Keep me warm
Era una fredda domenica mattina di Dicembre; la neve
cadeva soffice sul terreno e il colore bruno del cielo faceva pensare che fosse
ancora notte. Kurt aprì lentamente gli occhi, svegliato dall’invitante profumo
che proveniva dalla cucina giù al piano di sotto e sorrise beandosi del caldo
tepore del suo piumone con gli orsetti. Si girò lentamente per controllare
l’orario e notò che erano appena le 7:30. Decise di stare ancora un po’ a
letto, cercando di riprendere sonno, ma il suo stomaco brontolò insofferente al
dolce profumo di pancakes; così, con tutta la lentezza che si poteva permettere
in una giornata di vacanza dovuta al periodo natalizio, iniziò ad aprire sempre
più gli occhi. Non appena uscì un piede fuori dal piumone, Kurt rabbrividì e,
mugugnando, lo rintanò nuovamente sotto le coperte. Perché non ho messo le calze, ieri? pensò cercando di prendere
coraggio per alzarsi definitivamente dal letto. Dopo vari tentativi andati a
vuoto, Kurt riuscì ad alzarsi; si mise le calde pantofole a forma di testa di
lama, indossò un maglione pesante e scese giù in cucina per fare colazione.
“Buongiorno, figliolo.” Disse sorridendo Burt alla vista
del figlio con gli occhi assonnati.
“Mmmh” fu la risposta di Kurt, incapace di articolare
qualunque frase o semplice parola. Burt, se possibile, sorrise ancora più
dolcemente: Kurt appena sveglio sembrava ancora il suo bellissimo bimbo di 7
anni.
“Ho preparato i pancakes per colazione, vuoi?” Chiese Burt
al figlio che si era appena seduto su una sedia.
Kurt sorrise e annuì vigorosamente con la testa. Quando il
padre gli mise davanti il piatto fumante di deliziosi pancakes, il suo stomaco
brontolò nuovamente e Kurt si mise un braccio attorno come a volerlo zittire.
Non c’è bisogno di dire che suo padre si sciolse.
Burt si sedette a sua volta attorno al tavolo vicino al
figlio e, in un primo momento, mangiarono silenziosamente assaporando l’ottima
colazione, ma, dopo pochi minuti, Burt guardò nervoso il figlio e disse:”Kurt,
devo dirti una cosa importante. Ma, per favore, cerca di capirmi e non
arrabbiarti con me..”
“Oddio, un mio cardigan di Alexander McQueen si è stinto
in lavatrice?” Chiese Kurt profondamente allarmato lasciando cadere la
forchetta sul piatto.
“No, tranquillo. Tutti i tuoi vestiti sono sani e salvi.”
Disse Burt divertito dal maniacale amore che suo figlio provava per quei
vestiti. Pensando anche quanto mi sono
costati..
“Che sia lodato il cielo! Okay, dimmi tutto quello che
vuoi. Niente può essere peggio di uno splendido capo di alta moda rovinato da
una stupida lavatrice.” Rispose Kurt tornando a mangiare i suoi pancakes.
Burt si sentiva molto nervoso, era una cosa di cui non
avevano mai parlato e non aveva idea di come potesse prenderla suo figlio.
Conoscendolo, decise che avrebbe fatto meglio ad andare subito al punto perché
Kurt odia chi girava attorno alle cose.
“Però non interrompermi perché rischio di perdere il filo
del discorso, okay?” Kurt annuì ormai curioso di sapere cosa suo padre volesse
dirgli.
“Dopo che è morta mamma, io ho deciso di dedicarmi
totalmente a te. Sei il mio unico figlio e anche l’unica cosa che mi ricorda
veramente Elizabeth: hai i suoi stessi occhi, le stesse lentiggini alle guance,
lo stesso incondizionato amore per la moda e sei anche tremendamente testardo
come lei.”
Kurt sorrise malinconicamente ripensando alla sua mamma,
ma come gli aveva promesso non interruppe il discorso padre.
“Ecco, ora sto invecchiando e tu sei diventato adulto; fra
due anni andrai al college lontano da me e io non voglio rimanere solo…” Si
interruppe un attimo per riorganizzare le idee dato che ormai era arrivato al
punto cruciale. Si accorse solo ora di star girando attorno, non portò a
termine il suo proposito di dire direttamente ciò che aveva da dire.
