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Autore: Betty97    16/08/2012    4 recensioni
Dalla storia:
"-E quindi ora sei single?- lo interruppe
-si, single e disponibile- disse accennando un sorriso triste
-be'...allora penso che ne approfittero'- gli rispose l'altro avvicinandosi sempre di piu' -casa mia o tua?- gli sussurrò nell’orecchio con voce roca e sexy che però a Blaine non fece nessun effetto, non sentì nessun brivido percorrergli la schiena come quando era Kurt a dire le stesse parole, non sentiva più il cuore battere all’impazzata e il respiro appesantirsi, non sentiva niente, ma ormai non ci faceva caso, non più.
-casa tua- disse allora prima di annullare la distanza fra loro."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaoo :) Spero che questa one-shot vi piaccia, mi farebbe piacere se mi lasciaste una recensione, note a fine capitolo :)


Erano le otto del mattino e la sveglia suonava insistente. Con molta fatica Kurt si alzò, si mise le pantofole che gli tenevano caldi i piedi e andò in cucina a prepararsi la colazione e poi a vestirsi.
Prima di uscire controllò un’ultima volta che non avesse dimenticato niente, prese le chiavi della macchina e uscì, chiudendosi la porta alle spalle, ormai sapendo di non dover salutare nessuno, di non dover augurare la buona giornata a nessuno, se non hai vicini che incontrava in ascensore, di non poter sussurrare un ‘Ti amo’ sulle labbra di nessuno prima di uscire, questo Kurt lo sapeva bene, ed era il suo più grande rimpianto. 
 
 
 
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-C’è uno che ti guarda da più di un’ora, all’inizio pensavo stesse guardando me, insomma sarebbe comprensibile, guarda che figo che sono, ma poi quando mi sono alzato per andare in bagno continuava a osservare te-
-mh-
-E’ carino- aggiunse allora l’altro
-si è carino- e detto questo fece un sorriso al ragazzo dietro di se
-si sta avvicinando a noi-   gli sussurrò l’amico per avvertirlo quando lo vide alzarsi e venire nella loro direzione
-Piacere James Rueger- si presentò il ragazzo comparso alle loro spalle tendendo la mano e sorridendo
- Blaine Anderson-
-Sebastian Smythe- disse l’altro prima di alzarsi –ok, io vi lascio da soli e vado a cercare qualche gay single e disponibile-
-Potrebbe anche non esserlo ma non mi sembra che questo ti abbia mai fermato- gli disse il più basso  accennando un sorriso
-no, infatti - ghignò Smythe – divertitevi- disse poi  facendo un occhiolino a Blaine.
Appena vide Sebastian scomparire nella massa si rigirò verso James, che si sedette al posto ora vuoto, e gli sorrise di nuovo
-Allora, vieni spesso qui?- gli chiese quest’ultimo
-Quasi ogni sera- rispose –Te?-
-Quando capita- gli disse alzando lievemente le spalle e avvicinandosi con lo sgabello a Blaine –Qualcosa da bere?- gli offrì
-Una birra grazie-
-Due birre grandi!- urlò al cameriere che gli fece un cenno e gli portò immediatamente due boccali pieni
-Quel Sebastian, è il tuo fidanzato?- chiese sorseggiando
-No, assolutamente no- rispose Blaine ridendo –ci ha provato, parecchi anni fa ma io allora ero fidanzato e..-
-E ora quindi sei single?- lo interruppe
-si, single e disponibile- disse accennando un sorriso triste
-bè… allora, penso che ne approfitterò…- gli rispose l’altro avvicinandosi sempre di più –casa mia o tua?- gli sussurrò nell’orecchio con voce roca e sexy che però a Blaine non fece nessun effetto, non sentì nessun brivido percorrergli la schiena come quando era Kurt a dire le stesse parole, non sentiva più il cuore battere all’impazzata e il respiro appesantirsi, non sentiva niente, ma ormai non ci faceva caso, non più.
-casa tua- disse allora prima di annullare la distanza fra loro.
 
