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Autore: The Cactus Incident    16/08/2012    1 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sch chapter 14

Margaret P.O.V.
Voi avete presente le diBenedetto?
E avete presente che quella zoccola di Michelle è una delle ragazze più popolari della scuola?
Per non dire che è anche una cheerleader e che farebbe di tutto per la sorella.
Beh, diciamo pure che con una sola mossa tutta la scuola si era messa contro Matt e Stacey e per proprietà transitiva su me, Zack e Brian. Si, il nostro era un “rapporto a tre”.
Diamine non pensate male! Non sono mica la tipa da farsela con due ragazzi contemporaneamente, andiamo!
Sta di fatto che Haner era forse ancora più colloso e appiccicoso di quanto non fosse mai stato.
Per di più in presenza di Zack non mi prendeva mai in giro e provava a far vedere al mondo quando andassimo d’accordo io e lui.
Tornando alla scuola contro di noi… Contro Jim non ci avevano proprio provato, era una delle persone con la reputazione più brutta di tutta la scuola (per non dire di tutti gli adolescenti di Huntington).
Si narrava che una volta aveva fatto a botte diciassette volte in un solo giorno e non era una leggenda, posso assicurarvelo, io c’ero. Secondo voi chi è che ha contato quante volte s’è messo a dare mazzate, eh?
Diamine, che giornata memorabile.
Ok, sto divagando di nuovo.
Sta di fatto che Michelle si era incazzata così tanto da usare il suo “potere” e capacità persuasive più che collaudate (in pratica l’aveva succhiato a tutta la squadra di basket, Matt escluso, credo) anche contro il suo tesoruccio puccio puccio di Brian.
In effetti lui ci era finito in mezzo perchè stava attaccato al mio culo e a quello di Zack quando successe.
Successe cosa, vi chiederete voi.
Una delle battaglie più epiche dell’Huntington Beach High School, nella palestra, prima della partita di basket degli Oilers* (la nostra squadra) contro i Tigers (squadra ospite di non so dove).
Eravamo seduti sugli spalti noi quattro, Brian e Stacey su un gradino superiore e io e Zack quello sotto, per guardare Matt che giocava nella squadra e Rathead che minacciava la mascotte (che fra l’altro era Abell vestito da oliatore per auto).
C’era lo spettacolo delle cheerleader e Haner sbavava come un Sambernardo a Los Angeles ad agosto (si, le nostre cheerleader erano leggermente zoccole) quando una cascata di in liquido denso e verde che odorava di lime si rovesciò su noi quattro, prendendo Stacey in pieno, ma imbrattando abbondantemente anche noi tre.
Mi voltai e trovai Scott Clegg con uno dei suo scagnozzi che rideva beffardo.
Fu un attimo, io e Brian ci tuffammo indietro contemporaneamente, scavalcai Stacey in un modo di cui ancora non mi capacito e io mi ritrovai su Clegg e Brian su quell’altro che, mi resi conto essere TJ, l’ex batterista dei MPA.
Subito si formò uno spazio sugli spalti attorno a noi, mentre continuavamo a dare a mazzate a quei due. Io stavo praticamente a cavallo di Clegg e gli davo tante di quelle mazzate da far invidia a Rocky Balboa.
Insomma, sono pur sempre la vicina di pianerottolo di Jim, mi aveva insegnato parecchie cose fra cui anche come fare a botte e come appiccare il fuoco con una foglia e degli occhiali da sole.
Per tutta risposta afferrai il coperchio di uno di quei frigoriferi da viaggio, di quelli che mantengono i cibi freddi (in cui precedentemente c’era la roba che ci avevano buttato addosso) e glielo suonai in faccia, facendolo svenire.
Mi tirai da sopra a quello stronzo e guardai Haner che aveva gonfiato di mazzate TJ. Ci guardammo in faccia, sorridemmo e battei il pugno su quello che mi offriva lui nell’esatto momento in cui arrivò il vicepreside con l’allenatore della squadra di basket. Ci afferrarono e sbatacchiarono in malo modo e ci portarono in presidenza.