“Qualche mese fa ho conosciuto una donna. Lei è
straordinaria, dolce, bellissima e credo di essermi innamorato.” Finì Burt
tutto d’un fiato. Si fece piccolo piccolo sulla sedia, abbassando la testa.
Kurt rise.
“Ecco perché esci così tanto spesso la sera! Perché non me
l’hai detto prima? Avrei potuto aiutarti a scegliere l’outfit perfetto.”
Rispose Kurt con un sincero sorriso sulle labbra.
“Beh, non sapevo come l’avresti presa e poi volevo
aspettare che le cose diventassero davvero serie.”
“Era ora che ti trovassi una donna, sei sempre seduto sul
divano a guardare il football! Hai intenzione di presentarmela?”
“Ehm..sì. Stasera vengono a cena.”
Fa che non sia
troppo presto per lui Fa che non sia troppo presto per lui
“Oh, perfetto! Non vedo l’ora.” Rispose raggiante Kurt andando
a posare il piatto nel lavello e, prima di fondarsi in camera, si sporse per
lasciare un dolce bacio sulla guancia del padre.
**
Alle 20:30 in punto di quella stessa sera il campanello
suonò e Burt Hummel si precipitò ad aprire la porta. Kurt si avvicinò
all’ingresso per presentarsi alla compagna di suo padre e notò che, oltre ad
una donna dal viso dolce, vi era anche un ragazzo poco più basso di lui e dai
caldi occhi color miele.
“Entra pura Kathy.” Disse Burt dopo aver lasciato un dolce
e veloce bacio sulle labbra della donna. Lei sorrise e disse: “Burt, lui è
Blaine mio figlio.”
“Piacere di conoscerla, signor Hummel” Rispose timidamente
il ragazzo allungando una mano.
“Oh, chiamami pure Burt! Prego, prego, accomodatevi!” E si
spostò ancora di più dalla soglia per permettere ai due ospiti di entrare in
casa. Burt si avvicinò sorridente a Kurt.
“Kurt, loro sono Katherine e Blaine Anderson.”
“Kathy, chiamami Kathy.” Disse la donna con un dolce
sorriso in viso allungando una mano verso Kurt che la prese senza esitare per
poi spostarla e allungarla a sua volta verso il figlio della compagna di suo
padre. Non sapevo avesse un figlio
“È un piacere conoscervi.” Rispose educatamente Kurt
osservando con curiosità il ragazzo – Blaine – che arrossì vistosamente.
Dopo le presentazioni, tutti e quattro si avviarono in
sala da pranzo e presero posto al tavolo rettangolare in modo che Burt e Kathy
fossero vicini da un lato e Blaine e Kurt di fronte a loro.
Trascorsero una serena cena, chiacchierando del più e del
meno e ascoltando la storia di come il padre di Kurt e la madre di Blaine si
fossero conosciuti. Più che altri, parlano più proprio Burt e Kathy nonostante
quella fosse anche una cena per far conoscere i rispettivi figli: Blaine era
troppo timido e per tutta la durata della cena non disse nulla.
Terminato di cenare Kurt provò ad aprire un discorso con
Blaine, ma lui non sembrava collaborare, si limitava a rispondere con
monosillabi o con timidi sorrisi. E Kurt non sapeva perché sembrava quasi incutere
terrore in quel ragazzo che di tanto in tanto lanciava occhiate alla madre. E
mentre i due adulti si sedettero sul divano per guardare un film, Kurt si
sporse verso Blaine e sussurrò:“Lasciamoli un po’ soli. Vieni, ti faccio vedere
il resto della casa.”
Un po’ titubante Blaine si alzò e seguì Kurt lungo il
breve tour della casa per poi finire nella camera di quest’ultimo.
Kurt si sedette sul letto aspettando che Blaine si
avvicinasse o facesse qualunque altra cosa.
“Ti puoi sedere, non bruci mica.” Disse Kurt con un
sorriso che sperava lo tranquillizzasse almeno un po’. Blaine sorrise e si
avvicinò.
“Carina la tua camera, mi piace davvero tanto.” Disse ad
un tratto Blaine aprendosi in un enorme sorriso.
