La vecchia dai capelli color cenere mi stava rincorrendo disperata per tutto il reparto psichiatrico ormai da una mezzoretta.
Trascinava le pantofole di lana sul pavimento lucido dell' ospedale e con l'occhio sinistro viscido in mano mi urlava di aiutarla.
Ogni tanto mi giravo per guardarla e ad ogni sguardo mi pareva sempre più vecchia, come se ad ogni passo perdesse qualche mese di giovinezza.
Ripetutamente continuava a sbattere contro le porte delle stanze senza emettere alcun gemito di dolore.
Credo lo facesse per attirare la mia attenzione e così farmi fermare. Vecchia pazza.
Mi voltai ancora e di lei non rimaneva che una carcassa debole e deforme che a malapena si reggeva in piedi, in pochi secondi cadde pesantemente al suolo
provocando un rumore agghiacciante di ossa rotte. Feci una smorfia e decisi di non fermarmi, lasciar perdere e continuare a correre.
Dopo aver sceso le scale ho attraversato il reparto di maternità, bambini con cestini di frutta omaggio mi passarono fra le gambe, un moccioso girandosi mi fece
l'occhiolino e si mise a ridere.
Entrarono in una porticina saltellando e sparirono nel buio.
Alcuni papà stavano nelle stanze a partorire il prossimo ingenuo piccolo bastardo , mentre le mamme aspettavano con le gambe accavallate sulle comode poltroncine di velluto leggendo riviste di football americano.
Arrivai nel reparto di ginecologia, e qui forse è meglio non proseguire oltre.