Qualche minuto dopo, mentre aspettavamo, arrivarono anche Stacey e Michelle.
Stacey ancora zuppa di quella merda verde e dal forte odore di lime e Michelle in lacrime, il trucco completamente sbavato e un pezzo di carta a tamponargli il naso.
“Che è successo?” chiesi a Stacey inarcando il sopracciglio e lei mi guardò con un ghigno.
“Hai presente quell’affare che ha suonato sulla faccia di Scott? Io l’ho usato come frisbee e lo suonato sulla sua di faccia” mi spiegò JD schioccando un’occhiata maligna alla tipa in lacrime.
“Sei una puttana!” Sbottò Michelle singhiozzando.
“Puttana sarai tu” rispose secca JD.
“E’ una storia in cui tu non centri niente, volevi solo un pretesto per rendertela con Stacey e me, dì la verità” sbottai io incazzata prima che Michelle potesse rispondere e si zittì un attimo, poi guardò Brian.
“E tu non dici niente?” fece piccata in direzione del mio amico e lui inarcò un sopracciglio.
“E che devo dire? Se la cosa è partita da te, quel coso in faccia te lo sei meritato tutto. Sono scherzi infantili e stupidi e poi è una storia in cui tu non c’azzecchi niente. E’ una questione fra Valary, Matt e Stacey, il semplice fatto che tu e tua sorella abbiate la stessa faccia non ti autorizza a cercare vendetta” Spiegò con calma Brian, le braccia incrociate e lo sguardo scocciato, mentre la faccia grondava goccioloni verdi.
“Che fra l’altro Val non vuole” aggiunsi io, che con Valary ci avevo parlato.
Ci stava male, certo, ma se ne stava facendo una ragione. Ormai era passata una settimana da San Valentino, Matt non era di certo l’unico ragazzo sulla faccia della terra e Valary era una bella ragazza, se avesse voluto non ci avrebbe di certo messo molto a trovarsi un nuovo ragazzo.
Michelle stava per cominciare ad urlare di nuovo, quando il preside disse a me e Brian di entrare nel suo ufficio.
“Oh, ma chi abbiamo qui, Haner e Window, le due rockstar, era un bel po’ che non ci vedevamo”
“Sa com’è, signor preside, cominciavate a mancarci” fece Brian divertito.
“Mio padre le manda tanti saluti” aggiunsi io, sorridendo, tralasciando sul fatto che non vedevo mio padre da quando avevo nove anni. Funzionava sempre col preside.
Era una detestabile persona che prima di guardare in faccia ad una persona, ne leggeva l’albero genealogico e vedeva se c’era qualcosa d’interessante. Nel mio c’era una quantità di roba interessante che potrebbe farvi accapponare la pelle. Un giorno saprete tutto, è una promessa.
“Oh, ricambia! E’ un po’ che non lo sento, sta bene?”
“Alla grande” mentii. Non ne ero granché sicura.
“Beh, che avete combinato sta volta?” fece guardandoci distrattamente, con un sorriso viscido sulle labbra.
Haner si mise più comodamente sulla sedia.
“Nah, niente di ché, le solite ragazzate, siamo stati provocati e abbiamo risposto” “Alla nostra solita maniera poco ortodossa” aggiunsi con un sorriso.
Quell’uomo era una persona ignobile, ma ci adorava e andava bene così.
“E siete verde lime perché…?”
“Perché ci hanno svuotato addosso un frigo portatile pieno” spiegai io.
“A quel punto abbiamo risposto” aggiunse Brian.
“Oh, dovete farmi sapere chi è stato, assolutamente, non ci si comporta così” disse aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa, infastidito.
“Credo siano in infermeria” disse Brian distrattamente. Era lui il lecchino migliore e il più adorato fra noi due.
“Eh eh eh, ragazzi, non dovete andarci giù così pesante, non si fa” fece il preside scuotendo il dito grassoccio come una mamma che rimprovera il figlio di aver mangiato biscotti poco prima del pranzo.
