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Autore: winterbreeze    14/08/2012    2 recensioni
Isabelle è una studendessa che frequenta il quarto anno di liceo. La sua più grande passione è la scrittura.
Ha un fratello maggiore di nome Christian che decide di trasferirsi e andare finalmente a vivere da solo.. ma la sorella per solitudine cerca ogni modo possibile di fargli cambiare idea.
Appena inizia la scuola, Isabelle, comincia a ricevere delle lettere da uno/a sconosciuto/a che inizialmente si sigla con delle semplici iniziali W.N. che poi si scoprono essere soltanto le iniziali di "Worst Nightmare" vale a dire "Il tuo incubo peggiore".
Questo psicopatico comincia ad avere una certa ossessione per Isabelle e le comincia a spedire regali e lettere di continuo.
Nessuno riesce però a scoprire chi sia a mandarle le lettere così decide di rivolgersi alla polizia.
Infine si scopre che tutti i membri della polizia che lavoravano al caso vengono massacrati dal psicopatico killer.
Solo alla fine della saga si verrà a scoprire che l'autore di tutte quelle lettere è ...
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo uno 
 
 
11 Settembre
❝Caro diario, 
Oggi ricomincia nuovamente la scuola. 
Un nuovo anno mi aspetta, sono finalmente al quarto anno di liceo eppure non sono felice. Perché? 
Ogni giorno è dura per me, mi tocca vivere soffocata dalla tristezza.
A casa c’è un’atmosfera diversa, non è più quella di un tempo qui ormai si sono tutti allontanati, sembra quasi che rimanga solamente io. Io e nessun altro. 
Mio padre non è mai a casa, è sempre fuori per lavoro ed io lo vedo ormai di rado. 
Mio fratello è uguale non c’è mai, adesso che si è diplomato ha intenzione di andarsene di casa, vuole cambiar vita e cominciarne una nuova, affittare un appartamento e magari prendersi un cane. 
Il mio desiderio più grande è di vederlo felice, lui è pur sempre mio fratello e per me c’è sempre stato, quindi adesso è arrivato il suo momento, di essere felice come lo sono stata io. 
Qualche volta m’imbatto in lui a casa, in giardino o per le scale perché ormai non parliamo neanche più, ci siamo allontanati tutti. questa non è più una famiglia. 
C’è tanto disordine qui, non capisco neanche io cosa stia succedendo e adesso non ho più neanche voglia di tornare a scuola, quello è il mio ultimo pensiero visto, quanto ce ne stanno, anche se il desiderio dei miei genitori sono sempre stato quelli di vedermi diplomata e diventare una donna d’affari. 
Mi ricordo ancora quand’ero più piccola che mio padre mi raccontava sempre di lei, della mamma, prima di andar a dormire mi cantava sempre la ninna nanna oppure mi leggeva una favola, proprio come avrebbe dovuto fare una madre alla figlia di cinque anni, ma lei non c’era e non c’è neanche adesso che ho bisogno di lei più che mai. 
Fino all’anno scorso non era tutto così, la mia “famiglia” se così si può ritenere era ancora unita, mio padre stava di più a casa e la maggior parte delle volte lavorava sul computer senza dover andare in ufficio. Christian mio fratello, invece era più socievole, rideva e scherzava con me, anche se sapeva quand’, era tempo di essere seri. 
Era lui che si occupava di tutto, si occupava di me, mi aiutava con i compiti, mi portava sempre a scuola, sì. 
Occupava della casa, prepara il pranzo e la cena. E adesso? 
Beh, adesso sta per finire. Adesso mi occuperò io di tutto. 
Sono le 4:20 di mattina ed io non ho dormito in sostanza tutta la notte, sono stata sveglia a guardare fuori dalla finestra ad ammirare le stelle. 
