Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: ClaireBlahblah    15/08/2012    7 recensioni
«E fatti anche di morfina, e di tutta l’altra merda che trovi in giro, se è questo di cui hai bisogno, cazzone che non sei altro, se è questo che ti fa sentire vivo, quando non sei altro che un cazzo di contenitore svuotato» Sottolineò ogni parola con altre botte «E distruggiti, per quello che ancora ti è rimasto, ma ti giuro, ti giuro su Dio, Castiel, la prossima volta ti lascio per terra a farti sbranare».
Una Future!Destiel ispirata a The kill dei 30STM, la storia di un amore dolcissimo ma anche distruttivo... instabile.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: claireomashee
Fandom: Supernatural
Titolo: Instability
Personaggi: Dean, Castiel,
Pairing: Destiel.
Raiting: Pg15 (?)
Genere: Introspettivo, Angst, Missing moment
Avvertimenti: One Shot
Note: Questa one shot ha partecipato al contest Sono ciò che scrivo, ma non basta [
http://nakarui.livejournal.com/21557.html] sulla canzone The Kill - 30 Seconds To Mars.
Ovviamente è una 2014!Verse.
Disclaimer: Supernatural non mi appartiene, purtroppo, e neanche questi due imbecilli.

INSTABILITY.


What if I wanted to break
Laugh it all off in your face
What would you do?


«Spiegami il tuo piano»
«Che cosa ci fai qui, Castiel?» Rispose, irritato, Dean Winchester, senza voltarsi.
Stava ancora studiano la mappa.
«Castiel, certo..» sottolineò il moro, con amarezza.
«Come vuoi che ti chiami? Guru del sesso? Santone? Questo non mi sembra proprio appropriato, come soprannome» rise lui, perfidamente.
«Senti, Dean» ricominciò Cas, strizzando gli occhi e massaggiandosi le tempie, stancamente «Puoi darla a bere alla puttanella che ti porti a letto, e anche a quei tre cazzoni, ma io..»
«Tu cosa, Castiel?» scandì il nome lentamente, come sfregio «Ormai qui dentro non conti più un cazzo». Stavolta si girò a guardarlo, con durezza, senza soffocare il ghigno che gli allargava la bocca.
Annuì, Cas, incassando l’ennesimo colpo, e lottò per soffocare le lacrime che sentiva pizzicare negl’occhi.
Girò i tacchi, ed uscì, lentamente, senza una parola.

**********************


«Risa? Risa, amore, dammi un bacio»
Dean era ubriaco. Di nuovo.
Aveva afferrato Risa per le cosce e l’aveva presa in braccio, baciandola con veemenza, ridendo.
Sapeva che Castiel era da qualche parte, nei paraggi. Lo sentiva.
Prese a baciare la ragazza con più passione, trascinando lei e se stesso verso la sua cabina – la più grande e bella, perfetta per una scopata in grande stile, quando fuori il mondo cade a pezzi – ma poi lo vide. Se ne stava a pochi metri dalla sua baracca, circondato dal suo stuolo di adepte, e lo guardava.
«Cas? Che dicevi riguardo alla salvezza eterna?» lo richiamò una di loro.
«E-Ehm, sì, la via per raggiungere la Pace interiore è…» balbettò, distrattamente, senza smettere di fissare i due, che continuavano a dare spettacolo.
Dean, allora, sogghignò nella sua direzione, scrollandosi di dosso la ragazza, e lo raggiunse.
«Sorprendentemente corporale, vero? Allora, me lo fai un pompino, principessa?» chiese, slacciandosi i jeans.
Tra i presenti cadde un silenzio sordo ed interminabile.
Dean e Castiel rimasero a fissarsi negli occhi per qualche istante, poi il moro, tirando una spallata al cacciatore, che vacillò per un secondo, lo sorpassò, e scomparve nella sua cabina.
«Come siamo permalosi», lo derise il biondo, voltandosi verso gli altri, ma nessuno lo assecondò. Lentamente la folla si diradò e Dean rimase solo con Risa e Chuck.
«Va’ a scusarti», ordinò lei, con la voce rotta.
«Ma che ca…»
«VAI!» Gridò, indicando la cabina del giovane.

What if I fell to the floor
Couldn't take all this anymore
What would you do?


