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Autore: Achamo    16/08/2012    1 recensioni
Si aggrappò con la mano allo stemma della sua famiglia, quel tatuaggio purpureo che indelebile le dava una casa e degli amici. Non si sentì più nuda e stretta dai denti del gelo notturno. Le unghie, simili a mandorle delicate, le pungevano i muscoli con forza.
Forte e valorosa, lei era Titania.

Buona lettura a tutti ;)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erza Scarlet, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le gemelle scarlatte'
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FAIRY TAIL © 2006 Hiro Mashima. All Rights Reserved.


Dedicata a Lory


Title

Doveva combattere. Non poteva ancora riposarsi da quella battaglia gelida e acida.
I suoi amici avevano ruggito e combattuto per salvarla da quella torre che presto sarebbe diventata la loro cinerea lapide di morte.
La regina delle fate scosse la testa inebriando il cielo stellato con le sue fiamme e stringendo i denti si promise di combattere senza la tetra paura che cinge il cuore prima della morte.
Osservò il suo riflesso nella lacrima celeste dell’Etherion. Stracci luridi e cremisi le coprivano le parti più intime e le belle lunghe gambe che tremavano. Si osservava indagando se stessa con lo sguardo fiero e determinato di una guerriera.
La sua armatura rosea veniva lacerata dalle brezze gelide che le tagliavano la carne come lame acide, sentiva l’alito del freddo notturno sfiorarle la pelle e rabbrividiva inspirandone grandi sorsi.
Sentiva il sacrificio perturbarle l’animo dalle sue radici evanescenti.
Era pronta a morire.
Se quella fosse stata l’unica soluzione, l’avrebbe affrontata con la stessa forza con cui aveva combattuto l’unica persona che credeva di amare con il suo cuore fibrillante il rosso sentimento.
Avrebbe dimostrato il suo affetto e la fedeltà a se stessa mantenendo la promessa che le aveva illuminato la mente quando nacque la sua fantomatica forza: proteggere i suoi amici, la sua famiglia.
Fedele a Fairy Tail.
Si aggrappò con la mano allo stemma della sua famiglia, quel tatuaggio purpureo che indelebile le dava una casa e degli amici. Non si sentì più nuda e stretta dai denti del gelo notturno. Le unghie, simili a mandorle delicate, le pungevano i muscoli con forza.
Forte e valorosa, lei era Titania.
Affondò con determinazione il braccio nella lacrima funerea e il dolore le si riversò nel corpo percuotendole nervi e tendini. Urlò senza fiato e stringendo i denti per non destare il compagno ferito e incosciente ai suoi piedi e per dimostrare a se stessa di poter sopportare quel cruccio senza mostrare il suo dolore.
Assaporava i dolci ricordi in quel tetro alone di tenebra azzurra per dimenticare di pensare al futuro che non avrebbe vissuto e per superare il suo castigo.
Soffriva, ma era felice di farlo per salvare le dolci risate che affollavano i volti bizzarri dei compagni. Li ricordava tutti nei minimi dettagli e per un brevissimo istante d’oro sorrise al pensiero di uno scherzo che aveva portato due bernoccoli lividi. In una giornata di pioggia, Gray le aveva congelato l’ombrello e Natsu, tentando di aiutarla, lo aveva incenerito in una scura nuvola di fuliggine.
Sentiva le membra sciogliersi e tremare ai suoi pensieri che mutarono in ombrose reminescenze.
Sì, per tutti loro avrebbe abbandonato il suo corpo torturato dai sentimenti e dall’infanzia.
Una lacrima cocente si accostò alle palpebre del suo vero occhio.
‘Elsa…’. Il giovane Dragon Slayer la destò dai suoi infelici pensieri.
‘Natsu’. Lo chiamò con voce tenera e con un sorriso dolce sulle labbra rosee. Non avrebbe più udito il suo nome pronunciato dalla gola del giovane.
L’amico la osservava incredulo e con occhi vitrei in quel momento di abbandono.
Era l’unico modo per arrestare la potenza devastante della magia e non si sarebbe arrestata per alcun motivo.
Entrò nel cristallo soffrendo e gioendo che con il suo sacrificio avrebbe salvato la sua famiglia, soprattutto Natsu, quel monello dai denti affilati, che stava dolcemente accarezzando un’ultima volta assaporando ogni istante che la sua mano passava sulla sua guancia purpurea. Lui l’aveva salvata con ira di fiamme e lei si sarebbe sdebitata con lo stesso fuoco cremisi. Non avevano un’ empatia particolare, ma sentiva che entrambi conoscevano il valore dell’amicizia e della vita, entrambi avrebbero donato le loro anime per ciò che ritenevano più importanti di se stessi: Fairy Tail, i loro amici.
Natsu piangeva come un bambino che sente la madre spegnersi e chiamava tra le lacrime la regina che moriva per il suo regno, non voleva che il fuoco di una donna così valorosa si spegnesse. Non tollerava che s’immolasse ardendo nella devastante energia dell’Etherion.
Elsa sentiva il simbolo sulla sua spalla bruciare a quelle lacrime che le ricordarono le sue che terse la scavano le guance in solitudine quando da piccina annegava nella sua disperazione.
Si sacrificava affinché nel mondo in cui viveva ogni giorno fosse allegro come il precedente.
Il cristallo la trascinò con violenza al suo interno, strattonandole i capelli scarlatti e brandendole gli stracci di fiamma con mani invisibili e scheletriche, facendole staccare il palmo dal volto del Dragon Slayer.
Lei era forte.
Non aveva paura, non più, perché sentiva di morire per le persone più importanti della sua vita.

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Achamo & il suo inutile monologo…
Storia partecipante al contest 'Five word for Fairy Tail' organizzato da May beDirtyCharity... spero vi piaccia =) Grazie per aver letto/ recensito!







PURA FINZIONE SCARLATTA
J.


   
 
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