“Grazie.” Rispose davvero felice Kurt che aveva messo
anima e corpo per decorarla e arredarla nel migliore dei modi.
Dopo un altro attimo di silenzio, Kurt ricominciò a
parlare e fortunatamente anche Blaine sembrò sciogliersi tant’è che scoprirono
di avere molto in comune: entrambi erano al penultimo anno di liceo – Blaine
frequentava l’Accademia Dalton - , adoravano cantare – infatti facevano
entrambi parte di due Glee Club che presto si sarebbero scontrati alle
Regionali – e avevano lo stesso sogno di diventare star di Broadway. Oltre a
questi aspetti positivi, però, Blaine raccontò a Kurt di aver dovuto lasciare
la scuola pubblica per alcuni problemi
con i compagni di scuola – non disse subito quali problemi – e Kurt raccontò
che ogni giorno veniva maltrattato e insultato dai giocatori di football della
sua scuola.
“Perché?” Chiese istintivamente Blaine.
“Perché, semplicemente, a loro non va giù il fatto che io
sia gay.” Rispose Kurt con naturalezza perché era fiero di quello che era,
perché prima o poi l’avrebbe saputo anche lui e perché era assurdo che suo
padre fosse fidanzato con una donna con un figlio omofobo. Poi, Blaine sembrava
così gentile. Ma il ragazzo non rispose, non disse niente e restò con la bocca
spalancata fissando Kurt il quale pensò che forse l’apparenza inganna veramente
e che Blaine poteva davvero essere uno stronzo omofobo. Oddio, ora mi insulterà anche lui!
“Che c’è? Non dirmi che sei uguale a tutti quegli stupidi
atleti della mia scuola.” Disse Kurt rimpicciolendo gli occhi e sperando di
sembrare minaccioso.
“No! Assolutamente no!” Rispose prontamente Blaine
gesticolando freneticamente come a voler sottolineare le sue parole. “Solo
che…”
“Solo che cosa?”
“Beh, alla mia vecchia scuola ho avuto anche io questi
problemi perché, sì..beh, sono gay anche io.”
Stavolta fu il turno di Kurt di restare a bocca aperta.
“Davvero? Non l’avrei mai detto!”
“Strano, di solito se ne accorgono tutti già da come mi
vesto.” Disse Blaine osservando il suo abbigliamento.
“Effettivamente il tuo outfit parla chiaro: papillon a
righe rosse, blu e bianche, camicia bianca, maglioncino a righe blu, grigie e
bianche con abbinati pantaloni grigio scuro. Sì, decisamente gay.” Asserì Kurt
con un sorriso che venne subito ricambiato dall’altro.
Tornarono nuovamente a parlare del più e del meno ora con
la coscienza un po’ più leggera di prima.
La serata volse al termine e Blaine e Kathy, dopo aver
salutato i proprietari di casa, andarono via.
**
I mesi passarono e Kurt e Blaine instaurarono un ottimo
rapporto di amicizia: ogni giorno si vedevano al Lima Bean per prendere un
caffè e raccontarsi della loro giornata o commentando i bei modelli che
apparivano nelle riviste di moda che Kurt era solito comprare per poi spostarsi
a casa dell’uno o dell’altro per aiutarsi a vicenda con i compiti. Con il passare
del tempo quel Blaine timido e introverso scomparve completamente lasciando il
posto ad un ragazzo esuberante, entusiasta, simpatico e sempre pronto a fare
scherzi di ogni genere. “Sono molto timido quando non so con chi ho a che
fare.” disse Blaine a Kurt per giustificare il suo iniziale comportamento.
Anche per i loro genitori la relazione andava a gonfie
vele, specialmente ora che si ritrovavano con il cuore più leggero per aver
detto tutto ai propri figli; andava talmente bene che presto decisero di
sposarsi asserendo al fatto che ormai avevano entrambi una certa età.
Una volta sposati andarono tutti e quattro a vivere sotto
lo stesso tetto, più precisamente sotto il tetto di casa Hummel dato che la
villa in cui vivevano Blaine e Kathy era di proprietà dell’ex-marito che non
permise alla sua ex-moglie di andarci a vivere con il suo nuovo compagno; così,
per i primi tempi, Kurt e Blaine dovettero condividere la stanza e, in un primo
momento, le cose sembravano andare abbastanza bene.
