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Autore: Sall    18/08/2012    3 recensioni
La giovane età non era sinonimo nel professore di empatia nei confronti dei ragazzi, sembrava che la sua gioventu' fosse dolorosamente sfumata senza lasciare traccia nell'uomo severo ed elegante che quasi ogni giorno recitava con passione i versi di Thomas o della Dickinson di fronte ad una classe che sembrava non percepire tutto quell'amore per la letteratura che cercava di trasmettere loro; forse, ipotizzavano i colleghi, era quella frustrazione ad averlo reso orgoglioso e gelido, anche se la maggior parte assicurava che era nella sua indole un certo distacco, che l'ombra che aveva negli occhi fosse parte del suo fascino.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Vado a cambiarmi, aspettami nella hall, così andiamo a pranzo insieme!” disse Jeremy con un sorriso prima di correre nell’ascensore, giusto un attimo prima che si chiudesse.
Jennifer si morse un labbro sorridendo. Le faceva uno strano effetto passare tanto tempo insieme alla sua classe, considerando che aveva trascorso tutti e tre gli anni precedenti ad evitarli ed odiarli.
E Jeremy era tanto carino che per un attimo aveva pensato potesse esserci qualcosa sotto, magari uno scherzo di cattivo gusto o la voglia di prenderla un po’ in giro.
Però non l’aveva lasciata sola un secondo, e sembrava che gli importasse parecchio che si sentisse a suo agio con gli altri e con lui.
Si sedette su un divanetto della hall ad aspettare, osservando il via vai di gente che saliva e scendeva le scale e che correva nella sala pranzo.
L’ascensore si riaprì dopo qualche minuto, ma non fu Jeremy ad uscirne, bensì il professor Turner, da solo.
Jennifer si guardò intorno imbarazzata e vagamente intimorita. La hall le sembrò immediatamente troppo deserta.

Camminò verso di lei sistemandosi la cravatta e le sorrise freddamente sedendosi al suo fianco.

Come mai non sei a pranzo, Winston?” domandò ostentando una disinvoltura che sapeva di presa in giro.
Jennifer si accigliò. “Aspetto Jeremy” rispose, facendo il suo gioco.

Jeremy?” chiese Turner, non riuscendo a nascondere un velo di stupore. “Non mi pareva che foste amici” aggiunse cercando di riprendersi.

Non lo siamo, infatti” fu la risposta spiccia e noncurante di Jennifer.

Turner si sforzò di sorridere, e posò una mano sul divano, a pochi centimetri dalla sua coscia, stavolta saggiamente coperta da un paio di jeans lunghi attillati.

E lei? Come mai non è a pranzo?” chiese Jennifer con la gola secca, evitando di guardare la sua mano, che giocherellava con una scucitura del cuscino.

Immediatamente ricordò le mani del suo professore che giocherellavano allo stesso modo con l’orlo dei suoi pantaloncini, giusto la sera prima.

Veramente cercavo proprio te” disse velocemente, guardandola negli occhi. “Volevo accertarmi che tu stessi bene…

Jennifer rise. “Perché non dovrei?

Mi riferisco a…

So perfettamente a cosa si riferisce, sebbene io non lo capisca affatto” lo interruppe irritata.

Turner si accigliò, ed entrambi si fissarono per un minuto che sembrò infinito.

Io…” provò a dire Jennifer, furiosa. Aveva voglia di prenderlo a pugni. Come osava trattarla così? Aveva passato ore a piangere per una sua frase stupida, per una sua presa in giro gratuita. E ora? Dovevo voleva arrivare?

Intanto le labbra del professore si facevano sempre più vicine, il che consisteva un grosso, grossissimo problema.

Io…” mormorò Turner, soffiando un po’ del suo fiato che sapeva di fresco e menta sulle sue labbra.

Perché?” sussurrò la ragazza, a pochi centimetri dal suo viso, gli occhi socchiusi in una smorfia concentrata e vagamente sofferente.

Che cosa vuole da me, si può sapere?
Non ci fu bisogno di attendere una risposta, perché il campanello dell’ascensore in arrivo li fece sobbalzare, e in mezzo secondo si ritrovarono ai due lati del divano, a guardare in due direzioni opposte.

Eccomi!” esclamò allegro Jeremy correndo a prenderla per mano. “Salve prof!” aggiunse, mentre la trascinava via, e gli sorrise facendogli l’occhiolino.
Turner l’avrebbe volentieri scaraventato a terra, in quel momento, ma si limitò a forzare un sorriso.
Jennifer si voltò a guardarlo solo un secondo, mentre Jeremy le parlava, ma lui non ricambiò il suo sguardo. Li superò a passo svelto e sparì oltre le porte della sala da pranzo.

*

                    Sall
                    E con questo il mio turno è finito.
                    Spero che vi piaccia, anche se è solo di passaggio! Ora lascio la parola a Kei.
                    A presto (e come al solito grazie mille per le recensioni!) <3 

 

   
 
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