 
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Un’altra giornata stressante di lavoro, gente che correva in continuazione e continui lavori da svolgere ininterrottamente, senza nemmeno poter pranzare in santa pace.
Kurt tornò a casa sfinito, lavorava per il ‘Vogue’ una delle riviste più importanti e famose mai esistite. Il suo vero sogno era Brodway, ma aveva fallito e allora si era buttato sul campo della moda, un’altra sua grande passione.
Tirò fuori le chiavi di casa, prese la posta dalla cassetta delle lettere e appena entrato nell’appartamento si buttò sul letto sfinito e lesse la posta.
La prima lettera lo avvertiva che stava per scadere il tempo per pagare la bolletta della luce e che si sarebbe dovuto sbrigare, la seconda cercava di vendergli un prodotto per la pelle, e la terza era una lettera di suo padre. Kurt si stupì appena vide il mittente, si sentiva spesso con Burt, praticamente ogni giorno, che motivo c’era di inviargli una lettera? Curioso la aprì, e dentro ci trovò l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato, un biglietto aereo, anzi due, uno per l’andata e l’altro per il ritorno, destinazione: Lima, Ohio.
Non poteva essere, suo padre lo sapeva, glielo aveva detto prima di partire, e anche se con tristezza Burt aveva accettato la decisione del figlio, Kurt gli aveva spiegato bene che non sarebbe più tornato nella città dove aveva passato la sua terribile adolescenza, e allora perché questi biglietti?.
Prese il cellulare in mano per digitare il numero di suo padre e aspettò in ansia che rispondesse.
-Allora, ti è arrivata la mia lettera?- chiese immediatamente il padre dall’altra parte del telefono, senza nemmeno salutare
-Si, e vorrei tanto una spiegazione-
-una spiegazione di cosa figliolo?-
-Del perché mi avete mandato due biglietti aerei!- sbottò esasperato
-Bè, mi sembra ovvio, a me, Carole e Finn farebbe molto piacere se venissi a passare il Natale qui, ci manchi molto, e quindi quando abbiamo trovato quest’ottima offerta abbiamo subito colto al volo l’occasione e comprato i biglietti- rispose entusiasta
-Papà, te l’avevo detto, lo sai che non voglio tornare-
-Suvvia Kurt, sono passati dieci anni, è il momento di superare il periodo adolescenziale, non sei più un bambino ormai, ti prego, vieni-
E Kurt  voleva rifiutare ma non ce la faceva a dire di no a suo padre, a quel suo tono triste e speranzoso, proprio non ci riusciva.
-mi venite a prendere all’aeroporto?-
-Si certo!- rispose Burt con un tono di voce che sprizzava gioia da tutti i pori
-ora vado, oggi è stata una giornata stressante e mi voglio riposare-
-Si certo, ci sentiamo- lo salutò –Ricordati di fare le vali…- Bip, bip.
Kurt attaccò prima che suo padre riuscì a finire la frase, allora prese i biglietti che erano ancora poggiati sul letto per vedere la data di partenza, il volo partiva alle undici di mattina del 19 dicembre, bene, che giorno era? Prese il cellulare e aprì l’agenda, ah eccolo, il 18 dicembre, perfetto…aspetta, aspetta, come il 18 dicembre?!
 
 
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Un raggio di luce colpì in piena faccia Blaine, che si svegliò infastidito. Il letto in cui si trovava non era il suo e nemmeno la stanza, profumava d’altro, di pino, e Blaine odiava il pino.
Si rigirò nel letto ancora stanco, ma si accorse di non essere solo, vicino a lui dormiva un uomo, e allora improvvisamente si ricordò della sera precedente.
Aveva fatto sesso con James, ma non gli era piaciuto.
Ovviamente sul momento gli era piaciuto eccome, ma ripensandoci dopo, non aveva alcuna soddisfazione.
Non perché James non fosse bravo, anzi, era un altro il problema, quello che ormai trovava in ogni uomo con cui andava a letto, erano tutti troppo diversi.
In questo caso trovava James troppo muscoloso e basso, i suoi capelli erano troppo ricci e i suoi occhi troppo scuri, insomma era troppo diverso dall’unica persona che aveva mai amato veramente.
Si alzò e in fretta, cercando di non fare rumore in modo per non svegliare l’altro, si vestì, per poi uscire velocemente, non guardandosi nemmeno un’ultima volta indietro prima di chiudersi la porta alle spalle. Senza lasciare un biglietto, un saluto, una spiegazione, niente di niente, ma questo ormai, era così da un po’ di tempo.
                                                                          