“Lo sappiamo, signor preside, ma sa com’è, non possiamo sopportare i soprusi” feci io con una faccia pentita da cane bastonato davvero memorabile.
Diamine, dovrei provare a fare l’attrice.
“Oh, va bene! Forza, andate a darvi una ripulita e sparite, prima che cambi idea” disse sorridente e mentre ce ne andavamo tutti tranquilli, il preside chiamò in infermeria per far salire i due che avevamo gonfiato come zampogne.
Fuori trovammo Michelle e Stacey che non si guardavano nemmeno in faccia e dopo aver spiegato che noi ce l’eravamo cavata senza ostacoli e un “In bocca al lupo”, Brian mi mise un braccio sulle spalle, io uno attorno alla sua vita e ce ne andammo, continuando a gocciolare roba verde un po’ ovunque.

Stacey P.O.V.
Io e Michelle non fummo fortunate come quei due.
Dovrei ancora capire come diamine avessero fatto, ma con noi il preside non aveva sentito ragioni. Aveva capito che la cosa di quella roba verde era di certo partita da Michelle e da quei due coglioni di Scott e TJ, ma comunque io non ero rimasta ferma a guardare, quindi punì tutti e quattro con una punizione davvero orribile: ripulire tutta la palestra a fine partita, cera sul legno e lavare gli spalti compresi, sotto la supervisione del bidello che se ne occupava di solito.
Prima però andai a casa a farmi una doccia per ripulirmi di tutta quella merda e quando tornai a scuola, Matt e gli altri lanciavano in aria il loro capitano della squadra di basket.
Erano arrivati in finale, un’ultima vittoria e si sarebbero aggiudicati il campionato studentesco.
Era stata una grande stagione per gli Oilers e adesso un paio dei migliori stavano per ottenere una borsa di studi completa per il college.
No, non Matt, adesso non esageriamo. Se la sarebbe spesa in droghe e viaggi per l’America e poi non era poi così eccezionale a basket, era bravo.
Beh, comunque andai da Matt che stava festeggiando e lo salutai mentre sorrideva.
“Ehi, Jim mi ha raccontato cosa è successo con quella roba verde. Tutto ok? Stai bene?” Lui era negli spogliatoi con la squadra, non aveva visto niente.
“Io si, pure se ho quasi rotto il naso a Michelle” dissi tranquilla, scrollando le spalle.
Matt scoppiò a ridere.
“Brava ragazza!” disse facendo scontrare le labbra con le mie, esultate.
“Complimenti per la partita, mi ha detto Meg che li avete stracciati”
“Si l’ho vista, grondava roba verde insieme ad Haner. Ma Zack?”
“Inizialmente grondava anche lui, ma credo sia andato a farsi una doccia, come me, del resto”
“Oh, capisco. Adesso andiamo a festeggiare con la squadra, vieni anche tu?” fece contento e io arricciai le labbra.
“Non posso, il preside ha messo in punizione me, Michelle e quei due che ci hanno rovesciato quella roba verde addosso: dobbiamo pulire tutta la palestra, adesso”
Matt sgranò gli occhi.
“Mio Dio, che bastardata. Non è che ti fanno qualcosa?”
“Non credo, saremo sorvegliati a vista dal bidello, non dovrebbero proprio pensarci”
“Uff…. Dai, rimango qua con te” sbuffò dopo un po’ e io sgranai gli occhi.
“No, tu te ne vai a festeggiare con gli altri”
“Oh che mi frega, dai….” fece provando a convincermi.
“Lo so che ci tieni, forza, andate” sbruffò pesantemente e mi baciò.
“Quando hai finito mandami un messaggio, ti vengo a pendere e andiamo insieme alla festa a casa del Capitano”
Il Capitano (che ormai si chiamava Capitano per tutta la scuola) era Steve, uno dei ragazzi con la borsa di studio sopraccitata. Sembrava uscito da un inserto sull’NBA di quelle riviste di sport.
Superava di qualche centimetro i due metri e aveva una muscolatura spaventosa.
