Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: __21century    14/08/2012    4 recensioni
Okay, questo è un tentativo di MorMor piuttosto maldestro, credo.
Ma questa canzone non poteva non farmi pensare a Jim e bhe, chi meglio di Sebastian per parlare di lui sulla linea del ‘sono innamorato di un criminale’?
Anche perché non mi andava di inserire un altro personaggio, magari una donna innamorata di Jim, perché la mia mente semplicemente non lo accetta. Solo al pensiero di una coppia Jim/Donna qualsiasi rabbrividisco in quanto credo e supporto Moran/Moriarty da quando ho scoperto l’esistenza del cecchino, ovvero quando ho cominciato le mie ricerche nel fandom.
E’ la prima volta che scrivo nel fandom, basta guardare il mio account, e penso che verrà una schifezza e che entrambi i personaggi (non credo menzionerò nessun’altro, semmai ne parlerò a fine shot) diventeranno terribilmente OC, ma che ci posso fare, io ci provo.
E quale metodo migliore che la pratica?
Enjoy. (per quanto si possa, ovviamente.)
---
Ah, non ci saranno riferimenti alla canzone se non nel titolo del capitolo che riprenderà il capitolo stesso, insomma, non è proprio una song-fic, ma la linea è quella.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Jim Moriarty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Criminal.

He is an asshole.


 

