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Autore: Ivory    01/03/2007    9 recensioni
(NUOVA VERSIONE)"Il male aveva camminato sulla terra, un male formato di carne, ossa e artigli. Si incamminava tra la povera gente, e uccideva. Uccideva ancora, e ancora, senza mai fermarsi, senza mai conoscere la pietà. Dopotutto, come potevano i diavoli conoscere sentimenti simili? Come poteva, un diavolo, imparare a piangere?"
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREMESSA: Salve a tutti. Prima di tutto vorrei precisare che questa fanfiction, in origine, risale ad un bel po' di tempo fa…allora il risultato finale non mi aveva soddisfatto per niente: era scritto male, di fretta…rileggendola recentemente, inoltre, mi sono resa conto di averci inserito scene fin troppo scontate, per non parlare dell'estrema smielatezza (quasi infantile) fra i due protagonisti. Insomma, non mi piaceva proprio, così decisi di cancellarla…ed ecco che ho deciso finalmente, dopo lunghi ripensamenti, di riprendere in mano la storia! Anche per chi l'ha già letta apparrirà completamente nuova, diversa, seppur con elementi legati alla precedente versione (Come l'introduzione in cui Eva racconta ai propri figli la storia). Insomma, spero che piaccia a nuovi e vecchi lettori! Buon proseguimento da Ivory ^_^

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LEGENDARY DARK KNIGHT

Una casetta di campagna…

Una famiglia felice.

Il compleanno di due bambini di appena otto anni molto, molto particolari.

Si trovavano tutti e tre in giardino. Il sole stava tramontando, e il caldo estivo cominciava a farsi più lieve.

<< Dante, Vergil… buon compleanno! >> disse loro la madre, Eva, dandogli il regalo.

Una donna meravigliosa, con lunghi capelli biondi e gli stessi occhi azzurri dei suoi due bambini: due gemelli.

Non erano dei bambini comuni.

Avevano i capelli d'argento, e dentro di loro scorreva sangue misto…

Sangue umano, e sangue demoniaco.

<< Mamma, ma è roba da femmine! >> fece notare Dante, il più monello dei due.

<< Non è vero! E' bello! Sei tu tutto scemo! >> gli disse il fratello Vergil.

<< Non è vero! >>

Dante diede un pugno sulla testa del fratello…

<< AH!!! MAMMA! Dante mi ha dato un pugno! >>

<< Su… calmatevi! >> disse loro la madre, con pazienza…

Aveva donato loro due medaglioni.

Degli amuleti speciali per dei bambini speciali.

<< Tesori miei… questi medaglioni hanno un passato molto, molto importante. >>

<< Davvero? >> chiesero in coro i due gemellini.

<< Certo! E se volete, vi racconterò la loro storia… >>

<< SI!!! >>

I tre si assettarono a gambe incrociate sull'erba. Un lieve venticello li accarezzava…

<< Però, ve lo racconterò solo se mi promettete che avrete gran cura di quelle collane! >> affermò poi la madre.

<< Si! Promesso! >> rispose Vergil.

<< Anche io lo prometto! >> aggiunse Dante.

<< Bene allora… >> Eva fece un gran respiro << … tutto iniziò duemila anni fa… quando nacque dagli inferi il malvagio Mundus… nacque in una fredda notte di neve! Tutti i demoni festeggiarono la sua nascita:

Era nato il principe dei demoni! E da allora, iniziò una battaglia senza tregue tra i demoni e gli umani… almeno fino il giorno in cui, secoli dopo, arrivò lui… >>

<< Lui chi? >> domandò il piccolo Vergil.

<< Vostro padre, tesori miei… il leggendario demone Sparda! >>

CAPITOLO I – IN THE DARKNESS

“ …Nell'oscurità bramavano il dominio…”

Una guerra senza fine. Una guerra che andava avanti da secoli.

Il male aveva camminato sulla terra, un male formato di carne, ossa e artigli. Si incamminava tra la povera gente, e uccideva. Uccideva ancora, e ancora, senza mai fermarsi, senza mai conoscere la pietà. Dopotutto, come potevano i diavoli conoscere sentimenti simili? Come poteva, un diavolo, imparare a piangere?

Le creature degli Abissi non davano tregua, non davano speranze alla povera gente.

Le creature uccidevano, massacravano, squartavano per il loro re, l'invincibile Mundus, l'ultimo della stirpe dei sovrani delle tenebre eterne.

Il male avrebbe vinto…

…oppure no?

Solo una cosa è certa: uno di loro fu destinato a fare grandi cose. Uno, tra quei diavoli, avrebbe cambiato per sempre la storia dell'umanità.

Il demone dal grosso medaglione rosso al collo, era nella sua stanza privata. Una stanza lugubre come tutto il resto del mondo alla quale apparteneva, l'Inferno. In mezzo alla stanza c'era un grande letto, adornato da tendaggi scarlatti di velluto. Fra le coperte, il diavolo era in buona compagnia: tre dannate, l'una più affascinante dell'altra. Una aveva la pelle bianca, incolore, con lunghi e ricci capelli neri, orecchie a punta e delle meravigliose labbra rosse e carnose, un'altra aveva i capelli di un blu scuro, due piccole corna sui lati della testa, che sembravano dei graziosi fermagli, e un'altra, molto più simile ad un'umana, che aveva i capelli corti color nocciola, con occhi viola e pupille allungate, come quelle di un gatto, unghie appuntite tinte di viola, e lunghi canini. Tutte e tre avevano un viso angelico e un corpo perfetto, che il demone non aveva certo avuto intenzione di stare solo a guardare.