Manca ormai poco, anzi pochissimo e fra poche ore starò di nuovo in piedi davanti a quell’enorme edificio che tutti chiamano scuola, tutti mi saluteranno e tutti mi chiederanno come sto, ma qual è la risposta a questa domanda? Le cose sono due, se rispondo di non tutti, mi chiederanno il motivo ed io non ho proprio voglia di parlarne, invece se rispondo di sì, vorrà dire che sto mentendo, e questo non mi piace. 
Credo proprio che sia il momento di alzarmi dal letto e andare a preparare la colazione, in fondo sono o non sono la donna di casa qui? 
Caro diario, 
 Andrò a prepararmi e infine uscirò da casa per ricominciare un nuovo anno, adesso che mi sono sfogata, sono pronta, sì finalmente lo sono.❞
 
 
Isabelle aveva appena finito di scrivere, così gettò via la penna e dopo aver chiuso il suo diario con il lucchetto, lo porse sul comodino alla destra del suo letto. 
Prima di alzarsi si sdraiarono altri due minuti, con uno sguardo cupo e fisso in un punto preciso del mobiletto che si trovava davanti, era una vecchia fotografia della sua mamma.Le stavano quasi per scendere le lacrime ma doveva fermarsi non poteva piangere almeno non ora. 
Si erano fatte già le 6:15 e doveva cominciare a prepararsi per la scuola era tempo di cominciare un nuovo anno, una nuova vita 
«Adesso possiamo andare!». 
Disse facendo un lungo sospiro, poi scese silenziosamente le scale cercando di non far rumore e si diresse in cucina per preparare la colazione. 
Aveva voglia di pancake con mirtilli così prese il latte dal frigo, farina, uova e si mise a cucinare. Neanche una mezz’oretta più in là si svegliò anche suo fratello, Christian.
«Buongiorno Christian, dormito bene?», domandò Isabelle con un sorriso stampato sul viso. 
«Buongiorno a te sorellina, non mi posso lamentare».
«Sto facendo i pancake per colazione, spero ti fermerai a. 
Mangiarli».
Chiese Isabelle mentre girava gli ultimi pancake rimasti sulla padella. 
«Credo di poter fare in tempo sorellina», disse Christian sorridendo.
Poi prese il piatto dei pancake e li divise per tre. Lui, Isabelle e il padre.
«Papà si sarà già alzato?», domandò agitata. 
«Non credo, ieri è tornato tardi a casa!»
Disse Christian ma pochi istanti dopo si sentirono dei passi provenire dal piano di sopra, era il padre che si era svegliato per il fracasso creato dai due. 
«Ma insomma che cos’è tutto questo casino?», domandò il padre borbottando. 
«Scusaci papà, ti abbiamo preparato la colazione», dissero in coro i due ragazzi. 
Poi Isabelle prese la caraffa con il caffè e gliene versò un po’ nella tazza. 
Soddisfatta, la ragazza se ne andò al piano di sopra in camera sua, ma non era ancora pronta, doveva ancora farsi una doccia e vestirsi così fece in fretta e andò in bagno a sciacquarsi il viso per poi mettere addosso alle prime cose trovate nell’armadio. 
Tirò fuori dei semplicissimi jeans e una canottiera verde con delle ricamature in pizzo sulle bretelle, si preparò la borsa e prima di uscire si diede un’ultima spazzolata ai suoi lunghi e lisci capelli castani.
Scendendo le scale si scontrò per la decima volta con il fratello che la fermò. 
«Ma hai visto che ore sono Isabelle?». 
«Sì, sono le 7 e 35!», disse guardando l’orologio che portava sul polso. 
Poi Christian le domandò ancora come mai uscisse così presto, di casa e Isabelle gli rispose che voleva vedersi prima con le sue amiche. 
Così prese le chiavi, la borsa e salutò il padre mandandogli un. 
bacio da lontano. 
«Io sto uscendo, a dopo».
Prese le chiavi e salì nella sua Jeep nera dirigendosi verso scuola, la Sunrise High School. 
Era presto e per fortuna c’erano ancora molti posti, così parcheggiò in fretta e appena scese dall’auto vide da lontano una ragazza dalla lunga chioma bionda che le correva incontro e urlava il suo nome, era Alison quella pazza scatenata della sua migliore amica.  Le corse incontro fino a saltarle addosso dalla gioia. 