Non considerarono però il fatto che entrambi fossero due
adolescenti che avevano bisogno dei loro spazi.
Un giorno, Kurt tornò a casa dopo un’intensa sessione di
shopping con Mercedes: Burt e Kathy erano entrambi a lavoro e Blaine aveva le
prove con i Warblers. Salì in camera, la aprì di scatto e…
“Oh mio Dio, Blaine! Scusate, io…scusate!” Kurt abbandonò
i suoi sacchetti sul pavimento, chiuse nuovamente la porta tenendo ancora la
mano sulla maniglia e chiudendo gli occhi e respirando e cercando di mantenere
la calma. Blaine era disteso a letto, senza maglietta, con un ragazzo sopra e
la mano dentro…. Oddio, non ci posso
pensare
Dopo pochi minuti Blaine uscì dalla camera tutto rosso in
viso, con il ragazzo al seguito che silenziosamente abbandonò la casa.
“Kurt, Dio.. Pensavo tornassi per cena, la casa era libera
e ho pensato…”
“Okay, è tutto okay. Hai solo bloccato la mia crescita, ma
è okay. La prossima volta, ti prego, chiudi a chiave o mandami un SMS o metti
un messaggio in codice sopra la porta del tipo ‘Stanno volando gli uccelli’
così io mi allontanerò dalla casa.”
“Direi che ‘stanno volando gli uccelli’ è un codice
azzeccatissimo per la situazione.” Disse Blaine ridendo sotto i baffi. Kurt gli
rivolse un’occhiataccia, prese le buste dal pavimento ed entrò in camera per
sistemare i suoi nuovi acquisti.
“Come mai non mi hai detto che sei fidanzato?” Chiese Kurt
voltandosi verso Blaine e sorridendo ammiccante.
Blaine arrossì “Non sono fidanzato, è solo un ragazzo con
cui faccio…cose.”
“Blaine, ci fai sesso e non mi hai detto niente?” Kurt si
sentiva profondamente offeso e sconcertato
– sesso senza amore? Come può? - ,
avevano un così stretto rapporto e pensava che si dicessero qualunque cosa.
“No! Dio, no! Certo che non ci faccio sesso, solo…cose. Ma da appena due giorni.” Blaine
sembrava seriamente offeso delle insinuazioni di Kurt.
Kurt alzò gli occhi al cielo e tornò a sistemare i suoi
vestiti.
**
Qualche giorno dopo, Blaine tornò da scuola e disse a Kurt
che lui e quel ragazzo non si parlavano più perché l’altro aveva trovato un
ragazzo più audace di Blaine. Non sembrava tanto scosso, solo un po’
dispiaciuto perché “Beh, era il primo con cui avevo rapporti più intimi, è chiaro che ci sia rimasto
male.”
Kurt cercò di consolarlo tenendolo stretto e cercando di
infondergli un po’ di calore e più lo consolava, più si addentravano in
discorsi che Kurt non voleva minimamente affrontare fin quando Blaine non pose
La domanda.
“Kurt, hai mai avuto questo genere di rapporti?”
“Che domande sono? Non si fanno certe domande.” Rispose
Kurt visibilmente a disagio alzandosi dal letto e volgendo lo sguardo lontano
da Blaine per evitare che vedesse quanto fosse arrossito.
“Dai, siamo come fratelli. Con me puoi parlare.” Continuò
Blaine con un tono di voce molto dolce e affettuoso.
“No.” Era solo un sussurro, Kurt non sapeva neanche se
Blaine avesse potuto sentire.
“Troverai qualcuno, prima o poi.” Kurt si girò verso
Blaine che stava continuando a sorridere per scoccargli un’occhiataccia.
“Non è perché non ho trovato nessuno, fratellino. Potevo andare con Chandler o con David, non credere che
io non abbia nessuno che mi faccia la corte, anche io piaccio. Solo che non
volevo. Non è il momento.” Disse alzando il mento in una posa che per lui
doveva sembrare superiore.
“Kurt, hai 17 anni. È normale che tu senta certe
pulsioni.” Cercò di convincerlo Blaine.
“Io non sento certe pulsioni.