I quattro si stavano riposando, dopo una notte tutt'altro che silenziosa e pudica. Le tre circondavano il giovane diavolo dormiente. I suoi capelli bianchi dai riflessi argentei, solitamente ordinatissimi, erano tutti spettinati. Aveva le orecchie a punta e canini aguzzi, che si intravedevano ad ogni suo respiro. Improvvisamente la porta della stanza si aprì, facendo risvegliare i quattro. Il maschio rivelò degli occhi color oro schiudersi assonnati.

Il diavolo alla porta era alto e robusto, largo quanto un armadio, pelato e con un muso leonino, capace di incutere timore a chiunque lo guardasse, e occhi color sangue. Indossava un'armatura adornata da ossa che sembravano, e probabilmente lo erano, umane.

<< Beowulf…avresti anche potuto bussare prima di entrare. >> disse il demone dai capelli bianchi con la sua voce profonda. Le tre diavole, vedendolo sveglio, cominciarono ad avvinghiarlo sensualmente.

<< Non perdere tempo, Sparda >> disse Beowulf con aria seria << Il nostro Re ha bisogno dei miei e dei tuoi servigi! Te la spasserai un'altra volta. >>

<< Non è un problema, ci siamo divertiti abbastanza… dammi qualche minuto per prepararmi…>>

<< D'accordo, ma fa presto!>> rispose Beowulf, mentre Sparda, si accingeva ad alzarsi dal letto…

<< Dai, Sparda, rimani ancora un po' con noi!>> piagnucolava maliziosa una delle tre, mentre le altre due cercavano di trattenere il demone afferrandolo per il busto.

Sparda le spinse alla larga con freddezza:

<< Non rompete! Pensate a smammare piuttosto! Ho da fare! >>

Le donne scesero elegantemente dal letto, una dopo l'altra, ridacchiando.

<< Prima le signore…>> disse il grosso demone alla porta, facendole uscire, senza celare uno sguardo interessato ai tre corpi ben fatti delle tre.

<< Alla Sala Del Trono. Fa presto! >> disse poi a Sparda e anche lui uscì, sbattendo inevitabilmente la porta.

Sparda ci mise poco a prepararsi. Prese la sua elegante veste viola e scura, la sua meravigliosa katana Yamato, frutto di un saccheggio nella terra del Sol Levante, e in breve si ritrovò nella Sala Del Trono. Una sala gigantesca, decorata da marmi bianchi come la neve e cosparsa da una profonda solennità…sembrava più un luogo adatto al Paradiso, che all'Inferno. Ad attenderlo c'erano tutti i demoni più fidati del sovrano dell'Abisso, dei quali faceva parte sia lui che Beowulf. Tutti demoni di alto rango, ovviamente.

Davanti a loro c'era una statua di dimensioni colossali, sempre in marmo , seduta su un trono altrettanto enorme e bianco.

Tutti si inchinarono davanti alla figura. Improvvisamente una grossa e possente voce cominciò a provenire dalla statua immobile.

<< Miei fidati demoni… >> la sua voce rimbombava per tutta la sala << …sento che questa volta l'ora della vittoria si sta avvicinando ogni secondo che passa. Avete fatto un buon lavoro…anche se NON TUTTI mi hanno soddisfatto, vero Astaroth...? >>

Un demone dai capelli lunghissimi e rossi, con mantello e abito nero, e tre occhi, trasalì, a tal punto che quasi cadeva a terra. Tutti, compreso Sparda il quale vi si trovava al fianco,si alzarono e lo osservarono con certa ripugnanza.

Il rosso cominciò a dire qualcosa con voce tremante.

<< Signore...Altezza...la...la prego, non mi dica che... >>

<< ZITTO! >> urlò Mundus, sempre impassibile sul trono di marmo. << Era l'ultima possibilità che avevi!! Per colpa tua, Astaroth, il nostro battaglione ha rischiato di essere decimato!>>

Astaroth si accasciò completamente al suolo, spargendo i suoi lunghi capelli rossi sulla pavimentazione candida.

<< Maestà, non potevo certo prevedere che gli abitanti di Vie De Marli ci potessero tendere una trappola talmente ben architettata...la prego...si è trattato di un errore!!! VI SCONGIURO! >>

<< STOLTO! >> continuò Mundus << ...NON BISOGNA SOTTOVALUTARE GLI ESSERI UMANI PER NULLA AL MONDO! Gli umani sanno essere scaltri e intuitivi più di quanto si possa immaginare. Altrimenti perché credi che questa battaglia vada avanti da secoli!? Nessuno, e dico, NESSUNO deve abbassare la guardia! Verrai punito... >>

<< NO! NO, VI SCONGIURO, NO! Dopo 120 anni di onorato lavoro...mio sovrano, non può... >>

<< NON POSSO!? IO NON POSSO!? >>

Astaroth si portò le mani ai capelli, in lacrime. << MI PERDONI! >>

Sparda, come se nulla fosse, gli si avvicinò e cominciò a premergli sulla schiena con il piede, facendolo accasciare ancora di più: << Non meriti il perdono del nostro potente sovrano. >> sibilò maligno, premendo sempre più forte, impassibile ai lamenti del povero demone. Beowulf osservava la scena con un ghigno.