« Isabelle, eccoti finalmente».
«Mi sei mancata così», disse Isabelle singhiozzando con le lacrime agli occhi. 
Abbracciò ancora una volta la sua migliore amica e poi scorse di dietro Kendra. 
«Mi sono mancate così ragazze».
Disse abbracciando le due ragazze fortemente a se, poi le prese entrambe a braccetto e s’incamminò verso l’entrata della scuola. 
Nonostante fosse, ancora presto la scuola non era deserta come tutte speravano, c’erano i corridoi colmi di gente e nuovi alunni che si erano appena iscritti al primo anno. 
«Quante nuove matricole, ci sarà da divertirsi quest’anno», esclama sorridente Alison. 
E poi Isabelle le scaraventò la borsa addosso ridendo. 
Cominciavano già ad ambientarsi in quei pochi minuti trascorsi a scuola, dopo tutto l’ambiente era sempre lo stesso.
potevano solo cambiare un po’ le persone che la frequentavano. Pochi istanti dopo Isabelle si diresse verso il suo armadietto per poggiare alcuni libri che non le servivano nell’ora successiva e mentre stava sul punto di chiuderlo, il suo ragazzo arrivò da dietro per poterla baciare. 
«Hey baby, buongiorno!», gli sussurrò dolcemente nell’orecchio. 
«Daniel.», disse Isabelle abbracciandolo forte. 
Lui era il suo fidanzato storico, stavano insieme dalle medie e a. 
Quanto pare le cose, non potevano andare meglio di così. Erano stati i genitori stessi a farli mettere insieme perché li ritenevano uno adatto all’altro. Daniel era probabilmente il ragazzo perfetto, era un ottimo ragazzo e uno studente eccellente. Per non parlare della sua bellezza, un fisico mozzafiato, occhi azzurri color cielo e quei capelli biondo cenere. Faceva impazzire ogni singola ragazza della scuola, ma lui non aveva occhi per nessun’altra. tranne Isabelle. 
Lo accompagnò fino in classe, nonostante non frequentassero gli stessi corsi, voleva essere gentile e premuroso nei confronti della ragazza, poi la lasciò entrare nell’aula dandole un ultimo bacio sulle sue morbide labbra. 
Mancavano solo altri cinque minuti per le 8:00 e i ragazzi erano già tutti seduti ai loro posti. Isabelle stava seduta al suo solito banco, terza fila accanto alla finestra. 
Le piaceva ammirare il panorama durante le spiegazioni dei professori, anche se spesso era richiamata per la poca attenzione. Non ci poteva far niente, purtroppo era fatta così sempre con la testa fra le nuvole.  Di alunni nuovi non ne vedeva, erano sempre gli stessi.  anno dopo anno, appena accomodata la campanella suonò per la prima volta, il nuovo anno era cominciato. 
Pochi istanti più in là entrò un nuovo professore in classe. Era alto e molto affascinante, avrà avuto per lo meno una trentina di anni, aveva degli occhi verdi che ricordavano lo smeraldo e riusciva a immedesimarsi più che bene con ogni singolo alunno del corso.Si presentò.  «Salve ragazze io sono il Sig. Anderson, ma potete chiamarmi per nome Zachary. o semplicemente Zach».
«Oh - oh Isabelle. hai visto come ti guarda il nuovo professore!?». 
«Ma smettila Ali. Hai detto bene è un professore», borbottò Isabelle. 
 Ma lei non ne aveva proprio abbastanza dei pettegolezzi. 
«Avanti Isabelle! Non vorrai essere fidanzata a vita spero».
«Non a vita ma voglio essere fedele!», esclamò. 
«Io ti ho avvertito, il professore non è niente male e ha occhi solo per te».
In effetti, Alison aveva ragione, il bel professore non aveva occhi per alcun’altra alunna. solo per lei, che però non lo degnava di alcuno sguardo. 