Non sono un animale arrapato come te.” Rispose stizzito Kurt.
“Vuoi dire che tu…tu non…mai, neanche da solo?” Blaine era visibilmente interdetto.
“Piantala di farmi questi discorsi, Blaine.”
E con questa frase Kurt interruppe il discorso e andò in
salotto.
**
Successivamente a quella conversazione Kurt iniziò a
vedere gli uomini in un modo diverso, come non li aveva mai osservati. Prima
pensava solo al principe azzurro e alla faccia più romantica e dolce di una
relazione, non aveva mai pensato al lato fisico; ma dopo quel discorso, Kurt si
trovò a pensare illogicamente che Blaine lo avesse maledetto facendolo
diventare un adolescente arrapato e senza pudore.
Cercò di non fare tanto caso a quelle pulsioni di cui
parlava Blaine, ma il fatto che il suo fratellastro uscisse dal bagno solo con
i boxer e che avesse un fisico davvero niente male – non avevo mai notato quei pettorali e quegli addominali e quelle
braccia così muscolose – non aiutava di certo la situazione. Da giorni Kurt era come un filo
teso, nervoso e irascibile e lui stesso capiva che doveva fare qualcosa.
Un pomeriggio si fece la doccia e assorto nei suoi
pensieri non si accorse di un evidente problema a “sud dell’equatore”, un
problema che da giorni era diventato quotidiano. Decise di lasciar passare e
continuò a lavarsi, massaggiandosi i capelli con shampoo e balsamo e poi
cospargendo il corpo con il bagnoschiuma. Non ricordandosi quasi più del suo
problemino, Kurt poggiò le mani in basso per lavarsi e gli scappò un profondo
gemito di piacere che lo fece arrossire immediatamente. Si sciacquò in fretta
ed uscì dalla doccia. Rimase qualche minuto a pensare e ripensare a quale fosse
la cosa migliore da fare – c’è davvero un cosa migliore da fare in questi casi?
– sorreggendosi con le braccia al lavandino e tenendo lo sguardo basso. Si
tolse l’accappatoio e osservò la sua erezione, poi prese un profondo respiro e
spostò una mano dal lavandino al suo membro iniziando a sfiorarlo. Le
sensazioni che provò furono indescrivibili, e pensare che stava solo sfiorando.
Decise di approfondire il contatto iniziando a massaggiarsi l’erezione prima in
un modo un po’ timido e impacciato, poi sempre più sicuro di sé. Concentrato
sull’azione non si preoccupò di attutire i gemiti che gli uscivano dalla bocca
e continuò a muovere la mano su e già aumentando sempre più la velocità. Sentì
uno strano calore al basso ventre, le dita dei piedi si arricciarono e la mano
si mosse istantaneamente ancora più veloce.
“Kurt, che succede? Cos’è questo…Cazzo!”
Blaine era entrato in bagno proprio nel momento in cui
Kurt fece l’ultima mossa della mano venendo con un urlo roco. Ancora con il
fiatone e completamente nudo, osservò Blaine che era rimasto bloccato davanti
alla porta, con gli occhi spalancati. Kurt arrossì incapace di fare altro e si
piegò per prendere l’accappatoio che aveva lasciato a terra. Quel movimento
provocò un piccolo gemito in Blaine che si coprì la bocca immediatamente con la
mano e uscì fuori dal bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Da quel giorno e per i giorni a seguire, Kurt e Blaine
parlarono poco guardandosi ancora meno.
**
Circa una settimana dopo anche Burt e Kathy si accorsero
del cambiamento di rapporto tra i due ragazzi, ma loro dicevano sempre che
andava tutto bene e che era tutto uguale, ma sapevano entrambi che una
situazione del genere non poteva portare a nulla. Kurt e Blaine cercavano di
stare fuori casa il più tempo possibile per evitare di dover affrontare
imbarazzanti silenzi e quelle poche volte che si incontravano si scambiavano
solo timidi sguardi per poi arrossire e dividersi.
A Kurt mancava l’amicizia con Blaine, gli mancava prendere
il caffè tutti i giorni al Lima Bean e fare i compiti insieme e parlare di
qualunque cosa passasse nella loro testa. A Blaine mancava fare indispettire
Kurt con i suoi infantili scherzi, adorava quando il fratellastro gli urlava
contro cercando anche di mascherare le risate che quegli scherzi gli
provocavano.
