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Autore: ClaireBlahblah    15/08/2012    3 recensioni
«Sai qual è il mio problema? Tu te ne sei andato, okay, e magari ora stai.. magari ora stai bene, lontano da tutta questa merda, ma mi hai lasciato qui, ed ora sono così.. ossessionata, e non riesco più a camminare da sola, per strada, di notte, non riesco a stare in ufficio, a guardare questo cazzo di distintivo senza sentirmi così terribilmente in colpa e così terribilmente sola!»
Si prese ancora un attimo, respirò a fondo, tirandosi indietro i capelli biondi. Non era mai stata brava con gli addii, Emma.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emma Swan, Graham/Cacciatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: claireomashee
Fandom: Once Upon A Time
Titolo:
True Love's Kiss
Personaggi: Emma Swan, Sheriff Graham, Regina aka Evil Queen
Pairing: Gremma.
Raiting: Pg15 (?)
Genere: Missing Moment, Introspettivo, Angst
Avvertimenti: One Shot
Note: Questa One Shot ha partecipato al contest Sono ciò che scrivo, ma non basta [
http://nakarui.livejournal.com/20203.html] sulla canzone Almost Lover - A Fine Frenzy.
Disclaimer: Once Upon A Time non mi appartiene e, purtroppo, neanche quello gnocco di Graham.

TRUE LOVE'S KISS.

«Non ce la faccio, sai?»

Disse, sforzando un sorriso, mentre si passava una mano sulle guance, per asciugare le lacrime.

«Io.. Continuo a pensare a quella sera, dannazione! Continuo a sentire le tue labbra premute sulle mie, le tue dita accarezzarmi le tempie.

E poi c’è Henry, che continua a riempirmi di domande, che continua a chiedermi “ma non ti manca?” come se quella senza cuore, in questa cazzo di favola di pessima qualità fossi io.

Sai, lui crede sia colpa di Regina» Continuò, scuotendo la testa «E’.. E’ tutto così assurdo, Graham!» crollò, di nuovo, abbandonandosi ai singhiozzi.

«Io..» Riprese, schiarendosi la voce «Io sto per partire. Prenderò Henry* con me, andremo via. Non so ancora dove, ma è la cosa migliore. Per Henry. Allontanarsi da tutta la follia di questo posto, capisci?»

Rimase a fissarlo in silenzio, ignorando la cascata che aveva al posto degli occhi. Lui, di fronte a lei, sorrideva, immobile.

Era passato così tanto tempo, ma non si era mosso di un centimetro. Lei aveva cercato di andare avanti, di togliersi dalla testa quello sguardo disperato con il quale l’aveva convinta a permettergli di baciarla, quel “Grazie” così sincero, così sofferto e così speranzoso che le aveva regalato quella sera di qualche mese prima, nell’ufficio, ma non ce la faceva. Lui era rimasto lì, fermo, a sorriderle.

«Io non ho mai voluto vederti infelice, Graham, okay? Ci sto provando, a tornare alla normalità.. E solo che.. non ci riesco. Non riesco a smettere di stare così male. Perché non me lo permetti?»

«Non so nemmeno perché ti sto parlando..» In un’occasione diversa avrebbe riso di sé stessa, Emma, in ginocchio, in lacrime « ..devo essere impazzita. Ma me lo ha consigliato Archie di venire, io non l’avrei mai fatto. Diceva che mi avrebbe fatto bene, che mi avrebbe aiutato. Non lo so, a me sembrano tutte stronzate».

Si tirò su a sedere, riprendendo fiato, cercando di raccogliere le idee.

«Sai qual è il mio problema? Tu te ne sei andato, okay, e magari ora stai.. magari ora stai bene, lontano da tutta questa merda, ma mi hai lasciato qui, ed ora sono così.. ossessionata, e non riesco più a camminare da sola, per strada, di notte, non riesco a stare in ufficio, a guardare questo cazzo di distintivo senza sentirmi così terribilmente in colpa e così terribilmente sola!»

Si prese ancora un attimo, respirò a fondo, tirandosi indietro i capelli biondi. Non era mai stata brava con gli addii, Emma.

Dalla tasca del giubbotto di pelle rosso tirò fuori un pezzo di carta, pieno di pieghe e sbavature, e lo posò sull’erba.