Quando l’ho conosciuto eravamo in quello che solo dopo scoprii non essere il suo ufficio.
Era solo un posto qualsiasi, anche perché lui sosteneva di essere il proprietario di tutti i posti, tutti i luoghi.
Che poi devo essere stato piuttosto scemo a credere che uno come lui ha un ufficio. Sulle prime stentavo a credere persino che avesse una casa.
Ce l’aveva? Bhe, in un certo senso. Preferivo chiamarla tana, perché alla fine questo era: una tana.
Ci passava poco tempo, solo per dormire, talvolta.  O con me, in alternativa.
Avevo scoperto anche che aveva ben altre cinque case sparse per Londra, il suo centro operativo.
Per tutti le altre città, gli altri Paesi e gli altri Stati aveva dei soci. Nessuno sapeva nulla di lui, solo che dovevano starci attenti ed eseguire le procedure richieste. E fargli avere una casa che rispettasse le sue decisioni.
Fatto sta che, in quello che mi ritrovo persino ora a chiamare “il suo ufficio”, non incontrai proprio lui, ma un subordinato che parlava per conto suo. Solo dopo aver saputo tutto ciò che voleva sul mio conto e probabilmente avermi osservato come fossi un sorcio in un labirinto si era presentato.
La prima reazione che ebbi fu una risata. Era in smoking! Che se ne faceva di uno smoking per quello che in teoria dovrei chiamare “colloquio di lavoro”? Io ero vestito solo con dei banalissimi jeans e una maglia bianca altrettanto banale. Avevo persino la barba sfatta, mentre della sua non ce n’era traccia, anche se si capiva facilmente che si era rasato, non che ne fosse esente.
“Salve.” Mi salutò, sedendosi al tavolo, di fronte a me.
“Salve!” dissi, cercando di trattenere la risata, anche se era impossibile.
“Cosa ti fa ridere, Sebastian?” mi chiese, con un tono diverso per ogni parola, come se si facesse beffe di me. Scattai subito, per difendere me stesso. Non accettavo la presa in giro, non nei miei confronti. Piuttosto avrei perso il lavoro, ne avrei trovato un altro e tutto sarebbe andato come sempre.
“Forse il fatto che io indossi una maglietta e dei jeans, mentre tu sembri un pinguino obeso che cerca di .. restringersi? Penso che sia la spiegazione migliore che io possa dare.” Risposi, questa volta serio, per quanto le mie parole potessero sembrare ironiche.
Sogghignò. La sua espressione poteva sembrare spaventosa, dato il ghigno che si propagava per il suo viso.
Eppure non  mi scalfì, neanche per un secondo. Stavo prendendo in considerazione quel lavoro, questa volta davvero, non tanto perché dovevo, in qualche modo, andare avanti alla bell’è meglio.
“Sei assunto.” Mi disse, mentre il ghigno non accennava a scomparire.
“In base a cosa?” chiesi, sporgendomi verso di lui, sul tavolino.
“Questo non mi sembra affar tuo.” Mi sussurrò avvicinandosi anch’egli, riducendo la distanza tra di noi.
Ero uno di quegli sguardi pieni di tensione, ne avevo ricevuti tanti per sgomitare fino a raggiungere ciò che volevo. E se devo essere sincero, alla fine arrivai anche con quello dove volevo.
“Me ne farò una ragione. Quando inizio? Con chi lavoro? Quanto prendo? Insomma, che faccio?” chiesi impaziente, volevo tornare a casa per fumarmi una sigaretta in pace, con calma. Per pensare.
“Fuma sul posto di lavoro e sei licenziato. Inizi adesso. Lavori con me, mi pareva ovvio. Quanto prendi lo deciderò in base al lavoro che fai e in base a come lo fai, Sebastian.”  Snocciolò in fretta, fissandomi.
Era come se i suoi occhi mi scrutassero l’anima, cercando di cavarne qualcosa. Cercando per dire riuscendo.
Mi aveva detto che non potevo fumare nel momento esatto in cui l’avevo pensato, ma forse era solo una regola base sommata a una coincidenza, una banalità. Mi sentii contento, ad ogni modo, appreso che avrei lavorato con lui.
“Sebastian, c’è una clausola!” mi disse, quasi cantando, come se ciò cambiasse le cose. Le clausole non cambiavano un bel niente, anche se mi davano fastidio, avrebbe dovuto farlo presente subito.
“Mi pare di essere già stato assunto, perciò oramai ogni mia protesta sarà vana.” Feci come per invitarlo a rivelarmela.
“Non ho un nome. Fatti bastare il fatto che io ci sia, che sia una presenza vera. Ma sappi che per ora il mio nome non ti sarà detto. Sei ancora in tempo per lasciare, Seb.” disse.
La prima cosa che pensai fu qualcosa tipo “Chi diamine sei per chiamarmi Seb?!” poi collegai il cervello e mi resi conto che non potevo nemmeno rispondermi. Non voleva svelarmi la sua identità, comprensibile. D’altronde era l’ambito che lo obbligava ad agire così, doveva pur preservarsi. Faceva bene.
Ma Seb non mi chiamava, né in quel momento né mai. Alla faccia delle ultime parole famose.
“Seb?” chiesi, non riuscendo ad articolarmi in maniera pressoché decente.
“Seb, se non ti dispiace.” Riecco il ghigno, mi veniva voglia di stampargli una nocca sulla faccia, un bel pugno dritto sui denti.
“Mi dispiace.” Dissi.
“Va bene, Sebastian.” Accettò la mia richiesta, mentre il ghigno gli scompariva dal viso.
Aveva occhi neri e capelli scuri, acconciati alla perfezione. La barba, come già detto, era fatta. Indossava quello smoking che non avrei saputo abbinare a nessun marchio e aveva scarpe di pelle nera. Nel complesso, si poteva dire che era un vero e proprio signore. Nonostante uccidesse gente come lavoro.
“Vedi, è qui che ti sbagli.” Mi disse, all’improvviso, sorridendo ancora. Cominciavo ad odiare quel sorriso, se così vogliamo chiamarlo.
“Io non sbaglio.” Gli risposi, indisposto e saccente, com’era nelle mie corde.
“C’è sempre una prima volta. Puoi dire tutto di me e azzeccheresti, ne sono sicuro, ma io non uccido. E tantomeno per lavoro.” Riecco il tono divertito e una smorfia sulla faccia.
“E allora che diamine di colloquio è?” chiesi, volevo andarmene in fretta da lì, volevo fumare.
“Di lavoro. Ma ricordati che gli altri uccidono per il mio divertimento.” Il sorriso si allargò, sembrava che potesse arrivare alle orecchie.
Fu in quel momento che decisi che avrei lottato per rimanere al suo servizio coi denti e con qualsiasi espediente, anche il più sadico o il più inumano. Perché in amore e in guerra tutto è lecito.






Ciao~
Allora, mh, questo è quello che è uscito, non so neanche io bene che diamine sia, ma bho, in qualche modo dovevo introdurre questa semi-storia a capitoli quindi ecco.
Ovviamente i personaggi non mi appartengono (magari mi appartenesse Jim ç_ç) e non scrivo per scopo di lucro (chi pagherebbe per 'sta roba?)
Comunque, come già spiegato nella intro della storia ogni capitolo sarà riferito a un verso della canzone Criminal di Britney Spears.
Questo verso è 'He is an asshole'.
Spero vi sia piaciuto almeno un pochino e che Jim non sia tanto OC, anche perchè Seb potrebbe anche esserlo ma io mi attengo alla BBC e lì non compare, perciò è come se fosse IC per forza. Spero solamente che sia IC relativamente al personaggio che ho creato.
Mh, ciao.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: __21century