Dean scostò la tenda di perline, svogliatamente.
«Castiel?» Biascicò, dopo essersi schiarito la voce più volte.
Nessuna risposta. L’angelo giaceva sulla sua brandina, rannicchiato su se stesso.
«Castiel, forse ho esagerato» Sbuffò Dean, con ben poca convinzione, allungandosi a guardare Risa, che li osservava dallo spiazzo.
«Vattene» disse Cas, a metà tra l’ordinarlo e l’implorarlo.
Nel sentire quel mezzo miagolio, i brividi percorsero la nuca di Dean.
«Castiel, ascolta..» Tentò di giustificarti, ma lui lo interruppe, alzandosi a guardarlo, con gli occhi pieni di lacrime..
«No, Dean. Non ce la faccio ad ascoltarti. Non ce la faccio a sopportare… tutto questo. Io non..»
Così dicendo, ricadde in ginocchio, questa volta direttamente sul pavimento.
«Non ce la faccio..»
Il biondo gli si avvicinò lentamente, a grandi passi, si inginocchiò al suo fianco, lo prese tra le braccia, e se lo spinse contro, dondolandoselo al petto, mentre lui piangeva tutte le lacrime che gli erano rimaste in corpo.
Dopotutto, era il suo angelo. Era colui che l’aveva afferrato e salvato dalla perdizione, colui che aveva sfidato i demoni, gli angeli, Lucifer e Dio stesso, per lui. Non ce la faceva a vederlo ridotto così.
«Scusa, Cas. Scusa. Shh, andrà tutto bene, andrà bene».
Lo ascoltò piangere sul suo petto, senza una parola.
Quella notte, per la prima volta dopo tanti anni, dormirono insieme, abbracciati – poco importava che fossero sdraiati su un pavimento sudicio, in una cabina che puzzava di sesso e marijuana, e che fuori, il mondo, era finito da un pezzo.

**********************

Come break me down
Bury me, bury me
I am finished with you



Castiel aveva quel modo di non difendersi, quando veniva pestato, di limitarsi a guardarti, come se pensasse di meritare quei colpi, quelle botte…
Era, forse, l’unica cosa che non era cambiata, e faceva andare Dean su tutte le furie.
«Reagisci, figlio di puttana. REAGISCI!» Urlò il biondo, disperato, continuando a colpire quel corpo inerme, inginocchiato di fronte a lui.
«Reagisci, o hai sniffato tanta di quella merda da non permettere neanche a quel tuo cazzo di cervello di funzionare?»
Un altro pugno, dritto sullo zigomo del moro, lo fece barcollare in avanti.
Gli veniva da vomitare, tanto era il dolore.
«Quale cazzo è il tuo problema? Stavi per farci ammazzare tutti. Tu ti sei fumato pure il cervello, cazzo. Ti rendi conto che è solo e soltanto per salvarti il culo, che Abram e Jack si sono fatti ammazzare?»
Ancora un calcio, talmente forte da annebbiargli la vista.
Non l’aveva mai pestato, prima. Mai con così tanta ferocia.
Dean, adirato come non mai, lasciò la presa,
facendo precipitare l’ex angelo con la faccia di nuovo a terra.
«Che cosa vuoi? CHE COSA CAZZO VUOI, CASTIEL? Sono le anfetamine? E’ questo? Ecco, tienitele» Urlò, chinandosi a raccogliere delle confezioni a terra, per poi tirargliele contro.
«E tieni, prenditi anche l’assenzio» Una bottiglia si infranse contro il muro, a pochi centimetri dal moro, rannicchiato su se stesso, sotto il peso delle parole del leader.
«E fatti anche di morfina, e di tutta l’altra merda che trovi in giro, se è questo di cui hai bisogno, cazzone che non sei altro, se è questo che ti fa sentire vivo, quando non sei altro che un cazzo di contenitore svuotato» Sottolineò ogni parola con altre botte «E distruggiti, per quello che ancora ti è rimasto, ma ti giuro, ti giuro su Dio, Castiel, la prossima volta ti lascio per terra a farti sbranare».
**********************

What if I wanted to fight
Beg for the rest of my life
What would you do?


«Chuck? Vai a chiamarmi Castiel». Ordinò il leader, in tono burbero.
«Dean, io non credo che voglia.. »
«Vai!»
Chuck abbassò lo sguardo, rassegnato. «Vado subito».
Dean si lasciò cadere sul materasso, massaggiandosi le tempie.
Si era rotto un piede, quel coglione. Ecco perché era caduto. Ecco perché Abram e Jack erano tornati indietro, per aiutarlo. Non era fatto.
O almeno non tanto da mandare a puttane un’operazione tanto importante.

Che stupido. Stupido, Dean Winchester!
Avrebbe dovuto capirlo, avrebbe dovuto medicarlo, invece di inscenare quel teatrino di pessimo gusto.
Sbuffò, tirandosi a sedere sul letto, prendendosi la testa tra le mani.
Estranei. Erano due cazzo di estranei.

