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Autore: Mimi18    15/08/2012    8 recensioni
Sapeva di mare ogni suo lembo di pelle.
(Soul/Maka)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Your skin drives me crazy

 

 

Maka in quel momento adorava gli occhiali da sole. Non le donavano particolarmente ed erano quasi più grossi della sua faccia, ma Soul poco più in là stava uscendo dal mare e lei non riusciva a levargli gli occhi di dosso.

Lo osservò avvicinarsi, e finse di leggere un libro girato nel verso sbagliato.

Soul ghignò. “Maka, quegli occhiali hanno le lenti trasparenti. Come sono andato sulla tavola?”

Arrossì probabilmente fino alla radice dei capelli color miele, prima di prendere il libro tra le mani e gettarlo addosso al ragazzo, il quale, per un istante, si era sentito terribilmente cool.

 

 

Il sole bruciava sulla schiena, mentre il vociare dei bambini e lo strillare dei genitori pian piano si affievoliva, permettendole di godersi quel pomeriggio di fronte alle onde del mare.

Gli occhi combattevano debolmente contro la volontà di dormire, mentre qualcosa dentro di lei le ricordava che sarebbe stato meglio mettere una crema.

Rossa in viso, immaginò il tubetto nelle mani di Soul e le sue mani che lente scendevano lungo la schiena, accarezzavano le gambe in movimenti circolari, dalle caviglie sempre più in alto, fino a…

Si alzò di scatto, sperando di essere rossa a causa del sole. “Bagno,” decise, “ho bisogno di rinfrescarmi”.

Soul, accanto a lei, abbassò gli occhiali da sole e notò che gli slip lasciavano una parte di sedere in vista. Sorrise: amava l’estate.

 

 

Sentì le mani afferrarle i fianchi magri, mentre le dita lunghe di Soul - così perfette per i tasti di un pianoforte - solleticavano le sue ossa del bacino.

Il mento dell’arma era contro la sua spalla, e Maka si premurò di respirare, mentre il corpo si avvicinava a quello dell’altro.

“Caldo, Maka?”

Sbagliava o la voce di Soul era terribilmente roca? Strinse i pugni lungo i fianchi, improvvisando una giravolta e trovandosi a pochi centimetri da lui. Deglutì rumorosamente e Soul ghignò.

“O forse è altro?”

Arrossì e sperò che Soul desse la colpa al sole, mentre cercava la solita e proverbiale calma per picchiarlo: avrebbe semplicemente potuto picchiargli una conchiglia in testa.

Si premurò di cercarla con le dita dei piedi, mentre lui si chinava sulle sue labbra. “Sai, non dovresti dimenticare che le emozioni forti fanno entrare le nostre anime in risonanza,” sussurrò divertito, mentre Maka boccheggiava.

“Io…”

“Tranquilla, te la metto la crema”.

 

 

Respirare, si ripeteva in continuazione, doveva assolutamente respirare.

Sembrava che qualcosa le si fosse appiccicato in gola; qualcosa di appiccicoso, che le impediva anche di singhiozzare mentre le mani grandi di Soul massaggiavano la sua pelle.

Non era un vero e proprio massaggio, ma Maka aveva chiuso gli occhi non appena lui l’aveva toccata ed aveva salutato il cervello.

La mano di Soul era appena sopra la riga degli slip: erano carezze lente e studiate, anche senza vederlo Maka immaginava facilmente quale fosse il sorriso stampato sulla faccia della sua arma.

Perse un respiro quando Soul con due dita scese lungo le natiche, superandole e spalmando la crema sulla pelle sensibile delle cosce. Erano magre, le mani di Soul se si schiudevano su di esse riuscivano completamente a coprirle, massaggi che la infuocavano più del sole sopra le loro teste.

“Forse può bastare,” singhiozzò girando appena la testa per notare il ghigno di Soul.

Quest’ultimo inarcò un sopracciglio, versandosi altra crema sulla mano. “Girati”.

