Guardò l’uomo cadere a terra, mentre abbassava con un gesto delle mani le fiamme che li circondavano. I suoi occhi verdi erano impassibili. Non crudeli, e nemmeno piedi di rancore verso il mondo. Semplicemente…vuoti. Con quella stessa espressione avrebbe potuto giocare a carte, oppure uccidere di nuovo.

Improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi. Sbattè le palpebre, voltandosi verso il ragazzo biondo che gli stava venendo incontro.

-Numero VIII- lo chiamò quello, facendogli un cenno con la mano.

Numero VIII. Quello era il suo nome. Oppure no. No, si era detto più volte, quello non era il suo nome. Era solo un numero.

 

Lui non aveva nome.

Non che avesse importanza, alla fine.

-Numero VIII!- ripetè il biondo, affiancandolo. Guardò l’uomo steso per terra, e i segni delle bruciature sul terreno. Fece una smorfia, credendo di non essere visto.

-Ho parlato poco fa con Xemnas. Mi ha detto che ci manca poco – fece una pausa, lasciando che la notizia facesse effetto, guardando si sottecchi il rosso.- tra poco potremo riavere i nostri cuori.

 

Lui non era nulla.

 

Il numero VIII si fissò un palmo della mano, poi alzò lo sguardo verso il ragazzo.

-Tu…ti ricordi della vita di Sora?

-Si…perché questa domanda? – ma l’altro lo interruppe.

-E com’era? – il ragazzo lo guardò senza capire. Dove voleva andare a parare?

-In che senso?

-Nel senso…era felice?

-Beh…si, credo di si. Con i suoi amici, Riku e Kairi, lui…perchè, tu non ti ricordi?

-Io…si, mi ricordo.- rimase in silenzio, incamminando nella direzione da cui era arrivato il biondino.

-Numero VIII? Si può sapere che ti prende?

-La mia vita non era felice. Soffrivo, stavo male. Il mio cuore sentiva solo dolore.

-Ma…andiamo, anche tu sarai stato felice, qualche volta…- il rosso si voltò verso l’altro. I suoi occhi risposero per lui.

-Io…non so se voglio riavere il mio cuore. Tornerei a soffrire.

 

Non so se voglio tornare a soffrire.

 

-Ma Numero VIII…soffrire è sempre meglio che non sentire nulla!

Tu dici?

 

-No, non credo. E se dovessi riavere il mio cuore…tornerei ad essere solo.

Si sentì afferrare per la manica, e abbassò lo sguardo sul ragazzo. Gli era venuto vicino, quasi di corsa, e adesso lo fissava con quell’espressione imbronciata.

-No, non saresti solo. Noi due siamo amici.

 

Certo…

…amici. L’amicizia è solo una parola, Numero XIII.

Una bella parola, ma niente di più.

 

-Numero VIII ascoltami!- il biondino lo costrinse a girarsi verso di lui.- Gli amici si aiutano a vicenda. E’ questo che fanno.

Il rosso fece un sospiro, chiudendo gli occhi.

 

Che male c’è?

Provaci, per una volta.

Prova a vivere.

Prova a fidarti degli altri.

Ricorda.

Ricordati i sentimenti che provavi.

Amore.

Odio.

E tutte le altre piccole cose.

Non serve un cuore per essere felice.

Bastano i ricordi.

Cos’è che dicevi sempre?

Cos’è che sapevi dire così bene, con quell’aria strafottente?

Si, ricorda.

 

-E va bene.- riaprì gli occhi, e l’altro lo guardò perplesso.

-Va bene cosa? Sei sicuro di stare bene, Numero VIII…?

-E basta!- si voltò di scatto, in modo talmente inaspettato che il biondino si spaventò.

-“Numero VIII”, “Numero VIII”- gli fece il verso, ma in realtà sorrideva.

-Io mi chiamo Axel. A-X-E-L. Got it memorize?

 

 

Allora, Numero VIII, hai deciso?

Per quale motivo vivrai,

da adesso in poi?

 

Per cosa vivo?

Semplice:

Vivo per sentirmi vivo.