<< Sparda...mio fedele Sparda... >> rimbombò la voce del sovrano al suo discepolo preferito <<... fa ciò che questo schifoso ammasso di carne in movimento merita di avere. >>

<< NO! S...Sparda...! >>

Astaroth cercò di alzarsi in piedi, ma senza che neanche se ne accorgesse, ecco che la lama della Yamato scivolò sensualmente, nonostante la velocità, sul suo corpo che in men che non si dica spruzzò sul volto di Sparda e su tutti gli altri presenti del sangue denso e caldo. Tutto ciò che riuscì a dire fu un breve “AH!”, più per la meraviglia di quell'attacco imprevisto che per il dolore lancinante. Astaroth cadde a terra senza più alcun lamento, col corpo squarciato, lasciando una pozza di sangue sul pavimento bianco come la neve. Sparda si sentiva come un'artista che aveva appena creato una splendida opera d'arte.

Tutti i demoni cominciarono a ridacchiare, divertiti da quello spettacolo che si era presentato ai loro occhi perennemente assetati di violenza.

<< Spero di avervi soddisfatto, mio Signore… >> disse Sparda, e rimettendo la spada nel fodero fece un lieve inchino.

<< Come sempre. >> rispose la voce mostruosa. Sparda accennò un sorriso sul volto sporco di rosso, mostrando leggermente i canini aguzzi.

<< E ora che ci siamo liberati di quell'inetto, lasciate che vi spieghi il perché di questa riunione. Solnyx…! >>

Da dietro l'immensa statua spuntò quello che aveva tutta l'aria di essere un umano. Era vecchio, molto vecchio, e indossava una tunica completamente nera. La sua testa, probabilmente calva, era nascosta dall'ampio cappuccio a punta.

<< Mio signore... >> salutò inchinandosi faticosamente, con la sua voce rinsecchita.

Solnyx era uno dei massimi stregoni dell'Ordine delle Ombre. Un umano che aveva ceduto la sua anima alle tenebre.

Si avvicinò al gruppo di demoni. Prese un recipiente cilindrico dalla tasca, e rovesciò sul pavimento quello che sembrava essere sangue. La piccola pozza, inizialmente molto piccola, cominciò ad espandersi sulla superficie candida del salone fino a diventare piuttosto grande. L'anziano congiunse le mani per poi blaterare qualcosa di incomprensibile.

Il sangue cominciò a riflettere delle immagini. Molti rimasero sorpresi da quel prodigio.

La pozza rossa mostrò ai presenti un luogo semidistrutto. Un villaggio umano in rovina…una donna dai lunghi capelli rossi era seduta sul prato semiarido, con aria stanca e i vestiti laceri.

<< Cosa significa tutto questo? >> domandò Beowulf.

<< Questo… >> rispose Mundus al posto del vecchio << …è il sangue sgorgato da corpi di vergini e sacerdoti. Versandolo in questo luogo pregno d'Ombra, potremo trovare la creatura che spalancherà per sempre le porte tra l'inferno e la terra degli umani. Come vuole la Profezia Proibita. >>

<< La Profezia Proibita ? >> domandò incredulo Sparda. Sapeva bene di cosa stava parlando.

<< Vuol dire… che il tempo è finalmente giunto!? E che questa donna dai capelli rossi sarà il sacrificio tanto atteso? >>

<< Si. L'anno è giunto. I pianeti hanno cominciato a muoversi… >> disse il vecchio con la sua voce flebile << Dovete trovarla…versarne il sangue qui, nella candida sala del Trono Maledetto. Così vuole la Profezia Proibita scritta nel Libro Delle Ombre.>>

Il volto dello stregone, già fin troppo mutato dall'età, cominciò a contrarsi in una grottesca espressione di felicità:

<< Finalmente…gli Abissi ingloberanno il mondo! Comincerà la Nuova Era ! >>

E mentre diceva questo, la pozza cominciò man mano a restringersi, davanti agli incuranti ospiti ridacchianti come cornacchie. A Sparda gli parve di vedere per un secondo un'altra donna affiancarsi alla rossa…quest'ultima aveva i capelli di un biondo luminoso che il vento spettinava coprendole irrimediabilmente il viso. Per un attimo il demone rimase allibito, ma nell'istante in cui aprì e chiuse gli occhi, la pozza scomparve definitivamente.

<< Che ti prende? >> domandò uno dei suoi compagni.

<< No…niente, devo essermi sbagliato! >> rispose il Cavaliere Nero, senza rendersi conto che il suo gesto avrebbe mutato irrimediabilmente la via designata dal Fato.

>continua...

  
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