14/08/2012
CORRIERE DI BAKER STREET
Denunciata da John Watson la scomparsa di una caffettiera
Sherlock Holmes, contattato da Scotland Yard, confessa la propria colpevolezza
“Sono sconvolto, sono assolutamente sconvolto” Queste le parole d’esordio dell’ispettore Lestrade quando gli viene chiesto di fare un resoconto della vicenda.
Lo stato d’animo dello Yarder è pienamente giustificato. Nessuno si sarebbe mai immaginato che Sherlock Holmes, celebre per aver aiutato la polizia in diverse occasioni, si sarebbe reso colpevole del furto di una caffettiera.
“Ero geloso” Questa è la dichiarazione dell’unico consulente investigativo al mondo. “Ultimamente John assumeva troppa caffeina: passava più tempo in compagnia di quell’oggetto che con me. Mi è sembrata l’unica soluzione.”
Come lui stesso ci rivela, una notte, mentre il suo coinquilino dormiva profondamente, si è recato in cucina e ha sottratto l’arnese dal personale scaffale dell’ex medico militare. Il giorno seguente, contattato da Scotland Yard per un caso d’omicidio, ha gettato la caffettiera nel cestino dei rifiuti della centrale di polizia.
“Ho pensato che avrei potuto incolpare Anderson”, dichiara. “Ma nessuno avrebbe creduto che una testa d’uovo come la sua si sarebbe potuta intrufolare di nascosto, insieme al resto del corpo, nell’appartamento del celebre Sherlock Holmes.”
Superbo, arrogante, folle, ed ora pure ladro: quanti altri aspetti si aggiungeranno all’identikit di questo strano personaggio?
“Il reato in sé non è punibile con la carcerazione”, ci informa l’ispettore Lestrade. “Holmes se la caverà con una multa. La prossima volta che accadrà ci saranno seri provvedimenti; ma la nostra speranza è che questo sia un evento isolato.”