Passarono due settimane e la situazione non migliorò.
Una sera, a cena, Kurt disse a suo padre di stare vedendo
un ragazzo.
“Si chiama Chandler, l’ho conosciuto al negozio di
dischi.”
Chandler. Blaine ricordava quel nome, ricordava che Kurt
gli avesse detto che gli faceva la corte.
“Non è il ragazzo per te.” Si trovò immediatamente a dire
Blaine, senza neanche accorgersene.
“Perché? Non lo conosci.” Rispose Kurt un po’ turbato dal
tono sgarbato che Blaine gli aveva rivolto.
Blaine si alzò dalla tavola, posò il piatto e, ignorando
sua madre che gli diceva di tornare seduto, salì in camera. Non riusciva a
capire perché si fosse sentito così ferito da Kurt, forse perché non
gliel’aveva detto. Eppure, la sensazione era un’altra, aveva provato vero e
proprio fastidio e, ora sdraiato sul suo letto, ripensando a quel Chandler,
sentiva la rabbia ribollirgli dentro. Che fosse gelosia? Non poteva essere,
Kurt era il suo fratellastro, era suo amico..
Anche se da quel fatidico episodio in bagno, Blaine si era
ritrovato ad osservare ammirato Kurt mentre era di spalle, o mentre guardava la
televisione. Capì di adorare il profilo di Kurt, la sua voce, la sua risata, il
suo modo di parlare e gesticolare.. Capì che forse era davvero gelosia e che provava
qualcosa che andava oltre la semplice amicizia per il suo fratellastro. Si
portò le mani al viso e Ora come faccio?
Le settimane passarono lente, soprattutto per Blaine che
doveva sopportare le lunghe telefonate tra Kurt e Chandler la sera prima di addormentarsi
– stavano ancora nella stessa camera - , addirittura Kurt prese il coraggio di
invitare il suo nuovo fidanzato – Bliane rabbrividiva al pensiero – a casa,
presentandolo a Burt e Kathy che erano davvero entusiasti e felici per lui.
Blaine era sempre più nervoso e sua madre cercava di farlo parlare, ma lui
rispondeva sempre che era per via della scuola.
“Blaine, non mi parli più di ragazzi? Prima lo facevi
sempre.” Disse Kathy rivolta al figlio con un tono dispiaciuto. Blaine continuò
a tacere.
“C’è qualcuno che ti piace? Ho notato che sei teso
ultimamente.” Cercò sempre di far parlare suo figlio, ma senza risultati.
“Blaine tesoro, con me puoi parlare. Se non parli con me
di queste cose con chi dovresti parlarne?” Continuò Kathy poggiando una mano
sulla spalla del figlio.
“Kurt…”
“Sì, lo so che puoi parlarne con lui, ma io sono la tua
mamma.”
“No, non hai capito. È Kurt…il ragazzo che…sì, insomma…che
mi piace.” Blaine voltò la testa e arrossì immediatamente.
“Oh.” Fu quello che disse sua madre in risposta. “È il tuo
fratellastro, Blaine. Forse perché siete sempre così a contatto hai pensato che
l’amicizia sia qualcos’altro…” Cercò di capire Kathy.
“No, mamma. Non è amicizia, mi piace davvero. E non riesco
a pensarlo con un altro, mi fa star male…” a Blaine si incrinò la voce.
“Oh, piccolo. Vieni qui! Sistemerai tutto, lo so.” Disse
la madre prendendo Blaine tra le calde braccia.
**
Kurt stava con Chandler da quasi due mesi e il ragazzo
quasi lo implorava di portare il loro rapporto ad un livello superiore, solo
che Kurt non riusciva, non se la sentiva e per questo litigarono e si
lasciarono.
Quel giorno Kurt tornò a casa un po’ incazzato, non
riuscendo a capire perché non si sentisse triste come tutti i protagonisti dei
film d’amore che si disperavano per essersi lasciati con il proprio partner.
Entrò in casa e corse immediatamente in camera sua per buttarsi sul letto, ma
non si accorse che in camera, sdraiato ad ascoltare la musica, c’era Blaine.