I genitori erano pieni di soldi e il padre era il manager di molti sportivi importanti.
Era il ragazzo più popolare della scuola, oltre che bel ragazzo che talvolta faceva il modello per l’Adidas o quella roba lì.
Resta il fatto che mi aspettava tutto il pomeriggio nella palestra da pulire in compagnia degli esseri più detestabili del mondo.
Fu un supplizio lungo e estenuante, ma il bidello divise la palestra assegnando una zona ad ognuno, in modo che quando uno avesse finito la sua parte, non sarebbe stato vincolato ad aspettare gli altri.
Era un signore simpatico, bassino e con dei grossi baffi che mi ricordava vagamente Super Mario e che aveva capito le cose come stavano e che io ero solo la vittima di tutta quella merda, ma di certo non mi risparmiò niente, mi diede solo il piacere di guardarlo mentre umiliava gli altri tre stronzi.
Quando finii la mia parte (e fui la prima) era ormai buio e chiamai Matt.
“Ragazza! Allora? Finito?” Diamine, pensavo che l’avrei già trovato ubriaco, e invece…
“Si, vado a casa a darmi una sistemata che faccio schifo e mi passi a prendere lì, ok?”
“Come preferisci, passo fra tre quarti d’ora, ok?”
“Perfetto” Chiusi la chiamata e mi precipitai a casa, abbastanza vicina alla scuola.
Mi feci l’ennesima doccia ultrarapida della giornata, mi cambiai e mi truccai ma Matt arrivò prima che io avessi finito e suonò alla porta.
Aprì mio padre.
“Stacey! Sono venuti a prenderti!” mi avvertì lui.
“Sii! Un attimo!” Urlai mentre provavo ad essere quanto più rapida possibile.
Quando scesi al piano di sotto trovai Matt e mio padre che parlavano tutti felici di basket e mio padre si complimentava per la vittoria.
“Oh! Anche io ai miei tempi giocavo a basket. Ah, che partite ragazzi, ero la guardia delle Cavallette di Atlanta, New Jersey. Vincemmo il campionato due volte con me in squadra”
Mio padre si voltò e mi guardò.
“Oh Sty! Stavo parlando con il tuo amico. Mi ha detto che state andando insieme alla festa per l’arrivo in finale, eh?” “Eh si” feci io imbarazzata e Matt si alzò, avvicinandosi.
“Oh, io invitai tua madre alla festa dopo la finale, ah! Che serata! Beh, ragazzi, divertitevi! Spero di vederti presto, Matt” disse mio padre sorridente, mentre assestava un paio di pacche sulla sua schiena.
“Lo spero anche io, signore”
“Oh! Chiamami Phil”
“Va bene Phil” Fece Matt sorridendo, mentre io mi volevo sotterrare.
“Si, ok Ciao papà!” “Non fare tardi! E mi raccomando Matt, tienimela d’occhio!”
“Sarà fatto!” Urlò il mio ragazzo mentre lo spingevo fuori dalla porta.
C’infilammo nel furgone e io presi un respiro profondo, mentre Matt rideva.
“Ehi, che è quella faccia? E’ un tipo apposto”
“Gli hai detto che sei il mio ragazzo?”
“No” fece tranquillo.
“Ecco perché è un tipo apposto” feci convinta e lui scrollò le spalle.
“Beh, vedremo che dirà la sera del ballo” Cambiai colore.
“Ballo?” chiesi stranita.
“Certo! Il ballo di fine anno, ad Orlando non lo facevano?”
“Uhm, sssi, ma non credevo che tu ci volessi andare”
“Oh, certo che si, diamine, non mi perderei di certo l’occasione di vederti tirata a lucido. E poi mi ci vedi con lo smoking?”
Rimasi a mordermi le labbra.
“Per caso tu non vuoi andare?” chiese preoccupato, mentre guidava e mi guardò in cagnesco. Ci teneva così tanto?
“Oh! Certo che si, solo che non ti facevo tipo da ballo”
“Oh, invece si. Quindi, signorina Floor, verrebbe al ballo di fine anno con me?”