La lezione era finita e per i ragazzi era arrivata l’ora della ricreazione, tutti quanti si precipitarono verso la porta d’uscita non appena sentirono la campanella, tutti tra lei. Isabelle era rimasta a sistemare le sue cose e quando stava sul punto di uscire, tornò indietro verso il professore. «Non sono ancora riuscita a darle il benvenuto professore, sono certa che si crederà più che bene in questa scuola», sorrise raggiante.
Poi gli voltò le spalle e andò verso l’uscita. dirigendosi verso il cortile dove avrebbe sicuramente incontrato le sue amiche. 
«Eccovi finalmente!».  
Esclamai facendo un sospiro di sollievo dopo averle trovate, quasi non ci speravo di metterci così poco tempo ma a quando pare questa volta, la fortuna era dalla mia parte. Alison mi guardava anzi mi fissava tutta tremolante, sicuramente voleva sapere che cos’era successa in aula e tra meno di cinque secondi avrebbe cominciato con le domande. Tre. 
«A.allora Isabelle? Racconta cos’è successo!». 
«Che cosa vuoi che sia successo, niente!». 
Ma Alison insisteva ed io non sapevo che altro inventarmi, se alla verità non credeva a che cosa avrebbe creduto? Le dovevo dire che c’eravamo baciati? Anche se infondo, non era vero. ma sicuramente l’avrebbe eccitata un po’ l’idea. 
Quando stavo sul punto di vuotare il sacco vidi Kendra con un’aria turbata. 
Aveva la testa tra le nuvole. come io quando guardavo fuori dalla finestre durante le lezioni,  ma non solo.. in quello sguardo c’era 
un misto di tristezza.. preoccupazione.. timore.. rabbia. 
«Kendra tesoro, tutto okay?», le domandai, anche se era ovvio che non andasse tutto bene. Conoscevo le mie amiche e sapevo quando c’era qualcosa che non andava così, cercai di darle conforto. tranquillizzarla e farmi raccontare cos’era successo. 
«Hey...hey.. calma. Dimmi cos’è successo?», ma non parlava. 
Aveva lo sguardo disperso nel vuoto, fissava un punto fisso da ore senza dire neanche una parola. Alison ed io cominciavamo a preoccuparci, ma non riuscivamo a farci venire nulla in mente. Non riuscivamo a immaginare che cos’avesse potuto avere, né che cosa avessimo potuto fare per calmarla. e quando stavamo sul punto di arrenderci, lei parlò. 
«Ragazze hanno scoperto una cosa!».
«Che cosa? Kendra parla così ci spaventi».
«Oggi mentre stavo aspettando i miei nell’ufficio del vice preside. ho sentito parlare i genitori di una cerca Claire con il preside».
«Ma scusa qual è il problema?», disse Alison parecchio frustrata. 
«Ali. non metterle fretta!». 
« Isabelle.», sussurrò Kendra con la voce tremolante. 
«E’ stata ammazzata!». 
Le due ragazze ci rimasero di stucco. totalmente senza parole. E chi se l’avrebbe mai, aspetta una notizia del genere, chissà come avrebbero reagito i giornalisti appena lo. 
Sarebbe venuto a sapere. “Ragazza ammazzata nel liceo di Sunrise Town”, e chi ci sarebbe più venuto in questa scuola e soprattutto quante altre famiglie avrebbero fatto frequentare questa scuola ai loro figli, sicuramente non più di cinque.. anzi neanche. 
Isabelle non ne voleva sapere niente. già quello che era venuta a sapere per lei era troppo, odiava sentir parlare della morte aveva una brutta esperienza su questo..  e sicuramente il suo ultimo desiderio era di vedere morire qualcuno a lei caro. 
Cambiò subito discorso, convincendo le due ragazze a uscire dall’istituto per andare a rilassarsi un po’, magari facendo un po’ 
di shopping o andando a prendere un bel frullato. Le andava bene tutto, purché dimenticasse ciò che aveva appena sentito. 