«Castiel, che pensi di fare? Cristo, fermati! Non fare cazzate!»
La voce di Chuck giunse limpida nella cabina, del cacciatore.
Che stava succedendo?
Con uno scatto, raggiunse la porta.

Castiel, stampella in una mano, borsone nell’altra, arrancava verso l’uscita del Campo.
«C-Castiel? Ch..Che? Fermati!» Iniziò a balbettare Dean, correndogli dietro, dopo aver spinto via Chuck. Il moro continuò a camminare, ignorandolo.
«Fermati, ho detto!»
«Che cosa vuoi? Che cosa vuoi ancora, Dean?» Domandò lui, voltandosi verso il biondo. «Non hai più il diritto di darmi ordini, con te ho chiuso».
«Che vuoi fare, si può sapere? Zoppicherai fino in bocca al primo Croat che ti si para davanti? »
«Non è questo che aspetti, capo?» Lo sbeffeggiò.
Dean quasi non si soffocò nella sua stessa aria. Sbarrò gli occhi, guardandosi intorno. C’erano una dozzina di persone, radunate per assistere alla scena. Era raro vederli discutere in pubblico, anche se erano pochi quelli che non si accorgevano delle urla che provenivano dalle loro cabine, nel pieno della notte.
«Andatevene» Biascicò, ma nessuno si mosse. «CRISTO, ANDATEVENE, HO DETTO! Che cazzo avete da guardare? Andate via!»
Sembrava impazzito, Dean Winchester, mentre urlava e si dimenava, agitando le mani, e abbaiando ai suoi compagni.
Quando tutti si furono dileguati, tornò con lo sguardo perso e disperato, su Castiel, che lo fissava, sconcertato. «Non te ne puoi andare. Non…»

You say you wanted more
What are you waiting for?
I'm not running from you (from you)



Castiel lasciò cadere il borsone. «Perché no, Dean?»
Lo inchiodò con quei suoi occhi stanchi e tristi.
«Perché no? Perché così non avresti più nessuno su cui riversare le tue frustrazioni? Perché significherebbe chiudere per sempre i conti col passato? Dean, non sei più quella persona. Non rompermi le palle, adesso». Si limitò a dire, in modo pacato, ma soffferente.
Dean lo guardò, esterrefatto. Deglutì rumorosamente ed abbassò lo sguardo.
Era vero. Era dannatamente vero. Cosa avrebbe fatto senza di lui? Dove sarebbe finito? Aveva perso tutti, Dean; prima sua madre, poi suo padre, poi suo fratello, infine anche Bobby.
L’unico appiglio a se stesso era lì, davanti ai suoi occhi.
Tutto quello che voleva era gridagli di restare, stringerlo a sé e non lasciarlo andare mai più, ma il suo corpo era come bloccato, la sua gola strozzata da un orgoglio cieco.
L’angelo, si chinò a riprendere lo zaino poi, a passi lenti, si trascinò di nuovo verso la sua cabina, in silenzio.

**********************

Look in my eyes
You're killing me, killing me
All I wanted was you



«Mi sta uccidendo, Chuck! Mi sta… uccidendo».
Gli occhi dell’ex angelo erano colmi di lacrime.
«Sai che adesso sta ufficialmente con Risa? Almeno a quel che dice lei…»
«Non me ne frega un cazzo»
Afferrò la bottiglia che gli porgeva l’amico, scolandone un lungo sorso.
«Questa roba fa schifo!» Si lamentò, storcendo la bocca disgustato.
«E’ stato il meglio che siamo riusciti a trovare quando siamo scesi in città, Cas, lo sai».
«Il fatto che io lo sappia non rende il sapore migliore…» sbuffò, prendendosi la testa tra le mani «Scusa, sono un coglione».
Chuck gli diede una pacca sulla schiena, sorridendo «Bhè, sì, a volte mi manca il te meno stronzo, ma che ci vuoi fare… L’apocalisse ti cambia, amico!»
«Già…» Annuì l’altro, amaramente, prima di attaccarsi di nuovo alla bottiglia di whiskey.
«Sai, Chuck… A volte manca anche a me…». Sorrise, ma del sorriso più triste che l’ex profeta avesse mai visto in vita sua. «Adesso mi passi quella canna, per piacere?».

**********************

I tried to be someone else
But nothing seemed to change
I know now, this is who I really am inside.
Finally found myself
Fighting for a chance.
I know now, this is who I really am.