“Con immenso piacere, Sanders”dissi e lui sorrise, accelerando leggermente.
Andammo alla festa e c’era tantissima gente, un sacco di alcol e musica tecno a palla. Io andavo in giro con Matt che mi teneva per mano oppure mi fermavo a parlare con alcune ragazze che conoscevo.
Quello era un po’ un mondo a parte, niente Brian e Meg che si riempiono di insulti in qualsiasi momento o Jim che ti propone di far saltare in aria una buca delle lettere.
C’era tutta la crem de la crem della scuola, tutta l’elite, quella massa di fighetti che ti guardava perennemente schifato e io c’entravo ben poco, ma se Matt ci teneva tanto, si poteva fare e poi c’erano comunque un paio di volti amici.
Come Zoey, una ragazza con i capelli viola scuro del mio corso di teatro che aveva già recitato in alcuni film ma che anche se faceva parte dell’elite era simpatica e affabile e un paio di volte eravamo uscite insieme o Jason, uno biondo abbronzato della squadra di surf della scuola che aveva deciso d’insegnarmi a tutti i costi a fare surf e così qualcun altro.
Insomma, la serata poteva passare senza annoiarsi.
E andò alla grande per un paio d’ore, poi arrivarono le diBenedetto.
Michelle (che come già spiegato) faceva parte dell’elite si era portata dietro la sorella che aveva una faccia tutto fuorché allegra.
Era un po’ che non mi rivolgeva la parola, forse addirittura da prima del compleanno di Jim. Era capitato qualche scambio di battuta durante le prove degli MPA, ma niente di più.
Mi odiava, e sinceramente mi sembrava anche giustificata.
Ecco, Val era giustificata, Michelle no.
Quando Valary si era rifiutata di pretendere vendetta, Michelle era subentrata al posto suo.
Era palese che fosse una scusa: voleva farla pagare a Meg perché amica intima di Brian e aveva colto la palla al balzo per prendersela sia con me che con la mia amica.
Mio Dio, era così falsa e insopportabile!
Era strano che non si fosse portata anche Brian, probabilmente avevano avuto qualche bisticcio per via della mezza discussione nel corridoio, qualche ora prima visto che il ragazzo non si era schierato dalla sua parte.
Michelle non aveva calcolato che talvolta (e ci terrei a sottolineare talvolta) Brian non è stupido come sembra e vede le cose per come stanno. Se non ti chiami Jimmy Sullivan o Meg Window, Haner non era il tipo da schierarsi dalla tua parte a tutti i costi.
Un po’ strano come tipo, ma una volta capito come funzionava ci si poteva vivere senza grossi problemi.
Beh, sta di fatto che le due diBenedetto erano arrivate e Michelle puntava diritta nella direzione mia e di Zoey.
Michelle mi si piazzò davanti e attaccò a dire stronzate, sicura di sembrare grande e forte davanti ai suoi amici.
Eh, certo, secondo te.
“Allora Stacey, finito di levare il lime? Eppure continui ad avere un colorito verdastro…” fece convinta.
“E tu? Il tuo naso non mi sembra essersi ripreso del tutto. E’ una gobba quella che vedo? Diamine, di questo passo dovrai ricorrere alla chirurgia molto presto. A quando le tette nuove?”
Michelle stava per ribattere, quando arrivò Valary. E qua cominciai a preoccuparmi un po’ più seriamente.
Michelle non aveva il diritto d’insultarmi, Val si.
La gemella bruna dai capelli corti fece una faccia scocciata  e preoccupata guardando la gemella.
“Michelle, piantala con questa stronzata, intesi? Mi sono rotta le scatole pure io” La sorella le lanciò una smorfia e incrociò le braccia offesa, per poi andarsene sculettando.
Valary si voltò verso di me, una faccia difficile da interpretare.
“Possiamo parlare da sole?” Mi chiese un po’ titubante e annuii.
Uscimmo dal grosso villone del Capitano e andammo sul terrazzo da cui alcuni si buttavano nella piscina.
