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Autore: GirlOnFire    17/08/2012    3 recensioni
Una lettera non firmata, che potrebbe essere stata scritta sia da Santana Lopez che Quinn Fabray, lascio a voi l'interpretazione.
Dal testo:
Un foglio bianco e una penna nera.
So già che finito di scrivere tutto quello che mi passa per la mente, straccerò questo foglio così che tu non potrai mai leggerai queste parole. So che se potessi lo faresti, perché vuoi, perché hai il tempo, perché sei interessata a ciò che ho da dire. Non le leggerai comunque, perché sono io a non avere intenzione di farti sapere quel che realmente provo.
Eppure ho bisogno di scrivere, di mettere su carta ciò che mi consuma ogni giorno, da troppo tempo, da anni.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un foglio bianco e una penna nera.
So già che finito di scrivere tutto quello che mi passa per la mente, straccerò questo foglio così che tu non potrai mai leggerai queste parole. So che se potessi lo faresti, perché vuoi, perché hai il tempo, perché sei interessata a ciò che ho da dire. Non le leggerai comunque, perché sono io a non avere intenzione di farti sapere quel che realmente provo.
Eppure ho bisogno di scrivere, di mettere su carta ciò che mi consuma ogni giorno, da troppo tempo, da anni.
Ho bisogno di sfogarmi e probabilmente questo scritto non avrà neanche un filo logico, ma non c’è bisogno che nessuno capisca, perché nessuno leggerà mai.
Sai, mi sono costruita attorno castelli principeschi attorno, solo per rinchiudervi dentro tutto l’orrore della mia vita, solo per far vedere alla gente le apparenze di un edificio meraviglioso e fargli domandare se all’interno era bellissimo come si vedeva all’esterno. Per farli sognare, per fargli immaginare un sogno che in realtà è sempre stato un incubo. Per dargli una vita perfetta che non era la mia.
È così stancante apparire sempre perfetti, quando in realtà non lo sei per nulla, e poi, la verità è che l’interno di quel castello faceva davvero troppo schifo anche solo per viverci. Ma era il mio interno e non potevo cambiarlo. Poi, si potrebbe cambiare un polmone, un rene, un fegato, un qualsiasi organo che risulta funzionante anche se sai, nel profondo, che funzionante per te non è?
Si può poi cambiare un cuore?
A volte mi chiedo se posso farmi mettere nella lista dei trapianti per averne uno nuovo, a me basterebbe cambiare quello per rinascere. Poi però ho paura che il mio nuovo cuore porti con sé le ferite di un’altra persona e credo che le mie mi bastino per una vita intera, perché le mie sono tutte ben salde nel mio cervello e le ricorderei una per una e avere sia le mie ferite che quelle di un'altra persona apporterebbe solo altro dolore. Il mio dolore mi basta per una vita intera, invece.
Vorrei poter mettere nero su bianco tutti i miei segreti, ma non posso, perché tu adesso sei uno di quelli. E vorrei anche poter scrivere mille e più parole, ma in realtà io so solo pensare tantissimo senza poi dire molto.
La verità è anche che tutti riescono a buttarmi giù e farmi male con una sola parola detta male, ma nessuno lo capisce perché non sono capace di mostrare dolore, così tutti pensano che non lo so provare. Non c’è cosa peggiore poi quando riesci a tirarlo fuori e ti fanno solo sentire peggio con i loro ‘uh, allora ha un cuore’.
Io il cuore ce l’ho, rattoppato, ricucito, ma lo ho. Ed ogni giorno è una lotta continua per non farlo sforzare troppo e far saltare le cuciture che ho fatto a mano, giorno dopo giorno. Ma lui sussulta ogni volta che sente il tuo nome, o che mi chiedono ‘che hai?’
La risposta più frequente è ‘bene’, ma in realtà dovrebbe essere ‘non lo so’, perché io davvero non so come sto. Bene, male? Come posso saperlo se non sono mai stata davvero bene o male? So che ogni volta che deciso qualcosa per me, che faccio o dico qualcosa, prima o poi quel qualcosa si incrina e si rovina e lo colpa è sempre mia, perché è così che ho imparato. Darmi la colpa è sempre più facile che darla agli altri ed odiarli, no?
Ma io avevo iniziato il discorso parlando di mostri, di quelli che mi vivono dentro e che nessuno potrà mai guarire. In realtà non glielo chiedo neanche io di sparire, perché forse, alla fine della mia vita, saranno gli unici che non se ne andranno mai, sai? Perché prima o poi tutti quelli che entrano nella mia vita, per una ragione o per l’altra, scappano. Semplicemente un giorno prendono e se ne vanno, così, perché uscire dalla vita delle persone è facile no? Apri la porta, ci entri, resti il tempo di una visita e poi riapri la porta per richiudertela alle spalle per sempre, senza però prima aver aperto anche la porta del tuo cuore.
Io sono davvero tanto stanca di queste persone, sono esausta. Mi sono resa conto che l’unica che non avrebbe mai voluto andarsene, che nonostante tutto mi è sempre rimasta accanto eri tu. Ma io sono anche tanto stupida e, con una scusa, ti ho allontana io per prima, facendomi odiare, perché così era tutto più semplice, no? Perché non vederti più con lui avrebbe dovuto sanare il mio cuore.
Alla fine è stato tutto un mio errore, come sempre perché la verità, Rachel Berry, è che sono innamorata di te dall’ultimo anno di liceo, ma tu, no, tu non lo saprai mai.

   
 
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