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Autore: SmashTheSilence    16/08/2012    2 recensioni
Romeo e Giulietta. Ancora. Per il quarto anno di seguito. No, cazzo. No, no, no.
Serve qualcosa di diverso. Qualcosa come quel racconto uscito qualche mese fa sul New Yorker. Bkrok...Bork..Brokeback Mountain. Sì, sì, è perfetto. E lo sarà ancor di più quando 'lui' salirà sul palco nella parte di Ennis.
Proprio come da copione. Il MIO copione.
***
Sono sicura che appena cliccherò sul pulsante "Aggiungi una nuova storia" mi pentirò del mio gesto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come da copione

 

Plasmare la mente del Professor Pritchard era sempre stato semplice, fin dai primi giorni. Bastava dargli un paio di validi motivi, riuscire a prendere qualche A nel compito di storia e la tua richiesta era soddisfatta. Insomma, un gioco da ragazzi.
Fatta eccezione per le “A”, naturalmente.
Quelle erano quasi impossibili da ottenere, io ho esperienza in questo campo. Ma ero deciso a vincere; credevo in ciò che volevo, quindi mi chiusi in camera un paio di giorni a studiare e quando ne uscii avrei potuto ripetervi anche le manovre più insignificanti fatte da Cristoforo Colombo per raggiungere l'America in mare. Quel coglione. E' morto con la convinzione di essere arrivato in India. Anche se in qualche modo lo devo ringraziare...Voglio dire, probabilmente non sarei qui se lui non avesse avuto l'idea di circumnavigare la terra.
Ma a dire il vero, in quel momento non mi importava molto di Cristoforo Colombo. Non avrei mai aperto quel fottuto libro se non fosse stato per convincere il professore della validità della mia idea per il progetto scolastico.
“Cerchi di capire professore...” cominciai un giorno durante la pausa-pranzo “Nella nostra scuola troppi pensano che l'amore tra persone dello stesso sesso sia sbagliato...uno spettacolo contro l'omofobia potrebbe essere d'aiuto per tutti! La nostra è una scuola grande, immagini quanti siano gli omosessuali maltrattati ogni giorno.”
Primo buon motivo. Mi sembrava abbastanza valido, e doveva esserlo davvero a giudicare dall'espressione del professore. Stava ragionando sulle mie parole. Conoscevo quel professore da anni, sapevo che se una cosa non suscitava il suo interesse non la prendeva nemmeno in considerazione per un attimo.
“Iero, capisco il suo bisogno di difendere i tuoi diritti e quelli delle persone come te, ma...”
Cazzo. C'era un “ma”.
Non farti prendere dal panico, non farti prendere dal panico!
“...ma non abbiamo una storia! Forse sarebbe meglio continuare con Rom...”
Lo bloccai con una mano. Secondo buon motivo.
“No, no, no. Abbiamo fatto Romeo e Giulietta l'anno scorso, l'anno ancora prima e tre anni fa. La gente si sarà stancata di vedere sempre la stessa cosa, non crede? Riguardo alla storia, ho già risolto tutto. Potremmo mettere in scena questo spettacolo!” E così dicendo tirai fuori una copia del racconto di Annie Proulx, Gente del Wyoming, uscito pochi mesi prima. “Mancano tre mesi, possiamo creare un copione e integrarlo con canzoni che io stesso scriverò. Ho già letto la storia: io potrei essere un Jack perfetto e Ennis potrebbe essere interpretato dallo stesso attore che avrebbe ricevuto la parte di Romeo, nel caso avessimo messo in scena lo spettacolo di Shakespere.”
Scandii bene le ultime parole.
Erano state scelte accuratamente ed erano state messe in punti strategici della frase perché io sapevo che il ruolo di Romeo era stato assegnato in precedenza a lui.
Gente Del Wyoming è un racconto che parla delle tristi vicende vissute da una coppia di Cowboy gay, Jack e Ennis, negli anni '60. Era uno scenario semplicemente perfetto.
Scelgo sempre bene le mie mosse, pianifico bene il modo per raggiungere i miei obiettivi.
Ed in quel momento il mio obiettivo era avere lui. E lo avrei ottenuto. Su quel palco, quella sera, nel bel mezzo di uno spettacolo scolastico. Tra le luci e la finzione io avrei fatto la dichiarazione più vera della mia vita.
La conversazione tra me e il Professor Pritchard si concluse nel migliore dei modi: ottenni la mia parte nel ruolo di Jack Twist, il mio spettacolo e la certezza che il Romeo sarebbe stato Ennis, quella sera.
Per i tre mesi successivi lavorai senza tregua. Composi due brevi canzoni, imparai a memoria il copione e comprai anche un cappello da Cowboy. Quello della scuola era orrendo. Lo vidi una volta durante le prove e sembrava un giocattolino per bambini. Bah, come avrei potuto essere Jack con quel coso di plastica in testa? Avete mai visto una sposa con un abito rubato ad una fabbrica di Barbie? Non andava. Dovevo essere perfetto per il momento più importante della mia vita, dovevo essere realistico il più possibile.
Il fatidico giorno arrivò senza troppe cerimonie ed io cominciai a sentire una strana sensazione allo stomaco, come se una bolla d'aria si stesse allargando sempre di più al suo interno, minacciando di comprimere ogni singola particella liquida o solida. Poi, una volta salito sul palco, la bolla esplose senza far rumore e una strana freddezza si impadronì di me. Come se mi avessero calato addosso il mantello dell'invisibilità. Come se avessero rimpiazzato la mia anima con quella di qualcun altro. Come se Frank Anthony Iero fosse nascosto tra il pubblico e Jack si fosse materializzato sul palcoscenico.
Ero un altro, in quel momento. Sapevo che quella sensazione sarebbe sfumata in un istante ben preciso, ben pianificato, come mi ero prefissato.
Come da copione.
Il mio copione.

