ellione fu sollevata nel vedere Nida, un viso familiare. Sorrise. Lui sorrise, ma non per lo stesso motivo. Le disse di essere stato mandato personalmente da Squall per la sua protezione. Le toccò la spalla e le offrì falso conforto. Si congedò, per 'aggiornare la sua scorta sulla situazione attuale'.

Il mercenario pensò che avrebbe raccolto la sua paga; invece raccolse il suo ultimo respiro. Uno andato, uno ancora da sistemare. Nida chiamò Ellione in tono cordiale, dicendo di volerle mostrare un giovane cerbiatto nel campo. Un'Ultima ben piazzata fu tutto ciò che servì. Ellione non era una combattente, né era preparata a difendersi... Ci vollero svariate magie in più per trasformare il corpo in cenere - nessuno avrebbe mai saputo dove fosse andata. Non c'erano indizi, nessun corpo, nulla da trovare se non domande senza risposta. Lui era brillante. Sbalorditivo. Genio. Il mastro burattinaio.

Squall mantenne viva la speranza all'inizio, e quando la sua speranza morì, Rinoa cercò di rimanere forte. Persino lei non riuscì a raggiungerlo dopo un po'. Non c'era nessuna risoluzione, nessuna fine, nessun corpo per portare almeno la chiusura necessaria. Non c'era niente. Niente di niente. Il Comandante presto si distanziò da tutti. Quando lasciò la sua stanza, era un fantasma di quello che era in passato. Perché la Sorella se ne sarebbe andata di nuovo?

Dopo alcuni mesi, gli studenti e lo staff si radunarono per costruire un memoriale. Di fatto, Nida gestì il progetto per onorare la sua memoria. (Un memoriale per onorare i suoi successi.)

Il giorno in cui Nida mischiò il cemento per gettare le fondamenta, aggiunse un ingrediente extra - le ceneri di Ellione. (Nessuno lo avrebbe saputo. Rimaneva il suo segreto.) Non solo questo sarebbe stato un memoriale alla sua vita, ma anche la tomba della sua morte. Dopo sei mesi di speranza perduta, Squall lasciò il Garden per restare ad Esthar. Rinoa cercò di seguirlo, ma lui la spinse via. Non sarebbe stato lasciato di nuovo, l'avrebbe abbandonata prima lui. Così era sicuro.

Far crollare la Strega fu un bonus inaspettato per Nida. Uno che ricordò il giorno in cui gli vennero consegnate le redini del Garden. Finalmente. Il suo giorno.

Lui era lì. Ce l'aveva fatta.

Squall. (Cadono tutti... giù.)

Nida aveva costruito il suo castello di carte. Era bellissimo e grottesco. Era insieme intricato e semplice. Era costruito sul sangue e sulle paure degli altri; nessuno avrebbe davvero apprezzato la bellezza della sua ascesa. Di notte sedeva alla sua scrivania e rideva rivolto al cielo, ma mai abbastanza forte da farsi sentire da qualcuno. Si sedeva lì a ridere di quelli che erano caduti vittima della sua trappola.

Jolly - L'incognita

Uno ad uno, Zell li guardò andarsene. Ogni evento sembrava insignificante da solo. I suoi amici, i suoi compagni, erano tutti andati avanti con la loro vita. Lui era ancora lì. La sua casa. Balamb. Non aveva mai avuto ambizioni di comando, quindi rifiutò facilmente quando gli offrirono per primo il lavoro. (Nida non lo seppe mai.)

Zell riuscì a superarlo il meglio che poteva, e trovò forza nella sua famiglia. Rimaneva con sua madre nei fine settimana; forse era più facile che affrontare i fantasmi al Garden.

Cominciò con una partita a Triple Triad con il suo vicino; quando finì, divenne la sua epifania.

Il suo amico amava usare svariate regole da tutti il mondo: coppia, plus, combo. A Zell non piacevano molte delle regole, ma era grato delle serate passate in compagnia di un'altra persona. Stava vincendo quella mano. Di fatto, dopo la sua ultima mossa, le otto carte rimaste sulla tavola erano azzurre, il suo colore. Poi successe, il suo avversario giocò la sua carta... e una per una ogni carta divenne rosa. Era frustrante, Zell era arrabbiato. Se non fosse stato per quelle dannate regole, avrebbe vinto la partita.