“Mi dispiace per quello che vi sta facendo passare Michelle, so che sta diventando una piaga” Certo che si, ma mica posso dire la verità? E’ comunque tua sorella diamine.
Mi strinsi leggermente nelle spalle.
“Beh, diciamo che da quando tu ti sei allontanata per ovvi motivi, lei sembra voler… prendere il tuo posto” Ecco, che bella risposta democratica. Val sgranò gli occhi.
“Vuoi dire che ci sta provando con Matt?!”
“Oh nononono assolutamente! E’ solo che tu sei sempre la mente della situazione, quella che si occupa un po’ di tutti e rimette apposto le cose, quindi adesso questa figura manca e Michelle fa pressioni per essere considerata alla tua stregua” Val scrollò la testa.
“Mio Dio…. non ha mai capito che il solo fatto di essere nate con sette minuti di differenza non significa che siamo un corpo e un anima… Non la sopporto quando fa così, davvero”  Si passò una mano sul viso. “Sinceramente, quando Matt mi ha detto che voleva una pausa avevo già capito tutto, non sono così stupida, ma devo ammettere che non mi piace granché il fatto che ti sia messa col mio ex ragazzo” continuò.
Feci una smorfia dispiaciuta, una sorta di sorriso tirato e colpevole.
“Io…. non sono tipa da fare queste cose, non l’ho mai fatto, davvero, ma con Matt….. non so cosa sia successo, mi sento in colpa, ma boh… Non ho mai creduto a quelle cagate del colpo di fulmine e stronzate varie, e poi…..” Val scrollò le spalle.
“E’ questo il bello di Matt, è un ragazzo speciale, l’unico buono dentro che poi si comporta come un teppista della peggior specie” rise distrattamente e con un velo di malinconia nella voce e io le fui dietro.
“Te ne farà passare di tutti i colori, stanne certa, starai in ansia quando sparirà dei giorni interi e tornerà con una faccia da cadavere e con un odore di morto da far schifo, ma se riesci a stargli vicino e volergli bene, ‘sta pure certa che starete insieme tutta la vita” Risi quasi divertita.
“Dai, adesso non esageriamo” Val mi mostrò un sorriso beffardo.
“Vedrai se non ho ragione, Matt è un ragazzo semplice, pochi principi, ma ben saldi e uno di questi è la famiglia. Non nell’immediato futuro, s’intende, ma è legatissimo ai genitori e alla sorella e fra non molto anche a te. Non per vantarmi, ma se ha mollato me –e so io quante ne abbiamo passate- devi davvero aver fatto breccia” Prese un sorso dal suo bicchiere.
“Oppure si è bruciato di acidi e non me ne sono accorta, non saprei” risi appena e poi la guardai sorridendo.
“Quindi cos’è, una sorta di passaggio del testimone?” dissi divertita e Valary scoppiò a ridere.
“Vedila come vuoi, ma poi vedi e che testimone!” disse con un sorriso malizioso e scoppiai a ridere anche io.
“Ah si?”
“Oh si, tesoro. Beh, io devo andare, quello che ti dovevo dire te l’ho detto. Ah, per il momento sto ancora un po’ per i fatti miei, non prendetevela nel gruppo, ma tornerò a breve, ok?” Annuii.
“Va benissimo” Mi strizzò l’occhio e dopo un mezzo abbraccio tornò dentro.
Stavo per fare lo stesso, quando una voce troppo vicina mi fece sobbalzare.
“Allora, sei sopravvissuta?” chiese Matt divertito, e io poco ci mancò che non saltassi giù, diritta nella piscina.
“Diamine, Matt, vuoi uccidermi?”
“Nah, non voglio diventare vedovo così presto. Ho visto che tu e Val stavate parlando, tutto ok?”
“Si, tranquillo, mi ha detto un paio di cose”
“Ma ce l’ha con te?”
“Non più di tanto, fortunatamente, e ha detto che fra un po’ tornerà ad uscire con tutta la banda, le serve solo un altro po’ di tempo”
“Oh, wow! B-bene…..”