Maka non seppe se ad eccitarla furono le dita di Soul nell’incavo tra i seni o le sue mani che scesero, coprendo l’inguine e cadendo giù, fino afferrare le caviglie tra le mani ed iniziare a massaggiarle.

Respirò ed inspirò sotto il suo sguardo carminio, prima che lui parlasse. “Alla fine, le tue gambe sono davvero sottili, Maka”.

 

 

Uno yukata azzurro ed i capelli sciolti, che cadevano morbidi sulle spalle ed erano ancora un po’ umidi.

Soul tirò leggermente il collo della maglia bianca che indossava, forse un po’ accaldato nonostante la fresca brezza marina che gli scompigliava maggiormente i capelli.

“Tsubaki e Liz hanno insistito,” spiegò Maka tirando la stoffa dello yukata e mostrando un grazioso motivo a farfalle.

Farfalle, pensò Soul, che stavano amorevolmente svolazzando nel suo stomaco intorno alla sua anima. Oh, era terribilmente agitata la sua anima in quell’istante, proprio come quando aveva stretto la caviglia di Maka quel pomeriggio.

“Andiamo?”

Sembrò delusa. Forse, si disse, aveva sperato in un qualche tipo di complimento o apprezzamento, ma doveva saperlo: non era da lui.

“Soul?”

Si voltò di tre quarti, giusto per sentire un profumo di camomilla. E le labbra di Maka sulle proprie. “Ora posso stuzzicarti io o sbaglio?”

Non era malizia, solo una constatazione. Maka non era fatta per essere maliziosa, ma lui si sentì ancor più accaldato.

“Questo è decisamente poco cool”.

 

 

Quel fiocco l’aveva attratto da morire, inutile negarlo.

L’aveva slacciato con fatica perché era un incapace, e Maka aveva compiuto un paio di giravolte di fronte a lui, prima di lasciare che la stoffa dello yukata cadesse a terra, sul pavimento della loro camera d’albergo.

Black*Star aveva battuto qualche colpo quando lui e Maka si erano chiusi lì dentro, ma forse Tsubaki lo aveva portato via convincendolo con il cibo.

Ora, Soul assaggiava la pelle salata di Maka.

La sua anima si annodava dentro di lui, mentre quella della ragazza lo sfiorava piano e timorosa, proprio come le sue mani sulle spalle ormai nude.

Le mani di Maka tremavano mentre le baciava il collo, e schiudeva le dita intorno al suo seno piccolo.

Sapeva di mare ogni suo lembo di pelle.

“Soul”.

Non fu che un sospiro, forse cercò di chiamarlo, ma la strinse a sé e assaggiò il suo sapore marino sulle labbra, mentre Black*Star urlava e Kid si disperava nella sala accanto per qualcosa di rotto.

 

 

Aveva le occhiaie Maka quella mattina e oltre la finestra si sentiva il rumore delle onde.

Soul ancora dormiva con un braccio a circondarle la vita sottile, e lei non aveva mai cercato di coprirsi i seni nudi.

In fondo, era come se fosse sempre stata nuda per Soul. Aveva sempre scorto i segreti più intimi della sua anima, pensò, mentre si chinava a spostargli la frangia dalla fronte.

“Oggi posso metterti la crema?” Gli chiese quando aprì un occhio, e lo vide ridere.

“Ti è proprio piaciuto, nh?”

Lei sorrise.

“Sì”.

Mentre lo abbracciava nuda, Soul pensò ancora una volta quanto amasse l’estate.

“Che ne dici di prendere il sole in topless? Tanto nessuno noterà la differenza…”

Ovviamente, Maka non si era fatta intenerire troppo.

 

 

 

N/a: estate, fa caldo, avranno caldo anche loro. Maka più di Soul sicuramente.

Che dire? Io mi sono divertita a torturarla, ma le ho fatto avere una piccola rivincita. Spero vi siate quantomeno divertiti a scriverla.

Dedicata a Bea e Distorted Soul.

   
 
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