Non avrebbe mai pensato, Dean Winchester, di trovarsi di nuovo lì, un giorno. Era contro ogni logica, contro ogni buonsenso. Il mondo pullulava di zombie, cazzo, e lui se ne andava in giro con solo un fucile e qualche cartuccia di ricambio in tasca, per assecondare qualche patetico sentimentalismo.
Aprì lo sportello, che oppose resistenza, e respirò l’aria della sua macchina.
Vi entrò, giurandosi che vi sarebbe rimasto solo qualche secondo. C’era tutto se stesso, lì dentro. Staccò il suo ciondolo, appeso allo specchietto retrovisore, se lo strinse nel pugno, poi, come dopo un’illuminazione, scattò verso il posacenere e, con un singulto, ne tirò fuori un soldatino verde, di plastica.
Sammy…
In un istante, il biondo si ritrovò a doversi asciugare dalle guance le lacrime calde che sgorgavano senza freno. Appoggiò la testa sul volante di pelle, gelido, e si abbandonò ai singhiozzi, sprofondando in quel sedile che per una vita era stata casa.
Dimenticando per un attimo i Croat, l’Apocalisse, Lucifer, Dean, accoccolato nella sua logora giacca di pelle, abbandonata per anni sotto il sedile del conducente, si addormentò, fingendo di essere ancora Dean Winchester, il cacciatore, che suo fratello, Sammy, e non Sam-il-tramite-di-Satana, fosse al suo fianco e che il suo angelo, quello con il palo ficcato su per il culo, e non il caduto, drogato e ninfomane, vegliasse su di lui dai sedili posteriore, come ai vecchi tempi.

«Cas?» Chiese, incredulo Dean, svegliandosi.
Castiel era seduto al suo fianco, nell’auto, e lo osservava.
«Ero venuto a cercare una cosa» Mormorò, distogliendo distrattamente lo sguardo davanti a sé, «non immaginavo di trovarti qui».
«Sei fatto?» Domandò. Perché era arrivato fin lì? Voleva andarsene? Non si rendeva conto che in quelle condizioni sarebbe stata una passeggiata, per i mostri, farlo a pezzi? Che idiota!
Cas rise. «Ti sorprenderà, ma no. Sono lucidissimo» Era una voce stanca, la sua. Stanca e triste. Dean fu costretto a reprimere un brivido.
«Che cercavi?»
«Perché fingi che ti interessi, Dean?» Si girò di nuovo, per guardarlo.
Il biondo si schiarì la voce, «Io ero qui per questa» Disse, indicando la giacca con un cenno.
«Mh…» Annuì. Aveva capito. Cas lo capiva sempre.
Continuando a fissare la notte, davanti a lui, Castiel si avvicinò al cacciatore, tirandosi sotto alla giacca di pelle, per coprirsi, e fece scivolare un braccio sotto la sua schiena. Lo strinse, per un attimo soltanto, nascondendo il viso nella sua maglietta e respirando il suo profumo.
Tremò, e Dean, prima incerto, ricambiò l’abbraccio, scaldandolo con il suo corpo.
Era così gracile, smagrito… come aveva potuto non rendersene conto prima?
Gli baciò teneramente la fronte, posando poi il mento sulla sua testa e godendosi il miagolio smorzato di Castiel.
«Cas?»
«Mhmh?»
«Perché non te ne sei andato?»
«Dean…» Rispose lui, facendosi serio, alzando il viso verso «Non voglio scappare da te».
Le loro labbra si incontrarono, e si concessero un lungo, dolce, disperato bacio.
Si prospettava una notte serena, una pausa, nel bel mezzo della guerra, anche di quella interiore. Una notte fatta di baci, di carezze, di gemiti strozzati e nomi sussurrati.
«Sei tutto quello che voglio, Dean»

Quando, la mattina dopo, uscirono dall’auto, tutto sembrava essere tornato come prima. Cas accese il suo spinello, Dean tornò a mascherarsi dietro il suo sguardo duro e spietato.
Il mondo era finito, non c’era spazio per la dolcezza.
«Ce la fai a tornare al campo senza farti sbranare?» Chiese burbero all’amico, che annuì.
«Vai avanti, ti raggiungo, capo».

Quando Dean fu abbastanza lontano riaprì lo sportello e frugò sotto i sedili posteriori.
Dovette far appello a tutta la sua forza per evitare di scoppiare di nuovo in lacrime quando, finalmente, si trovò a stingere il trench, accartocciato e impolverato.

Se lo mise sotto la camicia e, zoppicando, fece ritorno.
Era un po’ meno stanco, Cas. Un po’ meno triste.

This is who I really am.




FINE.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: ClaireBlahblah