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Autore: mjlwards    17/08/2012    0 recensioni
Prima FF che scrivo riguardante il mio sogno d'infanzia: PETER PAN.
Spero vi piaccia, e non dimenticate di recensire. c:
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Peter Pan? Tzè, una valanga di cazzate. Cioè, chi mai potrebbe credere nell'esistenza di un'isola che non c'è nel quale si rimane bambini a vita? Vi rispondo io: gli stupidi, tra cui mio fratello minore, Harold. Fu mia madre a montargli la testa di certe frottole non appena ebbe raggiunto i quattro anni e fino ai dodici anni fece lo stesso con me finché, un giorno, dopo essere entrata nella fase della pubertà, riuscii a sfuggire da ognuno di quei falsi racconti. Fingevo di addormentarmi appena prima che aprisse bocca, mi auto-invitavo da delle mie amiche a dormire ed una volta ho persino finto di avere le contrazioni, nonostante non fossi incinta. Un comportamento esagerato, vero? Eppure l'ho fatto per il mio bene, per togliermi dalla testa ogni singola cazzata che quella donna inventava al momento solamente per levare me ed Harold di torno ed aver momenti intimi con il nostro patrigno, Jack. Pirati, sirene, popoli indiani, creature fatate, bambini sperduti e chi ne ha più ne metta: come ho potuto solamente crederci? E dire che avevo ben quasi dodici anni. I miei pensieri vengono interrotti da lampi e fulmini che si fanno spazio nella mia buia camera. "Mamma!" urlo, la solita fifona. Mia madre, ormai conoscendo ogni mia piccola paura, entra in camera con una tazza di camomilla. "Tieni tesoro, vuoi che ti racconti una favola? Giusto per tranquillizzarti." sussurra, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Non ho più quattro anni, mamma." affondo nel letto, freddo come la stagnola. "Allora, se non hai più quattro anni, non dovresti avere paura di certi fenomeni naturali." ok, uno a zero per mamma. "Davvero, voglio solo riposare in questo momento e per farlo non ho bisogno che dalla tua bocca escano altre frottole." resta immobile per qualche secondo, come se avesse realizzato che ormai sono una giovane donna; ad un certo punto si decide a parlare. "Seconda stella a destra, poi dritto fino al mattino. Questa è la strada verso l'isola che non c'è." fissa un punto preciso, per poi tornare a guardarmi. "Sì, interessante, me ne ricorderò." Mugugno con aria strafottente. Dopo avermi schioccato un bacio forzato sul naso, gattona verso il salotto per non svegliare il piccolo Harold, ormai addormentatosi inondato da bugie, chiudendo la porta della stanza. Nonostante la camomilla mi abbia fatto venire un sonno trucidale, non riesco a smetter di pensare alla frase detta da mia madre pochi minuti fa. "Seconda stella a sin.. a d-destra.." sussurro tra me e me. "Poi dr-dritto fino al mattino." Con passo svelto e felpato mi dirigo verso la finestra aperta dal forte vento. Il temporale è terminato. Solo due stelle animano l'immenso cielo notturno, tra cui una più luminosa dell'altra: quella a destra. Non può essere. "Questa è la strada verso.. L'isola che non c'è." un sorriso si fa spazio nel mio volto. Per me, Bessie Darling, è arrivato il momento di andare a caccia di sogni perduti nel tempo.
  
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