“Si, direi di si, così magari Michelle la pianta di essere così appiccicosa” Matt alzò gli occhi al cielo.
“Porca puttana, è una piattola, ma adesso non pensiamoci, uhm?” Un sorrisetto gli dipinse le labbra e mi mise le braccia in vita, prima di baciarmi.
Istintivamente chiusi gli occhi e mi persi a giocare col suo piercing, finalmente a mia completa disposizione
Quando separò le labbra dalle mie, entrambi buttammo un occhio alla piscina di sotto.
“Ehi, che ne pensi?”
“Penso che stiamo per fare una grandissima stronzata”
Tenendoci stretti per mano, salimmo sul parapetto e ci buttammo di sotto, prima che il buonsenso avesse la meglio.
Lo SPLASH che emettemmo fu qualcosa di spaventoso, due palle di cannone al prezzo di una, completamente vestiti (nel ‘99 i telefoni cellulari non erano diffusi come oggi, non li portavamo sempre dietro).
Una volta completamente entrati in contatto con l’acqua, sentii avvolgermi dalle sue braccia muscolose e con qualche tatuaggio e mi spinse contro di sé.
A fatica aprii gli occhi, e grazie alle luci nella piscina lo vidi sorridermi, prima di baciarmi di nuovo, in un immerso azzurro, spezzato solo dai suoi occhi.
Le nostre riserve d’ossigeno si sfuggirono dalle labbra prima del previsto, ma poco importava visto che eravamo troppo impegnati a perderci l’uno nell’altra.
Meno male che la piscina non era così affollata.

***
Margareth P.O.V.
Avevo un braccio allacciato alla sua vita e lui ne teneva uno attorno alle mie spalle, mentre passeggiavamo tranquillamente per le strade di Huntington.
Era da poco che avevo finalmente recuperato la libertà, negatami per via della festa di compleanno di Jim e io e Zack eravamo usciti.
C’era una cosuccia che non avevamo risolto più da San Valentino e ormai erano abbondantemente passate tre settimane e io non avevo proprio affrontato l’argomento. Per di più Zack non si era ripetuto e la cosa era caduta lì. Eppure spesso ci pensavo.
Mi era piaciuto sentirgli dire quelle due parole, così dolci…. che io non avevo avuto il coraggio di ripetere.
“A che stai pensando?” Mi chiese tranquillo Zack, visto che mi ero persa nei miei pensieri.
Scrollai distrattamente le spalle.
“Bah, niente di ché, ripensavo a San Valentino” dissi sfiorando il suo polso su cui s’intravedeva un pezzo del mio regalo, mezzo nascosto dalla giacca.
“Uhm, quindi?” Chiese non capendo.
Mi voltai verso di lui e gli misi le braccia in vita.
Eravamo in una piazza semideserta e mi fermai a guardarlo.
“Quindi pensavo che sono fortunata ad avere un ragazzo come te, che mi porta in spalla cantando Iron Man” Inarcò un sopracciglio.
“Oh, si che sei fortunata, quasi quanto me ad avere una ragazza in grado di riempire di cazzotti uno stronzo qualsiasi completamente imbevuta di gelatina al lime”
“Beh, ci vuole un certo allenamento e una certa tecnica….” Sospirai avvicinandomi alle sue labbra.
“Beh, capisco, solo le tipe speciali come te possono esserne capaci”
“E che sono cresciute con Jimmy Sullivan, aggiungerei” E Zack scoppiò a ridere, avvolgendomi la schiena con le sue braccia.
“Si, direi che bisogna essere davvero speciali”, sospirò a un millimetro dalle mie labbra.
“Ti amo, Zack” disis di getto e sentii quasi un peso sul petto dissolversi con la comparsa del suo sorriso.
“Sono tre settimane che aspettavo questo momento” disse rapidamente, prima di baciarmi.
Diamine, quanto mi piaceva.
Mentre eravamo nel nostro piccolo momento dolce, ci passò di fianco una grossa Jeep nera che correva tutto sparato, sul quale tettuccio c’erano due figure a me note, completamente zuppe che urlavano e si baciavano.