Mentre stavano al centro commerciale, le ragazze entrarono in una gelateria per prendere dei frullati, tutte tranne Isabelle che disse alle ragazze che rimaneva fuori a prendere un po’ d’aria fresca.
Si sedette su una panchina non lontana dalla gelateria, accavallò una gamba sopra l’altra e si mise a pensare. Sospirava spesso e aveva il fiatone nonostante non avesse corso per niente, era semplicemente tesa e molto preoccupata. Aveva paura che presto sarebbe successo qualcosa, qualcosa di brutto. 
Se lo sentiva e senza  neanche farlo apposta il suo telefono vibrò. 
Era un messaggio ma il numero era sconosciuto, Isabelle spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta per alcuni minuti, fino a che le sue amiche uscite dalla gelateria con i frullati la videro in quello stato e le chiesero che cosa c’era che non andava. 
« Isabelle?». 
« Isabelle tutto apposto!», domandarono le due ragazze.
Era rimasta come dire scioccata, senza parole e anche un po’ sorpresa.. le sue amiche continuavano in qualche modo a cercare di farla parlare.. senza alcun risultato.
Poi intervenne Kendra, vedendole in mano il cellulare acceso. 
« Isabelle dammi un attimo in telefono».
E lei senza neanche obbiettare le diede il telefono. 
Il messaggio diceva: “Cerca di non dire troppe bugie.. presto avrai mie notizie. Baci W.N.” 
Non aveva senso tutto quello che c’era scritto nel messaggio, quali bugie aveva detto? E soprattutto chi era W.N.?
Isabelle continuava a non parlare e invece le due ragazze si fissavano l’una negli occhi dell’altra senza riuscir a capire. 
Senza pensarci su due volte.. viste le condizioni di Isabelle la portarono a casa, riaccompagnandola fino su in camera sua. 
« Adesso riposati e magari dormi un po’ tesoro», disse Kendra accarezzandole la fronte e tirandole indietro i suoi lunghi capelli 
castani.    
« Non pensare a nulla adesso dormi e basta, vedrai che prima o poi si risolverà ogni cosa», le diceva continuando ad accarezzarle i capelli e poi le rimboccò le coperte lasciandola dormire tranquillamente. 
Entrambe le ragazze lasciarono l’abitazione dei Douglas neanche cinque minuti dopo aver visto Isabelle, addormentarsi come un angioletto. Così Alison e Kendra tornarono ognuna a casa loro.
Era notte fonda e a casa ognuno stava dormendo, Christian dormiva già da un lungo pezzo, il padre era fuori per lavoro invece Isabelle si era appena addormentata grazie alle sue due migliori amiche. Nella cassetta della posta nel frattempo, qualcuno buttò una lettera bianca, senza timbri ne francobolli.. ma la cosa strana era da quando mai la gente consegnava la posta a notte fonda? Beh in effetti nessuno ed era questa la cosa strana che sicuramente nessuno avrebbe mai scoperto. 
Sentii dei rumori provenire dal piano di sotto, così Isabelle si svegliò di colpo e andò a vedere. 
Non c’era niente che non andava.. nulla di insolito ma qualcosa le fece attirare l’attenzione da fuori in giardino, così andò a vedere e aperto il portone.. vide da lontano la buca delle lettere aperta. 
Si avvicinò per vedere se qualcuno voleva scherzare un po’ ed invece c’era davvero una busta bianca con dentro una lettera. 
Rientrò dentro dirigendosi nel salotto, si sedette e accese la luce. 
Guardò per bene la busta della lettera, c’era scritto chiaro e tondo “Per Isabelle Douglas” così la aprii per vedere che cosa ci fosse scritto.
 
❝Cara Isabelle, 
ti chiederai chi sono io? Ma adesso non è ancora importante saperlo..
Volevo solo augurarti la buonanotte, il tuo ragazzo te l’ha dato oggi il bacio della buonanotte? Forse dovresti finalmente voltare pagina e guardare altrove. Mi farò sentire molto presto. W.N. ❞
   
 
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