Il suo amico lo guardò. "Immagino che se costruisci il tuo castello di carte, è destinato a cadere, prima o poi."

Chissenefrega. Le regole erano stupide. Che tipo di analogia era quella comunque? Non c'era modo che il suo amico avesse potuto sapere cosa avrebbe fatto Zell. Non era predestinato. Era fortuna che il suo avversario avesse quell'ultima carta nella mano. Fortuna. Zell non aveva costruito un cartello di carte, ma aveva gettato fondamenta con mosse solide. Avrebbe dovuto vincere.

Il suo amico parlò di nuovo come leggendogli nel pensiero. "So come giochi. Lo facciamo ogni fine settimana da quasi un anno. Quando abbiamo giocato con le carte scoperte, hai mostrato la tua mano."

Certo che aveva mostrato la sua mano. Era la regola 'carte scoperte' dopo tutto! Quanto stupido lo riteneva il suo avversario?

"Quindi mi hai lasciato prendere le tue carte all'inizio? Tutte?" chiese Z>Zell.

"Sì," rispose il suo amico con un sorrisetto di sfida. "Non è come ci sono arrivato; è solo la mossa finale che ha avuto importanza."

"Sei comunque un idiota, Seifer," grugnì irritato Zell.

"No, solo un osservatore. Dovevo lasciarti fare quelle mosse, così alla fine potevo prendere tutto. Ogni mossa, prima di quella finale, era insignificante se considerata da sola. Eppure, era tutto parte del mio piano. È una strategia militare di base conoscere il tuo avversario - più di quanto lui conosca se stesso."

(La debolezza di Nida: se stesso)

Strategia militare? Qualcosa sembrò scattare. Se era fortuna o no, non lo avrebbe mai saputo. Zell pensò all'anno precedente. Poteva essere così semplice? C'era una possibilità che ogni avvenimento al Garden non fosse un mero evento casuale? Shu, Quistis, Cid, e Squall? Il Garden di Balamb aveva perso i suoi primi quattro rappresentanti al comando in un periodo estremamente breve. Nessuno aveva messo in discussione ogni evento individualmente, ma come un intero? Chi doveva guadagnare dalla mossa finale?

Iniziò con una sola telefonata e una teoria (davvero oltraggiosa) il giorno successivo.

Per prima cosa, Zell chiamò Squall.

L'ex Comandante era partito per Esthar per condurre la sua indagine privata. Non aveva mai trovato Ellione, ma ciò che aveva trovato invece era un padre. Qualcuno che soffriva quanto lui. Insieme crearono un nuovo legame, senza mai dimenticare il passato, ma concentrandosi sul futuro. Attraverso questa ritrovata decisione, Squall aveva chiamato Rinoa alcune settimane prima. Lei era andata ad Esthar. All'inizio era stato difficile; entrambi dubitavano di poter resistere a quella tempesta. Alla fine, avevano trovato un modo di avvicinarsi nell'avversità. Ellione non sarebbe mai stata dimenticata, anzi, avrebbe perseguitato Squall per sempre, ma lui sapeva che lei non avrebbe mai voluto vedere ciò che era diventato.

Ti voglio bene, Sorellina.

Poi, Squall chiamò Shu.

Le fece un'unica semplice domanda. "Che cosa dicevano i tuoi ordini della missione Grendel?" Lei gli disse cosa aveva letto. Quello che sapeva - gli ordini che aveva visto stampati. Poi lui disse le parole che lei aveva bisogno di sentire fin da quel giorno: "ti credo."

Nei mesi lei aveva rivissuto continuamente gli eventi. Ad ogni modo, una costante non vacillava mai: il suo onore. Non avrebbe permesso che le morti di quegli studenti fossero vane. Aveva già deciso di tornare al Garden e assicurarsi che la storia non si ripetesse mai. Avrebbe cambiato i protocolli per le missioni delle matricole giovani. Ci sarebbero state proporzioni da seguire e procedure di sicurezza da implementare. Nascondersi nel passato non era onorevole; proteggere il futuro sì.