                                                                                           
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Kurt dormiva beato sul suo comodissimo sedile, all’inizio era un po’ scettico, Burt gli aveva detto che normalmente non esistevano voli New York - Lima, ma quest’aereo aveva fatto un’eccezione per una volta e si fermava a far scalo a Lima, e secondo Kurt non aveva senso spendere soldi per un aereo quando avrebbe potuto benissimo prendere un treno, pagando molto di meno, ma dopo aver scoperto la comodità di quei sedili, aveva subito cambiato idea, ed era crollato in un sonno profondo.
Appena la hostess annunciò che l’aereo stava per atterrare, Kurt sbadigliò stanco, aveva passato tutta la sera precedente, diciamo anche notte dato che era tornato dal lavoro alle dieci ed era arrivato in aereoprto due ore prima che l’aereo decollasse, a fare le valige e non aveva dormito praticamente per niente.
L’aereo cominciava a scendere e Kurt si perse a guardare fuori dal finestrino, stava tornando a Lima, dopo che aveva giurato che non sarebbe mai tornato, stava tornando nel posto dove aveva sofferto di bullismo, dove era stato discriminato, maltrattato, ma dove aveva anche incontrato Blaine, dove  era  entrato nel glee club della scuola, le Nuove Direzioni, il posto dove aveva dato il suo primo bacio, dove aveva fatto per la prima volta l’amore e dove aveva sofferto come un cane dopo aver detto addio al ragazzo che amava. Lima era il suo passato, e avrebbe rappresentato sempre e solo quello, il passato. Il suo futuro non era lì, era a New York, con una vita nuova e diversa.
Appena sceso dall’aereo vide Burt e Carole che lo aspettavano in ansia, appena si voltarono e lo riconobbero, entrambi fecero un sorriso enorme e gli vennero incontro, solo dopo averli salutati si accorse che Finn non c’era.
-Era molto stanco, ci aspetterà a casa, stava preparando la cena per tutti- spiegò suo padre.
Gli erano mancati, anche se gli sentiva spesso, diciamo anche sempre, gli era mancato il contatto fisico che aveva giornalmente con entrambi.
Salirono in macchina e i suoi genitori cominciarono subito a farli domande, su tutto, ogni singolo momento della sua vita New Yorkese, e Kurt disse loro tutto quello che volevano sapere, da come si alzava la mattina a come andava a dormire la sera.
Appena la macchina si fermò nel vialetto a Kurt venne una fitta allo stomaco, provocata probabilmente dall’ansia nel tornare nella sua vecchia casa.
Appena entrò si sentì un grosso boato e appena accese la luce si ritrovò davanti tutti,e per tutti si intende tutti i suoi vecchi compagni, che erano lì e  lo guardavano raggianti. Passò lo sguardo tra la folla, lui non c’era. Meglio così.
-Allora Kurt come stai? Dicci sei contento? Incredibile che io e te non ci vediamo da solo un mese eppure mi mancavi già tantissimo, sai ora che mi risono trasferita qua sono proprio contenta, ovviamente è solo temporaneo, Brodway ha  bisogno di me e io di lui e poi..- Rachel Berry gli si fiondò contrò e cominciò a parlare a raffica
-Bla bla bla, taci Berry, la tua storia la conosciamo già e anche noi vogliamo salutare Hummel, sai è mancato a tutti- la interruppe una Santana scocciata, che si avvicinò ad abbracciare l’amico –Kurt, non sai quanto sono contenta che ti sia qui! Ci sei mancato così tanto a me e Britt, vero amore?- disse poi voltandosi verso la bionda che li osservava sorridente –Oh, si mi sei mancato proprio tanto!-
-Anche tu Brittany, vieni, fatti abbracciare- disse aprendo le braccia, la ragazza si fiondò su di lui, ma fu presto scansata da tutti gli altri che volevano salutare Kurt.
Mentre Kurt stava parlando con una Mercedes raggiante abbracciata a Sam, e un Finn con la faccia imbambolata, Santana si voltò e andò in corridoio dove cominciò a parlottare al telefono, senza che nessuno la notasse. Tornò poi sorridente e entrando in salotto urlò –Propongo un brindisi!- alzò un bicchiere di spumante –A Kurt, che è mancato a tutti tantissimo!-
-A Kurt!- fecero tutti, e proprio mentre stavano bevendo spensierati si sentì il campanello suonare, Kurt si recò verso la porta e aprì, senza nemmeno chiedere chi fosse.
E non era preparato, era preparato a tutto ma non a quello, per questo quando si trovò davanti quei grandi occhi color oro che lo fissavano, rimase immobile per un po’ senza dire niente, e quando il ragazzo che gli stava di fronte fece per entrare, lui scappò, scappò come un bambino di tre anni che ha paura di essere punito, scappò dall’uomo che amava di più al mondo, un’altra volta.
 