Poi, si staccò la stella da sceriffo dalla maglietta, adagiandola accanto al foglietto.

«Addio, Sheriff Graham» Sussurrò, a fior di labbra, concedendosi ancora un istante per contemplare il suo sorriso, poi si alzò, barcollando, si avvicinò alla lapide, e si chinò a baciare la fotografia.

Fu solo un secondo, ma le parve di vedere un lupo, bianco, con un occhio rosso, dietro uno degli alberi del bosco che confinava con il cimitero.

Scosse la testa, si voltò, tentando distrattamente di pulirsi i pantaloni, e si allontanò, decisa a non far più ritorno a Storybrooke, e, ancor di più, a piangere su quella tomba.

«Goodbye, my almost lover
Goodbye, my hopeless dream
I'm trying not to think about you
Can't you just let me be?
So long, my luckless romance
My back is turned to you
I should've known you'd bring me heartache
Almost lovers always do
»

***

«You can save Henry. You can save all of us».

*****

«Emma! Emma, mi hai salvato»

«Ce l’hai fatta..»

«La Maledizione.. Credo tu l’abbia spezzata».

«Un bacio di vero amore»

«No..»

*****

Emma, con Henry ancora tra le braccia, fu folgorata da un pensiero così forte da farla barcollare.

Si allontanò di qualche centimetro dal ragazzino, seduto sul letto d’ospedale e lo guardò negli occhi, come sperando che la capisse, come cercando una conferma – d’altronde, era lui l’esperto.

«Graham..» Sussurrarono insieme. Gli occhi di Emma erano già colmi di lacrime.

«Posso.. devo solo.. Torno subito. Torno subito, Henry. Ti amo, ti amo. Ti amo da morire, ragazzino» gridò, appena prima di baciargli la fronte, per poi correre fuori dalla stanza.

Saltò in auto, tremante, e partì, schiacciando l’acceleratore.

Respirava a fatica, Emma, mentre sfrecciava tra le strade di Storybrooke, come se non ci fosse un domani. Inchiodò, di fronte al cancello del cimitero, ed aprì la portiera.

Scese, correndo goffamente, verso la tomba dello sceriffo.

Regina.

La donna giaceva, in ginocchio, sull’erba che ricopriva la bara del giovane, proprio dove Emma, qualche mese prima, aveva versato tutte le sue lacrime.

«TU!» Aveva urlato, avventandosi contro di lei, isterica. «PUTTANA! Sei stata tu! E’ tutta colpa tua!»

La prese per i capelli, spingendola via dalla tomba «IL SUO CUORE! E’ tutto vero!»

Emma non ci vedeva più, tanta era la rabbia che aveva nel petto.

«L’hai ucciso tu! Maledetta, è colpa tua!»

«Che cosa..?»

«L’HAI UCCISO!» Continuò a spintonarla, a strattonarla, disperata e folle.

«Sveglialo» Ordinò a denti stretti, tentando di respirare.

«Non posso..»

«SVEGLIALO!!!»

«NON POSSO! NON.. POSSO».

Emma, allora si staccò, e gattonò fin sulla tomba.

Una volta lì, cominciò a scavare, a mani nude, con le unghie, con la consapevolezza che avrebbe continuato fino a tirare fuori la di bara da quel buco maledetto.

********

Un bacio di vero amore.

La Maledizione.. L’hai spezzata.

Un bacio di vero amore.

Di vero amore..

La maledizione..

You can save all of us..

Mi hai salvato..

Salvato..

Salvato..

********

Quando finalmente scoprì del tutto la cassa, le dita le sanguinavano. Era ricoperta di terra, e di graffi, e si sentiva morire.

Si asciugò le lacrime, riprese fiato, e, senza nessuna esitazione, scoperchiò la bara, ignorando le voci confuse nella sua testa, ignorando la follia che si impadroniva di lei.

*******

Un bacio di vero amore.

Di vero amore.

La Maledizione.

Vero amore.

You can save all of us..

*******

Emma non si fermò neanche davanti alla puzza di carne decomposta, al corpo in putrefazione.

Serrò gli occhi e, ricacciandosi in gola un conato di vomito, si chinò a baciare le sue labbra.

********

Un bacio di vero amore, Emma.

Un bacio di vero amore.

[...]

FINE.

  
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