Titolo: |
Somewhere no one else can see. |
Avvertimenti: |
AU, future!fic, daddy!seblaine |
Personaggi: |
Sebastian/Blaine |
Disclaimer: |
i personaggi non sono miei, scrivo solo perché sono pazza. |
Somewhere
no one else can see.
Sebastian
socchiude gli occhi, lascia che il vento gli scompigli i capelli.
Dalla finestra della sua camera può vedere la piccola cittadina
stendersi sotto di lui. Poche ed intricate vie, il vociare di alcuni
ragazzini in strada, la tranquilla e monotona vita provinciale.
Così
diversa da Parigi. Così semplice, così piatta.
Solo alcuni anni
prima, Sebastian odiava Westerville con tutte le sue forze: la
frenetica vita della metropoli sarebbe stata di certo più consona
alle sue attività e preferenze. A Parigi aveva passato le sue notti
nei migliori locali, frequentato le scuole migliori, conosciuto i
ragazzi più affascinanti. Nulla di romantico, certo, ma, almeno,
non era sprofondato nella noia. Non vi era nulla che Sebastian
temesse di più.
Un
giorno, di punto in bianco, Sebastian era stato costretto a
trasferirsi in quella cittadina noiosa, così lontana dalla sua amata
capitale francese. Era stato catapultato nella noia più totale,
circondato da persone ordinarie, che non riuscivano a colmare quel
profondo senso di vuoto che avvertiva, quando non aveva nulla di
interessante per le mani.
Così, per alcune settimane Sebastian
non aveva trovato nulla di meglio da fare che accanirsi contro un
gruppo di ragazzi della scuola pubblica. Distruggerli, batterli, ecco
cosa avrebbe potuto calmare la sua monotonia. Le Nuove Direzioni:
così semplici, così prevedibili, così ingenui.
Tranne
lui. Lui e la sua voce perfetta, lui, con il suo sorriso incantevole.
Era apparso all’improvviso, inaspettatamente, sorridendo
compiaciuto di fronte ai suoi vecchi compagni di scuola.
Sebastian
lascia che il vento gli accarezzi il viso. Ricorda ancora di come lo
avesse preso per mano, trascinandolo nella grande aula con gli altri
Usignoli. La sensazione della sua pelle contro la pelle di…
-Blaine.
Sebastian si ritrova a mormorare il suo nome. Lo sussurra, come se avesse paura che potesse scivolargli via dalle labbra. Ricorda la sua mano stretta in quella dell’altro. I loro caffè insieme.
La pelle calda di Blaine sotto i suoi polpastrelli.Lo sbattere di una porta lo riporta alla realtà. Chiude la finestra, attraversa la camera e scende le scale, lentamente.
-Blaine.
Lo mormora ancora, come se dopo tutti quegli anni non si fosse ancora abituato alla sua presenza. Ma lui è lì, in una mano ha stretta una manina calda, profumata, sporca di pennarelli, una manina perfetta.
-Saluta papà, Chris.
Blaine
lascia la manina ed ecco il piccolo Chris libero di correre da
Sebastian, di cingere le sue gambe magre, di mormorare ‘ciao papà’.
Sebastian si curva, prende il piccolo sulla vita e lo stringe a
sé per qualche secondo.
-Bentornati.
Blaine
prende Chris in braccio, gli sussurra qualcosa e lo posa nuovamente a
terra. Il piccolo corre nella sua cameretta, con un sorriso furbo,
non senza lanciarsi una piccola occhiata alle spalle.
-Blaine.
-Sebastian.
Quest’ ultimo prende delicatamente la mano dell’altro, lascia che le loro dita si intreccino. Come quella prima volta che si sono incontrati. Sebastian si avvicina a Blaine, posa dolcemente il capo sul suo petto.
Eppure, alcuni anni prima, Sebastian odiava la monotonia, odiava Westerville, odiava quel vuoto dentro di sé. Quel vuoto che, ormai, era stato colmato. La prima volta che quel buco si era rimpicciolito, Sebastian si era sentito veramente bene in un’aula di una scuola privata, quando le sue iridi fredde erano venute a contatto con quegli occhi caldi, con quel sorriso mozzafiato. La seconda volta che Sebastian aveva sentito il suo vuoto colmato, era stato merito di una piccola e calda manina che si era stretta attorno ad un suo dito, iniziando un legame indissolubile, di amore fortissimo.
-Ti amo, Blaine.
Con la testa premuta contro il petto dell’ amore della sua vita, Sebastian sorride, sentendosi finalmente a casa.
Sono
tornata. Spero, almeno, che il mio periodo ‘oddio non so più che
scrivere’ sia finito, cosicché potrò dedicarmi nuovamente agli
arcobaleni che vedo nascere ovunque.
Detto questo, amo la Klaine
a livelli spropositati, ma Sebastian è Sebastian -diciamocelo!- e
quando non insulta e acceca la gente in giro, è adorabile. E’
adorabile anche da stronzo, a dire la verità. Pazienza.
In
realtà volevo che questa fosse una Kurtbastian (“Sebastian +
chiunque” resta sempre sexy e credibile), ma poi forse qualcuno mi
avrebbe odiato ancora di più, quindi, eccomi qui.
Spero piaccia,
ringrazio chiunque la leggerà/ recensirà. Alla prossima.
Demolition.