Blaine che appena lo vide entrare così turbato si tolse gli auricolari e,
titubante, chiese: “Kurt? Tutto okay?”
In un primo momento Kurt non seppe se rispondere o meno,
poi decise per la prima opzione.
“Io e Chandler ci siamo lasciati.” Disse come se fosse una
cosa da poco e, davvero, non capiva perché gli interessasse così poco.
“Non mi sembri più tanto turbato.” Disse Blaine
visibilmente confuso.
“Sì, lo so. Forse avevi ragione te, forse non era il
ragazzo adatto a me.”
E detto questo andò in bagno per farsi una doccia perché
ancora sentiva profondo imbarazzo a parlare con Blaine.
**
Passò un’altra settimana in cui Blaine si ritrovò molto
meno teso, forse perché Kurt era ufficialmente single e quel Chandler non si
era fatto più sentire, ma comunque la situazione tra i due non sembrava migliorare.
Blaine era in camera e stava camminando avanti e indietro
cercando di pensare ad un modo per tornare ad avere un minimo di rapporto con
Kurt quando la portà si aprì rivelando il fratellastro che gli rivolse un dolce
sorriso, il primo da non sapeva quanto tempo e, poi, tutto successe
velocemente. Blaine gli si avvicinò, gli prese il volto tra le mani e lo baciò.
Fu inizialmente un bacio lento per dare il tempo a Kurt di decidere se
rispondere o meno.
Kurt era davvero turbato e confuso, ma quelle labbra erano
così morbide e calde che gli venne spontaneo rispondere positivamente al bacio.
I due si spostarono lentamente dalla porta e si sdraiarono insieme sul letto
continuando a baciarsi sempre con più passione, ma si dovettero staccare per
riprendere aria e, guardandosi negli occhi, arrossirono e sorrisero. Blaine
teneva ancora le mani sul viso di Kurt e Kurt teneva le sue sulle braccia di
Blaine tracciando immaginari disegni con il pollice, quando Blaine disse: “Mi
piaci Kurt, mi piaci davvero tanto.”
Kurt pensò. Pensò alla prima volta che si incontrarono, a
tutti i discorsi e in particolare al discorso sul sesso. Pensò a quella volta
nel bagno quando provò piacere pensando a lui – non lo aveva mai ammesso,
nemmeno a se stesso; pensò a quando Chandler gli chiedeva di andare oltre e lui
inconsciamente si ritrovava a pensare a Blaine e Sì, Blaine. Quello che vuoi, pensò che Chandler non gli era mai
davvero interessato e che fosse freddo, così freddo mentre Blaine era caldo e
accogliente, pensò e disse “Mi piaci anche tu, Blaine.”
Entrambi si guardarono e sorrisero come due ebeti tornando
a baciarsi, mentre con le mani Blaine iniziava a esplorare il corpo di Kurt
che, preso da un’intraprendenza che mai si sarebbe immaginato di possedere,
abbassò le mani fino ad arrivare al bordo della maglietta di Blaine che alzò e
quasi chiese silenziosamente il permesso di toglierla.
Ma quella sera non andarono oltre, rimasero semplicemente
sul letto senza maglia a fissarsi e baciarsi dolcemente e godendo del dolce
tepore che il corpo dell’altro emanava.
NdA
Salve, salve, salve! Eccomi qui con questa nuova storia
che, effettivamente non ha alcun senso, ma mi andava di scriverla. E poi ci ho
perso tanto tempo – so che non sembra – quindi abbiate pietà di me.
Non so se qualcuno ha notato la ricorrenza di termini che
si riferiscono alla temperatura – ecco spiegato il titolo XD - , dico solo che
non sono ripetizioni a casaccio, ma sono volute. Non ho molto altro da dire,
forse qualcuno ci rimarrà male che non c’è la descrizione di un rapporto tra i
protagonisti, o forse qualcuno apprezzerà la mia scelta XD
In ogni caso, mi piacerebbe sapere i vostri pareri :)
Prendo
le ultime righe per pubblicizzare la mia Long
Klaine FUOCO :
storia di Blaine, famoso commediografo, che decide di scrivere un
musical e Kurt, enigmatico ragazzo che entrerà presto nel cuore
di Blaine. Se
vi va, passate pure a leggerla :)