Lo spettacolo iniziò.
Jack incontrò Ennis, entrambi si recarono su a Brokeback per pascolare il gregge a loro affidato. Erano insieme per lavoro, ma erano comunque lontani. Uno doveva badare all'accampamento e l'altro alle pecore. Erano proprio come noi in quei due mesi di prove. Lavoravamo fianco a fianco, parlavamo, ci scambiavamo opinioni e battute, ma non eravamo mai complici, non eravamo mai legati. Eravamo freddi, distaccati.
Come Jack e Ennis fino alla notte in cui cadde la neve. Quella fu la notte in cui i due capirono di essere legati da qualcosa di più forte di una semplice amicizia.
Quella fu la loro notte. E io la resi perfetta.
Jack era disteso a terra nella tenda, con gli occhi semichiusi. Lo lasciai scivolare via dal mio cuore e dalla mia anima, fuori dalla scena, fuori dal palco, insieme ad un Ennis incerto. Poi mi sollevai un poco e mi voltai. Guardai il suo viso perfetto, contornato da quei capelli corvini che gli ricadevano fin sopra le spalle, con gli occhi chiusi e l'espressione seria. Accarezzai con dolcezza la sua guancia e lo sentii agitarsi impercettibilmente.

Come da copione.

Aprì gli occhi e con uno scatto fulmineo si tirò su schiacciandosi contro il tessuto della tenda, gli occhi interrogativi posati sulla mia mano.

Come da copione.

Era il momento.

Come da copione

Mi mossi verso di lui senza interrompere il contatto visivo, strisciai ad un palmo dal suo naso e posai la mano sulla sua.

La sentii tremare.

Non persi nemmeno una sola sfumatura dei suoi occhi verde smeraldo, non ebbi fretta, non lasciai che il panico si impossessasse del mio cuore. Fui Frank. Quel Frank che aveva pianificato tutto fin dall'inizio, che non aveva tralasciato una virgola, che attendeva quel momento da sempre. Fui Frank, non Jack, e baciai Gerard Way, come avevo sempre desiderato. Chiusi gli occhi, posai le mie labbra sulle sue e poi lasciai scivolare la mia mano dietro la sua nuca. Lo strinsi a me, sempre più forte, e intrecciai le mie dita tra i suoi capelli. Aspettai un attimo, aspettai di vederlo arrossire e sfuggire alla mia presa, ma niente del genere accadde. Spostai lentamente le mie labbra sulle sue e lasciai che i nostri profili combaciassero perfettamente, come le nostre anime e i nostri cuori. Sentii la sua mano sul mio fianco e rabbrividii.

Poi tutto terminò. Le luci si spensero. I corpi si sciolsero. Il sipario calò sui nostri volti arrossati e soffocò un poco gli applausi della folla.
Improvvisamente mi sentii vivo, mi sentii più forte. Era come se ogni cosa avesse acquistato un valore diverso, una priorità minore rispetto a quel momento. Perché nulla avrebbe potuto cancellare il ricordo, nulla avrebbe potuto nascondere il suo volto. E nulla da quel momento in poi mi avrebbe impedito di disegnare quel percorso, lungo, in salita e puntellato di ostacoli, che avrebbe portato me, Frank Anthony Iero, nel calore confortante del cuore che batte imperterrito nel petto di Gerard Arthur Way.

Come da copione.

 


Thatcher's corner: Avete tutto il diritto di tirarmi pomodori virtuali, ridere della stupidità di questa fanfic o dirmi che probabilmente non è stata una buona idea mischiare Brokeback Mountain con Frerard.
Ma, davvero, non ho resistito. Dovevo pubblicarla a tutti i cosi. Altrimenti avrei vissuto una vita rimpiangendo questo istante (?).
Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando!
 

   
 
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