Le urla dei bambini non sarebbero mai state dimenticate, ma almeno adesso avrebbero potuto essere vendicate.

Ricorderò per sempre.

Poi Shu chiamò Quistis.

Erano state amiche quando gli altri potevano allontanarsi. Avevano un legame forgiato nella tragedia. Quistis, comunque, aveva già fatto le valige per tornare al Garden quando ricevette la chiamata. Aveva terminato il suo anno sabbatico e riflettuto sulla sua vita. Alla fine, decise una cosa su tutte le altre: era un'insegnante. In questo caso, in questa circostanza, era anche una studentessa. Faceva una differenza; ci era solo voluto un po' di tempo per capirlo appieno.

A volte gli studenti non erano tagliati per quella vita. Non poteva far entrare tutti nella SeeD, ma poteva dar loro gli strumenti di cui avevano bisogno per avere successo. Come ogni studente li utilizzava era una scelta solo sua.

Io posso solo insegnare, loro devono imparare da soli.

Infine, Quistis chiamò Cid.

Lui accettò di tornare... per un po'. Comunque, a differenza degli altri, aveva trovato serenità nell'assenza. Il Garden era stata una parte di lui per quasi tre decenni. Aveva visto abbastanza burocrazia e politica, morte e dolore. Ora era tempo di vivere la vita accorciata molti anni prima. Avrebbe riaperto l'orfanotrofio e usato tutte le risorse che avevano per far crescere bambini - in pace.

Aiuterò i miei bambini, tutti quanti.

Tornarono tutti.

Il gruppo aveva voltato il suo gioco cruento a loro vantaggio. Mai una volta avevano vinto la battaglia. Ma in un'unica mossa finale, le carte si voltarono una ad una, e vinsero la guerra. Proprio come nella partita di Triple Triad, con l'ultima carta sulla tavola, macchiò il 'colore' della tavola stessa. (Il colore della vita) Trasformò quelli che avevano perso nei vincitori finali.

Nida aveva sorvolato sul jolly nel mazzo. Non aveva mai pensato alle incognite. Aveva gestito la mano, ma non aveva mai controllato quei due dannati jolly. Zell. Seifer.

La sua caduta, la loro ascesa.

Ellione non venne mai trovata. Si suppose cosa era successo. Era una chiusura, in una certa forma macabra. Il memoriale rimase, più tardi vennero aggiunti i nomi dei bambini. Ellione li avrebbe protetti. Non avrebbero mai saputo solo quanto vicina lei fosse davvero.

Nida guardò fuori dalla finestra al cielo notturno, ridendo tra sé e sé. L'aveva fatto; era asceso al trono del potere. Aveva mantenuto la promessa che aveva fatto a se stesso il giorno che era diventato SeeD. Gli altri non avrebbero mai conosciuto la vera complessità (la vera bellezza) del suo piano. Non avrebbero mai potuto capire. Lui era al di sopra di tutti loro.

La sua 'finestra' ora era solo un contorno disegnato su un muro di cemento. Il 'cielo' che guardava di notte - il buio dei suoi pensieri. Il Garden era suo. La sua mente rifiutava di credere alla cella in cemento che lo circondava.

La follia nei suoi occhi non svanì mai. La sua risoluzione era più forte che mai mentre continuava a credere all'illusione.

Nida chi? I residenti del Garden di Balamb sapevano, tutti fino all'ultimo.

Oggi, se si fosse chiesto che arma usava in Nida in battaglia, la risposta travolgente sarebbe stata: la sua mente.

Un castello costruito con le carte cadrà sempre...

*****
Nota della traduttrice: Ashbear tiene molto alle opinioni su questa storia, per cui fatevi sentire :)
Vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear (a cui ho inoltrato già i commenti ricevuti finora; attendete la risposta XD). Inoltre, è da poco attiva anche la pagina fan su Facebook! La trovate qui, e gli aggiornamenti verranno segnalati anche tramite la pagina fan (sia in italiano che in inglese!). Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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