Mi separai appena da Zack e aprii un occhio.
Qualcosa mi diceva che gli Oilers avevano vinto anche la finale.
“Ma quelli non sono Matt e JD?” Zack volto il viso e sorrise in direzione dei due che, completamente ubriachi, ci salutarono sbracciandosi, prima che i tipo alla guida non si dileguasse.
“Si direi di si, dicevamo?” sospirò prima di baciarmi di nuovo.
Le nostre labbra erano appena entrate in contatto, quando il telefono prese a squillare.
Zack sbuffò.
“Dai rispondi”
“Che si fottano, al momento sono impegnata” Zack sorrise contro le mie labbra e continuammo, col mio cellulare di sottofondo che continuava imperterrito e che noi continuavamo ad ignorare.

****
Non sapeva nemmeno perché l’avesse chiamata, era stato un moto istintivo, visto quello che era successo.
Aveva appena fatto sesso con la sua ragazza che, qualche tempo dopo quella mezza litigata, era tornata da lui e quella sera se n’erano andati a fare i loro porci comodi alla capanna, ma una volta raggiunto l’orgasmo aveva fatto la figura di merda più grande della sua vita.
Aveva detto il suo nome, quello di Meg.
Chissà per quale cazzo di motivo l’aveva chiamata al cellulare, di certo non glielo avrebbe raccontato.
Nessuno doveva sapere niente. Michelle sembrava non essersene nemmeno accorta ed era meglio così, ma pure se fosse non avrebbe parlato lo stesso, ne era certo.
Si sarebbe portato il segreto nella tomba, Meg l’avrebbe fatto a fette se gli avesse detto una cosa del genere.
Ancora senza maglietta, rimase a guardare le stelle dalla roccia poco distante dalla capanna, dove Meg si appollaiava sempre per disegnare.
E poi Brian fra qualche mese si sarebbe diplomato e poi sarebbe andato all’Università, ad Hollywood, di certo se la sarebbe dimenticata, no? L’avrebbe vista così di rado…..
Sentì un dolore al petto, al pensiero di non rivederla più. Diamine, Jim aveva sempre avuto ragione, fanculo.
Come aveva fatto ad essere così coglione? Così cieco?
Guardò ancora una volta il telefono che aveva in mano, prima di rimetterlo definitivamente in tasca. Si passò una mano fra i capelli castani e scombinati, prima di buttare uno sguardo alla luna. Aveva freddo, ma aveva bisogno di qualcosa che lo distraesse, anche se non ci riusciva granché.
Si, ancora un po’ e si sarebbero allontanati così l’avrebbe dimenticata.
Almeno sperava.




*Mi sono informata (ho passato una mattinata sul sito internet della scuola alla ricerca degli annuari che non ho trovato): la squadra della HBHS si chiama davvero così e credo che le loro divise siano arancioni e color vinaccia, a mio avviso, leggermente vomitevoli
Sappiate inoltre che io di basket non ne capisco un cazzo e non so nemmeno quando cominciano o finiscono le stagioni sportive .___.” (Black Is The New Blaaaaaaaack!)
Mi sono buttata a cazzo, quindi amatemi così come sono <3

eh-ehm v.v
Saaaaaaaalve” :D
Scusate se è un secolo che non aggiorno, ma ci sono stati un sacco di casini a casa….
L’ippica non è adatta a bambini di quattro anni che vogliono avere a che fare con puledre di quattor mesi estremamente gelose, ricordatelo v.v
Diamine che stucchevolezza :’)
Direi che ho accontentato un po’ di gente con questo capitolo, uhm? v.v
tutti lì col “MegxBrian” “Quei due ….” E difatti v.v
ma non credete che sia così semplice v.v
Ehehehehe, sono troppo cattiva per risolvere tutto in modo tranquillo e soprattutto rapido D:
scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, miei due tesori, ma ho avuto non pochi grattacapi DD: <3
Bacione! :D
The Cactus Incident
  
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