Le loro labbra bramavano ciò
che avevano lasciato pochi secondi prima. Fino a
quando,inesorabilmente,i loro corpi si avvicinarono e
Ai lo accolse tra le sue braccia nuovamente,accarezzò quei sottili filamenti
neri che scivolarono tra le su dita,sfuggevoli,come lui del resto. Lo sentì
tremare e rabbrividire a quel gesto così intimo,poi si
rilassò,abbandonandosi completamente a quel piacere che gli veniva dato. Nei loro gesto non c’era nulla di forzato,semplicemente
seguivano le correnti che il loro cuore indicava..
Gli diede tutto il calore
possibile,cercando di lenire tutta la solitudine di
quel ragazzo che abbracciava e che,in quel momento,le sembrava un bimbo
indifeso che incontra la mamma dopo aver fatto un incubo e la stringe a se,come
se quel contatto facesse allontanare ogni paura.
Quell’immagine le suggeriva
solo dolcezza e si trovò a chiedersi cosa mai potesse spingere due genitori a ignorare la palese richiesta d’affetto del figlio.
Vorrei potermi prendere io cura di te...pensò,sbalordita. Avrebbe veramente voluto stargli accanto e sorreggerlo per
sempre??già...in cuor suo anelava di
legarlo ancora di più a se,di farlo suo,di proteggerlo da ogni
turbolenza,e allora si....e allora si che si sarebbe sentita finalmente
viva,con uno scopo,distribuendo il suo affetto ad una persona che la
ricambiava...o forse no,chi se ne importa?voleva solamente scaricarsi del suo
amore per non rischiare di soffocare dentro di esso ed esserne completamente
indifferente.
E poi lui...adesso che lo
stringeva a se riusciva a capire perché aveva tante ammiratrici al seguito,il carisma,il fascino che emanava in ogni piccolo
movimento. Del resto la sua mente era sempre stata rivolta verso Mitsui,nei suoi pensieri c’era sempre e solo l’immagine del volto
imbronciato del suo angelo. Ma in quel preciso istante il candore di quei
ricordi vennero macchiati da una malinconia lacerante,si
sfaldarono come seta nel fuoco,era come se il suo corpo si rifiutasse di ridestare
in lei la felicità nel sentire la risata del suo amato.
Mitsui...nella sua testa mise
a fuoco la sua immagine...lui...lui è sempre stato l’ultima goccia che ha fatto
crollare il vaso della sua disperazione,l’uomo che
riusciva a distruggere,con una sola parola,i castelli in aria che costruiva a
fatica. Ma...ma poi approfondendo quell’analisi si accorse che infondo era anche l’unica persona che le aveva dato
affetto,o un supporto morale(a modo suo) e poi...quegli occhi neri che
riuscivano a turbare i suoi sogni notturni e i suoi incubi giornalieri.
Ma adesso tutto ciò lo vedeva
da lontano,come se in realtà quei sentimenti non
appartenessero più a essa,come se la nebbia che aleggiava fuori da quella casa
fosse entrata in lei ad oscurare,seppur per un attimo,i suoi pensieri.
Ridestò i suoi pensieri
intorpiditi e si rivolse verso Kaede,che in meno di un
giorno era riuscito a fare crollare l’unica sua certezza a cui era appigliata.
Si sentiva come un frammento di ferro che veniva
attratta da due forze magnetiche,una che rappresentava l’amore storico,eterno
ed irraggiungibile l’altro era l’amore nuovo,devastante,complesso,appagante ma
ugualmente irrealizzabile. Ora bisognava decidere per quale dei due conveniva
soffrire.
I loro corpi si sfiorarono
reciprocamente,lievi,per paura che un contatto troppo
“passionale” rovinasse tutto. Le loro menti erano
sensibile e memorizzavano ogni minima sfumatura o cambio d’espressione del viso
del partner. Kaede si allungò silenziosamente sul corpo di
lei posando le sue labbra alla base del collo per poi risalire verso
l’orecchio,mordicchiando la tenera carne per poi posare vogliosi bacini sulla
pelle arrossata.
Arrivò fino all’orecchio con
l’intento di bisbigliare qualcosa di romantico,ma
tutto gli sembrava inutile e superfluo. Bastavano loro due per completare il
mondo.
Continuarono a baciarsi,sempre con più foga e guardandosi negli occhi,riuscendo a
dire tutto cio che avevano taciuto prima,si
ringraziarono e si scambiarono promesse e scongiuri. Le loro mani presero a
sfiorarsi,giocherellando fra loro,aguzzando la
sensibilità del loro essere. Poi lui la spinse sotto di se,nel
parquette lucido e tiepido ai piedi del divano,volendo approfondire il
contatto,desiderava riprovare quel tuffo al cuore che sentì durante il loro
primo bacio,quella sensazione che lo faceva sentire vivo...quando ormai credeva
di aver perso ogni briciolo di umanità.
Senza esitare infilò le mani
sotto la maglietta di Ai,che si donò a quel gesto con
inconsapevole sensualità aumentando l’eccitazione di Kaede.
Lui prese il lembo della
t-shirt e la alzò fino alla testa di lei,la aiutò a
sfilarsela con cura.
Prese a baciare ogni
centimetro di pelle come se fosse benedetta,soffermandosi
a lungo sulle cicatrici,lappandole dolcemente una ad una,come per volerle
chiudere,come se la sua saliva fosse l’unica medicina in grado di rimarginarle.
Lei si aggrappò con le unghia alla schiena di lui,ad
ogni movimento lasciava dei graffi rossi come a ricambiare il trattamento
doloroso che stava subendo.
La passione cresceva
eclissando anche l’ultimo barlume di lucidità. Nell’attimo in cui si unirono un
tuono illuminò il cielo,dividendolo in due e la
pioggia lasciò il posto ad un leggero nevischio,che pian piano riempì le strade
solitarie e i tetti delle case. Con il suo abbraccio mortale invase la poca
vegetazione cittadina facendola assopire.