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Autore: Sweet_Juliet    14/08/2012    3 recensioni
Una fanfiction Fannie per voi!
La fic è scritta dal punto di vista di Finnick "Meraviglioso" Odair e racconta di come lui ed Annie si siano innamorati.
Credo che la Collins abbia lasciato troppo poco spazio a questa splendida coppia e così ho deciso di darvi la mia personale versione su come siano andate le cose.
Che dire ancora?
Spero davvero che vi piaccia e buona lettura
Sweet_Juliet
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Finnick, tu l’hai amata subito, Annie?”.
“No … Mi ha colto di sorpresa”.

 


Da vincitore a mentore, passando per vittima


 
Il mio nome?
Finnick Odair. 19 anni.
Vincitore dei 65esimi Hunger Games e tributo prediletto della Capitale.
Avevo vinto i giochi ad appena 14 anni e da allora tutta Panem aveva iniziato a chiedere di me.
Legalmente, non avrebbero potuto toccarmi per altri due anni, ma non fu così.
Il Presidente Snow mi disse che avevo un potenziale ed era mio dovere metterlo a disposizione.
Accettai.
Non che avessi molta scelta: non si può dire di no alla Capitale.
Era cominciata con alcune interviste, poi con la partecipazione a show televisivi, cene pubbliche e … private.
In breve, tutta Capitol City voleva me.
In tutti i sensi possibili.
Ero costretto a vendere il mio corpo e l’ideale che possedevo dell’alta società di Panem si frantumò.
Dovetti sottomettermi a fare ogni cosa mi venisse chiesta.
Non ero più padrone della mia vita, ma nessuno poteva saperlo.
I miei genitori erano morti quando avevo circa 10 anni, così Mags, la mia mentore, mi aveva preso con sé, come se fossi stato il figlio che non aveva mai avuto.
Ed io la consideravo molto più che una madre.
Era una specie di guida per me.
Dopo la vittoria ai giochi ero così distrutto, che avrei desiderato suicidarmi.
E ci provai. Più di una volta.
Sì, il bello, esuberante, attraente Finnick Odair era rimasto sconvolto dagli orrori degli Hunger Games, come molti altri prima di lui.
Solo Mags era riuscita ad aiutarmi.
Lei mi aveva convinto a mostrarmi così, sicuro di me e fiero, per poter conservare integro il mio reale carattere e non diventare un burattino.
Vivevamo insieme, come una famiglia, o meglio, come due sopravvissuti, con il solo conforto l’uno della presenza dell’altra.
Ma non mi era permesso di trascorrere molto tempo a casa.
A volte passavano mesi senza che mettessi piede nel Distretto 4.
La scusa che ero stato spinto a propinare a Mags era che gli strateghi desideravano il mio aiuto per progettare le nuove Arene.
Ma lei sapeva.
Sapeva che, quando tornavo e passavo giornate intere seduto sulla spiaggia con lo sguardo perso nell’orizzonte, non lo facevo per sentire il calore del sole o la brezza del vento sulla pelle.
Non dormivo sul divano perché il letto era scomodo.
Non evitavo di chiudere le porte perché soffrivo di claustrofobia.
Tutti quei comportamenti non erano un residuo della terribile esperienza nell’Arena.
O almeno … non sempre.
Anzi, poche volte.
Mags si era accorta del mio atteggiamento e aveva intuito tutto.
E per farmelo capire era bastato un suo abbraccio, un bacio sul capo.
Non era una donna di molte parole, ma sapeva farsi comprendere meglio di chiunque altro.
In quei momenti mi ricordava molto mia madre.
 


 
Avevamo vissuto insieme per 5 anni e, circa un anno dopo i miei Hunger Games, credetti di essermi innamorato di lei.
Mags era di circa 50 anni più vecchia di me, ma non era quello che importava: noi condividevamo lo stesso dolore, lo stesso passato.
Nessuno avrebbe potuto capirmi a differenza di lei.
Un giorno, cogliendola di sorpresa, mi ero avvicinato a lei e le avevo dato un bacio sulle labbra.
Lei era rimasta immobile, impassibile, poi il suo viso aveva assunto un’espressione compassionevole.
Con un triste sorriso, mi aveva accarezzato una guancia e mi aveva detto: “Oh, Finn, ci sono centinaia di ragazze che pagherebbero oro per stare con te e tu baci una povera vecchietta!”.
Poi era tornata seria: “Tu non vuoi me. Questo è solo un altro riflesso del loro trattamento. Ti stanno isolando, ma tu non devi cedere.” assumendo un tono più dolce e accarezzandomi i capelli “Troverai anche tu una ragazza che ti ami come hai bisogno. E presto”.
L’avevo abbracciata ed ero scoppiata a piangere contro la sua spalla.
Da allora il nostro rapporto era diventato sempre più saldo, ma anche Capitol l’aveva capito.
Così, ad appena 19 anni, Finnick Odair era diventato Mentore dei tributi del Distretto 4.





Angolo Autrice:
Salve a tutti!!!
Che ne dite di questo primo capitolo?
La fanfiction è una Fannie e sarà scritta dal punto di vista del bel tributo del Distretto 4, ma questo l'avevate capito, ciò che vi chiedo ora è una piccola recensione, un commentino che mi faccia capire se desiderate che continui a postare o meno.
Un bacione dalla vostra
Sweet_Juliet
   
 
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