Un foglio bianco e una penna nera.
So già che finito di scrivere tutto quello
che mi passa per la mente, straccerò questo foglio
così che tu non potrai mai leggerai
queste parole. So che se potessi lo faresti, perché vuoi,
perché hai il tempo, perché
sei interessata a ciò che ho da dire. Non le leggerai
comunque, perché sono io
a non avere intenzione di farti sapere quel che realmente provo.
Eppure ho bisogno di scrivere, di mettere su
carta ciò che mi consuma ogni giorno, da troppo tempo, da
anni.
Ho bisogno di sfogarmi e probabilmente
questo scritto non avrà neanche un filo logico, ma non
c’è bisogno che nessuno
capisca, perché nessuno leggerà mai.
Sai, mi sono costruita attorno castelli principeschi
attorno, solo per rinchiudervi dentro tutto l’orrore della
mia vita, solo per
far vedere alla gente le apparenze di un edificio meraviglioso e fargli
domandare se all’interno era bellissimo come si vedeva
all’esterno. Per farli
sognare, per fargli immaginare un sogno che in realtà
è sempre stato un incubo.
Per dargli una vita perfetta che non era la mia.
È così stancante apparire sempre perfetti,
quando in realtà non lo sei per nulla, e poi, la
verità è che l’interno di quel
castello faceva davvero troppo schifo anche solo per viverci. Ma era il
mio
interno e non potevo cambiarlo. Poi, si potrebbe cambiare un polmone,
un rene,
un fegato, un qualsiasi organo che risulta funzionante anche se sai,
nel
profondo, che funzionante per te non è?
Si può poi cambiare un cuore?
A volte mi chiedo se posso farmi mettere
nella lista dei trapianti per averne uno nuovo, a me basterebbe
cambiare quello
per rinascere. Poi però ho paura che il mio nuovo cuore
porti con sé le ferite
di un’altra persona e credo che le mie mi bastino per una
vita intera, perché
le mie sono tutte ben salde nel mio cervello e le ricorderei una per
una e avere
sia le mie ferite che quelle di un'altra persona apporterebbe solo
altro dolore.
Il mio dolore mi basta per una vita intera, invece.
Vorrei poter mettere nero su bianco tutti i
miei segreti, ma non posso, perché tu adesso sei uno di
quelli. E vorrei anche
poter scrivere mille e più parole, ma in realtà
io so solo pensare tantissimo
senza poi dire molto.
La verità è anche che tutti riescono a
buttarmi giù e farmi male con una sola parola detta male, ma
nessuno lo capisce
perché non sono capace di mostrare dolore, così
tutti pensano che non lo so
provare. Non c’è cosa peggiore poi quando riesci a
tirarlo fuori e ti fanno
solo sentire peggio con i loro ‘uh, allora ha un
cuore’.
Io il cuore ce l’ho, rattoppato, ricucito,
ma lo ho. Ed ogni giorno è una lotta continua per non farlo
sforzare troppo e
far saltare le cuciture che ho fatto a mano, giorno dopo giorno. Ma lui
sussulta ogni volta che sente il tuo nome, o che mi chiedono
‘che hai?’
La risposta più frequente è
‘bene’, ma in
realtà dovrebbe essere ‘non lo so’,
perché io davvero non so come sto. Bene,
male? Come posso saperlo se non sono mai stata davvero bene o male? So
che ogni
volta che deciso qualcosa per me, che faccio o dico qualcosa, prima o
poi quel
qualcosa si incrina e si rovina e lo colpa è sempre mia,
perché è così che ho
imparato. Darmi la colpa è sempre più facile che
darla agli altri ed odiarli,
no?
Ma io avevo iniziato il discorso parlando di
mostri, di quelli che mi vivono dentro e che nessuno potrà
mai guarire. In
realtà non glielo chiedo neanche io di sparire,
perché forse, alla fine della
mia vita, saranno gli unici che non se ne andranno mai, sai?
Perché prima o poi
tutti quelli che entrano nella mia vita, per una ragione o per
l’altra,
scappano. Semplicemente un giorno prendono e se ne vanno,
così, perché uscire
dalla vita delle persone è facile no? Apri la porta, ci
entri, resti il tempo
di una visita e poi riapri la porta per richiudertela alle spalle per
sempre,
senza però prima aver aperto anche la porta del tuo cuore.
Io sono davvero tanto stanca di queste
persone, sono esausta. Mi sono resa conto che l’unica che non
avrebbe mai
voluto andarsene, che nonostante tutto mi è sempre rimasta
accanto eri tu. Ma
io sono anche tanto stupida e, con una scusa, ti ho allontana io per
prima,
facendomi odiare, perché così era tutto
più semplice, no? Perché non vederti
più con lui avrebbe dovuto sanare il mio cuore.
Alla fine è stato tutto un mio errore, come
sempre perché la verità, Rachel Berry,
è che sono innamorata di te dall’ultimo
anno di liceo, ma tu, no, tu non lo saprai mai.