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Blaine si era fiondato immediatamente, appena Santana lo aveva chiamato per dirgli che lui era lì, Sebastian gli aveva proposto di accompagnarlo, ma Blaine aveva rifiutato, era una situazione che doveva affrontare da solo, e quindi corse senza pensare alle conseguenze di quell’azione improvvisa.
Ma si accorse subito di aver sbagliato, appena Kurt scappò e si diresse in terrazzo, e anche in questo caso non pensò, agì e basta, seguendolo fuori e avvicinandosi lentamente, fino ad arrivargli accanto.
Appena Kurt lo sentì si voltò e Blaine osservò bene i suoi occhi azzurri, Dio quanto gli erano mancati quegli occhi. E se ne stavano lì impalati, a guardarsi senza dirsi niente, fino a che Blaine non fece la prima domanda che gli saltò in mente, la più stupida, la più insensata che potesse mai fare, però la fece, le parole scivolarono fuori dalla sua bocca prima che riuscisse a fermarle.
-Perché?- 
 
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Kurt si aspettava questa domanda, così quando Blaine glielo chiese, sputando fuori le parole quasi con disprezzo e ansia, Kurt con una fitta alla stomaco e con le mani che tremavano  dal nervosismo e dal freddo, gli rispose sussurrando –Per noi. Per il mio futuro e il tuo. Io stavo andando a New York, tu saresti rimasto qui, le strade che volevamo prendere erano diverse e io non volevo fermare ne i tuoi sogni ne i miei. Era la cosa migliore per entrambi- dopo aver detto tutto si sentì più libero, ma si rese anche conto di quanto ridicole e false potessero suonare le sue parole alle orecchie di Blaine –Mi dispiace- aggiunse, ed era sincero –è la cosa di cui mi sono pentito di più al mondo, io ti amo ancora-sentì l’altro sussultare a queste parole –mi dispiace seriamente-.
Si girò e nei suoi occhi lesse disprezzo puro, con una risata acida Blaine gli rispose –Sai Kurt, anche io ti amo ancora- Kurt si sentì mancare un colpo al cuore –ti ho sempre amato, ed è stato questo che mi ha dato più fastidio di tutta questa storia, io volevo odiarti, chiamarti e urlarti contro- si sentiva bene Blaine dopo essersi liberato dei pensieri che lo ossessionavano da ormai dieci lunghi anni –ma non ce l’ho fatta, e ancora ora non so se sarei capace, non sarei capace di farti soffrire come un cane, proprio come tu hai fatto soffrire me- ora la sua voce era poco più di un sussurro, non c’era più disprezzo nella sua voce, solo tristezza e nostalgia.
E Kurt non ce la fece a resistere, forse perché aveva sempre avuto un debole per quei bellissimi occhi che ora erano pieni di lacrime, o forse perché aveva accumulato troppa tensione in tutti quegli anni che si stava liberando solo ora, non si sa il motivo, forse solo perché era innamorato, ma si buttò fra le braccia di Blaine facendo scontrare le loro labbra.
Inizialmente Blaine rimase sorpreso, ma poi ricambiò il bacio e passò la sua lingua sulle labbra di Kurt come per chiedere il permesso di entrare e di approfondire. Fu un bacio pieno di passione, desiderio e bisogno.
Appena si staccarono l’uno dall’altro si guardarono negli occhi, i volti vicini, le labbra quasi attaccate e i respiri che si confondevano l’uno con l’altro e capirono che ce l’avrebbero fatta, avrebbero superato i problemi che la vita poneva, senza più lasciarsi, non avrebbero commesso lo stesso errore una seconda volta,  sarebbero andati avanti, insieme.

Note.

Eccomi qua! Allora se state leggendo queste note significa che avete lett tutto il capitolo, bè, COMPLIMENTI! So che fa un  pò schifo, ma dop aver visto csa succedeva nella quarta stagione mi è venuta voglia di scrivere una klaine dove loro due tornavano insieme.
Non so se si capisce ma Sam e Mercedes stanno insieme, Seb alla fine non è tanto stronzo e Blaine và a letto con altri uomini per dimenticare Kurt, ma non ci riesce.
So che la fine è un pò affrettata, ma non volevo divederla in due capitoli, e ci tenevo che tornassero insieme.
Scusatemi se ci sono errori. Mi farebbe tanto piacere se mi lasciaste una recensione, ora vado, ciauuu :)

  
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